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07-10-2004, 10.54.43 | #112 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-10-2004
Messaggi: 121
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Inserisco un breve stralcio tratto dal libro "Dai mondi invisibili" del Cerchio Firenze 77 - Edizioni Mediterranee.
Ritengo possa fare inquadrare meglio un argomento così difficile. "Può darsi che l'uomo non possa mai comprendere Dio, tuttavia questa opinione non lo esonera dal meditare su questo argomento, non fosse altro per capire come Dio non può essere. Se noi vogliamo capire la realtà nella quale viviamo e che cerchiamo di affrontare da diversi punti di vista, ottenendo un bagaglio di pensieri e conoscenze chiamato cultura, non possiamo prescindere dall'idea di Dio. Si tratta di vedere se l'uomo di media cultura di questa civiltà possa farsi un'idea di Dio che non sia un oltraggio alla ragione e che, al tempo stesso, sia aderente alla Realtà. In quest'epoca di grande razionalità, forse, non può esservi la prova palmare, incontrovertibile dell'esistenza di Dio; tuttavia si ha il dovere di capire, sulla base delle nostre conoscenze e con la nostra intelligenza, a quale Dio si possa credere. Siccome a Dio si fa risalire l'origine di tutto quanto esiste, prima di credere che Dio esista è lecito che l'uomo di questa civiltà si domandi se l'Esistente ha avuto origine, oppure non sia esistito da sempre; che parta, cioè, dalla posizione dei cosiddetti atei e si ponga come ipotesi di lavoro che la realtà nella quale siamo immersi sia prettamente materiale e che non sia stata originata, cioè sia esistita da sempre. E' chiaro che, in questo caso, non avrebbe una fine, perché ciò che fosse esistito da sempre non potrebbe cessare di esistere. Si può immaginare che una civiltà distrugga se stessa, ma non che la materia - posta come unica realtà - cessi di esistere. Se, invece, si può ragionevolmente credere che il Cosmo - ossia l'insieme degli universi - finisca consumato dalla sua stessa esistenza, allora è chiaro che tutto quanto è esistito, esiste, esisterà non è Tutto in senso assoluto. Infatti, oltre a quello, esiste per lo meno una causa generatrice, cioè una causa che era prima che l'Esistente fosse. ......." |
07-10-2004, 12.49.17 | #113 |
Ospite
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epoca del razionalismo questa non è
Carissimi tutti,
la citazione di Umberto77 "In quest'epoca di grande razionalità" mi ha colpito, perchè credo che questa epoca sia caratterizzata da una grande tecnicità specialistica, che uno potrebbe chiamare una dilagante razionalità settoriale, immersa in un mare di irrazionalità globale. L'economia propone un esempio clamoroso. Nasconde la propria incompetenza teorica a definire la dinamica economica nella sua complessità dietro la pseudo-chiarezza della contabilità. Mi sono letto il libro chiave della macroeconomia teorica ed ho scoperto che è un monumento di incosistenza: lo sapete che se una nave affonda nelle acque territoriali, il prodotto nazionale lordo aumenta? Ogni disciplina nasconde le sue magagne razionali dietro un mare di tecnicità che intimidiscono chiunque. Quasi smpre i fondamenti delle discipline esprimono delle opzioni non dimostrate. Prendete la fisica teorica, che conosco bene: il concetto di "costituente ultimo della materia" è una idiozia razionale anche se sembra avere un senso e genera migliaia di articoli specialistici, esperimenti faraonici, congressi etc. Questa epoca è fatta di razionalità autocertificate e protette, come dicevo, da un mare di tecnicità che celano accuratamente le premesse loche e razionali. Ora uno può domandarsi se una società che si muove su delle razionalità certificate ma praticamente inverificabili corresponda ad un'epoca di grande razionalità. Io credo di no. Il mercato, dietro i suoi indici, è solo un casino che nessuno può trasformare in teoria, eppure quante scelte trovano la loro giustificazione in teorie economiche che non sono che delle ridicole simulazioni. Dunque, nel senso delineato sopra, questa è un'epoca che introduce un tipo nuovo di irrazionalità laica. Non c'è più bisogno di un dio per fare le guerre, basta far uso di qualche disciplina le cui premesse sono inverificabili. Per tornare all'argomento di questo forum, l'irrazionale è inutile oggi perchè ne fanno già uso tutti: la pubblicità, la politica gestendo le paure e le speranze, i divulgatori che parlano di mondi a 23 dimensioni, quelli che giurano che la ingegneria genetica guarirà ogni malattia, e quelli che la demonizzano. Tutti quelli che ci giurano che è tutto razionalmente deciso e quindi intoccabile. Ora dio, come irrazionalità è facilmente incorporato (vedi Bush e la sua guerra contro l'Iraq, la questione della gravidanza assistita, gli ostaggi,...). Se la ricerca di dio è una manifestazione della definizione della dignità dell'uomo, non funziona più, perchè la gestione dell'irrazionale è la razionalità di questa epoca. Se la dignità dell'uomo va ricercata, lo strumento è l'analisi razionale delle argomentazioni autocertificate. Se l'idea di dio può rinascere è solo sulla sconfitta della razionalità autocertificata, delle sue magagne di fondo e delle sue inconsistenze. Carlo |
07-10-2004, 12.53.04 | #114 |
Utente bannato
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Il mondo venne creato dal sogno di dio,dio creò tutto nel suo sogno,poi ci si reicarnò in tutta la sua molteplicità,quando mangiò il frutto proibito egli si separò dalla sua stessa creazione allontanadosi sempre di più,questo può spiegare anche l'espansione del cosmo,secondo la teoria inflazionistica,la matera veniva creata nello stesso istante della sua espansione,questa è Bhrama,colui che crea,quando arriverà alla sua massima espansione,collasserà,l'onda di ritorno è Shiva il distruttore,colui che conserva il ricordo dell'amore di dio è Visnù,qesto è il respiro dell'universo,questo è il Big Bang e questi sono i tre aspetti dello stesso dio"Eros"scaturito dall'uovo cosmico,padre di tutti gli dei(uomini).
