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11-08-2002, 21.51.02 | #82 |
Ospite
Data registrazione: 09-08-2002
Messaggi: 9
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l'esistenza di Dio...... è un tasto davvero delicato al quale chiunque può portare la propria tesi con la quasi certa sicurezza di avere una specie di ragion veduta che rafforza la sua tesi, ed è forse questa secondo me la prova della vera esistenza di un essere superiore che può essere chiamato Dio o Allah oppure Jeova o Manitù. dal canto mio al giorno d'oggi credo la figura migliore per identificare un Essere Superiore, sempre che se ne voglia ammettere l'esistenza, sia la fusione di tutte le figure che storicamente venivano associate a Dio.
questo perchè in passato le diverse razze culture necessitavano di simboli e figure che in qualche modo rispecchiassero il loro modo di vivere e desse delle regole costruite "su misura"per così dire, che riflettessero in un possibile futuro post morte, la realizzazione dei loro sogni delle .loro verità delle loro vite, che l'ambiente che li circondava non poteva permettere loro. oggi che ci troviamo in un mondo ben + evoluto e che permette di raggiungere livelli di soddifacimento nettamente superiori e quelli del passato la figura di Dio io la vedo un po come un grande fratello muto, che ci accompagna ci osserva senza però interferire ne intromettersi nelle scelte e nelle decisioni; lo vedo come una Presenza che tutti in qualche modo sanno che esiste, ma della cui rappresentazione fisica non hanno bisogno, un po come gli alieni se mi permettete la parafrasi, quasi tutti sanno che esistno, li accettano come idea, ma nessuno gli ha mai visti..... e se Dio fosse veramente un alieno?????? sarebbe davvero una sorpresa Galattica secondo me, e forse ne renderebbe l'accettazione + facile piuttosto che se un giorno si aprisse il cielo e ne uscisse una figura con un triangolo sulla testa, voi che ne dite?capelli |
13-08-2002, 12.31.46 | #83 |
Messaggi: n/a
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Concordo a pieno che oguno di noi abbia una idea di dio e che tali idee non penso potranno mai essere paragonate perche'cmq non dimostrabili. vi propongo un invece una questione. DIO E LA LIBERTA':se pensiamo a dio in termini di assoluto(penso che difficilmente possa essere pensato diversamente) che ruolo e che rapporto ha l'uomo con dio-sistema-assoluto. IN che misura l'uomo si puo' definire libero nei confronti di una superentita' eterna?rispetto ad una intelligenza fuori dal tempo che contiene in se il tutto che ruolo ha l'uomo?????????? POISON MI pIaci viechi quando fai il burbero ma so che in realta' sei un cuore tenero.......hihihihih |
13-08-2002, 19.38.20 | #84 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Cazzo! Certo che ho il cuore tenero...
Poi, essendo io un gran rompicogl..., mi piacciono i rompicog..., che sanno, però, distinguere il modo, il luogo, il momento e le ragioni per poter fare i rompic... Ciao POISON.... Bello il tuo Avater (ormai ho imparato anch'io cos'è), è paer caso la tua fotografia di quando eri giulivo e felice... cioè di quando eri giovane e in gamba??? Ciao... dai inizia a scrivere qualcosa... poi vedrò di seguirti... non rovinarmi la discussione del Comitato F&D dà il benvenuto... se no dove andrei a far la ricreazione io???? |
16-08-2002, 18.22.43 | #85 |
Messaggi: n/a
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la verita' e' quella che si crede tale.....tu per me sei vieschi!!!
