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28-11-2013, 23.36.44 | #83 |
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Se ben capisco si vuole cercare di trovare un fondamento ontologico alla morale.
Da credente in Dio ne avrei buon gioco. Nessuno descrive meglio la morale della teologia. Soprattutto nei concetti escatologici, soteriologici, nella teodicea, che sono molto più argomentati(fin troppo) per esempio che in Severino. Ma sono un credente alquanto particolare:nno utilizzo questi strumenti nonostante li abbia approfonditi.Il perchè sarebbe un discorso infinito. Diciamo, molto superficialmente e se vogliamo banalmente, che se la teologia è quella particolare scienza "alta" definita dalla scolastica che oltre alla conoscenza naturale razionale(teodicea) aggiunge la rivelazione tramite i testi sacri(e diventa teologia), la teologia diventa dogmatismo, e io provo un poco di smarrimento verso un umano che dice di saper parlare per bocca di Dio... ho letto e studiato quegli stessi testi sacri e ne vedo anche contraddizioni interpretative che è l'ermeneutica biblica. Le verità calate dall'alto e interpretate le rispetto come credente, ma come d'altra parte rispetto le argomentazioni dei non credenti, ma cerco altre strade più "naturali", che facciano il movimento opposto:dal basso della vita a Dio e non da Dio alla vita. E dalla vita la prima cosa che appare è proprio in sè l'esitenza:"ciò che è". E per tutte le creature intese come agenti razionali l'attimo in cui si viene al mondo è il punto di uguaglianza.Un secondo dopo, metaforicamente, devo già cominciare a prender atto delle diseguaglianze geografiche, di ricchezza familiare, di eredità genetica ed economica,ecc. Ma la morale a mio parere non è una ontologia, semmai ne deriva , ne è conseguenza. Kant giustamente parla di un agente razionale. L'uomo utilizza l'artificio per allungare e migliroare la proria esitenza in lotta contro la legge d inatura. La ragione ha scopi diversi dalla natura, soffriamo il destino della natura la sua implacabile biologia, e la vita è un continuo e dinamico compromesso fra questi estremi tenuto insieme metaforicamente da un elastico che è la morale. La morale ha necessariamente una coerenza interna, qualunque persona razionale umana ha un modo di comportarsi,ognuno di noi ha dei giudizi sui propri conoscenti dettati dall'intersoggettività dell'esperienza. Se noi fossimo solamente naturali e non razionali saremmo molto più deterministici e privi di libertà, intesa come uno spazio in cui ci è consentito potenzialmente allargare il nostro modo di agire soggettivamente. La morale chiama in causa la volontà e la libertà :tutte caratteristiche umane ,di un agente razionale che paradossalmente se vogliamo propri perchè libero ,almeno per certi gradi, di scegliere può essere anche irrazionale. Ma la morale sfugge anche alla semplice ragione perchè c'è qualcosa che è anima,coscienza,sentimento, empatia ,psiche,ecc quel qualcosa di indefinito. Non mi convincono le computazioni razionali secondo cui l'uomo è semplicemente utilitaristico.Non credo alla morale che si porta dietro all'utilitarismo semmai è vero che c'è anche l'utilitarismo che è più un concetto economico che morale perchè soppesa la scelta come ottimizzazione egoistica e quando c' è un altruismo è spiegato comunque ancora come punto di convenienza .Ma non spiega il sacrificio, ad esempio. Un computer questi calcoli razionali li sa fare meglio di un umano se ha dei buoni algoritmi nel programma e un computer non ha una morale. |
29-11-2013, 10.05.07 | #84 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
** scritto da paul 11:
Citazione:
Infatti la fede senza ragione è passione, feticismo, fanatismo; quindi ciò in cui uno crede razionalmente, gratuitamente e liberamente provoca la conseguente morale, "semmai ne deriva" (come tu ben sostieni), ma è sempre esterna all'essere umano la sua origine. E si ritorna, per non essere contraddittori, di nuovo alla logica iniziale, e cioè, che se non si ha fiducia nello stesso valore assoluto tutto è permesso e il fondamento dell'eguaglianza è un faidate, che crea quello che è da sempre sotto gli occhi di tutti: il dominio dell'immoralità, dell'indifferenza e dell'egoismo. Citazione:
