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07-01-2006, 17.54.08 | #93 |
Ospite abituale
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riflessione
Buona sera! no Ati non specifico perchè quello che conta è che lo si farà rientrare sotto il nostro pieno e pacifico controllo, in modo da dirigere la sua energia e non esserne servitori ed assoporarne la fragranza claudio
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07-01-2006, 17.56.06 | #94 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2005
Messaggi: 141
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Citazione:
Per fuoco ho inteso la messa a fuoco, che è all’infinito, il praticante non ha obiettivi se non quello di esercitare la sua devozione, non importano le condizioni in cui versa (fosse anche l’inferno), coopera costantemente con l’Assoluto senza soluzione di continuità e si trascendentalizza (o spiritualizza che dir si voglia) perché non ha più interessi mondani, compreso il suo corpo od il suo stato psicofisico. Non vedo altro sbocco ai tentativi spirituali….in tutti gli altro modi prima o poi si ritorna. |
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07-01-2006, 17.56.31 | #95 |
like nonsoche in rain...
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Messaggi: 1,770
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Uno dei cammini di Battiato (dall'ultima parte di "Giubbe Rosse"):
"Ritornare a sud per seguire il mio destino la prossima tappa del mio cammino in me per trovare la mia stella e i cieli e i mari prima dov'ero." Riflette giusta-mente il buon Franco: prima dov'ero? E' una riflessione molto on-topic, che ci può accomunare tutti quanti, non trovate? |
07-01-2006, 18.15.16 | #96 |
ospite sporadico
Data registrazione: 05-01-2004
Messaggi: 2,103
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Nexus adesso ti rispondo per la prima volta completamente in tema dopo che nessuno ha toccato alcuni punti:
Non è possibile simulare una fede E possiamo riaprire tutta la discussione su questa mia affermazione, qualcuno ti dirà che è spirituale senza avere fede... e lo faccio pure io quando vedo qualcuno che associa fede=credi_per_convinzione... Fede concettualmente può significare credere che una cosa può essere o può accadere... questa è la definizione intellettuale ma se è dissociata da quella emozionale e fisica non è Fede. Fede significa avere un trasporto emozionale che va oltre (anzi meglio dire cammina parallelo) la sola ragione, chi conosce la struttura della magia e di altri fenomeni esoterici (purtroppo oggi solo fenomeni da baraccone) sa che senza il trasporto emozionale e la resistenza corporea la potenza del pensiero non può essere trasportata a compiere l'Atto... e per fare magia (ma è solo un esempio... che non sarà compreso dal 99% di che legge... essere Spirituali equivale ad essere Magici da un certo punto di vista) ci vuole Fede... Questo è visibile anche nelle piccole faccende quotidiane che quando si muovono nell'ambito Spirituale dovrebbero essere sempre pregne di Fede (nel senso di cui sto parlando). Capisci perchè non potresti mai fregarmi? Sei intelligente e penso che lo sapevi già... ma ho apprezzato tutta questa discussione che ha girato per mille meandri senza toccare il fulcro... Se la fede è solo intellettuale è quella che Van Lag chiama cieca e io anche bigotta... entri nei solchi di un disco rotto... questa puoi simulare ed imitare... quella vera no... o Sei o non Sei. alle prossime P.s. Tattva ok va bene, ne parliamo un'altra volta se sei in giro.. adesso non è il momento |
07-01-2006, 18.55.53 | #97 |
Ospite abituale
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fede
Fede significa avere un trasporto emozionale che va oltre (anzi meglio dire cammina parallelo) la sola ragione, chi conosce la struttura della magia e di altri fenomeni esoterici (purtroppo oggi solo fenomeni da baraccone) sa che senza il trasporto emozionale e la resistenza corporea la potenza del pensiero non può essere trasportata a compiere l'Atto...
