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16-04-2014, 00.35.26 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 17-12-2011
Messaggi: 899
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
Finchè arriviamo da esperienze diverse non può che finire male: diceva qualcuno.
E possibile costruendo un sistema relazionale senza pretese che in termini di tempo si cambino le persone. Semplicemente mettendo lì qualcosa per riflettere. E' normale che ognuno abbia convinzioni, ma è importante capire che queste convinzioni sono in un sistema aperto di scambio. Già, proprio l'apertura permette di accettare da altre persone nuovi argomenti che possono farci riflettere. E' il bisogno, la necessità di comunicare le nostre convinzioni che nasconde la forte necessità di essere accettati e capiti. A nessuno penso piaccia stare isolato nella solitudine , forte delle proprie convinzioni. In fondo comunicare è un pò come amare. |
16-04-2014, 08.26.08 | #4 |
Moderatore
Data registrazione: 10-04-2006
Messaggi: 1,444
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
@ gyta-paul
grazie per avermi detto quello che pensate. quello che mi viene da dire dopo i vostri interventi e' che dietro l'apparente incomunicabilità e separazione ce uno sforzo continuo che cerca di arrivare all'unione e che l'amore (comprensione) sia il veicolo che ci consente di farlo..quindi secondo me non e' tanto il fatto di voler essere accettati,quanto il fatto di approdare a un senso di unita con tutte le cose,un richiamo superiore che ci spinge verso questa direzione. cosa pensare invece quando vi e' in atto uno scontro? non può essere possibile il fatto che un tale scontro sia in realtà anch'esso un tentativo (ma al contrario) di arrivare a qualcosa di cui ci sentiamo appunto inevitabilmente attratti? un amore alla rovescia ma pur sempre amore? insomma la vita come palestra (incontro-scontro) per conoscere cio che ignoriamo..cio che ci separa,per giungere a cio' che (ci) unisce.. non so come ma detto questo mi e' tornata alla mente una canzone di un certo goran bregovic…la prima volta che ho seguito le parole di questo brano mi hanno fatto molto ridere,in realtà poi,mi e' sembrata una simpatica burla e moderatori permettendo vorrei chiudere così questo mio intervento e l'inizio del brano recita così: The man thinks The horse thinks The sheep thinks The cow thinks The dog thinks The fish doesn't think The fish is mute, expressionless The fish doesn't think because the fish knows everything http://youtu.be/bUQnNGuS_ME |
16-04-2014, 10.55.34 | #5 | |||||
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
Riprendo alcuni punti dall'inizio della tua precedente riflessione d'apertura..
Citazione:
nel risponderti l’altro giorno sono partita a cercare di parlare quel terreno sul quale avviene a mio avviso quella possibilità di relazione cioè l’amore verso la conoscenza che dona quell’apertura capace di interazione non semplicemente formale.. certo è vero che se ci chiediamo sul nostro porci in generale allora quell’offrire una propria riflessione e lasciare che lo sviluppo del dialogo se ci sarà segua spontaneo il suo corso è di certo la disposizione migliore quando si ha cura di non forzare nulla.. è però altrettanto vero che talvolta questo approccio vale solo in prima istanza mentre ci sono passaggi anche di conoscenze più o meno occasionali dove il possibile dialogo esige una messa in gioco più diretta.. Tu citi situazioni in cui “le convinzioni” prendono una determinata direzione ed impediscono in un certo senso quel dialogo preliminare capace di giungere al confronto.. di fronte a questa realtà penso sia allora necessario notare come quel passo precedente, del notare se vi siano o meno indizi di interesse verso la reale comunicazione non superficiale, sia così essenziale alla possibilità di un proseguo dove la relazione di fatto possa realmente avvenire. Cogliere cioè quei segnali che indichino le sotterranee aspettative di quel (per ora apparente) confronto, se le finalità volgono verso un autentico interesse diretto alla comprensione o se quel (apparente) confronto non è che lo strumento di una sotterranea volontà di sfogo il cui tema altro non è fondamentalmente che pretesto alla necessità di mimare un momentaneo interagire.. Non so bene spiegare come questo sentore avvenga e quanto possa essere sempre attendibile.. di certo attendibile lo è abbastanza in linea di massima.. ma il come ce ne si renda conto è esperienza di antennine più o meno acquisite nel tempo attraverso l’attenzione posta all’ascolto ed alla osservazione nello svolgersi delle relazioni.. Spesso quella domanda che poni mi è accaduto di pormela in momenti in cui il mio desiderio di comunicazione prendeva centrale la mia attenzione sfuggendomi così quei minuscoli indizi che tanto mi sarebbero serviti per evitare quella delusione del sentire d’essermi messa in gioco con una persona che aveva differenti esigenze e che di quella apertura pur apprezzandola non sapeva che farsene.. C’è la vie.. Ti ho risposto nuovamente perché talvolta cerco di rispondere in modo preciso e rileggendo(-mi) mi sembra di aver tentato una piccola diagnosi sulla questione in corso ma di aver totalmente fallito nella mia modalità il bersaglio posto in gioco. Quello mio precedente è l’esempio calzante di quella modalità che pur spiegando consegna quella distanza che il tema pone