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10-01-2006, 09.16.58 | #132 |
Ospite abituale
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Condivido ciò che è stato scritto da Atisha.
Provo a spingermi più in la e da un punto di vista pratico. Dapprima, l'esperienza negativa, l'eperienza di dolore e di insoddisfazione ti porta ad affrontare il cammino spirituale. Più forte sarà il dolore e prima ti fermerai nella ricerca, convinto...più o meno... di aver finalmente trovato qualcosa che possa alleviarlo. Se questo dolore (insoddisfazione) è forte, più facilmente troverai il percorso che ti fa affrontare una esperienza in grado di addolcire l'anima. E' sufficiente un maestro, una bibbia, una setta. Ma se il dolore è lieve cosa succede? Se come per il dolore fisico fosse uno di quei dolorucci che ci sono e non ci sono, vanno e vengono. Senti un malessere continuo che a volte pare non ci sia. Questo, per certi versi è il peggiore. E' quello che non ti da tregua, quello che ti pone lungo il cammino continui dubbi. L'aspetto positivo di questi dolori dell'anima però è che possono farti affrontare il cammino con più calma. Puoi valutare tutte le strade e scegliere la migliore perchè tanto il dolore è li ma non è forte. Quale bussola lungo il cammino? La filosofia intesa nel senso più pratico di uso della ragione. Capisco che spiritualità e ragione possano sembrare in antitesi. Ma la ragione è l'unica arma che abbiamo...un peccato non usarla! |
10-01-2006, 09.19.32 | #133 | |
Sii cio' che Sei....
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10-01-2006, 09.29.26 | #134 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
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Ho detto in precedenza che la Filosofia utilizza un linguaggio allegorico, mentre la mistica utilizza un linguaggio simbolico. Quando un filosofo antico parlava del Logos e dei Logoi Spermatikoi il confine tra esperienza Mistica e Filosofica era molto sottile.... Il simbolo di ogni singola lettera dell'alfabeto, essendo un archetipo primordiale, diviene esperienziabile ad un altro livello del Logos. Cioe' nel Logos esistono piu' forme di Intelletto, di cui quello che si identifica con le Forme e' solo la periferia (e' il Manas della Tradizione Vedica). Il Mistico (Filosofo) deve per forza esperienziare una forma di Conoscenza pre-discorsiva se vuole dimostrare (ma puo' accadere anche il contrario) le verita' espresse dalla Filosofia.... Ovviamente stiamo parlando di Filosofia Antica.....piano, piano ha poi prtevalso la visione Antropocentrica..... |
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10-01-2006, 09.56.45 | #135 | |
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Ed io non potrei che darti ragione! E' vero. E' così! Anche i pensieri più "originari", l' idea della capacità stessa che sta dietro alla ragione, non è che ancora essa stessa "pensiero": questa è la realtà umana pensabile. Incredibilmente "necessaria" e (spesso) catastrofica al tempo stesso. ( Rileggevo ieri uno scritto decisamente ricco d'ispirazione intorno a questo "la fascinazione di Thanatos" www.riflessioni.it/testi/thanatos.htm >tralasciando la storia 'desiderio- 'non arrivo' che personalmente non condivido!!< dal quale le domande colavano via come se senz'accorgermi avessi stritolato con le mani un'arancia succosa e matura, solo che ognuna di quelle gocce pareva in procinto di cuocermi la pelle..) Vedi qualunque cosa viene elaborata dal cervello ed il cervello segue null'altro che questi sensi, è per questi sensi: ma noi facciamo domande che necessitano di un punto di vista fuso alla visuale e questo la mente non può darlo senza scoppiare in knock-out. Dove la magia d'ogni 'cosa' esistente viene colta, al di là di una finalità che non sia la magia stessa di questo 'essere' (la cosa stessa) che ovunque pervade, che in ogni cosa si esplica, dove ogni cosa viene colta nel suo essere totale e nella sua fusione totale (nel resto) non filtrata da un 'io' che chiede indipendenza, l'unità magica viene esperita come potenza immensa e poco conta che ciò sia esperito da un senso aggregato chiamato 'corpo'; poco importa la concettualità attraverso cui tentiamo di spiegare una finalità in virtù di un 'io' che a rotazione 'preme' per essere sentito come a sé stante, abituato da vecchi ricordi di separazione. Lo so il discorso porta, può portare a dei riscontri di ordine 'morale' probabilmente 'sconvolgenti', spesso a raso della follia pura.. Ma per ora non ho altre risposte.. (che non siano solo giochi concettuali di pura elaborazione immaginativa, tanto più distanti dal sentire sottostante esperito) Brucus: Le mie parole erano tese a sottolineare che il reale non può identificarsi col pensiero, nemmeno col pensiero che sa di pensare se stesso..! Solo questo tendendo a dire. Non tolgo bellezza all'immaginazione creativa, ma la considero un film e come "film" facente parte di una realtà relativa alla visione. Logico che qualunque "visione" è comunque 'tangentemente' o meno (percettibilmente o meno) frutto dell'elaborazione mentale (e quindi pensiero) dei sensi.. Questo è il normale, naturale percorso biologico di questa realtà relativa all'essere umano. Non una fuga quindi dalla creatività dell'immaginazione, dunque. (p.s: rileggerò con più cura i restanti messaggi appena possibile.) Gyta Ultima modifica di gyta : 10-01-2006 alle ore 10.03.35. |
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10-01-2006, 10.07.20 | #138 | |
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Ma le forme sono relative a questi sensi. (sull'Io'>inteso come Unità o Sé o PincoPallo o OrgasmoCosmico.. etc..etc..etc.. penso diciamo la medesima cosa!) p.s. x nexus6: (io-gyta- non uso mai il termine 'io' minuscolo per descrivere il Sé-Unità-Totale. >solo a scanso di equivoci che rendono poi incomprensibile la lettura. ) Gyta Ultima modifica di gyta : 10-01-2006 alle ore 10.10.24. |
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10-01-2006, 10.24.49 | #140 | |
like nonsoche in rain...
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