vi pongo un problemino... essenza ed esistenza: una sedia ha la sua ragion d'essere nel fatto che e' stata concepita come sedia e che sara' una buona sedia se rispecchiera' le caratteristiche per la quale era stata proggettata.La sedia ha in se causa finale e causa efficente separate.la causa finale in se la causa efficiente fuori di se. Nella sedia L'essenza precede l'esistenza.la ragione del suo essere precede l'essere stesso. nell'uomo l'esistenza precede l'essenza proprio perche' causa esficiente e causa finale coincidono nell'uomo stesso.Bene...l'uomo non e' gia' uomo finche' non decide di connotarsi come tale attraverso la responsabilita' della scelta. Questo significa che la morale come tale e' frutto del dello scegliere di un uomo.cio' significa che non esiste una morale e che questa viene inventata dal nulla ogni istante. date queste premesse l'uomo puo' sentirsi libero???rispetto a se stesso e rispetto a dio????e soprattutto il problema della liberta' sussiste davvero????non e' forse vero che come diceva hegel che o nella verita' ci siamo sempre atati o non ci saremo mai????quanto pesa sulla coscienza l'idea di pensare di essere momento,di essere goccia nel mare....che rispetto all'assoluto non c'e' tempo e quindi tutto e' stato gia' scritto???E' un autaut o l'assoluto o il nulla e l'assurdo.o si e' momenti di qualcosa di superessenziale o si e' condannai come sisifo a spingere un masso per l'eternita' con la magra consolazione di sapere che quelllo spingere il masso e' la nostra unica piccola certezza. POISON |
17-08-2002, 00.46.24 | #86 |
Numero
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 291
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Suggerimento
Sì certo, bello spunto... ma perchè in questa discussione?
Poison, apri un nuovo 3d, e magari (se ti senti particolarmente bendisposto nei nostri confronti) prima di farlo cerca se da qualche parte non se ne è già parlato e riporta a galla la discussione. E poi non è il caso di aprire una discussione di questo tipo come "deviazione" di un'altra. |
17-08-2002, 07.17.40 | #87 | ||||
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Citazione:
Ne sei davvero sicuro? sai che io, invece, sono convinta che in passato c'era più spiritualità che oggi? il simbolismo che tu citi è nato per risvegliare nelle menti "di chi conosce" delle sensazioni, pensieri, ecc...non so se ti è mai capitato di visitare chiese antiche o monumenti a forte legame spirituale...hai notato la simbologia di ogni oggetto, pittura ecc... Non mi crederai, ma a volte succede che un dato affresco o quadro o che ne so...un semplice oggetto...nasconda in sé un misterioso enigma...insiemi di linee e cerchi..ecc... Tutto questo ci arriva dal passato, da persone che sicuramente sono state "iniziate" ad un certo tipo di spiritualità... Non sono convinta che ai nostri giorni, con tutte le stronzate che ci vengono propinate da tv, giornali ecc... esista un senso della spiritualità maggiore che nel passato. Anzi, siamo diventati quasi delle macchine...senza anima e spirito... Sono pessimista? No...o forse...o semplicemente sento il mondo che mi circonda in modo diverso. per poison Citazione:
certo nulla in contrario, ma permettimi di chiederti se l'uomo lo definisci tale sole ed esclusivamente perchè libero di scegliere? e di conseguenza, determinato ad accettare e sestenere le responsabilità di tale scelta.. Citazione:
L'uomo è libero rispetto a chiunque...se si creano delle costrizioni è solo a causa dell'uomo stesso, dei "vampiri" che egli crea per se stesso... come diceva E.Levi "Noi creaiamo i nostri vampiri e dobbiamo nutrirli col nostro sangue, la nostra intelligenza ed i nostri pensieri"...più o meno diceva così... La verità...Poison.......su..la libertà è soggettiva....come soggettiva è la realtà.... Cio che per me è rosso per te può essere verde, nella tua realtà la verità è verde...nella mia è rossa...esempio stupido, lo so...ma non mi viene altro...sorry darling! Citazione:
Quale peso? ricorda..."come sopra così sotto"...ciò che sta in alto è come ciò che sta in basso... nulla è stato già scritto... Il destino te lo crei tu.... baci |
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08-04-2014, 15.20.38 | #88 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 12-12-2008
Messaggi: 4
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?
Citazione:
«…Il Regno è invece dentro di voi e fuori di voi. Quando vi conoscerete, allora sarete conosciuti e saprete che voi siete i figli del Padre che vive…». Se comprendi questo comprendi che la vera ed autentica Religione è solo quella interiore, quella del Cuore. Le altre, quelle che conosciamo sono organizzazioni che si possono chiamare "Religiose", perché parlano anche di cose religiose. |
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10-04-2014, 14.08.33 | #89 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 08-04-2014
Messaggi: 59
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?
Aggiungo alla lunga riflessione alcun idee per stimolare la riflessione.
