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19-08-2013, 20.13.46 | #252 | |
Ospite
Data registrazione: 12-08-2013
Messaggi: 33
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
Faccio un esempio, esiste una razza di termiti che costruisce termitai alti fino ad 8 m, al cui confronto le piramidi sono sciocchezze. Le costruiscono con una serie di archi che si moltiplicano fino a formare una massa chiusa con gigantesche grotte al centro e centinaia di canali. La domanda è. Chi è l'architetto che dice alle termiti del lato opposto in che direzione e in che modo debbano costruire in modo da completare l'opera? Come se dovessimo costruire il Colosseo, ma ogni operaio per suo conto. Non si può, occorre qualcuno che veda il tutto. Dunque quelle termiti non sono solo un ammasso di cellule, ma dire che lo sono è una griglia per descriverle. Così per l'essere umano, può essere descritto fisicamente, fisiologicamente, biologicamente, anatomicamente ecc. ma è solo una descrizione, è la griglia che si applica, ma la griglia non è l'uomo. La descrizione è pertinente alla mente, il sentire è pertinente all'anima. Il cervello è un insieme di reazioni chimiche, è vero, è un insieme dei cellule, è vero. Ma perchè questa visione della griglia fa perdere la sensazione dell'anima intelligente? Perchè la mente è fatta di schemi e tende a sceglierne uno, mentre l'anima tende a comprendere. |
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19-08-2013, 21.01.09 | #253 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
Citazione:
Concreto significherebbe che chi imposta l’argomento o il progetto di ricerca abbia l’dea e l’intento che le entità che intende trattare siano o possano essere quantitativamente definibili e non solo qualitativamente. Certo che ci si può sbagliare: le entità che il ricercatore mette in campo possono non risultare quantitativamente definibili…magari neppure in ambito probabilistico. D’altra parte occorre osare…se vuoi conquistare cime sempre più alte…ed è ciò che il procedere scientifico ha fatto e persegue …anche con l’aiuto della sofisticata strumentazione..per mezzo della quale sempre di più e sempre più caratteristiche emergono che si possono misurare. Anche la matematica, con la sua propria stessa evoluzione, ha sempre più contribuito: molto di ciò che tratta la matematica piu’ avanzata è controintuitivo e non concepibile dalla nostra mente…ma è pur sempre scienza: mi pare che stiano in questi termini certi aspetti e concetti della quantistica. D’altra parte, se per penetrare sempre più il sapere, occorre osare…parlare di limiti e di confini è inconcepibile: si affrontano, per lo più gli argomnti graduandoli in funzione delle convenienza e speranza di successo di cui il relativo studio può essere affetto! Come sempre, ripeto, è comunque un Try and Error!...e non è escluso che un insuccesso possa in realtà, in una più estesa visione, diventare un successo. Edison, ad esempio, fu una volta criticato perché, per di arrivare a costruire la prima lampadina ad incandescenza, aveva mandato a monte ben cento sperimentazioni fallite. Edison rispose che, in realtà, non si trattava di fallimenti, ma che aveva appreso cento modi con cui non era possibile costruire una lampadina! Citazione:
Ma nulla esclude che se ne possano elaborare di nuove e di più efficaci: è, in effetti, ciò che hanno fatto i grandi geni…per cui sono tali! In realtà i canoni scientifici sono molto ampi: la validazione del trovato richiede solo la sperimentazione e la matematizzazione…e questo Einstein, anche nel prosieguo dei suoi epigoni, ha sempre fatto…e si continua a fare…. Per il resto, il metodo scientifico concede ampia libertà di pensiero e di modalità concettuale ed operativa: il metodo scientifico ha solo lo scopo di essre garante della veridicità del trovato, ma lo scopo da perseguire, in definitiva, non è il metodo…è la nuova conoscenza che si intende perseguire! Persino la quantistica è sulla via della sperimentazione: il ciclotrone del CERN…e tutti gli altri… che ci starebbe a fare altrimenti?...ma per sperimentare..ovviamente! Che poi la filosofia abbia indicato la strada è molto dubitoso: in realtà la strada della sperimentazione e matematizzazione (metodo scientifico di Galileo da cui è nata la scienza) è nata proprio in opposizione alla modalità di