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26-12-2009, 09.40.24 | #72 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
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Riferimento: Verità?
Citazione:
Sul ritrovare una concezione semplice di reale son d’accordo.. ma attenzione alle semplificazioni.. Puoi sognare un albero senza averlo mai visto..questo è testimoniato ,dunque reale mi pare.. (basti pensare all’inconscio collettivo,Jung,le reminescienze ecc…). Il concetto di quadrato,come già detto,è secondo me più reale del vedere un’ombra quadrata (o qualsiasi altra cosa della medesima forma) sol perchè ha una costanza nel presentarsi,manifestarsi che la rende più vera , non corruttibile o iniintaccabile come può esserlo invece la materia,che adesso c’è ora non più,quindi meno vera e reale. La costanza ,dunque la non variabilità, è un presupposto essenziale nell’eventuale definizione. |
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26-12-2009, 12.36.11 | #73 | |||
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Riferimento: Verità?
Citazione:
Inoltre 'vero' e 'reale' non possono confondersi, basta il semplice esempio del teorema di Pitagora: sotto certe ipotesi si può dimostrare la verità della sua tesi ovvero sotto quelle ipotesi il teorema dice il vero: questo è indipendente dalla geometria spaziale in cui viviamo; ma che vuol dire chiedersi se sia anche reale? "Vale nella realtà"? In quale realtà? La nostra, su Andromeda, vicino ad un buco nero? Le ipotesi del teorema riguardano la geometria di base dello spazio e dunque un suo test è in realtà un esperimento sulla geometria dello spazio in cui viene fatto e non propriamente un test del teorema. Intendo che se, entro certi errori, lo verifichi, ciò non è una dimostrazione del teorema. Gauss fece un test del genere verificando, entro certe approssimazioni, che la somma degli angoli interni di un triangolo è 180°, mostrando in questo modo come la nostra geometria locale sia piatta (euclidea) e non verificando che uno dei teoremi fondamentali della geometria euclidea fosse "reale". Il teorema dice il vero, punto; se sia anche reale mi sembra questione senza senso. Non so se ho risposto. Citazione:
Citazione:
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26-12-2009, 12.50.01 | #74 | |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Riferimento: Verità?
Citazione:
Chiaro è che quando disegni un tratto dritto, dici che è un segmento e non “un’approssimazione di qualcosa che si può solo pensare” (anche se è così): questa è la differenza che passa tra il senso comune e l’uso più rigoroso dei termini. Anche in fisica, ad esempio, ci si può accertare entro quale approssimazione un pallone sia una sfera, anche se… un pallone non può essere una sfera. Anch’io, comunque, ho detto che il quadrato esiste eccome nella misura in cui lo pensiamo. Il quadrato “lì fuori” non è il quadrato della geometria, è quello… della fisica. Pure io direi di stare tutti attenti alle semplificazioni, seppur sia chiaro che al semplice si deve tendere; ma semplice non vuol dire mancante o riduttivo. Ciao. |
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26-12-2009, 13.34.47 | #75 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Verità?
Citazione:
Condivido tutto quello che hai detto in precedenza, rispetta quello che penso io. A quello che ho evidenziato però rispondo con un'altra domanda: quel rosso che tu non riesci a vedere è vero? Per me è vero perché quel rosso (o in genere quel colore che io soltanto sto vedendo) appartiene a quelle verità non evidenti oppure non reali o delle quali manca una definizione (come era l'esempio del quadrato o del teorema di Pitagora). Quindi se verità è, non è detto che debba dipendere da altro, è vero perché è vero. Certo se uno si domanda: "la verità è vera"? Io riderei come se fosse una barzelletta, ma solo perché non ha senso chiederselo se la risposta è evidentemente SI! La cosa diventerebbe preoccupante se qualcuno, viceversa, rispondesse di NO! |
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26-12-2009, 15.26.05 | #76 |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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x nexus6
...che un teorema dica il vero, punto, mi pare un'affermazione coraggiosa...se non persino un po' azzardata; un teorema non afferma a posteriori alcuna verita' partendo da un' ipotesi e procedendo lungo la via della logica deduttiva ( o induttiva...talvolta...) fino ad arrivare a confermarla come tesi, per il fatto che questo percorso dell' evidenza logica non puo' dimostrarsi coerente dentro se' stesso e per se' stesso razionalmente privo di ostacoli paradossali; in quest'ottica , la verita' non puo' essere concepita come dimostrazione della logica razionale, ma solo come presupposto ontologico di qualsiasi proposizione razionale. Insomma, un teorema non puo' dire la verita' perche' la dimostra, ma ,al contrario ,puo', semmai, essere fondato su presupposti ontologicamente e indimostrabilmente veri in se' e per se' fin dal principio di cio' che deve dimostrare.
