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13-06-2013, 14.26.53 | #153 |
Ospite abituale
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Capisco la tua impostazione e approvo in un certo qual modo che bisogna iniziare da quello che “viviamo” materialmente.
Ma come già ho espresso in altra discussione i problemi sono le relazioni e le nostra interfaccia (l’IO) considerando contemporaneamente l’ontologia, la fenomenologia e l’epistemologia. La difficoltà ci viene dall’eredità dualistica di Platone: avere un’idea di un oggetto, e l’oggetto per quello che è. Scegliere (o abolire) o costruire delle priorità fra uno dei tre domini, ontologico, fenomenologico, epistemologico, significa sopravvalutare una parte e sottovalutarne altre. Non penso, ma magari mi sbaglio, che la fisica attuale risolva il problema, semplicemente lo sposta in un altro tipo di modellazione. La cosa paradossale è che siamo noi la vera incognita più ancora dell’elemento fisico primordiale, in quanto siamo noi agenti e attori che interfacciano i tre domini. |
17-06-2013, 21.57.34 | #154 | |
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
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20-06-2013, 00.15.59 | #155 |
Ospite abituale
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Sono d’accordo che siamo noi il Reale in un’ accezione ampia.
La dicotomia persiste nelle discipline scientifiche e nelle filosofie. Continuiamo a descrivere il mondo a “fette”perdendo di vista l’unità del reale che siamo noi perché siamo noi a rappresentare a modellare a pensarlo e rifletterci. E noi siamo strani “animali” ci facciamo autosuggestionare e condizionare dalla Realtà che noi stessi produciamo. Si continua comunque a ragionare del mondo “reale” materiale e del “mondo razionale” diciamo meta-fisico come sistemi separati “in casa” dimenticando che il soggetto siamo sempre noi, siamo noi che produciamo queste realtà in cui viviamo, come la storia. Forse questa dicotomia è necessaria storicamente che l’umanità in qualche modo la viva, ne faccia esperienza. Quando ci accorgeremo che il processo della conoscenza non è una collezione di istruzione, una biblioteca di libri, una esibizione di erudizione, un gioco a quiz, ma che forse sono le dinamiche la cosa fondamentale cioè la capacità di relazionare i diversi domini e ambiti, di saperli fare dialogare e insieme processare, allora forse si aprirà un nuovo capitolo nella storia: dopo la divisione la riunione. D’altra parte la storia ci insegna che ad una cultura arriva un’altra risposta culturale che poi diviene dominante. In questo periodo più ragiono sulla fisica e sulla biologia e più ne vedo le similitudini. Polvere di stelle esplose che hanno compiuto il loro ciclo, per forza di gravità vengono riammassate e più diventa massa consistente e più accelera la costituzione di un’altra stella. Unicellulari ad un certo punto arrivati ad una fase “di non ritorno” o si dividono o diventano pluricellulari. Ma ad ogni cambiamento dal semplice al complesso, ad ogni step, la complessità cambia definizioni e proprietà. Ma chi comanda tutto questo? Qual è il meccanismo che finalizza dal semplice al complesso e infine compiuto il ciclo biologicamente si muore e si decompone per poi “riapparire”; e come la stella a seconda della sua massa diventerà una “nana” , una “supernova”,ecc. finchè ..ridiventerà polvere per riaprire un altro ciclo? C’è già nella materia qualcosa che muove e finalizza. La nostra conoscenza è stata abbastanza statica , nen senso che collezionavamo conoscenze. Ma come faremo a sapere quanto sappiamo del Tutto? Ma siamo sicuri che è il sapere il Tutto il vero problema? Io vedo nei mediatori dinamici gli impulsi che muovono, combinano e scombinano gli elementi materiali e biologici. Così come i “bosoni di gauge” cioè le forze interagenti :elettromagnetismo, forte, debole e gravità, così nei meccanismi biologici e quindi organici , ma anche inorganici ci sono elementi chiave che permettono i meccanismi di scambio, sono i