Questa è la manifestazione della Fede nell'impermanenza (la sua forma manifesta) claudio |
08-01-2006, 10.23.42 | #98 | ||
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Messaggi: 2,614
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Citazione:
Fuori da quella "porta" assieme alla vecchia logica "descrittiva" verbale viene a cadere -in un certo senso- anche ogni obiettivo coscientemente (e precedentemente) pensato: questo è il nuovo binario intrapreso. Ma "intrapreso" sott'intende ancora una volontà "attiva" impossibile alla nuova modalità del sentire /dell'essere dove l'azione sembra non aver parametri di soggetto agente né di oggetto 'agito', in quella 'triade' leggera indistinguibile che mirror sintetizza. La "ricerca" non si 'placa' per 'disidentificazione' ma poiché diviene impossibile ogni identificazione logicamente razionale /rappresentabile mentalmente; viene a cadere ogni metro di paragone per necessità; ci si avvia ad un sentire-essere differente dove il linguaggio inizia a perdere connotati (comuni logici) adeguati alla situazione. Anche il termine 'pacifico' non so quanto possa individuare chiaramente la situazione, come inadatto sarebbe 'adrenalinico' d'altronde; il termine 'OsservarSi' diviene ambiguamente controproducente/contrario a questo punto. Ed ancor prima, dove c'è pensiero della Consapevolezza non può sussistere Consapevolezza, in virtù di quella distinzione consone alla logica classica dove per forza di cose si necessita ancora di distinzione affinché ne si possa pensare (logicamente/in logica). Seppur ben concretizzato con il termine "Presenza" anche in questo caso tale distinzione è (può essere) ostacolante, poiché per necessità chiama (richiama) al significato distintivo di "Assenza"; così come "Essenza"od "Essente" presuppone ancora nuovamente il suo logico contrario. Penso che principalmente il nocciolo della questione sorga attorno al significato di (/all' entità di) "coscienza" (*), attorno a questo si snoda tutta la realtà spirituale o 'mistica' che si voglia. Ancora una volta mi trovo ad ammettere che se la parola-pensiero accanto ai suoi significati e contenuti/spessori emozionali è di certo un tesoro da scoprire/riscoprire, una miniera non sempre troppo ben esplorata, d'altro canto ad un altro livello di percezione diviene contenitore insufficiente, come se si dovesse ammettere che contenitore e contenuto possano equivalere inequivocabilmente alla medesima realtà; la stessa situazione in cui ci troviamo andando a distinguere potenziale ed effettivo, materia ed 'energia' dove in realtà l'unica illuminante distinzione è data esclusivamente dal strategico punto d'osservazione, dal cosiddetto terzo incomodo: l' "Osservatore". Se si dimentica che solo la logica razionale dell' 'osservatore' (quindi di un soggetto differente dall'oggetto) pone le basi a tutto il fraintendimento ci si preclude ad una possibile sperimentazione pura di "essere" (o di "non essere" poiché a tal punto ogni distinzione funzionale viene a cessare). Può l'Uomo ergersi a Dio?! No, se non eludendo l'uno e l'altro; in un 'gioco' dove la scissione non può entrare in merito. Sino a quando vi sarà(o non sarà) un Dio, Dio non potrà essere (o non essere); sino a quando vi sarà un uomo, l'uomo non potrà essere (né non essere). Che senso hanno le mie precedenti affermazioni? Quello di sbaragliare la visuale da un osservatore (e quindi da un osservato); sconvolgere alto e basso; dentro e fuori: parametri costituenti la logica della ragione funzionale. Dove cessa la funzione, la funzione è (o non è> poiché la distinzione diviene irrilevante non essendo più finalizzata ad uno scopo di transizione) [ Nexus6 in un punto del tuo scritto sento aria di spugna gettata.. Non farlo! Gettare la spugna non è fermarsi né non fermarsi. Se non sai ciò che dico potresti essere in procinto di gettarla nuovamente. Potrebbe essere un stupido errore. Non saranno le parole degli altri a farti fermare (od a non farti fermare). Questo lo puoi mimare, ed il mimo corrode (impercettibilmente.. corrode). Citazione:
Gyta |
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08-01-2006, 15.45.57 | #100 | |
like nonsoche in rain...