Irrazionale nel senso che si differenzia dal così fan tutti?!?! La morale non sfugge a nessuna ragione, ma è il sacrificio che si necessita per attuarla che ci fa fuggire dalla responsabilità di compierla. |
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29-11-2013, 13.09.17 | #85 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
** scritto da Ulysse:
Citazione:
No, non è la morale, secondo Dostoevskij, ad essere divina, ma, bensì, la verità assoluta da cui essa deriva, questo è il punto fondamentale di questo forum e, conseguentemente per lui, il fondamento dell'eguaglianza umana. Lui, come qualsiasi credente attendibile, autentico (differente dal religioso estremo), è giunto alla conclusione che l'immanente senza il trascendente è come un catamarano senza vele: in balia del proprio baricentro (l'Io) sollecitato dalle correnti marine (il Caso), ed il suo ben agire è viziato dal "tutto è permesso; e, da quel che si vede, nell'ambito delle varie società umane, nessuna verità relativa e del tutto umana ancora l'ha smentito. Citazione:
Non sono d'accordo, perché la ricerca dell'eguaglianza umana, dell'amicizia fraterna leale, schietta e fondata sul giusto e buono agire, anche se messa quotidianamente in prova da un Mistero incomprensibile (al quale il limite umano deve, rischio la pazzia, tollerare), è già terminata. Infatti nei centri o nelle comunità, laiche o religiose che siano, come i templi buddisti, le missioni di Madre Teresa, gli ospedali di Emergency, le abbazie francescane, i comportamenti sono regolati da un senso morale che è motivato dall'amore per l'altro, ed i pensieri equilibrati da quel senso di solidarietà vera che la sola immanenza non possiede. |
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29-11-2013, 19.20.13 | #86 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
La verità assoluta può esser solo un dogma: puoi solo crederci per fede!... Ma chi dimostra che la verità assoluta esista? In realtà può essere solo un continuo tendere dell’umano pensiero. Tant’è che può capitare a tutti di sbagliare, e appare a tutti che neppure le religioni, pur fidando nella parola di Dio, sono aliene da errore: che sia per intrufolamento del diavolo? Citazione:
Un tempo...non poi così lontano… quando la vita, e la stessa morale, era ancor assai più grame e incerte, a mala pena si era a qualche miliardo…ed ancor meno 10 o 20 secoli fa. Citazione:
Non ho ben capito cosa le umane verità debbano smentire: forse smentire che andiamo un pò alla deriva? Smentire che nessuno ci preserva dai molti guai che ci capitano? In sostanza che i nostri politici spesso cascano in errore, oltre che in tentazione? Ma nessuno intende smentire questo! D'altra parte...magari ci fosse una “Mano Divina” che li guidasse e li trattenesse da certe malefatte…del resto si dice che Andreotti frequentasse la S.Messa tutte le mattine!...con quale risultato non saprei! Il guaio è che le "Mano Divina" non c’è!...per lo meno non ce né evidenza! Infatti il ben agire nostro (quel poco insomma) sembra essere proprio per nostro merito…senza intervento trascendente…pare!...Ma forse è meglio così …almeno di qualcosa siamo capaci: non dobbiamo sempre essere condotti per mano dal suggeritore! Comunque non c’è niente da smentire: in effetti è proprio così!...Gli è solo che il nostro Dostoevskij, obnubilato da una rigida fede, (propria dei luoghi e dei tempi) esagerava un poco. Oggi, invece, suppongo si creda che, anche senza verità assolute, non tutto sia cattivo a questo mondo….una speranza resta sempre: io… speriamo… che me la cavo! Dopo tutto anche i laici coltivano l’empatia!...I neuroni specchio agiscono veramente per tutti...persino per gli animali superiori. E comunque, dato che non c'è, del trascendente siamo costretti a farne a meno, anche se alcuni, credendoci, si chiedono perché sia tanto inefficiente e lasci che le cose vadano come se non ci fosse Citazione:
Ad ogni modo non capisco cosa sia terminato! Forse che credi che l’umana empatia, la dignità umana ed eguaglianza di fronte alla legge o nel comune pensiero e sentire, sia comunque pienamente riconosciuta?...presso tutte le tribù ed etnie del pianeta? Ma non siamo certo al massimo ...e di certo, se lo credessi, saresti solo molto ottimista! Citazione:
