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06-11-2013, 10.35.13 | #4 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-01-2011
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
A mio parere qua può benissimo tornare in ballo Eraclito con il suo principio dell'uguaglianza del diverso. Se appariamo tutti diversi fra noi, sia uomini che cose, cos'è che è comune in ogni uomo e in ogni cosa?
Ciò che ci accomuna è il fatto che ogni uomo ed ogni cosa devono rivendicare la propria diversità per affermare la propria identità. E' il fatto stesso di essere diversi che ci accomuna. Credo che al fondamento del giusto agire debba esserci il riconoscimento del proprio fine naturale, l'uomo deve capire quale è il suo fine. Se fossimo un branco di cavalli in un recinto, cui una mano sporadica getta ogni tanto una manciata di fieno, allora se noi fossimo i cavalli più robusti, con qualche calcio o morso faremmo capire agli altri a chi spetta mangiare per primo. Ma siamo uomini, grazie all'intelligenza, almeno nella parte di mondo in cui viviamo, abbiamo allontanato il problema dell'imminenza dello stretto sostentamento. A me pare chiaro che, se un fine dell'uomo ci deve essere, debba essere un rendere la propria coscienza il più possibile adatta al mondo in cui si è venuta a trovare. Base del retto agire è per me fare in modo di avere una coscienza serena, e se è serena, non può volere il male. A meno che si possa dimostrare che Hitler, i boss della camorra, i serial killer, i politici corrotti ecc., abbiano anch'essi una coscienza serena. Si può essere sereni sapendo di aver fatto del male ad altri? Io credo di no, a meno che si confonda la serenità con l'ignoranza. Diversa deve risultare la serenità di un saggio dalla serenità di un ignorante Credo si compirebbero più buone azioni se, nel compiere una azione altruistica, uno fosse cosciente di stare agendo per il proprio bene più che per quello degli altri. |
06-11-2013, 13.36.25 | #5 | |
Moderatore
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Mi trovi perfettamente d' accordo, infatti io ho parlato di diritto di esprimere sé stessi, quando però nell' esprimere noi stessi impediamo ad altri di fare altrettanto siamo in errore, è necessario trovare un equilibrio fra la necessità di esprimere noi stessi e il rispetto del prossimo. |
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06-11-2013, 16.20.33 | #6 | ||||||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
** scritto da jeangene:
Citazione:
Perché chi decidesse cosa sia o meno permesso si eleverebbe a Dio senza esserlo, fatto ancor più grave quando si è affermato che Dio non esiste, quindi superba usurpazione e divinizzazione dell'Ego. Citazione:
Ma chi non rispetta o rispetta secondo il solo criterio umano/terrestre già non si giudica uguale all'altro, quindi può anche sostenere, nel pieno diritto di esprimere sé stesso, di non avere coscienza. Citazione:
Ma se Dio non esiste chi decide dove comincia la vostra libertà? Senza regole assolute, alle quali abbandonarsi liberamente, non ci sarà uguaglianza, ma solo utopia. Citazione:
Equilibrio perfetto?!?! Ma se tutto è permesso chi lo decreta? Inoltre bisogna comprendere che significa per te "libertà". --------------------------------------------------------------------------------------------------- ** scritto da CVC: Citazione:
Si ma in che o in chi ci accomuniamo?!?! Citazione:
Oggi non può volere il male, ma domani può attuarlo, "partita finire quando arbitro fischiare". Ma senza Dio tutto è permesso, chi ti dice che non si possa avere una coscienza serena col delinquere visto che è il modello educativo (anche inconsapevolmente) prevaricante? Una volta morti, questi criminali, che demeriti acquisirebbero rispetto a chi suppone di non aver fatto mai del male? Ed in quale pianeta dell'Universo risiede colui o colei che non abbia mai fatto male ad un altro? Attenzione a confondere la serenità con la vanità. |
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06-11-2013, 18.20.21 | #7 | ||||||
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Messaggi: 2,614
