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17-09-2013, 21.39.02 | #72 | ||
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Riferimento: L'esistenza
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Può darsi. Ma secondo me è un tentativo che vale la pena fare Citazione:
Non si prescinde, secondo me dal confronto con altri "sistemi esperti". La proposta, non è in contraddizione con questo |
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18-09-2013, 09.57.23 | #73 | |||||
Moderatore
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Riferimento: L'esistenza
Citazione:
Io lo intendevo evento deviante dal normale. Normalmente, fino alla scoperta dell'Australia mi pare, si trovassero solo cigni bianchi, quindi un cigno nero visto nei nostri cieli (i soli possibili) sarebbe stato deviante dal normale, para-normale. Ovviamente, una volta scoperto un altrove e trovato lì un cigno nero, esso non è più paranormale, ma riconducibile a una normalità sia pure più o meno rara e più o meno compresa. Ora, in tale accezione, se mi dici che non esistono eventi paranormali significa che non esistono eventi devianti da norma, dunque che tutto ciò che esiste è normato e quindi che la norma è il fondamento della verità dell'esistenza. E' corretto? Citazione:
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18-09-2013, 21.08.29 | #74 | ||||
Moderatore
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Riferimento: L'esistenza
Citazione:
Lo intendo nel senso di James Randi. C'è un premio di 1 milione di dollari per chi mostrasse un vero evento paranormale, ma non è mai stato vinto http://www.randi.org/site/index.php/1m-challenge.html Un cigno nero, o una balena albina, sono cose insolite ma perfettamente accettabili nel quadro della conoscenza "non paranormale" Citazione:
Non vorrei sembrare cinico, ma se uno va a Lourdes con una diagnosi di tumore maligno e torna guarito, la diagnosi era sbagliata Citazione:
Molto di più: l'origine della conoscenza! Citazione:
Beh, ma che cosa vuol dire "utile"? Se non lo definiamo non ne usciamo più! |
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18-09-2013, 23.00.53 | #75 | ||||
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Riferimento: L'esistenza
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Possiamo dire che utile è qualcosa che mi fa davvero sentire meglio (dunque mi fa guadagnare qualcosa di concretamente reale dalla scommessa)? Ma se è così sono io, solo con il mio sentirmi meglio l'ago della bilancia che decide cosa è davvero utile, che magari può non essere l'utile oggettivo che mi propone la scienza, dicendomi che solo con gli utili oggettivi ci si sentirà (in futuro, perché a volte lì per lì non sembra) sempre meglio. Utile è dunque anche andare a Lourdes se mi fa sentire meglio nonostante mi si dica che non può assolutamente essere che questo sia accaduto per quel motivo e che se andavo ad Abbiategrasso a bagnarmi nel Ticino era lo stesso. Ma sicuramente anche scoprire che la diagnosi di un tumore alle ossa è sbagliata, ossia falsa, è utile. Una diagnosi non vera di questo tipo è straordinariamente utile per sentirsi meglio, dunque da un punto di vista pragmatico non ci sono dubbi che è straordinariamente vera e il bello è che lo è proprio perché la si scopre falsa |
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25-09-2013, 08.43.03 | #76 | |||
Moderatore
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Riferimento: L'esistenza
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Mi spiace che te la prendi con Randi, il suo approccio mi sembra onesto (guarda anche le condizioni del premio, non sono truffaldine) a differenza di chi sfrutta la credulità della gente Citazione:
Forse ho sbagliato a paragonare la discontinuità dell'Io con un evento paranormale; è una discontinuità di cui non si può fare altro che prendere atto ed è diversa da ogni esperienza o ogni evento che si voglia catalogare Citazione:
Secondo me una definizione dovrebbe essere semplice e chiara e basata su concetti ben definiti. "sentire meglio" è molto soggettivo, "sentire davvero meglio" ancora più indefinito. Poi potrei "sentirmi meglio" sul momento e pentirmi amaramente nel seguito - come quando vado da un santone. Io definirei utile come "ciò che mi permette di ottenere ciò che voglio" - se poi mi farà sentire meglio o peggio esula dal discorso. Chiaro che "ciò che voglio" è anch'esso un concetto problematico, ma secondo me lo si può definire bene |
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25-09-2013, 10.21.22 | #77 | |
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Riferimento: L'esistenza
