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09-01-2006, 02.34.49 | #102 |
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Data registrazione: 02-02-2003
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Ma esiste realmente una realtà giornaliera?
Se non in virtù di obiettivi e funzioni? Esplorare se stessi è fuga o abbraccio? Fuga è seguire un sentire che non ci appartiene, accettare come nostro ciò che non viene da noi. Quale è la realtà? Quella attraverso cui l'aria trasparente distingue sagome differenti tra loro? L'organizzazione sociale? Quella famigliare? I bisogni fisici? Quelli intellettuali? Quelli spirituali? Il sonno notturno? La veglia diurna? Non c'è una realtà giornaliera. C'è la Tua realtà giornaliera. C'è ciò che vedi, che senti, che pensi: questa è la realtà, l'unica. Anche la cosiddetta organizzazione sociale non è che come una serie limitata di cineforum all'aperto; si paga in scelte la somma corrispondente al biglietto e ci si appresta alla visione della realtà oggettiva della piazza-forum' x'. Non si è soddisfatti? Di norma, pagando in scelte la somma corrispettiva all'uscita ci si può indirizzare verso un'altra piazza-cineforum pagando nuovamente in scelte il corrispettivo del biglietto d'ingresso e così via di seguito. E' questa la realtà oggettiva? L'appartenenza alla medesima visione di un film? Di una guerra? Di una pace? Di una quotidianità? Di una sepoltura? Di una cremazione? Di un accoppiamento? Di una cena? Quale è "oggettivo"? Non c'è "oggettivo". C'è pensiero "puro" e pensiero "ereditato". Dietro al pensiero "puro" (/"originale">non indotto esternamente) c'è la porta verso il reale. O puoi chiamarla "libertà". O Dio. O Soffio Vitale. O Tutto. O Vuoto-Pieno. Od Io. O Sé. O Nulla (sottinteso >di "tutto questo"). Quale sovrastruttura razionale è dunque più parassita? La realtà dei pensieri indotti? O quella dell'autocoscienza? Quale pensiero ci appartiene realmente? E quale invece è frutto d'induzione minuziosamente elaborata? La nostra mente è una mente libera od addestrata? E quest'addestramento è stato compiuto dalla nostra stessa coscienza, dal nostro stesso sentire od abbiamo ereditato opinioni, visioni, concetti? Il nostro sentire è "puro" (diretto) o filtrato da antiche associazioni simbiotiche? Su questo abbiamo costruito la nostra sovrastruttura "razionale". Su antiche visioni ereditate, impartite, legittimate. Le stesse parole sono nutrite da sentimenti che man mano andiamo a mimare. Cosa di tutto questo ci appartiene? La storia dell'altrui pensiero? Non basta essere divenuti adulti per credere di esser divenuti anche liberi. Dove la libertà diviene nuovamente sovrastruttura razionale cessa d'essere tale. E solo un altro film del quale prendiamo visione. Dietro il pensiero "puro", dietro la sala privata del nostro cineforum è la porta per il reale. Dove anche il termine "giornaliero" diviene superfluo. La ragione, il pensiero "puro" non sono che il mezzo per giungere alla porta del reale. Il "Maestro" è la ragione, il pensiero "puro" che viene a distinguere affinché si possa infine unire (essere). Non 'gettare la spugna' stava proprio ad indicare la necessità di seguire solo ed esclusivamente la nostra segreta natura, poiché solo seguendo il nostro ritmo, la nostra indole più profonda saremo sufficientemente reali da poter 'incontrare' la realtà (quella al di là della semplice immaginazione). Spiegare parole che sottintendono ad esperienze intime è spesso un'impresa, è vero. Si cerca di razionalizzare e distinguere in una miriade di toni e colori sperando che l'interlocutore abbia abbastanza destrezza da ricomporli nella miscelazione proporzionata alla prospettiva di fondo contemplata e tutto questo per forza di cose attraverso note di contrasto. Quando in una discussione il confronto è profondo è per ognuno un reale arricchimento, è energia vivificante.. di questo ti sono grata ed a chi partecipando ha reso possibile quest'incontro. Anche a Uno alias "Michelito" *, al quale rispondo: <<Non c'è in parole "povere" né in parole "complesse"; e, a ben vedere non c'è nemmeno in "parole" né in silenzio. Non c'è merce di "scambio"; non sintesi né ampliamento: l'unico "Soldone" possibile sei Tu.>> * ("Michelito" -personaggio delle strisce comiche di Mafalda, perennemente interessato a tradurre in profitto immediato tutto quanto: affetti, cibo e qualsivoglia situazione) P.S.: "Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa e perciò continua a volare." (Igor Sikorsky) .. Molto illuminante!!! Gyta (alias.. Mafalda) |
09-01-2006, 13.27.32 | #103 |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
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Gyta, mi preme risponderti e dirti che ho compreso il senso della tua risposta a tratti molto nonsense; i nonsense mi piacciono molto, cercano di dirti più di quello che è scritto, più di quello che si può dire a parole e, tramite il significato di esse, lasciano aperto il campo alle specul-azioni di chi osserva e riflette.
