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16-10-2013, 19.27.02 | #153 |
Ospite abituale
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Riferimento: L'esistenza
Maral:
Il solipsismo non è infatti confutabile dal mondo sensibile. Quello che invece contesto è che il solipsismo non possa essere superato razionalmente, proprio per la contraddizione che si genera quando il solipsista pensa (e può certamente farlo) l'impensabile, discorso che ti ho già illustrato. Se non ti convince fammelo sapere e tenterò di rispiegarmi. Sgiombo: Il solipsista può pensare che ci sia qualcosa di non pensato (che non sia pensabile mi sembra più problematico), ma anche questo pensiero fa parte della sua esperienza fenomenica e dunque non esce dal solipsismo. Solipsista non è chi crede che non possa essere pensato altro oltre la propria esistenza (altro che fa comunque parte dei suoi pensieri), ma chi crede che non possa esistere realmente altro: c’ è (realmente) solo lui, che può comunque pensare un’ infinità di cose (non reali). Maral: Ritorno ora un attimo su questa tua considerazione: Citazione (Sgiombo): Quindi se tu non hai mai visto un ornitorinco e vedi un ornitorinco per la prima volta non sapendo che è un ornitorinco non c’ è proprio nessun ornitorinco da vedere (alla faccia del principio di identità e non contraddizione!). Maral: Se io non ho mai visto un ornitorinco e quindi non so cosa sia un ornitorinco non vedo un ornitorinco, ma vedo qualcosa o forse non vedo nemmeno qualcosa, ma uno sfondo indistinto fatto presumibilmente di tante cose, dunque non c'è nulla di contraddittorio ad affermare che non c'è nessun ornitorinco da vedere, non so minimamente cosa quell'ornitorinco che dovrei vedere! (hai presente il famoso sketch con Walter Chiari del sarchiapone?) Sgiombo: Quella “strana bestia" (che non sai a che specie appartenga) la vedi (magari puoi anche accarezzarla, oppure temerla, evitarla), anche se ignori che si tratta di un ornitorinco: ecco mostrata la differenza fra sentire (percepire sensorialmente) e sapere. |
20-10-2013, 14.18.49 | #154 | ||
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Riferimento: L'esistenza
Citazione:
1- solo ciò che per me è pensabile è reale 2- io voglio pensare ciò che per me non è pensabile 3- dunque ciò che per me non è pensabile, in quanto da me come tale viene ora pensato è reale Quindi (3) contraddice (1) Se poi non è vero che il reale coincide con il pensabile occorre spiegarne la differenza, ma questo il solipsista non può farlo se non abbandonando la sua posizione solipsistica che può a mio avviso essere solo la (1). Citazione:
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21-10-2013, 10.40.51 | #155 |
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Riferimento: L'esistenza
Maral:
Se il solipsista pensa: 1- solo ciò che per me è pensabile è reale 2- io voglio pensare ciò che per me non è pensabile 3- dunque ciò che per me non è pensabile, in quanto da me come tale viene ora pensato è reale Quindi (3) contraddice (1) Se poi non è vero che il reale coincide con il pensabile occorre spiegarne la differenza, ma questo il solipsista non può farlo se non abbandonando la sua posizione solipsistica che può a mio avviso essere solo la (1). Sgiombo: Per solipsista si intende chi crede all' esistenza unicamente di se stesso. Perché mai dovrebbe credere che il reale coincida con il pensabile (da parte sua, ovviamente)? Per lui il reale coincide con se stesso (la propriea esperienza cosciente, la quale può benissimo contenere -comprendere- svariate "cose" pensabili e pensate ma non reali; per esempio altri fantastici soggetti di esperienza oltre a sé e altre esperienze coscienti oltre la propria, di cui nega l' esistenza reale). Maral: Niente può garantirmi che io veda un ornitorinco, se non so cosa sia, e nemmeno una strana bestia se non so cosa sia una strana bestia. Sgiombo: Niente potrà gagantirti che tu sappia che si tratta di un' ornitorinco o anche di una bestia (se non sai nemmeno cosa sia una bestia); ma é garantito (nell' esempio ipotetico ovviamente) che la puoi benissimo vedere anche senza sapere cos' é (quando si videro per la prima volta gli anelli di Saturno non si sapeva cosa fossero ma si videro eccome! E così pure quando fu visto per la prima volta da un occidentale un ornitorinco non si sapeva a che classe tassonomica appartenesse, eppure lo si vide); per la verità non si sa bene neanche adesso se si sta vedendo un uccello eccezionale, un rettile eccezionale, un mammifero eccezionale o qualcos' altro, eppure lo si vede eccome, se capita di imabbattercisi e non si é ciechi. Ultima modifica di sgiombo : 21-10-2013 alle ore 14.50.25. |
