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11-02-2003, 13.48.36 | #103 | |
Utente bannato
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per Edali e nota per Falcorum
Citazione:
Tutti possono partire per un viaggio di ricerca, ma solo chi ha i requisiti necessari arriverà a destinazione e saprà di essere alla meta. La gran parte di quelli che partono si perdono lungo il percorso e qualcuno passa per la meta e va oltre, tornando a perdersi. Il simbolo del Graal rappresenta la rivelazione di Dio nella Consapevolezza del singolo. Tra tanti che riescono ad avere il "flash" del concetto di coincidenza tra "Tutto" e "Dio", i più rifiutano di riconoscere il Graal per quello che é, ...e continuano a cercare. Falcorum ha detto bene perchè intendeva "ricerca con qualche speranza di successo"... é ovvio che chiunque può tentare qualunque cosa, ma se non ha possibilità di riuscire che ne prendiamo a fare in considerazione il caso?! Falcorum, la tua posta del forum é piena, se non vai a svuotarla non posso mandarti un messaggio importante... deciditi! Poi avvertimi quando l'hai fatto così ti scrivo. Ciao... Ultima modifica di Mistico : 11-02-2003 alle ore 13.55.14. |
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11-02-2003, 14.04.13 | #104 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
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Piccola considerazione:
Graal il graal è una coppa, la coppa è il simbolo che si lega all'elemento acqua, la ricettività... prettamente femminea... ma questa è una coppa particolare perchè contiene il sangue di Cristo. Sangue= linfa vitale.... vita.... il colore del sangue è rosso scuro, colore che rappresenta l'elemento fuoco attivo mascolino, l'unione dei due elementi come anche la croce, verticale attivo, orizzontale passivo, può essere secondo voi visto sotto questo aspetto? Il sacrificio di Cristo che riceve da Dio l'illuminazione ed attraverso la morte dona all'uomo la possibilità di salvezza intesa come via per la consapevolezza? Graal/Centro di Cristo/Tiphareth? ok..è solo un mio ragionamento..magari balzano...ma ogni tanto penso..... |
11-02-2003, 20.09.41 | #105 |
Ospite
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Spero sia gradito
IL GRAAL Il Graal, ci riconduce alla stessa coppa con la quale Giuseppe d’Arimatea, raccolse il sangue del Salvatore, sgorgante dalla ferita al costato di Gesù, prodotta dal colpo di lancia del centurione Longino. Nel libro, “La storia del Graal” Arimatea chiede al Signore: "Signore Iddio, sono dunque degno di custodire il vaso preziosissimo nel quale feci colare il vostro sangue?" "Tu ne sarai il depositario Giuseppe, e dopo di te coloro che designerai" rispose Gesù. Il Graal, fu chiamato con diversi nomi, come ad esempio: Lapis ex Coellis (Pietra venuta dal cielo) o Lapis Exilis, una variante di Lapis Elixir, (Pietra filosofale degli alchimisti). In antichi manoscritti, fu anche chiamato Sangraal o Sangreal, da qui doveva poi derivare la parola Sang Real cioè Sangue Reale. Riguardo alla Pietra venuta dal cielo, una leggenda narra che quando Lucifero si ribellò a Dio, un enorme rubino che si trovava sul suo elmo, venne colpito dalla spada di San Michele, e cadde negli oceani della terra. Tale Pietra, fu poi ritrovata dal saggio Re Salomone, che la trasformò in una coppa, la stessa coppa, che Gesù adoperò nell’ultima cena, e che in seguito venne affidata a Giuseppe d’Arimatea, che la portò in Inghilterra, e da lì se ne persero le tracce. Il simbolismo della Pietra è antichissimo, passa dall’Alchimia alla Massoneria e si ritrova quasi in tutte le Religioni. Famosissima è la frase evangelica di Gesù: “ Tu sei Pietro, e su questa pietra (in aramaico Kefàs) edificherò la mia chiesa, ” o nell’Apocalisse: “Colui che stava seduto era