Le proposte etimologiche sul significato della parola religione sono più d'una: da re-ligare, che indica "legame" e di conseguenza "unione" poiché ciò che lega unisce delle cose, ma sarebbe da specificare legame a che cosa: una immagine/concetto di divinità o realtà ultima? una comunità? delle leggi? altro ancora? tutte queste ed altre cose insieme non una senza l'altra, oppure alcune di queste, e magari ciascuna in diverso modo? il termine, di per sé non dà grandi ulteriori specifiche: se dico mela, tutt'al più potrò aggiungere il nome della qualità, in ogni caso indico un oggetto specifico, ma in una religione troviamo diversi ingredienti amalgamati anche in modo molto diverso e diventa difficile stabilire l'oggetto primario del legame a volte; re-legere, che indica un continuo ripetuto rileggere e prestare attenzione, in questo caso solitamente si pensa a dei testi, al loro continua lettura e ripetizione (moltre tradizione religiose, quali la maggior parte implicano la riunione periodica per la lettura di tali testi, in alcuni casi la recitazione a memoria, come nella religione vedica o buddhista, e l'islamica, in altre, invece, come l'ebraismo, è vietata la memorizzazione e vi è obbligo di fare riferimento sempre al segno scritto, quindi di leggere il testo. Entrambe le prassi sono connesse allo studio di esso, ma non di rado anche alla rilettura nel senso di continuare reinterpretazione, ed applicazione dei contenuti alla realtà; una terza lettura del termine estende entrambi questi due significati a un re-elegere, nel senso di rieleggere, scegliere, riconoscere valore, ma poi anche "avere particolare riguardo, considerazione, cura diligente" quindi rimanda a qulcosa che è caro e che sta a cuore; delle immagini per rendere l'idea possono essere quando diciamo cose del tipo "questo per me è sacro" riferito a qualcosa che ha un particolare valore per noi, che sia una relazione o qualunque cosa, anche la mia cucina, il mio riposo, il sonno, il momento del pasto, un interesse, qualsiasi cosa che sia percepita come imprescindibile per noi; Testi o comunque contenuti a parte, che possono essere scritti ma anche trasmessi oralmente, ed a cui possono essere dati valori e criteri di utilizzo diversi in ciascuna religione, vi sono fra le religioni caratteristiche comune e caratteristiche differenti nel senso che può cambiare l'insieme delle cose prioritarie cui avere stabilire/legame. Non sempre l'immagine della divinità è il fulcro di questo legame. Ad esempio si può non credere in dio eppure essere buddhisti, oppure nell'ebraismo si può che non credere in d-o e ritenere che il termine Elohim indichi una pluralità di legislatori del tutto terreni: in tal caso il legame è con le leggi e le regole della comunità, è di quelle che si è religiosi e sono quelle l'oggetto che determina il "far parte". Nel caso di ebraismo e islàm il legame è con una giurisprudenza e con i suoi criteri: nel momento in cui si fa parte della comunità che la applica il credere o meno in dio può diventare relativamente secondario. Il cattolicesimo lega ad una particolare idea di dio (trinitario) di cui si può parlare molto, l'islam lega ad una idea di dio molto rigidamente disciplinata come "inimmaginabile" assolutamente completamente trascendente (visione trascendentalistica) uno e unico, l'ebraismo ugualmente vincola all'unicità ed al non farsi "immagini", che potrebbe essere o meno esteso anche alle immagini mentali, ma, in realtà non fa una proibizione di una certa speculazione o possibilità di discutere alcuni aspetti e quindi non ne fa un dogma (esempio rapporto fra immanenza e trascendenza) ma non si è appartenenti indipendentemente da molte cose, poiché ebraismo è prima di tutto non solo seguire una legge ma far parte di un popolo; mentre nel cattolicesimo esiste l'eresia, e nell'islam il kufr, che è un corrispondente, nell'ebraismo questo non è presente, conta l'adempimento delle leggi; molto vario è il panorama delle religioni indiane, dove all'interno di una stessa religione esiste un livello di libertà che permette la convivenza di correnti diverse (es. dualista o non dualista: esiste il vishnuismo sia dualista che non dualista, oppure tantrico o non tantrico, etc. e così per molte altre religiosità indiane); nel buddhismo esiste la possibilità di legame alla comunità, ma anche la via di realizzazione solitaria, non si è vincolati ad alcune visione della divinità o dell'assoluto che dir si voglia anzi, piuttosto al parlarne il meno possibile, quindi si