elaborazione filosofica caratteristica dei tempi che appunto negava il metodo, o manco lo conosceva! Pare infatti che lo stesso Aristotele… e di conseguenza gli aristotelici… ritenesse la sperimentazione limitante e dannosa nel perseguimento della supposta unica “verità” filosofica!? Quanto alla matematizzazione nemmeno si sapeva che fosse...mentre Galileo era un matematico esperto…oltre al resto. Persino i filosofi greci dei cinque secoli a.c., nonostante le loro ipotesi ed eclatanti scoperte circa la materia e l’universo non erano scienziati nel senso moderno del termine: essi, infatti non sperimentavano! Non cercavano la congruenza dei loro elaborati con la realtà dell'universo...di modo che tali elaborati, pur oggi in parte apprezzati, restavano semplici ipotesi. E’ pur vero che Aristotele ha insegnato la indispensabile logica…che però non fu sufficiente: nei duemila anni di sola logica, il saper scientifico non è sorto e la scienza non ha battuto chiodo! Magari, piuttosto, da Galileo, è la scienza che indica la strada! Citazione:
1)- Il credente, immaginando Dio come creatore, può anche pensare che Dio abbia concesso un “libero arbitrio”…una libertà di scelta fra il bene ed il male…dato che, d’altra parte, il Dio tutto sapeva…anche in anticipo… ed era quindi pensato come deterministico. In tal modo l’uomo era reso responsabile delle sue scelte fra il bene e il male…e lo si poteva, quindi, condannare o premiare nell’aldilà, secondo suoi meriti o colpe. Ma “libero arbitrio” non significa libertà: la libertà personale e sociale, su questa terra, dobbiamo comunque conquistarcelo quel poco di libertà possibile…anche se siamo credenti 2)- Il laico, che non crede nella creazione divina o nel premio/punizione dell’aldilà, se è coerente, non si pone il problema del libero arbitrio…che nessuno può avergli infuso! La libertà, di grado più o meno elevato che sia, di cui il laico stesso può fruire, è solo quella che, in virtù delle propria intelligenza e preparazione, riesce a conquistare a fronte ed in equilibrio coi condizionamenti che la società in cui si trova gli oppone o gli offre. Certo che tale grado sarà terndenzialmente piu’ elevato a seconda e in prporzione al livello evolutivo raggiunto…personale e della specie.. Con il livello evolutivo ed intellettivo raggiunto in fatto di capacità, formazione e preparazione interrelazionale...l’uomo può contrastare o fruire dei “competitors” singoli o istituzionali che la società pone in essere, o volgere a proprio favore gli eventi…magari con azioni più o meno temperate dal grado di eticità personale proprio o delle stessa società in cui si trova ad agire e che lo supporta nel bene o lo contrasta nel male. Citazione:
Un libertà astratta in assoluto, infatti, quale lascerebbe sottintendere l’espressione “libero arbitrio”, infatti, non esiste, non si dà…ne acquisiamo, però, il “concetto” ed è ad esso che “asintoticamente” tendiamo, sviluppando e affinando le nostre capacita sotto ogni punto di vista…anche evolutivo, intellettivo ed etico…perseguendo concetti etico/culturali sempre più evoluti. Alla fine è l’intelligenza, con la conoscenza e la consapevolezza del come ci poniamo in questo mondo (in questo ambiente) che ci può fare più o meno liberi nel pensiero ed azione per essere capaci di volgere gli eventi a proprio favore…almeno un minimo. La nostra libertà o grado di libertà, infatti è una continua conquista in funzione del grado di evoluzione della specie cui apparteniamo, della società (tecnicizzata, etica e possibilmente organizzata) in cui ci troviamo e della personale preparazione e grado di conoscenza e consapevolezza che riusciamo a raggiungere sempre più con l’evolversi della nostra vita….con l’evolvere, cioè, e con l’esplicarsi dell’ammasso di cellule organizzato ad hoc, che costituisce la nostra vita a confronto ed in interrelazione con gli altri ammassi organizzati di cellule che condividono la nostra specie…sempre che vogliamo usare il termine “ammasso”! Invero, dato l'emergere evidente, come appare in questo 3d, della complessità organizzata di cellule e neuroni di cui il nostro corpo efficacemente si costituisce per il pensiero e la vita...non sarebbe più veridico ed onesto e meno malevolo, parlare piuttosto di aggregato organizzato di cellule, piuttosto che di un supposto spregevole caotico ammasso? |