In effetti, che non possa essere questione di immanenza niente dimostra e direi quindi che la tua affermazione è solo fantasia tua …frutto di una tua particolare credenza. Ultima modifica di ulysse : 30-11-2013 alle ore 19.02.14. |
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30-11-2013, 12.51.41 | #87 | |
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Forse in ambito teologico si può probabilmente ravvisare un richiamo del pensiero di Severino a ciò a cui perviene il pensiero mistico razionale di Meister Eckhart. Ma a questo mi fermo, conscio del limite della mia competenza in merito. |
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01-12-2013, 19.12.42 | #88 | ||
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Ma il Dio avrebbe previsto tutto... si dice: sarebbe stato, nel contempo, antichissimo e modernismo...magari futurista: tutto è possibile al Dio!...ma il fatto è che non è così: l'assoluto indefettibile è solo vana chimera...e dobbiamo farne a meno! A me parrebbe, infatti, che le morali che gli uomini perseguono in vari modi e secondo diverse vie non abbiano niente di ontologico: è semplicemente, ed è stato, un continuo farsi dell'umano pensiero in relazione alle esigenze e convenienze di un vivere organizzato determinato dalla storia, dalle esigenze del momento e dalla geografia per periodi più o meno lunghi. E' pensabile che col melting-pot della globalizzazione attuale si vada elaborando in questo campo una sempre maggiore uniformità...per quanto mi pare che siamo ancora molto lontani...da una "Morale del Tutto". Certo che i filosofi ed i teologi hanno in vario modo, nei secoli e nei millenni passati, influito ed inquinato con le loro ideologie ed ontologie con forti riferimenti al trascendente... e certo qualcosa di buono hanno lasciato...e di cattivo anche (cose terribili a volte)...per quanto sembri (a loro parere) che senza trascendenza non ci sarebbe stata morale alcuna...che gli uomini non potrebbero essere governati. Pare invece che sempre più il pensiero umano, scevro da teologie, ideologie e ontologie trascendenti, riesca in questi ultimi empi, direi dal tempo dell'Illuminismo, a far emergere una morale tendenzialmente pienamente laica. Citazione:
Nella pratica direi sempre che il pensiero morale si è instaurato e si è evoluto con le esigenze del pensiero di un vivente egli stesso sempre più evoluto...biologicamente e culturalmente...scrollandosi di dosso sempre piu' gli orpelli (ontologie) di un assoluto o di un trascendente. |
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01-12-2013, 21.31.15 | #89 | ||
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
Citazione:
Citazione:
Forse occorre una nuova evoluzione per arrivare a questo e non so se questa evoluzione sia mai possibile, ma visto il punto di decadenza a cui è giunta la morale nei suoi continui riferimenti e negazioni di assoluti trascendenti a cui appigliarsi mi pare quanto mai necessaria almeno tentarla. |
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02-12-2013, 10.01.01 | #90 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L' uguaglianza a fondamento del "Giusto Agire"
** scritto da Ulysse:
Citazione:
"Morale laica??" Dove, quando, come?!?! Forse ti riferisci a qualche tentativo di prefissarsi un'etica civile (sempre più fondata sulla convenienza), di prospettare sempre più ambigue costituzioni politiche, di avanzare filosofie, nei talk-show, sul come ci si dovrebbe comportare, ma qui si discute sulla morale quale fondamento affinché la persona venga rispettata per quel che è, e non per quel che ha, una morale che conduca le persone a pensare in funzione del beneficio collettivo e non dell'interesse personale, una morale che sia una, unica ed universale, così come quella consapevolezza che tutti distinguiamo nelle nostre percezioni quando siamo di fronte al giusto agire per conseguire l'eguaglianza umana sincera e leale, ma che, la maggior parte delle volte, difettiamo a rivelare. E in tutto ciò l'illuminismo già non è più contemporaneo. |
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