come fondamentale motivo di rammarico e problematica del rapporto umano. In questo spesso forse pecco di quell’offerta di riflessione suggerita da Paul di cui faccio abuso volentieri escludendomi di fatto il pericolo di mettere in gioco quella assenza di impersonalità tanto poco rassicurante per chi come me sente il bisogno di non accontentarsi di mera apparenza.. così [tale modalità] dispensa parti di sé autentiche ma ben protette da quella impersonalità che le destina di fatto ad una maggiore potenziale esclusione di possibile scontro diretto ma anche del testare che ciò che suggerisce Paul tanto campato in aria non è.. Morale (se morale vi è): la prevenzione può diventare distruzione. Ma nel mio caso il punto mediano è un bel casotto di autogestione.. Come mi gestisco qualcuno ipotetico (ma milionesimi di volte accaduto) che capisce fresche per frasche? E al di cui “frasche” il coro dell’aida s’unisce?? E l’eco è celestiale.. ma solo nei pink floyd.. Non mi ci far pensare alle ore passate a ripetere ed a chiedermi ma che è? non parlo forse comunque una sorta di italiano? Perciò consiglio spassionato..: prima di starci male pensa ripetutamente se lo scambio sia avvenuto o sia stato solo puro mimo.. allora di fronte a questo puoi a cuor (non troppo ahimè)leggero darti pace e rammentare (con tutti i crismi) che chi ha in quel momento più sale.. lo metta.. e amen.. Sullo scontro di posizioni interiori è difficile giungere per davvero ad un autentico confronto e per davvero è necessario trovare nelle due persone in questione quell’amore verso la comprensione autentica capace di porre centrale la necessità di comprendere il meccanismo dell’altrui visione e lasciare in secondo piano la priorità politica personale.. Amore come dice Paul.. un amore molto amorevole.. che talvolta può accadere di dover esercitare anche in quei rapporti dove ci si ama per davvero.. senza che però questo diventi una forzatura al proprio sentire.. ecco perché ho scritto “talvolta” perché la posizione in rapporti autenticamente stretti deve essere, è necessario sia in assoluto reciproca e solo occasionalmente un porre in secondo piano per scelta di priorità il proprio sentire.. Citazione:
Lo è! Eccome. Il punto è che se entrambe le persone interessate non ne sono coscienti il rischio o meglio la certezza è di arruolarsi nei giovani crocerossini.. e finire i propri giorni sul medesimo mezzo di trasporto.. Il punto è che ciò che viene condiviso è comunque quella finalità di cui si ha comunque sentore di coscienza sennò resta per davvero un azzardo.. a meno che non sia utile a chi decide di intraprendere tale scavo.. da solo però.. Citazione:
Che dio ci abbia in gloria però perché la strada è irta di abissi.. e ci necessita realmente che tale strada sia proprio la nostra strada.. il nostro sentire.. la nostra esigenza.. Citazione:
Citazione:
Questo è un film sul drammatico rapporto tra un uomo e un pesce. L'uomo si trova tra la vita e la morte. L'uomo pensa, Il cavallo pensa, La pecora pensa, La mucca pensa, Il cane pensa. Il pesce non pensa. Il pesce è muto. Inespressivo. Il pesce non pensa, Perché il pesce sa Tutto. Questo invece mi fa piangere.. pur con tutto il rispetto verso i pesci.. |
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16-04-2014, 12.45.46 | #6 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 29-03-2014
Messaggi: 32
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
Ho letto l'argomento proposto e i commenti che seguono,sono riflessioni condivisibili e molto belle.Ho investito gran parte della mia vita cercando l'unione,con qualcuno è quasi automatica perché si parla la stessa lingua ,c'è sintonia del sentire e medesima disponibilità a mettersi all'ascolto.Diventa problematico, quando le persone che incontriamo,viaggiano su una lunghezza d'onda differente,la distanza è creata da interessi diversi e da una differente visione della vita .Nei miei primi venti anni di vita,sono stata una persona molto aperta e avevo anche delle aspettative di corrispondenza a questa mia apertura,aspettative spesso rimaste deluse.Cosa è cambiato?E' cambiato l'approccio e non ci sono più le aspettative,credo di aver acquisito anche la capacità di relazionarmi senza soffrire, con quanti è veramente fatica trovare anche un solo punto in comune,ho imparato ad adattarmi alle circostanze.Non credo si possa per forza aver pretesa di avere con tutti un rapporto che vada oltre la superficie.Perché ci sono persone che si relaziono per come vivono,in superficie appunto.Un tempo la mia intolleranza mi rendeva inaccettabile questa cosa e, la mia testa rifiutava che altri non avessero l'esigenza di cercare con me, l'unione che io cercavo con loro.E' importante verificare che ci siano le condizioni per vivere molte ore della propria giornata con qualcuno e non sentirsi alieni, se le condizioni non ci sono,l'unico modo che io ho trovato, è non mostrare indifferenza per gli interessi altrui anche se non sono i miei.Gli amici ce li scegliamo ma un collega di lavoro che ti fa sentire su un altro pianeta, se avessimo potuto scegliere di trascorrerci liberamente il nostro tempo,avremo scelto di non frequentarlo.Se la vita però ce lo mette accanto è perché secondo me dobbiamo imparare qualcosa dalla diversità,...nel mio caso,la tolleranza.Perché chi è intollerante si isola da solo , non è isolato come tante volte ho pensato in gioventù.