catalizzatori, gli enzimi organici , le sostanze secrete dalle ghiandole endocrine ,dall’insulina alla serotonina, ecc.Aprono e chiudono le membrane cellulari informando e processando, mettendo in comunicazione le diverse funzioni. Chi comanda alla cellula staminale di indirizzarsi ad un certo punto di un organo per poi differenziarsi e divenirne costituente cellulare di un tessuto? Sono le dinamiche dei processi che ci mancano, come agiscono le interazioni,come si autogoverna la biologia e la materia. Noi ne osserviamo effetti e costituenti, conosciamo sempre più il DNA ma ci sfuggono ancora delle dinamiche fondamentali., chi attiva ad un certo punto e perché un gene inteso come informazione di una catena di acidi nucleici, quanto e come agisce l’ambiente sull’informazione genetica costruendo al nostro storia filogenetica? Eppure dall’altra parte pur non conoscendo i meccanismo del pensiero e le sue dinamiche…pensiamo. Eppure pur non conoscendo quella realtà fisica …interagiamo e ci relazioniamo con i mondo. Noi siamo piloti di un meccanismo come un autista pur non conoscendo quasi nulla di meccanica e termodinamica o di motore endotermico o l’albero di trasmissione o motore….guida. Noi viviamo senza necessariamente esserne informati e consapevolmente coscienti della nostra sapienza e ignoranza. Eppure da sempre ,analfabeta o genio del sapere,,,,costruiamo la Realtà e ci viviamo. Dentro un mito, dentro una metafisica, dentro una superstringa o …. come una barca alla deriva persa nell’oceano. |
22-06-2013, 13.57.05 | #156 | ||||
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
Vedrò, per quanto posso, di dare alcune risposte di buon senso…per quanto, anche il vecchio buon senso non sempre sia affidabile. Non ho seguito la parte di discussione che precede, e certo molto mi è sfuggito, ma vorrei precisare (credo conformente ai concetti scientifici) che il vivente (e insieme l'uomo) è solo uno dei tanti fenomeni e sottofenomeni dell'universo. Quindi non siamo completamente il "Reale", ma solo una parte di quello che è il "Reale Universo"...anche se in parte (gran parte?) ignoto. Quanto alla dicotomia dei saperi direi che un tempo il mondo era un piccolo mondo di cui poco si sapeva. In conseguenza il mondo poteva apparire un tutt'uno...e sembrava possibile controllarlo e comprenderlo globalmente nel proprio pensiero...e poi, ove non fosse chiaro, il trascebdente aiutava…un “deus ex machina” era sempre disponibile. Ma già Aristotele forse pensava che pure un tal mondo fosse troppo grande per noi e inventò la meta-fisica oltre la fisica...che purtroppo, senza controllo e riferimento reale, degenerò e degenera nei mostri dell'irrazionale: la metafisica spiega tutto ed anche di più...tanto che ove non ha risposta si rifugia nelle fantastiche magie dell’immaginario e del trascendente. O forse è solo una mia impressione!? Citazione:
Noi, se mai, la percepiamo limitatamente alle possibilità dei nostri sensi e cerchiamo di interpretarla più o meno razionalmente a seconda che siamo più o meno scantati …e, magari, per effetto del wishfulthinking, viviamo nella illusione di un mondo che non è… illusi di essere ciò che non siamo: lo sforzo e l’intento della ricerca scientifica è proprio rivolto a disfare e superare nel senso della realtà queste suggestioni ed in parte ci riesce pure. Per arginare una tale deriva, contro l’accettazione di un mondo illusorio, Galileo si trovò a dare origine alla scienza... con le sue idee... con le sue sperimentazioni... col matematizzare l’esplicazione dei fenomeni dell’universo...nella fede che la lingua dell’universo fosse e sia, appunto, la matematica! Galileo, cioè, integrò la semplice osservazione allora usuale, ma di per sè inaffidabile, definendo in nuce il metodo scientifico di cui l'uomo ancor oggi si avvale, sempre più sofisticatamente, per produrre scienza/conoscenza…e aprire un varco nel profondo buio delle credenze illusorie e suggestive che da sempre avvolgevano e ancora avvolgono l’umanità. Quindi non sarebbe la realtà