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Si comprende allora come non sia affatto semplice distinguere una serenità posseduta per carenza di consapevolezza dei parametri a cui facciamo riferimento (parametri acquisiti non completamente consci e non vagliati da ulteriori parametri) ed una serenità posseduta per conoscenza maggiore dei parametri a cui facciamo riferimento (e vagliati da ulteriori parametri). Il confine fra pazzia e sanità è un confine labile posto man mano dall’ampliamento dell’esperienza intorno quei parametri sui quali la mente elabora e consolida. Il tipo di elaborazione di quei parametri caratterizza la prospettiva, la visione prospettica mentale, nella quale ci poniamo e che individua e risponde ai moti interiori sollecitati dall’esterno, un esterno che può influire su di una nuova messa in discussione della prospettiva attraverso l’introduzione di differenti parametri od una analisi prospettica differente a quegli stessi posti in noi a fondamento (acquisiti). Citazione:
Citazione:
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E’ necessario scomodare l’ io per fondare un presumibile giusto agire.. Citazione:
Possiamo certo iniziare da una serie di diritti e doveri nei quali ci riconosciamo. Ed è quello che sulla carta abbiamo scritto quando abbiamo dato vita ad una costituzione. Risolvere le implicazioni resta ora il nostro compito primario. Non facile. A cominciare dal “questa nazione è fondata sul lavoro”. E quando mai? Ecco che quello che sembrava tanto semplice implica una revisione di quei valori a monte della stesura sulla carta dei diritti e dei doveri che evidente mette in discussione l’ intero sistema di valori dell’uomo e non si ferma alle frontiere di stato. Allora prima forse è meglio che ci chiariamo su dove stiamo poi forse sapremo pure dove stiamo andando se stiamo andando. Quel “dove stiamo” significa, cos’è sta terra? di chi è? chi mangia i frutti di chi/cosa? Amo la semplicità peccato che mi sia accorta che è come la via per l’illuminazione, prima le montagne sono montagne (io stalattitico), poi le montagne non sono più montagne (io in discussione), infine le montagne tornano montagne (l’io in discussione prende coscienza dell’io stalattitico). Manca un passaggio, l’ultimo in sequenza (ma non l’ultimo in assoluto): le montagne sono e non sono montagne. Qui diventiamo pazzi e ritorniamo all’io stalattitico o ci si illumina e magari s’inizia a ripensare a chi mangia chi/cosa. Sembra un cerchio chiuso ma non lo è. Dipende. |
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06-11-2013, 19.04.34 | #8 | ||
Moderatore
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
A mio parere i confini della libertà d' azione sono mutevoli, dipendono dalla circostanza, non sono statici, nessuno può determinarli con precisione. L' affermazione di Martin Luther King evidenzia appunto l' aspetto mutevole dei limiti della libertà d' azione. Senza dubbio l' attuazione del principio di uguaglianza é piuttosto difficile (se non impossibile) perché implica che tutti gli individui abbiano realizzato che tutti hanno lo stesso diritto di realizzare sé stessi e che tutti devono essere rispettati (oltre a possedere una discreta conoscenza). Citazione:
Non ho mai detto che tutto è permesso, anzi! Naturalmente l' "equilibrio perfetto" é pura utopia perché proprio perché perfetto é irrealizzabile. |
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06-11-2013, 19.29.32 | #9 | ||||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Citazione:
L'uomo è in grado da sé di stabilire cosa è giusto, basta non fare agli altri ciò che non si vuole per sé. Ma il giudice delle nostre azioni non può essere posto al di fuori di noi, unico giudice è la coscienza. Se si pone un giudice al di fuori di sé si forma un tipo di coscienza eteronoma, nel senso che si pensa di dover agire bene perchè c'è un sorvegliante che ci controlla. Ma la coscienza deve essere autonoma, giusta in sé stessa e non per paura di un giudizio ad essa esterno. Se segue Dio è perchè ne percepisce la giustizia e non per il timore di una punizione. Citazione:
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06-11-2013, 19.39.30 | #10 | ||
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p.s.
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Da sempre ciò che decide è la coscienza dell’uomo. Idiota o meno che sia. Consapevole o meno che sia. Citazione:
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