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16-04-2014, 12.50.58 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-06-2002
Messaggi: 1,297
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
Citazione:
Credo di si, il punto è indagare in noi mentre viviamo cosa ci attrae. La legge di attrazione è potente e ci conduce, o trascina, ovunque essa stia puntando la sua freccia togleindoci anche energia. Così ad esempio, se siamo attratti dal soddisfare un certo nostro bisogno dell'ego, ecco che in un dialogo andiamo avanti tentando di convincere l'altro finchè non otteniamo il soddisfacimento di quel bisogno, ed ecco lo scontro. Ma voler convincere l'altro a chi o cosa serve? In un dialogo è il modo corretto? Siamo attratti sicuramente da noi stessi in ogni cosa che facciamo e se teniamo presente questo è molto più semplice l'indagare interiore. Una volta che conosciamo le nostre attrazioni possiamo scegliere se soddisfarle o meno. Se decidiamo di comunicare con l'altro dobbiamo sacrificare molte soddisfazioni personali, ed effimere, a fronte della comprensione dell'altro, altrimenti come si può comprendere e comunicare con il prossimo se il centro completo della nostra attenzione siamo solo noi? Sarebbe perfetto spostare il centro dell'attenzione tra noi e gli altri. C'è un altro punto molto importante secondo me, ma successivo rispetto all'indagine di ciò che muove le nostre conversazioni e convinzioni, che è il rispetto totale ed assoluto dello spazio e della libertà anche di sbagliare dell'altro, e naturalmente ciò vuol dire che accettiamo di sbagliare noi stessi. Gli spazi che intercorrono tra due persone che cercano di comunicare non sono solo verbali come sappiamo, ma sono anche fisici ed energetici, quindi quando qualcuno vuole convincere l'altro per soddisfare se stesso sta prevaricando l'energia e lo spazio altrui, se ci fate caso anche fisicamente... e inizia lo scontro, non ci si ascolta più, non si può più percepire le parole non verbali dell'altro. Ma se io resto nei miei limiti fisici ed energetici non prevarico l'altro e neppure mi faccio precaricare ma sono in continuo ascolto dell'altro, e non solo verbale. Per me alla fine l'importante è imparare a capire cosa davvero l'altro stia cercando di dire o comunicare al di là delle sole parole che a volte esprimono l'opposto rispetto a ciò che si vuole davvero. Non è così difficile come sembra, a volte basta semplicemente non interpretare con i propri filtri ma restare neutrali e si percepisce di più. Comunque, per quanto banale e semplicistico possa apparire, sono le intenzioni profonde che ci muovono che creano o meno incontro. |
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16-04-2014, 15.27.10 | #8 | |
Moderatore
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
@ gyta-Sancho-kri
non pensavo di provocare tanta disparita di opinioni,anche incentrate su un impronta piuttosto personale..o mi sbaglio? Citazione:
questo punto scritto da sancho mi sembra che sia un punto in comune anche agli interventi di gyta e kri e su cui credo vale la pena di soffermarsi. penso che quando abbiamo a che fare con il "diverso",che io definirei meglio con "sconosciuto"…non si tratta solo della persona in se,ma con qualcosa che in noi aspetta di essere svelato…diventa così un opportunità per indagare,per aprirci a qualcosa di nuovo. l'ironica canzone dell'uomo in rapporto al pesce secondo me vuole essere anche una metafora..il pesce che non ha bisogno di parlare o avere una qualsiasi espressione comunicativa,"perché lui già sa tutto"..mi e' piaciuta proprio perché nella mia interpretazione vuole forse dirci che noi al contrario abbiamo bisogno di relazionarci,di sforzarci per arrivare a comprendere altro da noi che non ci risulta familiare per scoprire chi siamo,proprio attraverso le diversità che ci vengono incontro..e a parer mio,questo non credo affatto che avvenga solo per caso.. giorni fa ho letto una cosa molto interessante; tutta la scenografia del mondo manifesto che ci circonda non e' altro che uno specchio magico in grado di riflettere la nostra interiorità questo concetto,per quanto "astratto" possa sembrare lo trovo di un estrema concretezza…secondo me può essere la chiave per capire quanto di noi può esserci di estraneo (alieno) oppure no.. un invito anche a guardarci intorno con occhi diversi Grazie! |