autoprodotta quella in cui vive l’uomo, ma, piuttosto, a volte, l’irrealtà delle proprie suggestioni e credenze. D’altra parte l’uomo sembra essere l’unico “animale” che s’ingegna a sistematizzare nella propria mente il mondo percepito anche oltre il percepito…persino oltre le immediate esigenze di sopravvivenza. La scienza non è certo completamente aliena dai mondi e sistemi che nascono dalle elucubrazioni fantastiche citate, ma tende a superarle proprio per metodo ed istituzione…e tende a distaccarsene molto più che non altre supposte discipline e saperi che ancora si coltivano e che affondano nel fantasioso esoterico mondo ultra-umano. Come dicevo, mentre da un lato, il perseguire il metodo scientifico tiene, per certa parte, ancorata la conoscenza alla realtà là fuori, dall’altro non può prescindere dal perseguirne separatamente le diverse branche relative ai più diversi argomenti e discipline che sempre più insorgono con trend crescente. Citazione:
Mi pare, piuttosto ovvio, che ad un certo punto si sia pensato che uno solo o un ridotto numero di uomini, non era più in grado di trattare e sviluppare il sapere e la conoscenza in un solo unico insieme di per sè integrato. E’ parso allora naturale, ed anche conveniente, che ognuno perseguisse le proprie ricerche per diversa strada e sono sorte le diverse specializzazioni. E’ solo questione di rendere più efficiente il processo conoscitivo...il modo di fare scienza nelle sue diverse tipologie dei saperi. Naturalmente l’universo sembra essere “uno” ed in sè congruente per cui è nato anche il problema del coordinamento fra i diversi saperi...coordinamento che, per forza di cose e ovviamente, non sempre riesce a sufficienza. Anche qui il miglioramento è in atto: Galileo scriveva una lettera a Keplero e la risposta arrivava dopo tre mesi. Oggi poni la domanda via web ed hai hai la risposta in tempo reale…come fosse la domanda che la parte verticale del cervello pone alla parte laterale...e viceversa. Quindi è vero, il sapere si è dicotomizzato...e sempre piu' lo è... ma è solo una questione di efficienza e coordinamento: il web viene a costituire il grande cervello che un singolo uomo o un singolo team di ricerca non può avere.... capace di trattare l’intero scibile umano. Resta che gli inconvenienti di reciproca integrazione che inevitabilmente ne derivano...occorre superarli. Citazione:
Comunque l’intento di relazionare fra loro i diversi saperi e dialogare, mi pare sia già in atto: i diversi domini, infatti, non sono così stagni e sempre si può e si deve migliorare nella comunicazione. Certo che ad una esauriente e completa comunicazione e integrazione non si arriverà mai per il semplice fatto che nuovi domini di ricerca insorgono continumente...siano essi discipline o semplici nuovi progetti. Comunque le persone, in specie se scienziati e ricercatori o filosofi eccelsi, non sono, in genere, così inavvertite o arretrate come sembri supporre…sembra invece che il loro “QI” inteso come agilità mentale nell’affrontare e risolvere nuovi argomenti e problemi, superi, in genere, quello della media degli umani...per quanto non per questo siano da reputare infallibili...anzi sono e siamo ben consci della loro fallibitlità...non prevalente tuttavia..dato che il trend della conoscenza è in salendo. Al sorgere di un qualche inconveniente comunicativo ci cerca il rimedio...ed il rimedio ora sembra essere il web: cento mila o un milione di lavoratori di scienza...magari anche di filosofia... su tutto il pianeta, pur dediti a diversi progetti di ricerca, nei loro laboratori e università, sono in comunicazione fra loro in tempo reale: certo qualche pasticcio salta sempre fuori...ma credo sia sempre meglio della gestione del pony-express di Buffalo Bill. Ultima modifica di ulysse : 22-06-2013 alle ore 19.33.55. |
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22-06-2013, 19.22.50 | #157 | ||||||||||||
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
