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01-10-2013, 14.32.54 | #92 | |
Moderatore
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Riferimento: L'esistenza
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Un tostapane, come ogni macchina, può avere forme e dimensioni molto diverse, e quindi è difficile partire da queste per poterlo definire (anche perché una macchina destinata ad altro può avere forma e dimensioni di un tostapane). Se io poi costruissi un tostapane di plastica questo non potrebbe funzionare poiché il calore della resistenza lo scioglierebbe. Tutto l'apparato costruttivo di una macchina, quindi, deve essere progettato e assemblato sulla base della funzionalità a cui tale macchina è destinata, e se non si ottempera a questa non si può nemmeno asserire che questa macchina, che non funziona, sia "vera". Filosoficamente quindi una macchina (che è progettata e destinata ad una particolare funzione) che non funziona è solo un più o meno informe ammasso di metallo, e in quanto tale non possiede alcuna "verità" intrinseca. D'altronde un cubo metallico che deriva da una pressa per rottami automobilistici è ancora una macchina? E se no, quando "smette" di essere tale? Io sono quanto di più lontano vi sia dal pensiero meccanicistico moderno, e non condivido affatto questa visione della verità come funzionalità, ma nondimeno non posso non notare che la scienza, sull'onda appunto del meccanicismo cartesiano, l'ha adottata e l'ha fatta sua, esprimendola in ogni circostanza; basta guardare ad esempio l'adozione dello "stato vegetativo" in medicina per definire uomini che non riescono a muoversi e a comunicare: non vengono più definiti uomini ma "vegetali", confondendo l'umanità con la mobilità; allora a questo punto bisognerebbe dire che un uomo senza gambe è un "mezzo uomo". Tutta la scienza medica è tesa a ristabilire la "funzionalità" dell'essere umano inteso come ente autonomo che comunica con i suoi simili, e una volta raggiunta questa si dice che l'uomo "è guarito" mentre si trascura del tutto quel che effettivamente dovrebbe essere espressione della sua "umanità" sia nel senso generale di specie che in quello particolare di individuo. Per me la verità è l'essenza, il fondamento, e se questa nelle macchine si definisce dalla loro particolare funzione che è predeterminata dal progettatore, negli organismi questo ragionamento non si può fare perché è intrinseca all'organismo stesso, anche se converrai che nel mondo moderno ogni uomo, ogni animale e anche ogni pianta viene definito sulla base di una funzionalità. L'uomo in particolare viene definito di volta in volta sulla base delle funzioni che ricopre, magari diverse durante la stessa giornata, e quasi nessuno ormai è disposto ad accettare le persone in sé ma lo fa (o non lo fa) solitamente sulla base del "ruolo" che esse ricoprono, in modo tale da richiamare in via immediata gli schemi concettuali razionali con i quali si è soliti rapportarsi non tanto con quella persona ma con quella "funzione", che di volta in volta viene ricoperta da persone diverse. Ciò che cambia e che conta è quindi la funzione, e il fatto che questa sia incarnata in persone completamente diverse tra loro diventa secondario, come si può vedere ad esempio dall'autorevolezza che assumono le parole di un Presidente degli Stati Uniti anche quando si trattava di una persona imbelle come Bush Junior. |
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01-10-2013, 19.44.26 | #93 | |||||||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
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Riferimento: L'esistenza
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Infatti molte cose che conosco non hanno influenza sul mio esistere...a parte la faccenda che un qualche neurone cambia stato…ma so anche (suppongo) che esiste una infinità cose che non conosco in modo specifico e che quindi non avrebbero influenza alcuna sul mio esistere…o sul loro…nemmeno un “neurone”, infatti, è loro dedicato! Citazione:
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E poi, a quei tempi, le menti di filosofi anche illustri erano inquinate da eccessivo teismo…tanto da fare discorsi di questo genere…sul demone ingannatore e sul Dio buono che non ci inganna. Sono solo metafore: niente di scientificamente definito! Il comune concetto dell’esistere o meno è effettivamente abbastanza vago, ma non credo possibile ridurlo ad una sola proposizione universale e oggettiva…valida per tutte le esistenze. Citazione:
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Mi riferivo, infatti, solo all’ipotesi secondo cui esisterebbe solo ciò che ha influenza su di noi: allora sarebbe sufficiente un nostro pensiero:…un paio di neuroni cambiano di stato (influenza subita) e la cosa esiste!....ma è un estremizzare! Che poi il “pensiero” potrebbe riferirsi ad un “immaginario” che già si sa essere inesistente…oppure ad un creduto esistente per fede…che solo una certa parte di noi accetterebbe…l’altra parte direbbe che non esiste, ma, se pensata, esiste! Citazione:
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Quindi le galassie esistono (utili e funzionali ) ed esisterebbero anche se nessuno ne sapesse niente, come, in effetti, esistevano anche quando veramente nessuno ne sapeva niente. Qualcosa del genere vale per la quantistica…o per le tante scoperte concrete o solo concettuali che la scienza ha fatto nel suo evolvere! Il concetto di esistenza è dunque anche retroattivo …magari anche futuribile se pensiamo alla esistenza futura ipotizzabile di cose che ancora…non esistono! ...Il riscaldamento globale!....i mari sommergeranno le città! Oppure, come già accennato, l’esistenza, se solo affidata al pensiero si estende anche oltre l’universo…nel trascendente e quindi anche nel post mortem: i fantasmi esistono! sono utili e funzionali…per chi ci crede! In definitiva l’esistere ha la più ampia estensione che si possa immaginare. Posso concepire e percepire che esisto io, che esistono gli altri viventi, che esista l’universo immanente ed anche il trascendente…persino che esistano le cose vere e le cose false...inesistenti, ecc… Ma chi e cosa mi dimostra che veramente esisto io e tutto quanto posso pensare…non solo io ma tutti gli altri? Direi che oltre che da me stesso, dal fatto che ho coscienza di percepire… bene o male che sia...vera o falsa…la dimostrazione proviene dalla "cultura"… dalla affidabilità delle cultura nostra personale…o anche globale…ecc... Non dimenticando che una tale affidabilità è comunque relativa…come tutto... del resto. Quindi è anche questione di crederci: Se credi nelle teologia saranno vere ed esistenti nel massimo grado, utili e funzionali, le conseguenze che da un tal credere derivano. Se credi nelle scienza allora la massima affidabilità nell’esistere sarà da attribuire a ciò che dalla scienza è affermato e da essa consegue. Certo che le “concretezze” che tocchi con mano, esistono comunque, anche se inutili, indipendentemente dalla credenza e fede: un sasso, in mezzo alla strada... magari grosso, non ha alcuna funzionalità, ma ha di per sé, una esistenza intrinseca e se gli dai un calcio rischi di romperti il piede! Tuttavia la cosa non è proprio così pacifica: la metafisica, infatti, affermerebbe invece che se non gli dai un calcio..il sasso non esiste! Come dicevo è un pasticcio! Ma se pò campà accussì! ciao |
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01-10-2013, 22.53.59 | #94 | |||
Moderatore
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Riferimento: L'esistenza
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A questo punto occorre però fare un inciso. Per far rientrare gli esseri viventi nel sistema meccanicistico funzionale si è proceduto a definirli come macchine autopoietiche, ossia macchine la cui funzione è mantenere il proprio equilibrio biologico omeostatico. Ossia mentre una macchina normale è un mezzo che funziona per scopi a sé alieni (fossero pure astrazioni ideali), l'essere vivente è un mezzo che funziona per se stesso, per mantenersi in vita. Il discorso sembra così poter liberare l'essere vivente da rischi di schiavitù alienante pur mantenendone la definizione di macchina indispensabile alla visione tecnologica e scientifica odierna, però anche così si aprono altri complessi e inquietanti interrogativi. Ad esempio, quando l'essere vivente così definito non è più capace di funzionare per la propria omeostaticità non è più un vero essere vivente? Oppure lo è, ma solo considerandolo come parte di quel sistema molto più esteso che ora lo mantiene in vita e che comprende non solo gli aggeggi meccanici e chimici che coadiuvano le sue funzioni, ma pure tutta la struttura che li realizza, li progetta e li fa funzionare? E allora l'individuo di cui si voleva salvaguardare l'indipendenza autopoietica, proprio in quanto da solo non è in grado di funzionare non correrà di nuovo il rischio di diventare un mezzo di funzionamento per un sistema molto più esteso e complesso di cui egli è solo un'infinitesima parte e che vuole funzionare solo per se stesso? E guarda che oggi con l'attuale sviluppo tecnologico questa condizione in cui l'individuo è sempre meno in grado di provvedere ai suoi bisogni vitali autonomamente, è proprio quella in cui tutti ci troviamo, tutti individualmente godiamo sempre minore autonomia funzionale, dunque, stando alla definizione, siamo sempre meno veri esseri viventi in quanto sempre più mezzi per qualcosa ben più vero e funzionale di noi che costituisce il nostro senso di riferimento funzionale, ciò per cui finiamo per il dover funzionare. Citazione:
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02-10-2013, 20.12.59 | #95 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
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Riferimento: L'esistenza
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Comunque, forse è vero ciò che dici...e nessuno uomo onesto vorrebbe coscientemente ignorare la realtà delle cose...solo che l'approccio a tale realtà non è facile o immediato: la realtà, nella sua completezza, possiamo solo perseguirla...in un continuo "try and error"...che speriamo positivo! Comunque a me pare che una certa tua insofferenza o insoddisfazione, in rapporto al nostro acquisire o interpretare la realtà nasca dal fatto che pretendi troppo. Sembra tu pretenda (o che ti aspetti) che la "realtà" sia immediatamente, assolutamente nota ed evidente...che sappiamo "assolutamente" definirla e interpretarla: ma è solo la tua formazione culturale che ti pone in tale situazione...relativa per'altro! Ora non è che io voglia pormi ad esempio...ma io non pretendo o non mi aspetto niente se non ciò che riesco a conquistarmi...o che riusciamo a conquistarci: la mia formazione culturale, infatti, predilige la parola "perseguire"! C'è un universo là fuori...che supponiamo intrinsecamente reale nella sua evoluzione: noi umani, dagli albori della civiltà, ne perseguiamo la "conoscenza": perseguiamo cioè, indefessamente, una sempre maggiore e più conforme conoscenza della realtà dell'universo! In effetti è coi mezzi concettuali e strumentali che la "vision" scientifica ritiene i più efficaci…e sempre più efficaci… che sempre più lo conosciamo, questo universo o multiverso, con trend crescente. Certo che occorre darsi da fare...predisporre e disporre di mezzi e intelligenze per andare sempre più oltre...oltre le colonne d'Ercole! Citazione:
Estrapolando dalla esperienza, sia per il futuro che per il passato, possiamo dire che la realtà delle cose dell'universo, micro o macro che sia, esiste, esisteva, esisterà… anche senza di noi. Ma solo con l'intelligenza cosciente possiamo dire questo...diversamente tutto sarebbe muto e sordo...indifferente! .......................... Citazione:
La definizione che è vero solo ciò che "funziona" è comunque falsa...sia per le entità sensibili e reagenti che per quelle insensibili ed inerti.... che siano o meno frutto di progettazione, assiemaggio, costruzione ecc...per un fine o per nessun fine! Citazione:
Forse non hai ben seguito l’evolversi, negli ultimi secoli, delle vision scientifica circa l’universo. Il percorso di tale "vision" nella sua vastità e universalità contraddice ciò che dici: le grandi teorie che oggi illuminano la nostra conoscenza (Relatività, Quantistica, ecc…) "vedono" l’universo nella sua globalità...e non potrebbe essere altrimenti. E’ vero infatti che Newton presentava l’universo come una macchina: ci si vantava allora che funzionava come un orologio…sui binari del tempo da meno infinito a più infinito! E già era molto per quei tempi (Principa Mathematica!...1687)…e si può dire che Newton fosse un genio…uno dei massimi di tutti i tempi! Tuttavia, dagli inizi del novecento e quindi da 3 o 4 generazioni, la nostra mente (per lo meno quella che si aggiorna) è ben lontana da un concetto meccanicistico dell’universo stesso. Oggi la vision scientifica, da oltre un secolo, con la Relatività e con la Quantistica, vede l’universo, non più come un complesso statico e deterministico, ma come un “corpo vivo” in continua evoluzione…..e sempre più! Citazione:
Quella che esponi è solo una tua distorta e arbitraria opinione che denuncia la tua scarsa conoscenza della evoluzione della “Vision” della scienza: solo chi è rimasto a Newton (senza nulla togliere a Newton) può nutrirsi di tali falsi pensamenti e attribuirne la responsabilità alla scienza di oggi. Chi si adegua alla “cultura scientifica” dei nostri giorni, infatti, non ne ha motivo. Che poi spetta alla filosofia, magari alle religioni, interpretare e diffondere i giusti valori dell’uomo in una corretta cultura a tutto campo. Il compito della scienza non è di esprimere “valori” etici o culturali che siano…o preoccuparsi di chi male interpreta. Il compito della scienza e solo quello di indagare, rilevare e descrivere rigorosamente, sempre più affidabilmente coi mezzi più efficaci, (strumenti, teorie, modelli, sperimentazioni, ecc…) la realtà evolutiva dell’universo coi relativi fenomeni. La responsabilità delle interpretazioni arbitrarie, distorte e fuori tempo ricade su chi le fa! Ultima modifica di ulysse : 03-10-2013 alle ore 13.54.46. |