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19-08-2013, 21.04.00 | #254 | |
prof
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
b) Solo tentativi più che altro connessi con la misura dell'informazione. Quanto alla misura della Conoscenza (che non è proprio la stessa cosa che, sotto tal nome, intende il palar comune), ci si accontenta dell'empirica "probabilità" che è solo una misura comparativa tra eventi diversi. |
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20-08-2013, 06.19.27 | #255 | |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
trovo di un interesse estremo la tua descrizione (e l'approccio delle tue risposte) in questo caso mi viene da pensare che non basterebbero centinaia di libri che riescano a compensare,anche solo pochi minuti di osservazione disincantata della natura. e comunque e' vero!…come farebbero queste termiti a progettare qualcosa che non sarebbe possibile realizzare senza una visione di insieme? come e' possibile che si trasmettano messaggi che escludano una forma (a noi ancora sconosciuta) di intelligenza superiore pur verificando appunto che tutto cio e' per loro altresì possibile? l'esempio che fai lo trovo calzante,forse qualcuno potrebbe obiettare che il loro agire e' già predestinato dalla trasmissione di impulsi chimici che gli dicono cosa devono fare esattamente…pero' anche in questo caso si ritorna al punto di partenza…chi o cosa impartisce loro qualcosa di cosi estremamente intelligente e superiore che travalica il confine del "singolo individuo formica"? un altra nota interessante come giustamente fai notare nella completezza del tuo esempio e' la parola com-prendere che significa appunto prendere insieme,abbracciare le idee (plurali),intendere appieno (e non solo una parte!) |
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20-08-2013, 14.25.40 | #256 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
Le affermazioni relative all'anima non hanno indizio oggettivo: chi dice, infatti, che il "sentire sarebbe pertinente all'anima"..se ancora nessuna sperimentazione ci permette di distinguere fra "anima" (che suppongo tu intenda "divina") e mente o psiche o ragione, che si posono supporre di derivazione biologica? E poi chi dice che la mente è fatta di schemi?...quali schemi?...forse intendi modelli! Certo che cerchiamo di dare ordine agli oggetti del pensiero, ai concetti trattati, alle risoluzioni che ne conseguono, ecc... E poi perchè la mente dovrebbe essere di schemi e tendere a sceglierne uno, (ma perchè uno?) mentre l'anima tende a "comprendere"?...Ma a comprende cosa? Il fatto è che, in realtà, non sappiamo come funzioni il processo cerebrale e come trasformi, ad esempio, le percezioni in elaborazioni e come, dal globale ignoto processo di neuroni, sinapsi, dendriti, ecc...ne emergano pensieri, idee, giudizi, decisioni, comportamento, capacità di spiegare e comprendere, empatia, ecc... Non potrebbe essere che proprio per questa indistinzione e non evidenza sperimentale o per un suo non apparire sensibile ..che non abbiamo (l'avremmo persa, dici) la sensazione dell'anima"?...intelligente o meno che sia?. Ma forse non è l'abbiamo persa la sensazione!... credevamo "solo" di avercela...e non l'avevamo! Infine la frase: "Perchè la mente è fatta di schemi e tende a sceglierne uno, mentre l'anima tende a comprendere?" ecc... su che base di verità, una tale affermazione, sarebbe supportata? Chi dice e come accade che proprio l'anima tende a "comprendere" (comprendere cosà?)...magari senza supporto di mente e ragione? e poi "comprendere" sarebbe meglio di intuire, inventare, spiegare, pensare, ecc...??? Ma a me pare solo un tuo wishfullthinking...cioè un tuo "pensare come desiderato"! P.S.: Sembra che le termiti, come tutti gli insetti sociali in genere, dispongano di una intelligenza diffusa, distribuita e comune a tutti gli individui dello specifico aggregato sociale. Ne consegue che il loro operare è comunque coordinato secondo un DNA pure diffuso e non solo caratteristico e proprio di ogni specifico individuo. In sostanza le termiti di un termitaio...pur libere fisicamente di muoversi e operare spazialmente e indipendentemente, costituiscono in realtà le cellule "distribuite" di un unico corpo sociale...a conduzione centralizzata! La loro evoluzione non sarebbe separatamente relativa ad ogni singolo individuo, ma, in qualche modo, riferita, in contemporanea, all'intero termitaio! Ma è solo una ipotesi... che però risolve alcuni interrogativi e merita ulteriore riflessione e sperimentazione. Ipotesi non più incredibile del resto, di un intervento divino...nel termitaio! Ultima modifica di ulysse : 20-08-2013 alle ore 16.21.50. |