Da un lato abbiamo la consequenzialità delle leggi fisiche: leggi di causa/effetto…in certo qual modo deterministiche. Dall’altro, alle leggi fisiche, si sovrappone l’emergere della vita e l’adattamento del vivente all’ambiente per selezione naturale... eventualmente con mutazione del DNA ed evoluzione dell’individuo…della specie. Citazione:
Citazione:
Le cellule sono già elementi complessi dotati di vita. Esse si moltiplicano non per aggregazione, ma per dicotomia...comunque per duplicazione: il corpo di un pluricellulare è formato da migliaia o miliardi di cellule derivate da una unica cellula madre fino a formare la struttura che il DNA programma. Citazione:
Citazione:
Solo gli atomi ritornano in ciclo a breve nel cibo e nel nostro corpo, se si riutilizza l’organico per concimare. Diversamente fra cinque miliardi di anni, finito il combustibile, il sole esploderà in una supernova ed i nostri atomi si spargeranno per l’universo ….eventualmente a disposizione di nuovi viventi…alieni! Comunque la teoria evolutiva del vivente offre una spiegazione anche abbastanza circostanziata se non siamo in cerca di chimere. Tuttavia la teoria evolutiva…non dice, per ora, come sia emersa la vita. Citazione:
Ma credo sia tutto molto diverso da ciò che avviene per il vivente. Citazione:
La materia, pur inerte, reagisce in modo selettivo in presenza di altra materia: abbiamo gli esempi elementari degli atomi che reagiscono e formano molecole composte attivando le valenze, ma non credo si possa parlare di “finalità” precostituita…e poi…finalità per che cosa?…per la vita?...se così fosse nuovi tipi di vita insorgerebbero continuamente ad ogni piè sospinto. In realtà il fenomeno “vita” è emerso una volta (3 0 4 miliardi di anni fa) o più volte in un range ristretto..e poi basta! Dopo è intervenuta la riproduzione cellulare e quindi il meccanismo evolutivo! Citazione:
Non l’avesse mai detto! Irruppero immediatamente la Relatività, la quantistica, le stringhe, i multiversi e tutte la diavolerie che la ricerca persegue sempre più in ogni campo dello scibile e della conoscenza dell’universo. Quindi il “Tutto” come sapere globale non esisterà mai…sarà solo una ulteriore più completa e coordinata visione nel senso che ci sarà sempre un nuovo “Tutto” da perseguire. Citazione:
Citazione:
Come spiegazione elementare, credo che sia il DNA, i geni, che col loro programma in continuo affinamento con l’evolvere delle specie (meccanismo evolutivo) definiscono il nostro essere e funzionare biologico nello spazio e nel tempo sia per le specie che a livello di singoli individui…ed anche a livello di singoli organi che ci costituisco e che ad un certo punto funzionano di vita propria in interazione con gli altri organi dello stesso corpo. Credo si possa dire che la funzione biologica non è programmata al completo dal DNA fin dall’iniziale concepimento…ma che, dopo il concepimento, molto sia affidato alle autonome funzioni dei vari organi...da cui le ghiandole endocrine, la produzione di insulina, la serotonina,… processi che si scambiano informazioni, ecc… In fondo il modello più avanzato è il nostro cervello: forse i geni ne hanno definito la struttura e la strategia funzionale, ma il “pensare” è un processo autonomo…non certo predefinito dai geni: i geni hanno strutturato il campo di gioco, ma i giocatori giocano per virtù propria. Come tutto ciò sia insorto e funzioni lo attribuiamo all’intervento del meccanismo evolutivo…di cui molto ancora deve essere precisato e definito. La cosa ci fa pensare ad organismi inizialmente relativamente rozzi e semplici via via evoluti in organismi sempre più complessi. Anche la semplice cellula non è di per sé un organismo semplice: anch’essa ha percorso un lungo iter …da rozza proto-cellula …magari semplice catena di aminoacidi… in un miliardo di anni è arrivata al complesso organismo che oggi compone a miliardi di miliardi il nostro corpo. Citazione:
Tendo però a credere che un tale meccanismo lo conosciamo assai poco…noi gente comune...nemmeno per la parte, oramai ampiamente confermata dalle tante esperienze della biologia e delle scienze affini. [quote]Eppure, d’altra parte, pur non conoscendo i meccanismo del pensiero e le sue dinamiche…pensiamo. Eppure pur non conoscendo quella realtà fisica …interagiamo e ci relazioniamo con il mondo. Noi siamo piloti di un meccanismo come un autista pur non conoscendo quasi nulla di meccanica e termodinamica o di motore endotermico o l’albero di trasmissione o motore….guida. Noi viviamo senza necessariamente esserne informati e consapevolmente coscienti della nostra sapienza e ignoranza. Eppure da sempre ,analfabeta o genio del sapere…costruiamo la Realtà e ci viviamo[quote] Bella immagine:…centrata! Comunque non costruiamo la “Realtà”….essa esiste di per se stessa … fino alle inimmaginabili profondità dell’universo! Noi semplicemente cerchiamo di interpretarla. Citazione:
La nostra peculiare facoltà è l’adattamento! Per lo più ignari, dato che la specie esiste, abbiamo sempre saputo il necessario e sufficiente (DNA) per adattare il comportamento all’ambiente...magari “mutando”….quando necessario. Del resto cosi fanno gli altri animali: sfruttano al massimo l’inconscio conoscere del codice genetico. L’eccesso di sapere oltre il necessario e sufficiente per la continuità della specie è esclusiva facoltà umana. |
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28-06-2013, 00.12.03 | #158 |
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Ciao amico Ulysse.
Alcune precisazioni su tue proposizioni. Il mondo organico e biologico è costituito dagli stessi elementi che compongono quello inorganico semplicemente c'è preponderanza di carbonio, azoto, ossigeno idrogeno (tanto per elencare alcuni elementi). E questi elementi sono costruiti da un generatore con la fusione atomica che è la stella e nel nostro specifico è il Sole. Quindi quel "noi siamo fatti della stessa sostanza delle stelle" non è per niente sbagliato. Perchè un conto è se noi fossimo costituiti da elementi specifici e introvabili nell'inorganicità e un conto è invece se quella tavola periodica degli elementi è la tavolozza dei "colori" fondamentalidi di tutto quanto è nel mondo . Non so come si possa non vedere e che già nella materia attraverso le quattro forze interagenti, c'è una sua intreseca finalità, che siano con i legami chimici, che siano gli stati fisici, ecc, ma sta di fatto che un elemento quando si combina con altri e forma composti, cambia le sue prorietà per definire qualcosa di nuovo e la complessità è una strutturazione costituita da specializzazioni ma forte coesione di informazione interna. Una bio-logia ha una un metabolismo che ha come un clock di un computer dei tempi e le nostre misurazioni e parametri vitali, come la frequenza cardiaca e respiratoria non sono casauli, sono legati alla fisicità, all'ambiente del nostro pianeta. L'adattamento e la formazione della vita è semplicemnte straordinaria anche solo dal punto di vista scientifico. Credi molto nella scienza, ma essendo io dubbioso "esploro tutto" e con tutti gli strumenti , ma con il beneficio del dubbio, perchè tutte le nostre forme conoscitive , compresa la scienza hanno limiti, e non può che essere così. Certo come dici tu con il "try and error". Il limite della scienza lo ha già dettato l'epistemologia moderna. La scienza non può costruire una "oggettività" perchè il suo artefice è un "soggetto" che è l'uomo. Questa divisione crea problematiche epistemologiche e gnoseologiche perchè anche le strumentazioni sono protesi"sensitive" su i parametri biologici umani affinchè possano essere lette e interpretate dall'uomo e la stessa lettura e metodica è una forma di standardizzazione promossa sempre dall'uomo. Per cui "quella realtà" finisce per assomigliarci in termini di aspettative e finalità come da sempre è accaduto prima ancora che ci fosse la scienza sperimentale. Non è campionando "pezzi" di universo e con la reiterazione sperimentale validare e confermare ipotesi che noi oggettiviamo. Noi stiamo continuando a conoscere e creare tecnologie come già lo si faceva prima