simile nell'aspetto alla Pietra di diaspro e di sardonico; e intorno al trono c'era un arcobaleno che, a vederlo, era simile allo smeraldo”, chiara allusione al Sole, ed ai sette Pianeti che gli ruotano intorno. Infiniti sono gli esempi e le assonanze, per non parlare poi di quei colossali Libri di Pietra, che sono le Cattedrali Gotiche, che in accordo con Fulcanelli, vengono a rappresentare con le loro decorazioni, le loro forme geometriche, il processo alchemico della Grande Opera, ovvero, il percorso iniziatico per trasmutare l’uomo in un Dio, ciò che significa appunto, trasformare i metalli vili in Oro. Ma cosa significa realmente, trasformare i metalli vili in Oro? Considerato che ogni metallo, corrisponde ad un preciso pianeta, e ogni pianeta ha una sua propria e particolare caratteristica e natura, l’Oro viceversa, metallo nobile, corrispondente al Sole, che trovandosi al centro del sistema solare, sembra equilibrare in lui tutte le diverse influenze e caratteristiche dei pianeti. E’ da dedurre quindi, che i metalli corrispondano all’individualità, ed il Sole alla “ SUPERINDIVIDUALITA ’ ” propria del Cristo, o dell’iniziato giunto al grado di Maestro, cioè di colui, che pur mantenendo una sua individualità, non appartiene più a se stesso ma come un Re, al suo Regno, col quale è uno. In sintesi, cos’è il Graal? Gli alchimisti ed i ricercatori in generale, sembrano a prima vista essere discordanti, e con le loro deduzioni, confondono sempre più il ricercatore incredulo, che crede di trovare in loro, l’ultima parola sull’arcano finora mai svelato, ma solo rivelato, cioè velato due volte. Alcuni, e questi sono la maggioranza, ne hanno fatto una coppa, altri un liquido miracoloso quale bevanda d’immortalità, altri ancora ne hanno fatto una pietra preziosa, quale materia prima dei filosofi. Il Graal, sembra essere ognuna di queste cose e nello stesso tempo tutte. Dobbiamo dedurre seguendo un filo logico, e sempre facendo delle ipotesi, che a nulla servirebbe al filosofo la <materia prima> dell’opera ed a nulla servirebbe la coppa (Graal) o vaso, se non conoscesse la procedura esatta per fabbricare l’oro. Ciò che fa ricco un imprenditore, non è certo il prodotto, ma la ricetta con la quale ha formato quel prodotto. Quando i cavalieri della tavola rotonda, si misero alla ricerca del Graal, si misero in ricerca soprattutto dell’arcano perduto, cioè della ricetta, o conoscenza necessaria al compimento dell’Opera. Detto ciò, diamo qui di seguito le tappe storiche, che la reliquia avrebbe seguito, esse sono descritte in un testo medievale dello scrittore Robert de Boron, intitolato “Joseph d'Arimathie”. Queste, sono in breve le vicende seguite dal Graal: STORIA DEL SANTO GRAAL “Quando Gesù risorse, i Giudei accusarono Giuseppe d'Arimatea (proprietario della tomba ove Cristo fu deposto) di aver rubato il cadavere. Egli fu dunque imprigionato in una torre, e privato del cibo. All'interno della prigione, apparve Gesù in un limbo di luce, affidando a Giuseppe la sua coppa. Lo istruì ai misteri dell'Eucaristia e, dopo avergli confidato alcuni segreti, svanì. Giuseppe, poté sopravvivere grazie ad una colomba, che ogni giorno, entrava nella cella e depositava un'ostia all'interno della coppa. Nel 70 d.C. fu rilasciato, grazie all'intervento dell'imperatore romano Vespasiano, e insieme a sua sorella e a suo cognato Bron, andò in esilio oltre il mare, con un piccolo gruppo di seguaci. Qui venne costruita una tavola, che venne chiamata Prima Tavola del Graal: doveva ricordare il cenacolo, e infatti c'erano tredici posti di cui uno era occupato da un pesce, che rappresentava Gesù, e un altro, che rappresentava il seggio di Giuda, era nominato "Seggio periglioso". Giuseppe partì per le terre inglesi, dove a Glastonbury fondò la prima chiesa