ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
14-09-2005, 13.50.37 | #92 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2003
Messaggi: 978
|
Forse sulla questione del dubbio non mi rispondete perchè non lo adottate e quindi vi sentite attaccati dalla mia richiesta.
Bene, ma io semplicemente chiedo, poi ognuno avrà la sua opinione. Il mio ragionamento è: Un buon metodo non pò non prendere in considerazione il dubbio. (anche per rispondere a chi mi accusa di essere un materialista senza dubbi) Il vostro ragionamento sarà: Il dubbio non serve. Tutto qua. Parlandone assieme magari voi cambierete opinione, come io potrei cambiare opinione. La questione poi sarebbe: Perchè avete scartato il dubbio? |
14-09-2005, 14.24.25 | #93 |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
|
Un metodo pratico: La Meditazione
Dubita, dubita sempre!
Di metodi di ricerca spirituale ce ne sono moltissimi, ma sono solo "ricette" piu' o meno efficaci e profonde. Di solito vi e' un ricercatore e ....un ricercato (l'Assoluto), c'e' pero' un piccolo particolare: le due figure coincidono. Ogni ricerca, ogni metodo...e' alla fine inutile, se non dannoso. Di solito nelle tradizioni orientali viene utilizzato un metodo di auto osservazione molto rigoroso, chiamato meditazione. Dharana o Samatha e' la concentrazione mentale. Dyana e' la Contemplazione. All'inizio si tratta di rompere le concatenazioni mentali del pensiero. Quel continuo romanzo in cui viviamo identificati giorno e notte (....si anche la notte) viene interrotto riportando l'attenzione (presenza) al supporto di meditazione. In questo caso si parla di meditazione con oggetto. Se hai preso un fiore come supporto "visivo" (ma puoi utilizzare ciascuno dei sei sensi, dove il sesto e' il Manas o intelletto) mantieni lo sguardo fisso sul fiore. Occorre ricordarsi (sanscrito smrti) di ritornare al supporto ogni volta che la mente divaga e inizia a seguire i pensieri. Questa pura presenza o attenzione non-discorsiva, questo guardare senza pensieri l'oggetto, produce tutta una serie di esperienze. Se praticata intensamente conduce a sperimentare veri e propri stati alterati di coscienza (samadhi). La tradizione del Buddhismo Hinayana ne riconosce otto di assorbimenti meditativi. Una delle prime esperienze che si hanno e' il sorgere del singolo pensiero e poi di uno spazio vuoto (sunyata) tra un pensiero e l'altro. Si cerca di dilatare quello spazio.... Quel silenzio o quiete mentale e' considerato la base per la visione profonda (contemplazione), che e' l'aspetto spirituale della meditazione. La sola concentrazione e' un potere, una capacita' della nostra mente, ma da sola porta solo a quelle particolari esperienze di samadhi. Esistono auterevoli studi neurofisiologici sulla meditazione. Questo e' un metodo che porta al riconoscimento della pura presenza non-duale in cui osservatore e oggetto osservato si fondono (Yoga vuol dire "unire" come il latino Jug). In realta' quella parte non duale e' da sempre presente in noi. Il pensiero sorge dal vuoto e li ritorna come tutti gli oggetti animati ed inanimati. ( Il Panta Rei Eracliteo e' in sostanza la stessa cosa). Il pensiero per funzionare ha bisogno di un soggetto pensante e di infiniti oggetti a cui dare dei nomi....e' cosi che si crea quella sensazione (identificazione discorsiva) di molteplicita'. Per ritrovare l'unita' originaria occorrerebbe fare questo cammino a ritroso...... Altro non direi, se la cosa ti puo' interessare sai dove andare a cercare. |
14-09-2005, 15.03.57 | #94 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
|
- IN TEMA -
Citazione:
Vogliamo credere di avere un’anima individuale tanto quanto vorremmo un sacco di soldi in più ed allora, visto che non ci costa niente, ci crediamo… anzi… ne siamo convinti e difficilmente rinunceremmo ad una tale “conquista”. Questo è in sintesi quel che spiega come mai si crede all’anima. E poi? Quando sarà giunto il momento di “spenderla” quest’anima che ci siamo stampati di notte in cantina? Mah!... Il metodo spirituale serve a crederci e non a convincerci che l’anima individuale non esiste. Ma “spirituale” che significa per voi? Con utensili avuti in prestito da un idraulico nessun chirurgo potrà lavorare con buoni risultati in un’operazione complessa. La spiritualità intesa come corredo rispetto alla propria incrollabile religione garantisce l’INSUCCESSO alla ricerca della giusta risposta: I presupposti sono l’ostacolo. La