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01-02-2003, 16.56.21 | #44 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-04-2002
Messaggi: 341
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cara kri
Mi chiedi: Una mancanza di presa di coscienza della propria natura?
Più che una mancanza di presa di coscienza, è la mancanza finale di presa di coscienza che limita un essere inconsapevole da uno consapevole. Nella inconsapevolezza si reagisce ad uno schiaffo con un'altro schiaffo, nella consapevolezza si comprende il perchè profondo di quello schiaffo. Qui il male diventa bene. Anche ad una carezza è possibile una carezza come risposta, ma qui le cose sono più semplici. |
01-02-2003, 18.48.55 | #45 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Re: cara kri
E' molto bello quanto hai scritto, e concordo... però mi sorge un dubbio... nel senso che, la reazione ad uno schiaffo ricevuto con un altro schiaffo, credo sia normale..per l'uomo che non ha raggiunto un dato livello di consapevolezza... il problema è che tutto (intendo la vita, il mondo, il contesto in cui viviamo)..c’insegna che ad un affronto si deve reagire con qualcosa di simile se non peggio.
Occhio per occhi...dente per dente! Ora, ammetterai che per la nostra società, un'affermazione come la tua potrebbe risultare assurda... anche se degna di lode. Come far coincidere le due cose...la ricerca spirituale e la vita in questo mondo di sciacalli? Non è semplice, il nostro istinto ci porta a reazioni talvolta spropositate....ma non solo, l'ambiente che ci circonda segue una "filosofia di vita" che non è compatibile con la ricerca spirituale... almeno, io vedo questo.... Abbandonare il mondo "materiale"..credo non sia possibile per buona parte di coloro che s'incamminano sulla via della conoscenza... come ovviare a questo problema? Tra l'altro neanche troppo piccolo! |
01-02-2003, 18.57.24 | #46 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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Re: cara kri
Citazione:
rieccomi ... troppa la curiosità per la tua risposta! Si sono d'accordo e ho capito. Ed è probabilmete l'uomo consapevole che non si pone il problema dell'effetto ma si domanda solo la causa! Quando dici che il male diventa bene alludi al superamento della fase istintiva per passare alla ragione ... e poi magari dopo alla comprensione? |
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01-02-2003, 19.08.03 | #47 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Io credo che la presa di coscienza sia la semplice osservazione... senza porsi in causa... superare male e bene, andare oltre, forse..... limitare noi stessi a semplici osservatori, senza giudizio. Comprendendo la causa e l'effetto senza rendere il tutto soggettivo.
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02-02-2003, 00.26.21 | #48 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Mi contraddico da sola
Ciao a tutti. so che non mi conoscete. Avevo fatto una breve apparizione su questo forum mesi fa, ma poi mi sono allontanata.
Provo a dire la mia sul post che apre questo forum ma premetto che non ho letto tutte le risposte. Il bene e il male esistono, in un certo senso. Ma è certo, per me, che il male non sono gli istinti e il bene non è il controllo degli istinti. Le forse primordiali legate alla parte più istintuale di noi sono energie potenti e contengono un grosso potenziale trasformativo senza il quale non potremmo "crescere". Allora in che senso esistono il bene ed il male? E' difficile spiegarlo a parole. Credo che sia una cosa di cui bisogna fare esperienza. (sono fissata io con l'esperienza!) Chi ha subito una violenza, ad esempio, sente che il male esiste. Ma quello che è certo è che anche il male contiene in sè in germe di bene. La luce implica l'ombra e viceversa. Personalmente posso dire che la mia esperienza più dolorosa è stata anche la più grande occasione di crescita che la vita mi ha offerto. |
02-02-2003, 21.38.06 | #49 |
Ospite
Data registrazione: 01-02-2003
Messaggi: 17