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03-10-2013, 14.46.20 | #96 | |||||
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Riferimento: L'esistenza
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Caro ulysse, intanto ti ringrazio per le risposte su questo argomento che mi sta molto a cuore. Mi farebbe piacere se anche altri intervenissero sull’argomento specifico. Citazione:
Certo, se chiedessimo ai partecipanti al forum quanti ritengano un argomento valido quello della bontà divina pochissimi alzerebbero la mano. Ma allora come usciamo dal problema del demone ingannatore (la cui versione moderna è il celebre esempio del brain-in-the vat? ). C’è la confutazione di Hilary Putnam (http://www.cavehill.uwi.edu/bnccde/ph29a/putnam.html) ma secondo me è falsa. E allora? L’unica è abbandonare alcuni concetti che mette in crisi, tra cui quello di “esistenza” e sostituirli in modo opportuno. Importante notare che una posizione di questo genere è solipsistica – ma anche questo non deve farci paura! Citazione:
Per quanto riguarda gli altri, quello che sanno è da ricondurre a quello che so io, appunto – per me – l’unica misura. Per me, invece, se non so niente delle galassie, inutile parlare della loro esistenza … è un giochino che si può ripetere all’infinito Citazione:
perché serve dargli un calcio? basta vederlo, o percepirlo in qualsiasi modo, diretto o indiretto! Citazione:
… se segui l’impostazione proposta è davvero semplice |
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03-10-2013, 15.43.38 | #97 | |
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Da Albert:
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03-10-2013, 17.52.27 | #98 | ||||||
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Riferimento: L'esistenza
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Ciò che occorre a mio avviso è solo mantenere le porte aperte a ogni sua manifestazione rappresentativa tentando di comprenderne il significato, il continuo intrecciarsi di segni che rimandono e alludono l'uno all'altro, si incontrano e si scontrano, nascondendosi e oltrepassandosi reciprocamente per poi tornare su se stessi in un gioco che non ha mai fine e che ci coinvolge terrorizzandoci e affascinandoci, perché in questi labirinti di segni ci si perde pure e allora, per ritrovare la strada occorre certo scegliere un percorso, quello scientifico va benissimo, è uno dei percorsi meglio definiti e sicuri, è il percorso che permette più di ogni altro, forse, di "perseguire" il ritorno sicuro, ma mantenendo sempre la cognizione chiara che esso non è l'unico percorso, che la realtà è un labirinto meraviglioso e nessun percorso la percorre tutta, ma solo uno spazio infinitesimo. Questo per me significa mantenere l'apertura e non è facile, non è per niente facile, soprattutto quando ci si sente a rischio di perdersi. Citazione:
Non so se l'estrapolazione del mondo senza di noi sia giusta o sbagliata (le estrapolazioni sono sempre dubitabili, soprattutto se di questo tipo... così rassicuranti), ma forse non ha molta importanza, l'importante è che la realtà proprio ora esiste con noi e noi con essa (e non può essere altrimenti) e appunto per questo esiste in innumerevoli forme diverse di verità che si richiamano in continuazione. Questo è lo spettacolo in cui è bello giocare e questo gioco è vero. Dopotutto forse la realtà è il gioco oltremodo complesso di tutte le verità, cosa che spaventa tanto chi invece vorrebbe trovare l'unica semplicissima verità che tutto spiega, controlla e tiene ben stretto in pugno. E anche questa mia del gioco è solo un'interpretazione, ossia una verità non del tutto vera né del tutto falsa e proprio questo è il suo bello. P.S. Aggiungo solo una nota alla frase di Nardi che bene introduce il forum e che mi pare possa ben esplicare quanto ho voluto dire, sperando che lui non me ne voglia: Citazione:
Ultima modifica di maral : 03-10-2013 alle ore 19.12.11. |
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04-10-2013, 12.05.41 | #99 | |
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Riferimento: L'esistenza
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E' un evidente sofisma ... lasciamici pensare un po' |
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05-10-2013, 10.18.48 | #100 | ||
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Riferimento: L'esistenza
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E' quanto mai evidente che il mio pensare pensa pure al "non so", e pensandolo sa che c'è. Certo, non sa cosa sia questa cosa che non sa, ma c'è, infatti la pensa (o "perché la pensa" come direbbe un solipsista). |
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