Cristiana, che dedicò alla Madre di Cristo. Qui il Graal, venne custodito e utilizzato come calice, durante la celebrazione della Messa, alla quale partecipava l'intera compagnia. Alla morte di Giuseppe, la custodia passò a Bron, il quale divenne celebre con il nome di "Ricco pescatore", per aver saziato l'intera compagnia con un pesce che, posto nel Graal, si era miracolosamente moltiplicato. La compagnia si insediò ad Avalon, un luogo che ancora oggi non è stato identificato,( si pensa comunque, che si trovi nel nord Europa).Qui, alla morte di Bron, divenne terzo custode del Graal un uomo di nome Alain. Venne costruito un castello a Muntsalvach, la Montagna della Salvezza (la cui ubicazione è sconosciuta), proprio per custodire il Graal, e nacque uno specifico ordine cavalleresco, chiamato Ordine dei Cavalieri del Graal, sorto con lo scopo di proteggere il calice. Essi, sedevano alla Seconda Tavola del Graal, ove la reliquia dispensava a tutti ostie consacrate. Il custode del Graal, assunse il titolo di Re e Sacerdote. Dopo alcune generazioni, divenne re un uomo chiamato Anfortas, il quale ricevette una misteriosa ferita che lo rese sterile; sulle cause della ferita, ci sono diverse versioni,( secondo alcuni avrebbe perso la fede, secondo altri, avrebbe rotto il voto di castità per amore di una donna, secondo altri, sarebbe stato colpito accidentalmente da una lancia, da parte di uno straniero che si stava difendendo). Il re, divenne celebre con il nome di Re Ferito, e la terra su cui regnava venne colpita da un periodo di sterilità. Si parla, a proposito di questo periodo, di Terra Desolata (Waste Land). La lancia con cui il re venne colpito, fu identificata con la Lancia di Longino, il soldato Romano che, secondo la tradizione biblica avrebbe trafitto il costato di Cristo sulla croce. Essa, venne custodita all'interno del Castello del Graal insieme ad una spada, al piatto che sorresse la testa di Giovanni Battista, e al Graal. Questi quattro oggetti, influenzarono molto profondamente la cultura successiva, tanto che nei semi delle carte da gioco italiane, compaiono ancora le coppe (il Graal), le spade (la spada), i denari (il piatto) e i bastoni (la lancia di Longino). Al fine di ritrovare il Graal, il mago Merlino, fondò la Terza Tavola del Graal, chiamata Tavola Rotonda. Dopo aver educato il giovane Artù, il quale divenne re di Camelot, e si circondò di una compagnia di cavalieri, che presero il nome di "Cavalieri della Tavola Rotonda". Il giorno di Pentecoste, il Graal apparve nel centro della Tavola, avvolto in un limbo di luce, scomparendo dopo breve. I cavalieri allora, si impegnarono in una ricerca iniziatica del Calice, i più celebri furono Lancillotto, Galvano, Bors, Perceval e Galahad. Lancillotto, fu in grado di avvicinarsi al Graal, ma venne colpito da cecità a causa del suo adulterio, con la moglie di Artù, Ginevra. Galvano, arrivò al Castello del Graal, ma non riuscì a raggiungere il Graal a causa della sua natura, troppo legata alle cose terrene, poiché era privo di quella semplicità, richiesta al ricercatore. Soltanto in tre, raggiunsero il Graal e furono in grado di partecipare ai suoi misteri: Galahad, cavaliere vergine, Perceval, l'Innocente, e Bors, l'uomo comune, che fu l'unico a ritornare alla corte di Artù per portare la notizia del ritrovamento. Nessuno di essi però, poté impadronirsene. Perceval, dopo aver vagabondato per cinque anni, ritrovò la strada per il castello del Re Ferito (anche chiamato Re Pescatore), e dopo avergli posto una misteriosa domanda: "Chi serve il Graal?" - risanò la ferita del sovrano. L'acqua, tornò a scorrere nella Terra Desolata, facendola fiorire. Galahad, Perceval e Bors ripresero la ricerca, raggiungendo la città orientale di Sarras, la città del Paradiso, dove il Graal era