delel scienze moderne. I teoremi, gl istudi astronomici le opere urbanistiche ,dai ponti agli acquedotti alle cattedrali, sono nate senza sperimentazione. Semplicemnte mutiamo i modelli di rappresentazione del mondo e lasua realtà, ma i lsoggetto storico è sempre lo stesso: l'uomo. Un altro limite fondamentale dellla scienza è che può conoscere abbastanza bene gli hardware, gli stati solidi , gli è difficile capire i software come epistemologicamente comunica la materia ed evolve e l'uomo e la sua fisiologia ne è un esempio lampante. Consciamo sempre più il cervello e siamo sempre più confusi sul come si produca un pensiero o una astrazione. E poi di quale realtà? Quella galileana? Quella relativistica? Quella quantistica? Quella delle superstringhe? Ognuna apre a ontologie diverse dove noi come viventi e osservanti ci relazioniamo in modi diversi. Come dissi al mio esordio in questo forum la logica non può essere l'unico linguaggio "indagatore" della realtà perchè l'errore della scienza è quella di studiare l'uomo allo stesso modo di come studia un sasso. E tutto questo lo dico benedicendo scienza e logica, ma bisogna andare avanti a esplorare nuove strumentazioni e metodiche e conoscitive... Ultima modifica di paul11 : 28-06-2013 alle ore 01.14.09. |
28-06-2013, 23.06.25 | #159 |
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
...il dubbio piu' affascinante che assilla le mie nozionistiche certezze scolastiche e' legato al fondamento che sta alla base di qualsiasi moderna disciplina scientifica e speculazione di frontiera sulla struttura fisica del Reale , cioe', l'idea assiomatica che le parti stiano in relazione con il Tutto soltanto in maniera concatenata, mediata, distanziata, diacronica e spazialmente sequenziale all'interno di esso. Sopra questo principio indimostrato della fisica discende tutto cio' che crediamo di sapere del mondo che vediamo; un raggio di luce si sposta progressivamente nel tempo e nello spazio, cosi' come le onde gravitazionali, qualsiasi fluttuazione dimensionale , a nostro avviso, non puo' che essere progressiva , concatenata lungo un senso immaginario , qualsiasi esso sia; proviamo, invece, per un momento, a pensare le parti in relazione immediata fra loro a prescindere dalla dimensione spaziotemporale che le separa; perche' dobbiamo credere che gli elementi materiali che compongono il nostro corpo stanno in relazione fra loro soltanto in ragione della loro “vicinanza” spazio temporale? Mentre osserviamo una certa quantita' di molecole d'acqua che solvatano un cristallo salino progressivamente soltanto in un'ottica “continuativa” dello spaziotempo, potrebbe benissimo avvenire che una parte di quello stesso fenomeno( e , quindi, l'intero fenomeno osservato), che a noi pare del tutto localizzato ( ma sempre meno pare...man mano che i nostri sensi si magnificano attraverso i nostri strumenti di misura …) , dipenda e sia vincolato fisicamente da relazioni non locali dello spazio tempo, potrebbe essere che il nostro corpo non sia localizzato e confinato solo nella piccola e definita parte del reale che crediamo di vedere, il nostro corpo potrebbe interessare non localmente intere regioni dimensionali del Tutto , il nostro corpo , cioe' “Noi”, potrebbe fisicamente essere parte del Tutto in modo immediato e profondamente ramificato in ogni sua parte; possiamo essere parte del Tutto anche in modo non “localisticamente” pensabile , possiamo, per cosi' dire, pensare di essere dispersi totalmente in esso in modo relazionato, rimanendo parte di esso cosi' come un soluto rimane disperso in una soluzione rimanendo parte di essa, ma mantenendo in relazione continua e sinergica le proprieta' che gli appartengono con quelle della soluzione che va formando insieme agli altri soluti e solventi. Pensare il Reale e le parti di esso in completa reciproca relazione in questo modo , a me pare piu' logico , e piu' “naturale”, e piu' consono ed affine alle stesse modalita' con cui la Natura e' solita mostrarsi a noi attraverso i suoi fenomeni.