Sono parole silenziose che tastano la “destrezza” dell'interlocutore in un modo così sottile, che esso se ne sente rapito, senza neanche accorgersene. Qual è la reale realtà, dunque? Ti potrei rispondere così, cadendo nella mia solita autoreferenzialità: “Non vi è, non vi può essere ontologia per noi, tutto è pensiero filtrato, ereditato, indotto; non posso non rendermi conto che l’io, il sé, la coscienza sono parimenti pensieri abil-mente costruiti ed elaborati; tu diresti che le elaborazioni sono successive, ma quelli in realtà sono pensieri “puri”, diretti, non filtrati. Ed io ti risponderei: ne sei sicura?” Lo potrei fare, ho detto, ma tale è la profondità dei nonsense che mi impongo di rimanere in silenzio. Grazie della condivisione. Ultima modifica di nexus6 : 09-01-2006 alle ore 13.31.58. |
09-01-2006, 13.28.13 | #104 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Fuga dall'immaginazione, dalla fantasia, dalla creatività. Perchè? Se esiste una realtà oggettiva, noi siamo quella realtà, perchè l'immaginazione non può che emanare da essa, e quindi siamo l'immaginazione di noi stessi. L'immaginazione non può tornare alla Realtà, perchè essa stessa è la matrice di nuove realtà oggettive che a sua volta creeranno nuovi mondi di fantasia, in una sequenza infinita di vita che genera vita. Questa ricerca della realtà è senza senso, perchè siamo la realtà che si espande e dinamizza solo attarverso il suo potere creatore. E' come se un pensiero, sentendosi orfano, cercasse di tornare alla mente da dove è sorto, ma così facendo, snaturerebbe la natura stessa della mente, rendendola arida e sterile, essendo la mente, come realtà oggettiva rispetto al pensiero, l'origine di quel ritorno impossibile, impossibile perchè si costituirebbe nella morte della mente. Se siamo in questo oceano di illusione, è perchè cosi l'ha voluto il nostro essere reale. Non vi è alcun ritorno, ma la consapevolezza della Realtà che vive ed esperisce attraverso le sue creazioni. |
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09-01-2006, 13.42.46 | #105 |
Sii cio' che Sei....
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Messaggi: 4,124
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(quoto il bell'intervento di Brucus)
Ma in pratica? In soldoni? (dice giustamente UNO) Come convertiamo le nostre belle speculazioni in un agire quotidiano che abbia un senso di fronte ai Reali problemi Umani? La porta del Reale puo' essere un telefono che squilla e dobbiamo correre all'ospedale perche' un nostro caro sta male (mi e' appena accaduto....ed e' la mia mamma.....)...........non esiste un Reale Metafisico separato dal Reale quotidiano! L'esperienza dei Mistici inizia la dove si ferma quella dei Filosofi, dice qualcuno, ossia dall'allegorico al simbolico, dal descrittivo all'esperienza diretta. Ma in ogni caso l'uomo necessita di risposte concrete ai suoi problemi esistenziali, altrimenti si e' fuori strada, che si sia spirituali o no..... Ultima modifica di Yam : 09-01-2006 alle ore 13.45.19. |
09-01-2006, 14.09.40 | #107 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Verissimo, quindi non è fuggendo da questo mondo illusorio che risolveremo i nostri problemi quotidiani. L'arrivare alla conclusione que tutto questo è solo immaginazione, che lo è, non faremo che complicarci ancora di più la vita, perchè ci creerà un senso di inutilità della nostra stessa esistenza in questa dimensione irreale. Ma se hai la cosapevolezza profonda che tutto questo agire ha il suo origine nel nostro essere reale, che siamo quella realtà che in ogni istante rittocca qua e là la sua creazione, e che in quanto creazione, noi percepiamo come il Maestro di Vita, allora tutto acquisisce un senso, anche l'esperienza che ci possa sembrare la più banale. Per tornare al mio post precedente volevo dire, che sarebbe di un artista che rinunciasse alla sua immaginazione per tornare all'essere reale che è?, semplicemente morirebbe come artista al privarlo della sua ragion d'essere, e allo stesso tempo, la scomparsa della sua opera frutto della sua immaginazione, impedirebbe lo sviluppo di nuove generazioni di artisti. Ciao |
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09-01-2006, 14.51.04 | #109 |
Sii cio' che Sei....
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Ci sono tutta una serie di deviazioni e fughe possibili dal Reale.
Un certo modo di aderire all'IO o Consapevolezza con "sforzo" puo' produrre particolari Stati di Coscienza, spesso scambiati per l'Illuminazione, in cui la Vita perde di significato ....... |