stato trasferito. Qui, parteciparono ad una Messa durante la quale Cristo apparve, in una visione dapprima come celebrante, poi come un bambino, e infine come un uomo crocifisso; Goalahad, in seguito alla visione, morì e venne portato direttamente in cielo. Perceval, ritornò al castello del Re Pescatore, e alla morte di costui, lo sostituì sul trono. Bors, invece, ritornò a Camelot. Il Graal, riposò così, per i secoli successivi a Sarras, una città che ancora oggi non è stata identificata”. Ci sarà più facile ora, comprendere la “Preghiera del Santo Graal”, e rivivere quei memorabili momenti di gloria e di fratellanza, che vissero quei nobilissimi cavalieri, della Tavola Rotonda. |
11-02-2003, 23.15.08 | #106 |
Ospite
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riferimento:
Infatti se non ricordo male, la croce posta al di sopra di un simbolo (dal punto originario, espandendosi origina una sfera, sotto l'azione degli elementi modifica la sua struttura ottenendo un cubo) sta ad indicare l'opera compiuta..... Fabrizio: (Il cubo simbolo della stabilità, si forma per mezzo della croce latina, infatti se apri il cubo si forma la croce. Il cubo è formato da sei facce e sei è il numero dell’uomo, poiché il sesto giorno è stato generato. Possiamo dire allora, che la pietra grezza, simbolo dell’uomo, deve diventare cubica per mezzo dell’arte e dei suoi strumenti: Maglietto, scalpello, lima, squadra, filo a piombo ecc, ecc.) La croce è di per se un gran simbolo, poi la stessa viene associata a delle figure geometriche, (triangoli, cerchi, quadrati…) ed a secondo di dove viene collegata indica una fase evolutiva. Quando la croce si trova al di sotto di una figura indica una fase di sonno, di incoscienza, di letargo, questa fase è propria del nigredo, dove come nella morte ma anche nel sonno si perde lo stato di coscienza. Questo stato è simile a quello di un seme (materia prima – caos) che non è ne vivo ne morto, ma messo nel terreno muore (putrefazione) per far sbocciare una nuova vita. La croce, al centro di una figura, indica invece un lavoro che si sta svolgendo, il color nero (detto anche corvo) diviene prima grigio e poi bianco. Questa fase, ci indica che da uno stato di incoscienza, di morte, si sta passando ad uno stato di coscienza (albedo) di nuova vita, la luce comincia a vincere sulle tenebre, e il germoglio nato dal seme, comincia ad alimentarsi della luce del sole, cioè, di un fuoco diverso da quello interno contenuto nel nucleo del seme. (Per questo si parla di due fuochi o zolfi, quello della natura e quello dell’artista, che è simile a quello della gallina quando cova l’uovo.) Il germoglio è il fanciullo filosofico, ancora legato alla madre che lo deve nutrire periodicamente con il suo latte, chiamato “latte della vergine”. Questo alimentarsi del latte, rappresenta le sublimazioni, il solve et coagula. Ed è qui che si alternano i due stati, quello di coscienza e quello di incoscienza, quello individuale e quello universale, quello di sonno e quello di veglia. Ed è grazie a tale latte che, il fanciullo cresce si rinforza e diviene indipendente. Al disopra di una figura, la croce è simbolo di realizzazione, è il Cristo trionfante sul mondo, come ci indica il globo sormontata dalla croce, che troviamo in cima a tutte le chiese. In questa fase, il fanciullo filosofico diviene indipendente, vivendo in un terso e nuovo stato, formato dalla perfetta unione dei due precedenti. Questo terso stato, ci permette di non perdere la nostra individualità dopo la morte fisica (quella che San Giovanni chiama seconda morte) e di raggiungere l’immortalità, o meglio la non perdita della coscienza. Questa immortalità, viene chiamata anche sonno cosciente o estasi attiva. Ma la parola “estasi” non significa stato esterno, perché sempre di stati interni - dello spirito - si tratta, ma significa uno stato, che è stasi cioè fisso (fissazione), che si trova distaccato cioè al di sopra di tutti gli stati precedenti. QUANDO IN TUA DOMO NIGRI CORVI PARTURIENT ALBAS COLUMBAS TUNC VOCABERIS SAPIENS (Quando nella tua casa i neri corvi partoriranno bianche colombe allora sarai chiamato sapiente) |