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Messaggi: 1,770
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Citazione:
Con l'espressione "se non sai ciò che dico", volevi forse intendere "se non riesci a capire ciò che dico", giusto? Ora seguimi: se tutti questi dialoghi con Voi non sono stati inutili (e non lo sono stati, spero, per entrambi), dovrei aver capito che se mi azzardassi a dire "ho capito tutto", sarei in profondo errore; se cercassi con la "vecchia logica" un filo "logico" appunto, sarei destinato ad una ricerca perenne, poichè il "filo" è extra-logico; semmai lo troverei solo successivamente, dopo aver Vissuto... Quando si spiega cos'è la Consapevolezza a chi desidera saperlo, si ricade inevitabilmente nella "vecchia" logica discorsiva, nell'antico problema della distinzione tra osservato ed osservatore, al centro di millenarie dispute metafisiche; insomma si è in errore e si è soggetti ad inevitabili fraintendimenti da parte di chi pone domande. "Gettare la spugna" non è nella mia natura, ma come mi avete ripetuto più volte, nessuno è in grado di spiegare queste cose fino in fondo; lì bisogna che uno ci arrivi con le proprie gambe. Anzi queste "cose" non possono essere proprio spiegate, se il docente vuole evitare fraintendimenti da parte del discepolo. Ed allora come mai esistono tanti cosiddetti "Maestri"? Il loro intento è solo quello di portarti per mano fino ad un certo punto, fino alla soglia della porta, ma poi sta a te decidere se attraversarla... e quando lo avrai fatto ti accorgerai che tutto ciò che ti ha detto il "Maestro" era ancora gravato dalla vecchia logica e dunque te ne allontanerai. Ho risposto giusto alla mia domanda? Ho compreso ed apprezzo, dunque, l'intento volutamente non logico di alcuni tuoi passaggi: giustamente "sconvolgere" per poi "coinvolgere". Tutti i termini "pacifico", "placarsi", "calma", "OsservarSi" li ho usati tentando di immaginarmi le reazioni suscitate dai Vostri momenti di "Consapevolezza"; ho posto in grassetto ed in corsivo un importante "poi" in uno dei miei precedenti post, appunto per sottolineare che una cosa è l'esperienza diretta, altra cosa è la successiva ed inevitabile "razionalizzazione" da parte della mente "discorsiva" che è pur presente in tutti Voi; questo non potete negarlo ed è proprio ciò che intendevo per "sovrastruttura razionale". Dunque, mi hai pazientemente spiegato in questo post la tua "sovrastruttura razionale" ovvero quello che la tua mente "discorsiva" ci ha raccapezzato delle esperienze, che razionalizzazione NON possono necessariamente e costitutivamente avere. In cauda venenum. Se posso, un'ultima domanda: questa "fuga" dalla vecchia logica, ormai stantia ed inappropriata, non potrebbe configurarsi come una "fuga" dalla realtà giornaliera, un momento a posteriori magico ed intimo, dove nulla può entrare e nulla può uscire, perchè il protagonista è proprio lui ovvero il nulla o anche il tutto, che poi sono la stessa cosa? Il nulla come cessazione di "funzioni", di "desideri", di "domande", di "distinzione tra osservatore e osservato"; dunque il nulla come il tutto, come ciò che è, senza nessun attributo, appunto... Dalla splendida Haiku di Battiato: "Seduto sotto un albero a meditare mi vedevo immobile danzare con il tempo come un filo d'erba che si inchina alla brezza di maggio o alle sue intemperie. Alla rugiada che si posa sui fiori quando s'annuncia l'autunno assomiglio io che devo svanire e vorrei sospendermi nel nulla ridurmi e diventare nulla." Ultima modifica di nexus6 : 08-01-2006 alle ore 15.51.06. |
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