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16-04-2014, 19.51.02 | #9 |
Nuovo ospite
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
Ciao,penso che tra noi e l'ambiente ci sia una reciproca influenza e credo che "gli scogli" che incontriamo nelle relazioni, debbano essere colti come opportunità per guardare a noi stessi per scoprire aspetti di noi che non si erano considerati prima.L'ambiente funziona da causa esterna e fa affiorare la nostra reazione(effetto latente) rendendo quell'effetto manifesto.Spesso quando gli "scogli" sono "troppo duri" per troppo tempo, in genere si sceglie la fuga.Personalmente ho notato che fuggire a certi stati di "alienazione",evitando alcune persone che evocano in noi questo sentire,non serve ,perché presto o tardi la vita ripresenta situazioni analoghe anche più pesanti di quelle che abbiamo lasciato.
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16-04-2014, 23.35.27 | #10 | |
Ospite abituale
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Riferimento: cosa ci porta a sentirci separati l'un l'altro?..o forse questa e' solo un illusione?
Citazione:
Perfettamente d'accordo è ancora amore. Persino paradossalmente l'odio è una forma di amore, dove sale forte l'emotività da obnubilare la ragione. Il vero dramma dell'incomunicabilità e del non-amore è l'indifferenza, la forma mortale dell'assenza di appetibilità per la vita, di fine della curiosità. Penso che una delle grosse difficoltà sia il saper mediare le istanze emotive e razionali, cuore e ragione, sentimento e raziocinio. Accade come in un circuito elettrico , il rischio è il sovraccarico o il corto circuito. Per poterli gestire bisogna sapere individualmente conoscersi, perchè la personalità e il carattere sono diversi e particolari per ogni individuo. Bisogna ,in sintesi, capire i nostri sintomi e pulsioni e adatto che hanno la velocità troppo spesso dell'istinto, bisogna cercare di farli passare per un momento di riflessione. Quando ci accade ad esempio che: " cosa sto facendo? perchè mi sto arrabbiando, perchè sono ansioso, oppure sono abulico o apatico,ecc." bisogna sapersi fermare....a riprendere fiato. Ritengo che le tecniche orientali in questo siano molto educative. A volte roviniamo un incontro senza averlo voluto ,come volontà, ma solo perchè ci siamo lasciati prendere da una emotività ....non educata. Se impariamo a educare noi stessi automaticamente impariamo a conoscere gli altri e riusciamo persino ad individuare in un apparente scontro il vero motivo di comunicazione. Nello studio delle conflittualità emotive si impara che spesso la conflittualità avviene non sul vero motivo, ma sul piano emotivo di un contenuto che non è quello fondamentale, perchè tendiamo a nascondere persino nello scontro il vero focolaio ; lo spostiamo su contenuti che non c'entrano nulla. Ecco perchè spesso le liti nascono per motivi futilissimi, sono la goccia che ha traboccato il vaso, ma il contenuto del vaso era su tutt'altro versante molto spesso. Un buon sistema di relazione è una dote di equilibrio, direi che è una "fortuna" averlo. Chi intuisce di non averlo spesso scarica sugli altri il suo problema relazionale, di avere difficoltà di comunicare, è come avere un blocco energetico. La persona veramente intelligente è quella che capisce il problema relazionale di un'altro e non lo fa pesare alla persona in disagio, ma addirittura lo mette a suo agio emotivo, affinchè impari a gestirsi. Noi non comunichiamo solo parole, fredde parole, il "tappeto" il substrato su cui sono portate le parole sono date dall'emotività e lo intuiamo da una persona dalla voce e dai gesti che accompagnano quelle parole. L'amore è la sorgente energetica in noi e riesce a trasformarsi, a volte a bloccarsi, a volte a espandersi e traboccare. E' una meravigliosa fontana trapassata da un raggio di luce che fa apparire i colori dell'arcobaleno. E' uno, ma si traveste di moltitudine e difficile è capire il suo percorso, ma se conosci il sentiero, lo scontro diventa incontro. |
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