Ciaociao |
27-12-2009, 09.19.23 | #77 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Verità?
Citazione:
Sì, le divergenze sono a monte. Per reale etimologicamente si intende la "res", la cosa, la cosa materiale ed è questo in fondo il significato comunemente inteso almeno in fase precritica. Così, per esempio, l'attività onirica e tout court il pensiero non potrebbero essere comprese a pieno titolo nella categoria del reale. Va da sè che chi ha una concezione materialistica tenderà a conservare quel significato al termine "reale". Chi concepisce il mondo come originato da Altro conferisce il maggior grado di realtà allo spirito, all'idea al sogno al progetto e vi subordina la realtà della [i]res[/I ]. Mi sembra che ormai si usi la parola esistenza come sinonimo di vità tralasciando il significato originario per il quale esistere significa derivare da Altro. Poco cambia perché chi ha la concezione di un mondo che non ha in sé le ragioni di se stesso cioé che non è causa sui ritrova le proprie convinzionii nel termine vita , perché ciò che è vita viene sempre da Altro che lo precede. Sono reali i sogni? Sì nel senso che esistono e sono inseriti in rapporti causa- effetto. Lo stesso per l' idea, per il pensiero, per il progetto ecc. ecc. E se dicessimo che è reale cio che ha una persistenza infinita nel tempo? Alcuni sostengono che tutto finisce, che tutto ha un principio ed una fine, nulla quindi è reale. Nulla è, concluderemmo in modo opposto a Parmenide. Di tutto questo mio parlare a ruota libera e di altre conclusioni e deduzioni che si potrebbero fare, rimane e rimarrebbe solo il verbo essere. Ed è il verbo essere il punto di partenza, ed è naturale, ovvio e semplice: alcun idea è innata nell'essere umano se non l'idea generalissima di essere . Sono certo però che neppure su questa semplicissima evidenza saremo d'accordo. Ultima modifica di Giorgiosan : 27-12-2009 alle ore 14.02.19. |
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27-12-2009, 11.16.07 | #78 | |||
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Riferimento: Verità?
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Comunque la risposta è sì, quel rosso che tu vedi è pienamente reale ed esistente, seppur come funzione della tua testa. Io dovrei avere, se ricordo, un deficit nella visione proprio del rosso (ad esempio non riesco a vedere i numeri nascosti in quelle figure piene di pallini rossi e verdi, se non in casi semplici). Tu, dunque, un oggetto visto come rosso acceso lo vedrai molto acceso, io forse lievemente meno: è reale la tua percezione del rosso o la mia? Sono reali entrambe quelle tonalità di rosso! Dov’è il problema? Se ti fai un viaggio con l’LSD dicono che cambi anche la percezione dei colori. Bene, pure in quel caso non è che si vedano colori che non esistono, è solo un differente modo di vedere la luce e la realtà. E senza entrare nello psichedelico, se illumini con luce rossa la tua stanza che avviene? Magia… molti colori scompaiono o vengono alterati… sono reali i nuovi, i vecchi, altri ancora…? Tutti quanti, poiché il colore nasce quando un oggetto viene percepito, anche se l'evento fisico è avvenuto prima (riflessione di certe lunghezze d'onda, assorbimento delle altre da parte delle superfici). Citazione:
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Ciao. |
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27-12-2009, 14.31.44 | #79 | ||
Lance Kilkenny
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Riferimento: Verità?
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La percezione sensoriale di qualunque oggetto è banalmente legata al processo di mentalizzazione di quell'oggetto, vale a dire alla sua traduzione in simbolo e alla sua classificazione secondo un codice linguistico che permette il pensiero prima della parola.Tale atto cognitivo implica il riconoscimento intuitivo di un legame causa-effetto tra l'oggetto osservato e una qualche legge fisica riconosciuta, solo così quell'oggetto esiste nel senso in cui dici tu, diversamente esiste solo nella nostra percezione (stati allucinatorii, coscienze alterate ect etc ).Ma quel legame causa/effetto risalito a ritroso nel percorso che la fisica ci indica rimanda ineludibilmente ai dilemmi quantici sulla 'consistenza' e sulle caratteristiche subatomiche della materia, che sono gli ultimi in ordine cronologico cui non è stata data risposta. Ovvio che il mal dischiena esista così come le tagliatelle al ragù.Ma così abbiamo fatto passi in avanti nella conoscenza dei fenomeni e dell'attributo di 'verità'? Citazione:
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29-12-2009, 11.47.30 | #80 | ||
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