21-10-2013, 15.26.38 | #156 | ||
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Riferimento: L'esistenza
Citazione:
1- solo ciò che da me è deciso è reale 2- io voglio decidere ciò che da me non è deciso 3- dunque ciò che da me non è deciso in quanto da me come tale viene ora deciso è reale Tra l'altro oltre a non aver mai trovato un mondo in cui io non fossi presente (il famoso mondo senza di me del realista oggettivo) non ho nemmeno mai trovato me senza un mondo (l'io del solipsista che crea il mondo da se stesso), dunque mi pare che la realtà non possa né essere quella del realista oggettivo né quella del solipsista, ma piuttosto che siano entrambe forme speculari della stessa follia (intendendo per follia la volontà di credere in ciò che non è, ossia che io possa essere trovato separato da questo mondo o questo mondo separato da me, siamo come gemelli siamesi che se li separi si annullano entrambi). Citazione:
Per vedere un ornitorinco devo sapere cos'è un ornitorinco, per vedere un animale devo sapere cos'è un animale, per vedere un essere vivente devo sapere cos'è un essere vivente e per vedere qualcosa devo sempre sapere cos'è una cosa. In conclusione per vedere devo sapere mi pare sia proprio una condizione imprescindibile. |
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22-10-2013, 12.24.48 | #157 |
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Riferimento: L'esistenza
Maral:
Appunto, crede comunque che il reale sia da lui in assoluto decidibile a mezzo del proprio pensiero. Il sillogismo è ancora contraddittorio esprimendolo come: 1- solo ciò che da me è deciso è reale 2- io voglio decidere ciò che da me non è deciso 3- dunque ciò che da me non è deciso in quanto da me come tale viene ora deciso è reale Tra l'altro oltre a non aver mai trovato un mondo in cui io non fossi presente (il famoso mondo senza di me del realista oggettivo) non ho nemmeno mai trovato me senza un mondo (l'io del solipsista che crea il mondo da se stesso), dunque mi pare che la realtà non possa né essere quella del realista oggettivo né quella del solipsista, ma piuttosto che siano entrambe forme speculari della stessa follia (intendendo per follia la volontà di credere in ciò che non è, ossia che io possa essere trovato separato da questo mondo o questo mondo separato da me, siamo come gemelli siamesi che se li separi si annullano entrambi). Sgiombo: Per solipsista si intende non colui che crede che esista ciò che pensa debba esistere (casomai si tratterebbe di affetto da delirio di onnipotenza), bensì colui che crede di esistere solo lui, che la realtà sia limitata a se stesso e nient' altro: può ben pensare a tante altre cose oltre a se stesso e ai contenuti fenomenici delle propria coscienza, ma non può pensare che esse siano reali, altrimenti contraddirebbe la propria professione di solipsismo. Se invece le pensa, ma non le pensa esistere, bensì le pensa come realmente inesistenti, unicamente immaginate (e dunque come pensieri o idee facenti parte della propria esperienza cosciente) non si contraddice affatto. pensare a qualcosa (di immaginario)=/=pensare che esista (realmente) qualcosa: Per esempio pensare che ho un bel gruzzolo di soldi non mi basta per avere realmente un bel gruzzolo di soldi. Maral: Ma cosa si vide? è questo il punto. Per vedere un ornitorinco devo sapere cos'è un ornitorinco, per vedere un animale devo sapere cos'è un animale, per vedere un essere vivente devo sapere cos'è un essere vivente e per vedere qualcosa devo sempre sapere cos'è una cosa. In conclusione per vedere devo sapere mi pare sia proprio una condizione imprescindibile. Sgiombo: Dunque se tu stamattina sali sul tram, non sei cieco e davanti a te c' é un uomo che non conosci (non sai chi é) non lo vedi?!?!?! E se per caso é un energumeno che ha in mano un randello e cerca di colpirti narturalmente non ti scansi perché, secondo te, non conoscendolo non puoi vederlo! Se non sai cos' é una frana e un pezzo di montagna ti sta franando addosso (poichè non sai che ti sta colpendo una frana, secondo te, non la vedi) allora non cerchi scampo?!?!?! Ma se cerchi scampo (come credo e ti auguro; anche di riuscirci), allora vedi che ti sta colpendo una frana, pur non sapendo cosa sia. |
22-10-2013, 15.12.58 | #158 | ||
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Riferimento: L'esistenza
Citazione:
Se io, solipsista, penso di avere un bel gruzzolo di soldi pur sapendo di non averlo significa solo che il mio pensare di non averlo prevale sul mio pensare di averlo, ma sono sempre solo io con il mio pensiero a determinare la situazione, altrimenti non sarei solipsista. Citazione:
A differenza del solipsista però io so anche che c'è un sapere inconscio, ossia so che c'è qualcosa che non so di sapere ed è questo qualcosa che non so di sapere che a volte (ma non sempre) mi salva dalle randellate che coscientemente potrei non sapere cosa siano. In tal caso è l'occhio dell'inconscio che mi salva. L'inconscio è qualcosa che sta oltre il mio io pur comprendendolo, ma è una matrice che un solipsista coerente non può ammettere nella realtà. |
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23-10-2013, 08.10.36 | #159 |
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Riferimento: L'esistenza
Maral:
Se il solipsista crede di esistere solo lui è implicito che crede che solo quanto lui pensa o coscientemente sente esista e dunque che sia reale, ove il coscientemente sta per volontà di pensare e sentire che vuole se stessa, non vedo alternative. Dunque la contraddizione comunque sussiste. Se io, solipsista, penso di avere un bel gruzzolo di soldi pur sapendo di non averlo significa solo che il mio pensare di non averlo prevale sul mio pensare di averlo, ma sono sempre solo io con il mio pensiero a determinare la situazione, altrimenti non sarei solipsista. Sgiombo: Ma no! Il solipsista crede che quanto lui pensa o coscientemente sente esista unicamente in quanto parte della sua esoperienza cosciente e non come fatti reali indipendentemente dalla sua coscienza. Può benissimo pensare come ipotesi di cui nega l' essere reale all' esistenza di altri soggetti di esperienze coscienti da lui diversi senza alcuna contraddizione (esattamente come noi non solipsisti possiamo pensare agli ippogrifi). Se il solipsista pensa di avere un bel gruzzolo di soldi significa che pensa che esiste siolo lui con la sua esperienza fenomenica e in questa accade la percezione del gruzzolo e non che intersoggettivamente il gruzzolo possa essere presente anche in altre esperienze fenomeniche diverse dalla sua (inesistenti!), per esempio in quella di qualcuno che gli vende qualcosa al prezzo di una parte del gruzzolo stesso. Maral: Certo che vedo un uomo, lo vedo perché so cos'è un uomo, così come vedo un energumeno perché so cos'è un energumeno e so anche cos'è un randello e proprio perché lo so cerco scampo. A differenza del solipsista però io so anche che c'è un sapere inconscio, ossia so che c'è qualcosa che non so di sapere ed è questo qualcosa che non so di sapere che a volte (ma non sempre) mi salva dalle randellate che coscientemente potrei non sapere cosa siano. In tal caso è l'occhio dell'inconscio che mi salva. Sgiombo: Dunque (se le parole in lingua italiana hanno un senso) tu scanseresti le randellate senza rendertene conto, inconsapevolmente, come per un riflesso condizionato: quindi non proveresti alcun sentimento di paura. Mi sembra molto irrealistico; le cose non stanno così: tu hai (anche) paura perché sei consapevole che rischi di essere randellato e non schivi i colpi inconsciamente (=senza esserne consapevole). Maral: L'inconscio è qualcosa che sta oltre il mio io pur comprendendolo, ma è una matrice che un solipsista coerente non può ammettere nella realtà. . Sgiombo: Non vedo proprio come un solipsista potrebbe non ammettere l' esistenza del suo proprio inconscio (ammesso e non concesso che questa parola abbia un senso), che farebbe comunque parte di se stesso, cioé di tutto ciò che riterrebbe realmente esistere. |
23-10-2013, 16.25.39 | #160 | |||||
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Riferimento: L'esistenza
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Citazione:
Più di così non so proprio che cosa aggiungere per spiegarmi. Sgiombo: Citazione:
Tra l'altro è solo quando si impara a schivare i colpi inconsciamente che si diventa dei buoni pugilatori, proprio come è solo quando si sa stare in equilibrio su due ruote senza accorgersene che si diventa ciclisti. Ci sono un sacco di cose che sappiamo di non saper di sapere. Citazione:
E in base a cosa posso dire che l'inconscio (che è a me inconscio) fa parte di me stesso? Comunque è facile sapere perché il solipsista non può ammetterlo, basta leggere la definizione su Wikipedia di solipsismo: "Il solipsismo è la credenza secondo cui tutto quello che l'individuo percepisce venga creato dalla propria coscienza" e una coscienza che si crea pure l'inconscio, quindi ciò che le è del tutto estraneo, è ancora un bel paradosso, magari riconducibile al precedente dell'impensabile! |
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