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03-01-2010, 00.17.50 | #102 | |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
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Riferimento: Verità?
Citazione:
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03-01-2010, 10.15.41 | #103 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
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Riferimento: Verità?
Il tuo modo di considerare la conoscenza – Theoreo42 - mi pare corretto e condivisibile, soprattutto per quanto esclude, che è l’assoluta e pacificante certezza che la verità è quella che sono riuscito a scoprire e che posso considerare tale senza ombra di dubbio. Perché la filosofia è fondata sul dubbio, anzi non può mai uscire dal dubbio, anche se il suo compito può diventare per questo tormentoso e snervante e dare al filosofo l’illusione di aver pronunciato la definitiva sentenza. E se il filosofo può trovare un compagno nello scienziato, ha però un terribile concorrente, cioè il religioso, che non può ammettere che la verità sia diversa da quella che gli è venuta dall’alto, cioè quella che fu rivelata e dalla quale non potrà mai uscire ….
Volendo pensare un po’ in largo, mi pare che qui si prospetti una biforcazione del concetto di verità che segna l’intera storia dell’uomo, perché anche se filosofi e religiosi arrivassero in qualche punto ad una medesima conclusione, il metodo sarebbe totalmente diverso. Per questo penso che l’argomentazione di Cartesio avesse un vizio d’origine, nell'aver evocato un diavolo bonaccione che lo ha privato di tutto ma non della certezza che la verità fosse quella della religione. Del resto già la logica di San Tommaso era una logica claudicante quando, mettendo a paragone filosofia e religione, diceva di meravigliarsi che il filosofo s’impegnasse per un tempo lunghissimo a cercare una verità che la religione gli avrebbe offerto seduta stante, risparmiandogli tempo e fatica. Ma è proprio questo che distingue religiosi e filosofi e ci porta ad affermare che Tommaso è stato sì un grande santo, ma un frettoloso filosofo. |
13-01-2010, 16.56.58 | #104 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Aporie? Riferimento: Verità?
Citazione:
Io ritengo che non sia esatto dire che ci sono altre logiche ( o tante logiche). Quelle che comunemente vengono chiamate altre logiche (io credo ce ne sia invece una soltanto) sono solo dei meccanismi che la mente costruisce per delimitare una funzione particolare. Per esempio ci si può domandare con quale logica si possa costruire un palazzo di venti piani senza ascensore e scale? Noi costruiamo i palazzi in "funzione" dell'abitazione degli stessi, quindi sarebbe logico costruire anche scale e ascensori. Quindi, nel momento in cui costruisco un meccanismo in funzione di... la logica diventa il meccanismo stesso. Siccome io credo che esista una logica a cui manca il meccanismo, che è quello con cui costruiamo i meccanismi, presumo che l'unica logica degna di essere chiamata tale sia solo quella che non preveda in se alcun meccanismo, cioè solo quando essa è evidente e quindi autoreferenziale. |
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13-01-2010, 17.27.38 | #105 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-08-2009
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Riferimento: Aporie? Riferimento: Verità?
Citazione:
capisco che è difficile da credere a chi non ha mai affrontato uno studio specialistico, ma è così: esistono diverse ed infinite logiche. ti riporto un esempio che fa sempre il mio professore, che collabora con Da Costa, il fondatore della logica paraconsistente. il condizionatore lavora con una logica Fuzzy, una logica che non è monotòna, che è uno dei principi delle logiche classiche. significa che non prende in considerazione l'accumulo di conoscenze, tra le altre cose. per riportarti un esempio più banale, esistono logiche con più di due valori di verità, quelli classici "vero"-"falso". ad ogni valore che viene aggiunto una regola della logica che possiamo definire "base" viene a mancare. non è una questione di opinione, ma è così! per quanto riguarda il resto della tua risposta, posso solo capire che hai frainteso il senso della parola "logica". la stai usando solo come sinonimo di "razionalità". costruire le scale in un palazzo non significa seguire leggi logiche, ma seguire una "logica" nel senso comune del termine. questo non ha niente a che fare con lo studio filosofico. |
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13-01-2010, 22.44.58 | #106 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Aporie? Riferimento: Verità?
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Un moderatore mi ha detto che se voglio che un post passi deve essere (giustamente) argomentato. Dimmi tu: l'esempio tuo del professore che avrebbe detto che pinco pallino è logico, è un un modo per argomentare? Cosa dovrei risponderti? Io dubito anche che tu abbia compreso mezza parola di quello che ho detto! |
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14-01-2010, 09.40.35 | #107 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Aporie? Riferimento: Verità?
Citazione:
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14-01-2010, 10.08.27 | #108 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Aporie? Riferimento: Verità?
Citazione:
Quella del palazzo era solo un esempio di meccanismo non di logica. Vedi che non hai compreso quello che volevo dire? Io ho detto che spesso viene confuso un meccanismo con la logica. Ora però tu sei pregato di argomentare e se non ne sei capace la discussione non può finire qua. |
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06-02-2010, 15.20.47 | #109 |
Ospite abituale
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Riferimento: Verità?
Mi pare che stiamo girando intorno al tema, senza affrontarlo direttamente come ha cercato di farlo Stavrogin. Perché mi sembra che egli non chieda di svolgere esempi di ragionamenti più o meno logici, ma di precisare il significato di questa parola (Verità) che d’altra parte attraversa l’intera filosofia, anzi la religione, la scienza e la filosofia. E allora, portando il discorso al suo grado più elementare, che vuol dire una frase come “questo è vero”? Per poterlo dire bisogna già sapere qualche cosa di più (sapere se la realtà sta nella percezione sensibile o nella logica razionale, nella testimonianza di un creatore divino o nella testimonianza scientifica....): bisogna, in un certo senso, già essere in possesso della verità – cioè per affermare qualcosa bisogna “sapere tutto”, avere una comprensione globale, essere in possesso di uno sguardo d’insieme da cui non è dato prescindere, anche se al momento non ce ne rendiamo conto.
Si tratta di quello che è stato definito “circolo ermeneutico” (non un circolo vizioso dunque, Stavrogin): non si può formulare una proposizione assertiva se non si è già coscienti di una verità che ingloba e autorizza quella proposizione, si tratti di un sapere storico, una tradizione, un ambiente o qualcosa di ancora più vasto e indeterminato. E’ quello che io, portandone la logica all’estremo, traduco in un sillogismo o forse paradosso: se parlo di una verità relativa è perché so che una verità assoluta esiste anche se non so qual è. E potrei aggiungere che questo fantasma rimane sullo sfondo, intangibile e pronto a farsi valere, come pietra di paragone di ogni cosa che io possa dire o negare. |
06-02-2010, 21.28.23 | #110 | |
Ospite di se stesso
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Riferimento: Verità?
Citazione:
Non puoi pensare che vi sia un'assoluto poichè comprende anche questo me e te che qui afferma (altrimenti sarebbe ancora relativo..). Tantomeno un'assoluto,e che non ha misura, si può relativizzare per assurgerlo come paragone di un relativo:si nega e si afferma sempre il relativo. Quando non vi è più nessuno che afferma o nega,forse allora può emergere il fragore del silenzio. |
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