spiritualità intesa come consapevolezza nella propria coscienza di quel che è il proprio “singolo individuo” nel contesto di tutto ciò che non è entro il singolare proprio “sé” è un diverso genere di spiritualità che potremmo definire “conoscitiva”, più libero del primo da ostacoli preconcettuali e dogmatici, la probabilità di successo nella ricerca di risposte “giuste” a domande di carattere esistenziale ed ultraterreno sono facilmente accessibili. Attraverso questo genere di spiritualità si va a conoscere quel che ci appare, nell’immediato istante della percezione del nuovo entro la propria coscienza, quando tale nuovo diviene parte stessa della “propria” Consapevolezza individuale. Per il secondo genere di spiritualità, quella conoscitiva, va detto che essa attiene qualunque aspetto dell’esistenza individuale, tanto “terreno” quanto ultraterreno. Il “metodo” è di carattere logico-comparativo similmente al metodo filosofico. Le risposte si raggiungono attraverso un percorso ragionativo e vengono sottoposte alla prova comparativa del trovato in relazione al reale stato delle cose e degli eventi. Se la risposta risulta calzante “a pennello” con tutto quel che di annesso e relativo si riscontra nella realtà, verificata, per quanto possibile, la COMPLETA assenza di casi che costituiscano eccezione, la risposta si intende “giusta” e passa dunque nel “bagaglio” dei “dati” a disposizione per la ricerca di ulteriori risposte a differenti o conseguenti temi. Sottolineo, che per quanto il metodo sia simile a quello filosofico, la differenza fondamentale consiste nella accettabilità delle riscontrate eccezioni: La filosofia parte dall’uomo, compie lunghi e tortuosi giri ed infine torna all’uomo dopo aver riconosciuto accettabili alcune eccezioni alla pretesa regola… mentre la spiritualità conoscitiva parte da qualunque cosa si voglia e dopo aver rifiutato qualunque percorso incappato in eccezioni alla presunta regola… conduce univocamente a conclusioni in “Dio”, con il quale termine si intende “l’Unico e solo possibile Individuo oltre il quale nulla di distinto può esistere”. A questo “Dio”, che risulta ovviamente e necessariamente essere il Tutto, appartiene ed è attribuibile qualunque cosa che noi si possa considerare possibile o impossibile, nella definizionistica certezza che entro di Esso anche il da noi ritenuto impossibile, diviene, oltre che possibile, “CERTO”. Il quesito sull’esistenza dell’anima individuale trova assoluta risposta con il metodo spirituale conoscitivo e questa risposta, che fornisco senza dilungarmi in non richieste spiegazioni, è, in sintesi la seguente: ” Nella nostra ‘dimensione’ di esistenza, NON esiste anima individuale diversa da quella di Dio.” L’anima è Dio stesso e le nostre “così supposte anime” sono in realtà Parti componenti la sola Anima possibile. Bene… Non ho altro da dire sul tema. Ciao! |
|
14-09-2005, 15.41.45 | #95 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 347
|
Citazione:
Credo che ognuno può parlare solo per sè, almeno quelli che ci consideriamo liberi cercatori. Io non ho alcun metodo, infatti l'ho messo tra virgolette nel mio post precedente, e non potrei averlo semplicemente perchè quel "sentimento profondo" nasce spontaneo, nel momento in cui uno meno se lo aspetta, forse perchè predisposto da molteplici circostanze, la maggior parte delle quali sfuggono alla ragione. E' un connettersi a "zone" sconosciute del nostro essere, che spaziano oltre i concetti e limiti dell'io. La mente non può restare estranea a tutto questo processo, interviene con la sua razionalità, e con essa sorgono i dubbi, eccome, almeno in una certa fase del percorso. Cerca di darsi spiegazioni logiche attingendo spesso a fonti esterne, ed entrando spesso in labirinti da cui è poi difficile uscirne. Ed è logico, a differenza della scienza, qui trattiamo con un qualcosa di sconosciuto, impalpabile, sottile, invisibile ai nostro occhi e incompresibile alla mente. E' intuizione profonda, non fatta di parole e quindi nemmeno di concetti, è una compresione extramentale, che ovviamente è impossibile da dimostrare e da organizzare in un metodo di ricerca. A quel punto esistono due vie possibili, la via mentale e quella intuitiva. Chi sceglie la prima, si creerà tutta una impalcatura spirituale fatta di certezze, dove il dubbio non ha posto o è celato dietro certezze dogmatiche impenetrabili dierto le quali purtroppo spesso c'è solo il vuoto. Chi invece sceglie la