Ultima modifica di and1972rea : 29-06-2013 alle ore 19.52.01. |
29-06-2013, 20.45.46 | #160 | ||||
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Riferimento: Siamo solo un ammasso di cellule?
Citazione:
Oggi, nella ricerca delle origini della vita, la scienza ha rinunciato a crederci: la strada del cercare nei singoli elementi stessi (a livello atomico o molecolare) un qualcosa che indichi una qualche predisposizione alla vita appare strada sterile e priva di sbocchi. Sembra più promettente fare il salto oltre la materia…in un suo eventuale stato organizzato e cercare in possibili reazioni elettro-chimico-fisiche…fra elementi in presenza con conseguenti processi creanti molecole…magari catene di specifiche molecole di aminoacidi od altro costituentesi man mano in ambiente antropico…fino all’emergere di un qualcosa che funzioni da duplicatore molecolare o cellulare, ecc…. Non ho certo spiegato come l’emergere della vita sia avvenuto. Infatti…di un tal emergere niente o poco sappiamo a parte certe assimilazioni di laboratorio. Comunque penso che se nella materia, nei singoli atomi e molecole ci fose una qualche predisposizione sarebbe solo quella di reagire chimicamente al contatto aggregandosi a costituire nuova materia. Può essere più proficuo, invece, supporre e cercare la predisposizione alla vita nelle possibili relative organizzazioni che la materia può assumere….magari sottoposta a particolari reagenti e processi….di cui però niente o poco sappiamo. Magari i mattoncini base della vita, tipo catene di molecole di aminoacidi …si sono formati nelle fornaci di una qualche supernova esploea e sono caduti sulla terra con gli intensi bombardamenti di meteoriti dei primi milioni di anni di costituzione del pianeta: da quegli aminoacidi, reazioni e combinazioni varie possono essere arrivarti i primi duplicatori molecolari tipo rozzi RNA o DNA, ecc… [quote]Non so come si possa non vedere e che già nella materia attraverso le quattro forze interagenti, c'è una sua intrinseca finalità, che siano con i legami chimici, che siano gli stati fisici, ecc, ma sta di fatto che un elemento quando si combina con altri e forma composti, cambia le sue proprietà per definire qualcosa di nuovo e la complessità è una strutturazione costituita da specializzazioni ma forte coesione di informazione interna.[quote] E’ comunque un fatto che nella semplice e bruta materia, qualunque e comunque siano le reazioni di combinazione e proprietà risultanti, la intrinseca finalità alla vita ancora oggi non la si vede..se la si vedesse, se ci fosse…già avremmo risolto. Ma forse diciamo la stessa cosa: nella semplice materia, tipo atomi, molecole e rocce…. e loro usuali aggregazioni...non può esserci alcuna intrinseca predisposizione alla vita o indizio di vita. Forse essa insorge, o è insorta originalmente, a livelli più elevati e complessi di organizzazione e informazione …o, forse, a livello di una particolare organizzazione degli elementi materiali che ancora non conosciamo e non sappiamo ricreare...una spciale ricetta che solo aspetta di essere scoperta. Citazione:
Credo che le ulteriori meraviglie cui sembri alludere si possano via via verificare in un secondo tempo nella vita già emersa….Vita che …originalmente e inevitabilmente…era solo biologica. Anche i ritmi biologici sono, come dici, acquisiti dall’ambiente una volta che la vita sia emersa ed una volta che l’evoluzione e l’adattamento abbiano imposto il loro meccanismo…quando lo stadio di mera materia sia superato Citazione:
Doltra parte non possiamo noi, per conto nostro, perseguire ricerche che abbiano anche un minimo della potenza e universalità della scienza: noi possiamo solo criticare limitatamente al nostro piccolo spazio di escursione del nostro sapere. Ho fiducia, quindi, che il sapere scientifico in relazione all’universo sia più veridico che non altri saperi: è principalmente il metodo scientifico, culminante nella sperimentazione e nella esplicazione matematica, di cui la scienza si avvale, che me ne lascia supporre l’affidabilità. Naturalmente concorrono, a verifica e conferma, i successi sempre più eclatanti, in crescendo esponenziale, che la scienza persegue nell’esplicare ed interpretare i fenomeni dell’universo. Le ricadute tecnologiche dalla scienza che utilizziamo con prevalente successo ci garantiscono della congruenza del sapere scientifico alla realtà. E’ presumibile, infatti, che se la risultante applicazione tecnologica funziona, significa che l’enunciato scientifico da cui deriva è abbastanza congruente alle leggi dell’universo: dico “abbastanza” per significare che una congruenza assoluta non esiste e che si può sempre migliorare! Citazione:
Lo scienziato si accontenta del possibile…un possibile sempre suscettibile di miglioramento. In effetti di spazio per il miglioramento ce n’é in abbondanza…tanto da non preoccuparci se l’oggettività dell’enunciato scientifico non è assoluta. E’ un fatto tuttavia che la tensione del ricercatore di scienza nella sperimentazione e nella esplicazione logico-matematica tende alla esclusione di una propria interferenza..nell’intento di perseguire l’oggettività. Da quando, con Galileo, le leggi dell’universo hanno cominciato ad essere espresse attraverso formule quantitative e non solo qualitativamente, come in uso dagli aristotelici fino al XVII secolo, credo che l’oggettività abbia fatto un salto enorme...sia che abbia o non abbia raggiunto l’assolutezza. Che la lettura degli strumenti sia promossa e standardizzata dall’uomo è vero, ma c’è standardizzazione e standardizzazione. Un primo strumento che l’uomo usò per l’osservazione del cielo fu il cannocchiale di Galileo: 9 ingrandimenti…poi 16, poi 30…estremo limite per quel tipo di strumento, ma Galileo ci fece miracoli! Oggi il telescopio spaziale Hubble, posto in orbita, esplora le galassie fino ai limiti dell’universo…ecc… Credi che a questo punto importi molto il limite che la epistemologia ha fissato o dettato per la scienza? o che importi molto ad uno scienziato o ad un astronomo che soggetto della sperimentazione od osservazione sia comunque l’uomo?...magari lui stesso? Io non credo…ma io non sono filosofo! …forse a un filosofo importa…chissà!? In ogni caso dato i limiti universali intrinseci della metodologia scientifica sono invalicabili….epistemologia, gnosologia, uomo soggetto… o che altro… credo non valga la pena soffermarcisi sopra: nulla cambierebbe in meglio! Vale invece la pena dedicarsi a progredire e migliorare nella conoscenza dell’universo...e questo accade! Certo che si può sempre fare di più ed in modo sempre più affidabile con l’impegno e con una partecipazione sempre più spinta. Tutti sappiamo che la scienza ha limiti, ma gli spazi da conquistare sono talmente vasti che i limiti intrinseci sono ininfluenti. Piuttosto sono influenti i limiti delle possibilità e risorse del pianeta e infatti credo che gran parte del lavoro/ricerca scientifica sia rivolto a questo…anche se poi spesso accade che le decisioni o indecisioni politiche lo rendano vano. P.S..: Continua fino a fine del post |
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