può essere atei o agnostici ma appartenenti, poiché esso è alfa-teista (non afferma, non nega ma prescinde completamente da scelte o posizioni a riguardo ed in genere non si "insegna" e non si "predica" dio ed a questo, si, bisogna attenersi), poi di religioni ne esistono tante altre ancora sia indiane sia non del tutto e che non ho preso in considerazione, quindi altre possibilità ancora di essere religione. Esse non sono solo diverse perché hanno riferimenti diversi, ma sono anche diverse per il modo in cui concepiscono se stesse e per come si compongono, e danno una importanza diversa al credere o non credere nell'esistenza di un dio o di un sua particolare visione. Quindi è difficile rispondere al "si può credere ma non appartenere? ha senso": ovviamente si può, non so che senso abbia coltivare una visione di un dio o di una realtà ultima, senza tutti gli altri ingredienti che danno un senso a ciò: prassi di vita, norme e leggi, partecipazone ad una vita comunitaria. Ok, credo una certa cosa, ad esempio nell'amico immaginario, che ha un certo aspetto, è un draghetto tutto rosa che abita nel mio garage oppure è la balena giuseppina, oppure è un'idea più o meno complessa che mi ritaglio da me e non confronto con niente e con nessuno, ma in tal caso non è diversa dalla balena giuseppina o dal draghetto tutto rosa. E' la compagnia di una idea ma che rapporto ha con la mia esistenza? Forse di tipo psicologico. Oppure, per opposto potrei essere religioso del sistema giudiziario del mio stato, di una idea di organizzazione sociale, di uno stile di vita, etc. che mi ritaglio su misura prendendo a prestito gli elementi che mi si offrono. Ma mi domando credere o no in dio (credere in che senso? che esiste? e quindi? fatto come? ) se non si vuole appartenere ad una comunità ... sicuramente si può, ma si può anche non credervi, e non capisco il credervi che senso abbia, ripeto, oltre il valore psicologico:l'amico immaginario? il draghetto rosa? la balena giuseppina? ... a me personalmente darebbe più l'impressione di voler avere una comoda coperta di linus, che, certo per molti versi può essere utile. Mi viene in mente che se viene il prete a casa mia per la benedizione pasquale gli potrei dire: si io credo che dio esiste, magari anche che esiste proprio quel tipo che dici tu (trinitario) ma non voglio appartenere alla comunità ... e lo trovo giustissimo, ma mi sembra un po' di più un espediente psicologico per non scontentare e non sottoporsi alla critica, reazione, dell'interlocutore, ed allo stesso tempo ovviamente tenerlo lontano. Oppure un po' come dire: non vengo lì ma per sentirmi meno in colpa e più a posto con la mia coscienza almeno "credo" che dio esiste. A questo punto mi sembra che si sia meno liberi di chi si lega ad una comunità religiosa e quindi mi domando perché non essere direttamente liberi di non credervi? Questo dio è tranquillizzante? Mi fa qualcosa? Si occupa di me? ... A livello personale penso che nell'arco della vita, poiché è qualcosa di cui non sappiamo nulla, ma la cui immaginazione effettivamente a volte qualcosa ci dà (come specchio, come proiezione di noi stessi in questo sconosciuto che poi ci restituisce una immagine di noi talché ci possiamo vedere) si cambia idea molte volte a riguardo e credo che mettersi una etichetta di credere o non credere pensando che sia uno stato stabile da conservare o che si conserverà nel tempo ha poco senso. Il riferimento al buddhismo (buddhadharma) non l'ho portato perché a me sicuramente piace, è un mio interesse, l'ho portato perchè il fatto che si possa, all'inverso "far parte di una comunità religiosa, senza credere in dio" poiché questa credenza non è contemplata come un fatto centrale possa far riflettere (ricordando che questo è possibile anche nell'ebraismo). |
10-04-2014, 15.40.07 | #90 |
Nuovo ospite
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Riferimento: si può credere a dio ma non identificarsi appartenere a nessuna religione?
Credere o non credere certo deve essere una libertà individuale,buddismo cristianesimo ,islamismo,ebraismo ,ateismo anche,perché anche il non credere poi diventa una fede o una filosofia di vita.Ogni scelta dovrebbe secondo me essere sottoposta a questa semplice domanda:mi aiuta a vivere meglio? Se si,la scelta è ottima ,perché una religione o una filosofia se non aiutano a vivere meglio non servono a nulla.Nel rispetto delle scelte altrui, trova spazio la libertà di ognuno.
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