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All’uomo, al contrario degli animali che non hanno un loro libero arbitrio, ma agiscono sottomessi ad uno spirito gruppo, è concesso conoscere il bene ed il male. Infatti, dopo che Adamo mangiò il frutto dell’albero della scienza del bene e del male, Dio disse: «Ecco l'uomo è diventato quasi come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell'albero della vita, né mangi e viva sempre!». Da ciò, dobbiamo dedurre che conoscere il bene ed il male significa essere Dio, in quanto solo Dio conosce il bene ed il male. L’uomo, per mezzo della caduta dal piano divino in cui si trovava perse tale conoscenza, cioè perse coscienza di ciò che era bene e male, ed è grazie ad un cammino inverso (risalita) che l’uomo può ritrovare ciò che ha perso o meglio che in lui si trova in stato di sonno. Chi dice di conoscere il bene ed il male, dice di essere Dio e quindi di essere un essere perfetto, che non può assolutamente sbagliare avendo acquisito la completa conoscenza del bene e del male. Ora, come ci è stato tramandato da alcune tradizioni, sappiamo che alcuni esseri si sono tanto elevati fino ad essere UNO con Dio, cambiando il loro status da individuale ad universale, ciò che nella tradizione Indù è chiamato Samadhi: coscienza cosmica. A questa realizzazione, tutti gli esseri sono chiamati soprattutto l’uomo, che è il risultato di una lunghissima evoluzione, che partendo dai minerali, vegetali, animali e arrivando all’uomo, ci conduce per legge di natura ad un quinto stato evolutivo, quello divino. L’uomo, è di certo destinato a diventare Dio. Detto ciò, bisogna anche rendersi conto del nostro personale stato evolutivo, che differenzia da uomo a uomo, così alcuni assai più vecchi spiritualmente, sono destinati a diventare Dio, mentre altri cercano ancora di diventare uomini, cosa questa non facile, visto che ancora la maggior parte degli esseri umani, pur avendo un corpo umano vive una vita animale, in preda degli istinti. Di fatto, come vi è una scala gerarchica tra i regni della natura (minerale, vegetale, animale, umano, divino) nel contempo, vi è all’interno di ogni regno e così nell’uomo, troviamo allora uomini con un grado di conoscenza del male e del bene maggiore o minore di atri uomini, ma che comunque tale conoscenza rientra sempre in una scala generica, ove il bene ed il male sono indispensabili all’evoluzione e dove se oltrepassata tale scala, si passa dal regno umano a quello divino, pur vivendo sul piano fisico dove attualmente ci troviamo.
A tale processo, possiamo dare il nome di transustanziazione (tale parola nel cristianesimo sta ad indicare la conversione della sostanza del pane e del vino in quella del corpo e del sangue di Cristo pur restando immutate le proprietà e la forma esteriore della materia stessa), avviene allora la rottura del contenitore, che non è quella del corpo fisico che avviene alla morte e che comunque, non libera dai limiti che in vita non siamo stati capaci di oltrepassare, ma quella che rompe i limiti che cercano di imprigionare la nostra coscienza, quella che ci fa percepire la incorporeità del nostro corpo che non è altro che energia in continua fusione ed espansione. Questo, è il vero trapasso e sicuramente il più reale. In genesi è scritto: “Il Signore Dio lo scacciò (Adamo) dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. Scacciò l'uomo e pose ad oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada folgorante, (e roteante) per custodire la via all'albero della vita”. Ciò, vuole dirci che l’uomo può acquisire grazie alle sue fatiche, un certo grado di conoscenza del male e del bene, ma la completa ed assoluta conoscenza appartiene come già detto solo a Dio. E per divenire Dio, bisogna che egli si diriga verso oriente cioè verso il sole, che in tutte le religioni rappresenta la massima espressione di Dio, ma è proprio in tale direzione che egli si imbatterà contro i cherubini dalla spada fiammeggiante e roteante, simbolo delle leggi cicliche della natura che ci impediscono di uscire dal ciclo delle rinascite, e ci costringono così a vivere nel mondo del divenire. |
03-02-2003, 09.22.14 | #50 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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Re: Mi contraddico da sola
Citazione:
Grazie del tuo contributo! Mi fanno piacere tante opinioni. Tu dici che il dolore più grande è stato il tuo scalino per "salire" ... quindi in un certo senso non hai ceduto al "male" e sei riuscita a crescere attraverso l'osservazione dei tuoi istinti e sei riuscita a suporarli ... posso dire questo? |
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