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20-08-2013, 17.22.11 | #257 | |
prof
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
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20-08-2013, 21.59.15 | #258 | |
Moderatore
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
...un compasso puntato sulla carta disegna un cerchio perfetto, una bolla di sapone da sola e' una sfera,ma insieme ad altre forma spontaneamente architetture di poliedri incredibilmente regolari, e similmente i cristalli minerali e pure i fiocchi di neve nel loro naturale scivolare nell'aria si consumano e si rigenerano in incredibili forme regolari che il nostro raziocinio impiegherebbe giorni per inventare ,progettare e disegnare; Il Reale muta in se' stesso di continuo attraverso tutte le sue parti... |
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23-08-2013, 11.29.25 | #259 | ||
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
I pensieri a mio avviso non sono che le medesime percezioni passate attraverso il riconoscimento della memoria che le rende maggiormente precise nella distinzione dei dati sensoriali. E’ incredibilmente grandioso il risultato di questo tipo di coscienza e capacità di discernere tramite contrasto dei dati sensoriali ma -sempre a mio avviso- fondamentalmente semplice. Per ciò che riguarda le termiti non saprei proprio ma potrei ipotizzare (e lo faccio –come ipotizzo tutti noi- servendomi dei sensi sviluppati attraverso dati acquisiti risaltanti per contrasto e memorizzati attraverso disposizione ‘schematica’ per associazione e differenza che chiamiamo ‘schema’) come anche tu suggerisci una sorta di ‘memoria’ sensoriale ereditata che predispone a determinate risposte funzionali e non è affatto detto che sia la visione d’insieme a dare la capacità progettuale quanto al pari potrebbe esistere un differente tipo di visione sensoriale non visiva capace di raggiungere la messa in atto del medesimo progetto. Ciò che resta alla base di tutte queste domande è lo stupore per qualcosa di così maestoso ed al contempo con tutta probabilità talmente elementarmente semplice in sé da sfuggirci dalla comprensione razionale così troppo spesso sottovalutata. Citazione:
Eppure è proprio il nostro raziocinio come si conforma a poter cogliere quell’asimmetria e quella simmetria che tanto ci affascina.. ed è quel medesimo raziocinio per come si conforma il solo capace di cogliere il rapporto attraverso il simbolo dei numeri.. e ‘fuori’ quei numeri rispecchiano un ordine e costanti che paiono inseparabili da quella stessa mente capace di coglierli.. tanto da non comprendere se sia l’una per l’altra o una fortuita combinazione di reciproche disposizioni.. il ché ai minimi termini è la medesima situazione.. Noi “vediamo” ciò che c’è o ciò che c’è non è che una delle possibili visioni “del reale” ? |
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24-08-2013, 05.03.46 | #260 | |
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
domanda interessante. del resto basta vedere come ognuno di noi interpreta la stessa identica cosa in modi altrettanto diversi..forse il cosiddetto "reale" va oltre ogni suo possibile significato mentale. storiella zen: Hogen, un insegnante cinese di Zen, viveva tutto solo in un piccolo tempio in campagna. Un giorno arrivarono quattro monaci girovaghi e gli chiesero se potevano accendere un fuoco nel suo cortile per scaldarsi. Mentre stavano preparando la legna, Hogen li sentì discutere sulla soggettività e sull'oggettività. Andò loro accanto e disse: «Ecco questa grossa pietra. Secondo voi, è dentro o fuori della vostra mente?». Uno dei monaci rispose: «Dal punto di vista del Buddhismo, tutto è un'oggettivazione della mente, perciò direi che la pietra è nella mia mente». «Devi sentirti la testa molto pesante,» osservò Hogen «se te ne vai in giro portandoti nella mente una pietra come questa». |
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