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23-01-2014, 00.43.46 | #135 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Parlare per dar fiato alla bocca è come scrivere per sgranchirsi le dita. Quale mai "giusto agire" può essere posto laddove non esiste alcun principio percepito, di bene o di male? Conosco bene le riflessioni, tra Ragion Pratica e Metafisica dei Costumi che ispirarono il Diritto positivo a riferimento (anche) del kantismo. Resta il punto fondamentale: non esiste alcuna giustizia, né alcun diritto, se non a partire da qualche principio che sia assunto come "assiomatico", oppure, più debolmente, come "postulato" (così come nella dichiarazione introduttiva della "Geometria" di Euclide). Non sono un giurista, intendo come "scienziato" del Diritto: ossia quello che immaginerei come "competente" a studiare ed approfondire questa Disciplina della Scienza, che è per me fondamentale rispetto a qualsiasi interfaccia possibile tra Civiltà e Società. Come può la società, ipso facto sui, creare il Diritto? Come può un Diritto, creato da una società (ipso facto sui) valere nel Tempo, posto che la società stessa muta? Non sarebbe più opportuno sostituire l'uomo e mutarlo con un programma informatico che tenga conto di ogni legge e giurisprudenza? Oppure scegliere soltanto giudici che non possano appartenere alla società civile per la quale essi esprimono giudizi? Non necessariamente "alieni", ma persone che, per definizione, non possano in alcun modo prendere parte, in alcun modo, alla società civile di cui si debbono occupare (eventualmente a contratto per pochi anni, ed eventualmente rinnovabile). |
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23-01-2014, 19.21.11 | #136 | ||||
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Data registrazione: 02-02-2003
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Non riesco ad immaginare quale passaggio ti ha fatto dedurre questo. Citazione:
Citazione:
Citazione:
senza comprendere questo, parlare di bene e male non è di alcuna utilità né coerenza. (*) Se fossimo su di un social forum comprenderei il tuo scritto maldestro ma qui non comprendo come si possa interagire rispondendo all’ultimo intervento esentandosi dal leggere e comprendere il resto. Ultima modifica di gyta : 23-01-2014 alle ore 21.34.52. Motivo: (*) esentandosi dal |
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24-01-2014, 10.12.52 | #137 |
Ospite abituale
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Messaggi: 747
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Secondo il principio di Pareto, il 20% delle cause produce l'80% degli effetti. Così il 20% della popolazione mondiale detiene l'80% della ricchezza, il 20% dei beni prodotti da un'impresa produce l'80% del fatturato, e così via.
Applicando il principio di Pareto alla morale, si potrebbe supporre che il 20% delle azioni morali di un soggetto produca l'80% degli effetti, oppure che il 20% degli uomini produca l'80% delle opere buone o che sempre il 20% delle persone sia causa delle azioni cattive. Quindi proseguendo questo ipotetico ragionamento, ammesso che chi sia buono difficilmente compie anche opere cattive e viceversa, il 20% dell'umanità è causa del bene, un altro 20% è causa del male, ed il restante 60% è ininfluente. Fra bene e male vince... la mediocrità. Che è sempre meglio del male |
24-01-2014, 18.28.38 | #138 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
che assommata all’analisi delle probabilità giunge ad indicare che nella maggioranza dei casi la stupidità supera di ben cinque lunghezze i tentativi medi dell’uso della ragione.. Ovvero l’improbabile non è impossibile.. per questo nonostante sembri improbabile che la stupidità prevalga sull’intelligenza, la prima di certo sarà la conferma di quanto le possibilità siano fondamentalmente illimitate e se qualcosa la si può fare nel migliore dei modi di certo sarà svolto nel peggiore dei modi improbabili. D’altronde anche Einstein si dichiarava scettico sull’andamento degli eventi tanto da affermare due latenti incertezze, il limite dell’universo e della stupidità umana.. Se poi analizziamo il concetto di stupidità umana vediamo che questo coincide con un uso improprio del cervello, ovvero secondo la legge di Murphy.. : Poiché le proposte sono sempre capite dagli altri in maniera diversa da come le concepisce chi le fa, alle prese con la risoluzione di un problema, il metodo esatto con cui esso avrebbe dovuto essere risolto sarà sempre l'ultimo al quale penseremo. Per la legge di gyta.. : il bisogno ingegna la mente.. e la mediocrità non è la media fra l’intelligenza ed il sonno latente ma l’esplicita predominanza del sonno sull’intelligenza, ergo la cattiveria (il male) è null’altro che risultato di un grandioso sonno della mente sugli eventi. |
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24-01-2014, 22.11.40 | #139 |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Il "GIUSTO AGIRE" implica i mal visti giudizi di valore etico, croci e delizie di annose diatribe. Secondo la grandissima parte dei giudizi di razionalità critica, il giudizio di valori etici non vale in quanto basato sulle posizioni relativistiche di chi li formula, quindi, manca di assolutezza. Sembra proprio così, ma ciò è dovuto al non tener conto dell'IO (non dell'io), vale a dire della SUA Coscienza, che è la Coscienza dell'Universo, quindi il giudizio di valore del'IO ha valore assoluto anche in presenza di errori che, però, si riversano sulla Coscenza osservante dell'IO con la SUA e sulla SUA unicità.
Possiamo pensare ad un bilancio etico (o anche equazione etica). Per spiegare questo è necessario ribadire il concetto che la sostanza costitutiva dell'Universo è la Conoscenza, intesa come un campo di densità variabile e crescente asintoticamente all'infinito man mano che ci si approssima alla singolarità origine , cioè all'IO, mentre l'integrale di questa densità (dalla Singolarità IO all'infinito, fornisce un valore finito e perdippiù eroso dall'entropia. Ora, l'Osservatore può procedere in due modi: il primo -quello preferito- consiste nell'accescere la densiità cososcitiva operando a breve raggio intorno alla singolarità osservante stesa (l'IO), il secondo è quello di agire prioritariamente a distanza, cioè là dove la densità della Conoscenza è più bassa e rischia rapida decadenza entropica lavorando quindi di più. Eticamente parlando questa soconda soluzione è quella che conferisce valore etico all'operato dell'Ossevatore, la prima ne conferisce poca, perchè basata sulla facile logica del "chi se ne importa". |
25-01-2014, 07.43.00 | #140 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Trascuro ogni intento polemico; non mi interessa assolutamente. Da due anni mi sono escluso dai c.d. socialnetwork o forum, perché li ritengo molto pericolosi, sia dal punto di vista sociale che, soprattutto, per le possibili implicazioni giudiziarie. Io penso che, non esistendo alcun possibile criterio di giustizia, dal momento che non esiste alcun principio morale riconosciuto e riconoscibile nella società, dovrebbe essere permessa una libertà fondamentale. La seguente. Una persona che si ritrovi meglio nei codici di una qualsiasi delle tante nazioni UE, dovrebbe poter stabilire, con firma ed ufficialità, di volersi riferire a una di queste: per un periodo responsabile, ossia almeno quello entro cui perdurerebbero gli effetti delle sue azioni. Una tra i 27 possibili. Quale mai senso ha, altrimenti, il condividere una moneta? La moneta prezza le merci, la giustizia statale prezza gli individui. Dunque, poter scegliere. |
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