via intuitiva, dovrà dapprincipo affrontare una inevitabile frattura interna dove da una parte ci sarà la ragione e dall'altra il "sentire profondo", tutto un mondo che per la prima volta si va schiudendo davanti a noi. Ma ad un certo punto avviene il "miracolo", la mente lascia il suo protagonismo per convertirsi in un prezioso alleato in questa ricerca interiore. E' questo un passo importante, perchè il percorso non può prescindere di nessuno strumento di cui è dotato l'essere. A questo punto la ricerca sorprendentemente finisce. Tutti i nostri strumenti di bordo sono a punto, e inizia un viaggio senza conducente e senza meta. Molte volte crederemo di andare alla deriva, di esserci persi, saremo tentati di prendere in mano il volante, di cambiare rotta, ma sarà solo illusione, che oltretutto sara fonte di grandi travagli interiori e di sofferenze. Tutto il cammino è già tracciato da propositi che solo possiamo intuire, e non resta che abbandonarsi ad esso, fiduciosi, perchè è la mano di "Dio" che ci guida. Come vedi, Dunadan, nel campo dello spirito non sono più validi i procedimenti della scienza, i metodi, le dimostrazioni, le teorie, tutte patrimonio della razionalità e della logica. Il campo dello spirito prescide da tutto questo per essere retto da ciò che attraverso l'intuizione percepiamo come "regole superiori" che, come bambini, ignoriamo, fidandoci della mano di nostro padre che saprà condurci per il cammino cha non ha mai avuto un inizio ne avrà mai una fine. Non è mai troppo ripetere che tutto questo è soltanto ciò che sperimento in me stesso, sicuramente per tanti altri sarà completamente diverso se non diametralmente opposto, e questo semplicemente perchè lo Spirito non è soggetto a metodi umani, per quanto rigorosi possano essere, e quindi in pratica ogni uomo avrà un cammino diverso da tutti gli altri. Ho tralasciato ogni altra considerazione più nettamente spirituale, sapendo che non è quello che cerchi con questo thread. Ciao |
|
14-09-2005, 18.01.48 | #97 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
|
Piace anche a me, Brucus, quel che hai detto.
Quel che non ho detto io nel mio ultimo post è che non c'è metodo che tenga se manca l'apertura mentale necessaria ad accogliere un Dono. C'è gente che nasce "illuminata" perchè era nel suo destino il comprendere e poi c'è chi cerca con ogni mezzo e metodo e non troverà mai, per la stessa ragione: Non era suo destino (natura) esser altro che quel che sarebbe stato. I "metodi" servono per crescere, ma prima... bisogna nascere e non sta a noi scegliere quando e come farlo e tantomeno sta a noi decidere cosa essere. Possiamo solo percepire quel che saremo (e non sempre) ed a volte confondiamo questa percezione con un nostro progetto... |
14-09-2005, 19.29.38 | #98 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 347
|
Citazione:
Esatto, esatto, hai colto proprio il nocciolo della questione. Se la percezione iniziale conserverà la sua "freschezza", il progetto non combacierà mai con essa, e quindi sarà necessario apportare continue modifiche finchè si sarà consapevoli che non è il progetto su cui dobbiamo porre l'attenzione. Se invece lasciamo che quella percezione si copra di polvere e oblio, allora continueremo con un progetto che si allontanerà sempre di più dalla verità fino a crollare come un castello di sabbia. Ciao Mistico e Mirror |
|
15-09-2005, 02.51.16 | #99 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
|
Esatto. Questa è infatti, la questione dell'armonia interiore:
Se combattiamo il nostro destino opponendogli i nostri progetti quando questi ultimi non sono "il linea" con quanto è naturale per noi, il nostro destino resterà invariato ma vivremo percependo malissimo la nostra esistenza terrena. Avremo creato disarmonia in noi. P.S. In grafologia questo problema della disarmonia interiore si evince facilmente: il sintomo è la differenza tra lo stile della nostra normale scrittura e quello della nostra firma. Quanto maggiore risulta la differenza, maggiore sarà la disarmonia presente nell'intimo. La firma è il come siamo naturalmente. La normale grafia è quel che vorremmo essere. Chi ha la firma come la scrittura è persona che non darà "sorprese" inaspettate a chi gli sarà vicino. Ultima modifica di Mistico : 15-09-2005 alle ore 02.59.06. |
15-09-2005, 09.18.00 | #100 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
|
Citazione:
Ma come si fa a sapere qual'è il nostro destino? |
|