12-02-2003, 00.00.14 | #107 | |
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Re: per Edali e nota per Falcorum
Citazione:
Non ho trovato il messaggio che ha dato origine a questa duscussione sul graal e sull'idea che il viaggio di ricerca sia solo per pochi eletti. Dico la mia, per quanto possa valere, senza stare a tirare fuori riferimenti ai vari miti. Tutto possono partire per un viaggio di ricerca ma solo chi ha i requisiti necessari arriverà a destinazione? Scusate la domanda scema: ma qual'è la destinazione? La destinazione non è il graal, l'illuminazione, l'idividuazione, l'uovo filosofale. La destinazione è la vita! Tutto il grande viaggio serve solo ed esclusivamente se porta ad imparare a vivere. Il fatto non è che non tutti hanno le doti necessarie per compiere il percorso ma che non tutti ne hanno bisogno. C'è chi sta già bene così com'è. E allora chi glie lo fa fare di mettersi in viaggio? Dice un proverbio zen: "prima dell'illuminazione prendere l'acqua al pozzo e zappare l'orto, dopo l'illuminazione prendere l'acqua al pozzo e zappare l'orto" Se il viaggio non porta alla vita è un viaggio inutile. Se durante il viaggio si perde di vista la vita è pure dannoso. |
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12-02-2003, 01.16.15 | #108 | |
Utente bannato
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Citazione:
Infatti non tutti partono per quel "viaggio", solo quelli che si sentono "chiamati"... e solo per questi vale quel che ho detto. La "destinazione", Fragola, é trovare quel Graal... in altre parole, é trovare risposta a quale sia il vero rapporto tra noi e Dio, cioé cosa lega l'uomo a Dio, cioé cos'é l'uomo e cos'é Dio. La ricerca del Graal é la ricerca di noi stessi, senza risposta non conosceremo qual'é il nostro scopo spirituale. Chi non si pone la grande domanda, vive esattamente come un animale molto avanti nell'evoluzione, come un oggetto estremamente tecnologico dal punto di vista genetico... ma che non ha Anima, non é capace di ascesi, ...che vuole soltanto esistere per quello che é. Dio vuole essere accettato, non é il massimo desiderare di metterlo dietro un paravento. Non per chi ha una spiritualità evoluta. Il buddismo é una filosofia benedetta. é una via importante che può condurre alla meta... all'illuminazione. Prova ne é che Budda arrivò alla meta... o no? Ciao Fragola - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - per Fabrizio: grazie per il tuo lavoro. Sai che mi piace quello che scrivi. Ma se scrivitanto, metti noi in imbarazzo nello scegliere su cosa risponderti... ho reso l'idea? E poi, non vuoi conservarti qualcosa da dire in un passaggio successivo? Se ci dai Tutta la pentola insieme Non solo ci sazieremo alla nausea, ma non ricorderemo neanche quanto era buona la minestra... :-) Ciao Fabri! |
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12-02-2003, 08.30.09 | #110 | |
tra sogno ed estasi...
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Ringrazio Fabrizio per le informazioni che ci ha fornito.
Per Fragola: Io non credo che s'intendesse in quel senso. La via è aperta a tutti, tutti possono percorrerla, chiaro, poi...come in ogni cosa della vita ci sarà che il percorso porterà a termine, chi si stancherà a metà e chi neppure lo comincerà.... Dove sta il problema? Citazione:
dopo vivere inserirei...in un dato modo, ovvero.... meglio! |
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