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Per evitare questa contraddizione sarebbe necessario che il giudizio sull'evento non fosse espresso in termini scientifici. Ovvio che questo però contrasterebbe con la grande e assoluta fede che nutrono tutti i giudici arbitri accreditati del nostro tempo nella scienza la quale sola razionalità effettiva, in virtù della sua sicura oggettività, ci mette al riparo da ogni imbroglio, inganno o miraggio soggettivo, nefaste caratteristiche di pazzi e truffatori. Ma questo è un altro discorso, non in tema con l'argomento, accetto che tu non scommetteresti su un evento paranormale e poco mi importa del perché, ognuno scommette sulla verità-utilità di ciò che vuole o che è stato convinto a pensare di volere e passo alla definizione di utile che proponi in quanto meglio oggettivamente definibile della mia: Utile è "ciò che mi permette di ottenere ciò che voglio". Ovviamente non so e non mi importa sapere perché lo voglio (che magari poi scappa fuori che lo voglio perché ritengo meglio volerlo e così ripiombo nel soggettivo indefinibile del meglio), l'essenziale è che lo voglio e se lo voglio e lo ottengo è di per sé (oggettivamente) il risultato utile: lo voglio semplicemente per soddisfare la mia volontà di volere, fosse pure una martellata su un callo, se la voglio e la ottengo è un risultato oggettivamente utile. Ma l'utile è il solo vero, abbiamo detto, dunque il solo vero è ottenere ciò che si vuole o ci hanno convinto di volere. Utile e solo vero è pertanto la volontà che sempre si vuole e sempre si ottiene ma solo per volersi ancora (dunque paradossalmente senza mai ottenersi davvero nel qual caso cesserebbe di volersi e non sarebbe più utile) e non perché sia meglio volersi (faccenda troppo soggettiva per darle affidamento), ma perché è necessità oggettiva che così sia. E così abbiamo svelato la necessità metafisica nascosta sotto al pragmatismo che pare così confortante nel prendere in considerazione solo la rasserenante linearità di ciò che appare alla sua superficie, chi infatti non si rende subito conto dell'utilità di ciò che è utile e dunque della verità di ciò che è vero! Il pragmatismo ha invece una radice profonda e profondamente contraddittoria nella complessità che le compete, se solo si decidesse a riconoscerla a se stesso questa complessità! Ma forse questo riconoscimento lo pensa poco utile, dunque poco vero, per cui lo vuole poco o non lo vuole affatto. |
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25-09-2013, 20.50.44 | #78 | |||
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Riferimento: L'esistenza
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Se proponi come abilità paranormale l'indovinare sistematicamente 10 carte coperte, e lo sai fare, incassi il milione ma poi questa capacità sarà ricondotta alla "normalità". Wittgenstein diceva una cosa simile alla tua: Citazione:
(“Lezioni e conversazioni” – Adelphi 1967) Citazione:
Scusami, ma non ti seguo. Non riesco a vedere necessità metafisica sotto il pragmatismo, magari prova a riformulare |
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25-09-2013, 22.57.30 | #79 |
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Riferimento: L'esistenza
Provo a riformulare in modo più schematico, sperando risulti più chiaro:
1. la verità è ciò che è utile (posizione pragmatica) 2. ciò che è utile è solo ciò che si vuole (secondo la tua definizione, giusto?) 3. quindi da 1 e 2 la verità è solo ciò che si vuole 4. ciò che si vuole è determinato solo dal volere 5. quindi da 4 e da 3 : solo il volere determina la verità (e questa conclusione la sento una proposizione metafisica in quanto non verificabile né falsificabile su alcun piano empirico) Aggiungo: se volere equivale a credere di volere ciò che si vuole, arriviamo a concludere che solo il credere di volere ciò che si vuole determina la verità, roba tipo "Grande Fratello" insomma. Ultima modifica di maral : 26-09-2013 alle ore 10.05.46. |
27-09-2013, 12.21.01 | #80 | |
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Riferimento: L'esistenza
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Ok, grazie, molto più chiaro adesso. Prima osservazione: secondo me non c'è completa identità tra "utile" e "vero". Spesso ciò che è vero è anche utile, ma non sempre Ma, soprattutto, utile è lo strumento che permette di ottenere ciò che si vuole, non ciò che si vuole tout court. Se voglio andare in un posto la macchina mi sarà utile, non l'andare in quel posto (posso farlo per puro diletto). E potrei andarci non con la macchina, ma con il treno, la bicicletta, la diligenza ... |
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