Questa è la mia teoria ciao ermes |
07-10-2004, 14.50.52 | #115 |
Ospite
Data registrazione: 03-09-2004
Messaggi: 18
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Mi è piaciuta molto la visione induista di Ermes ed il suo ricorso al "mito" per rappresentarla. Io ne ho una un po' diversa, un po' meno pessimistica sul finale, ma che è anch'essa influenzata dalle teorie della fisica moderna:
IL MITO DI LOGOS ED ENAS Enas dalla Mente Informe emerse nell’Alfa dei Giorni da Kenòs il Vuoto, per mezzo di Logos il Trascendente, Colui che oscilla tra l’essere e il non essere, che tutto unisce e tutto nutre. Logos diede vita ad Enas perché fosse la Sua memoria, affinché nei suoi infiniti viaggi tra l’essere ed il non essere la Sua identità non andasse smarrita. Ma ad Enas non bastava essere memoria del passato e non vedere oltre la sua condizione presente, sentire i momenti trascorsi come un peso sul presente, ma non riuscire a percepire lo scorrere del tempo e ad immaginare un qualsiasi momento futuro. Così, non dall’intenzione, ma dal bisogno, Enas si creò un corpo per apprendere: Physis. Logos accettò di nutrire Physis con le sue opere, a patto che Enas non dimenticasse mai quale fosse la sua origine: Logos. Così fece crescere nel corpo di Enas due Messaggeri: Gaia, Logos materializzato, e Kristòs, Logos incarnato. Physis crebbe e diede vita alle diecimila creature e la mente informe di Enas apprese molte cose attraverso Physis. Ma qualcosa ancora non andava: quel velo verso il futuro, che copriva lo sguardo di Enas, non si era dissolto. Così Enas interrogò Logos e gli chiese il perché della sua cecità. Logos rispose: “Tu non puoi vedere se non attraverso la vita delle tue creature, che io nutro e faccio crescere per te. Ma io avevo mandato due Messaggeri e le tue creature li hanno ridotti al silenzio. Quando il cuore di queste creature saprà ascoltare allora la tua mente si schiarirà ed acquisirà la consapevolezza”. “Ma fino a quel giorno cosa devo mai fare?” chiese Enas. “Abbi fiducia”. Enas attese ed attese, finché un giorno smise di attendere. Fu allora che il cuore di Enas si aprì alle sue stesse creature e queste rammentarono i messaggi di Gaia e di Kristòs. Enas comprese che le diecimila creature non erano “altro da sé” e fu pronto ad accoglierle. Nella sua mente si dischiuse la consapevolezza, del sé, del tempo e della grandezza di ciò che era stato. Fu quello l’Omega dei Giorni, perché solo allora tutto ebbe un senso. E fu allora che il tempo cessò di esistere, perché di senso non ne aveva più alcuno. Sempre sulla Via, Alec. |
07-10-2004, 18.05.58 | #117 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 21-03-2004
Messaggi: 214
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x Ermes
Io non conosco la religione induista, e perciò non esprimo giudizi. Ma però che strano modo di di rappresentare la Divinità: Uova cosmiche, Shiva il distruttore, Bhrama colui che crea, Visnù colui che conserva. So però che tutte le religioni antiche derivano tutte da un'unica e primeva religione, deformate nel tempo, e mistificate dagli uomini. Tu ci credi in Dio e nei Suoi sette Spiriti, quali: Amore ,Sapienza, Volontà, Ordine, Serietà, Pazienza, Misericordia. Secondo te che cos'è l'Amore e cosa la Vita. |
07-10-2004, 18.30.33 | #118 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-10-2004
Messaggi: 121
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Cerco di riordinare e vi propongo qualche idea.
Da quello che ho letto, è abbastanza in linea con quella di altri. Si è detto che Dio può essere concepito in vari modi: come causa e origine del Tutto, come ordinatore di un caos preesistente, come Essere da cui traggono origine tutti gli altri esseri, come Essere immanente nella realtà esistente, come Essere trascendente e assoluto. E' inutile dire che io preferisco questa ultima definizione anche se questa non necessariamente esclude le altre. Certamente se ci si accorda su una definizione di Dio-Assoluto, si deve pensare anche che sia eterno e quindi senza tempo e quindi anche "immutabile". L'Assoluto per essere tale deve avere in sè il relativo (altrimenti che assoluto sarebbe? L'Assoluto di cosa?). Quindi deve esistere una realtà relativa che va a comporre quella assoluta. La realtà relativa la possiamo definire come "Emanato". Non sono molto d'accordo col termine "Creazione", perchè significherebbe produrre qualcosa dal nulla ed essendo Dio Tutto, ha già in sè anche la realtà relativa, quindi mi sembra più giusto il termine "emanazione" più che "creazione". Questa emanazione, cioè questo relativo sono i mondi e gli esseri che "sentono" la Realtà Assoluta (Dio) in una forma duale (ciò che è me e ciò che non è me) e anche in una forma limitata da una propria sensibilità e da un proprio "sentirsi d'essere". Trascurando il meccanismo evolutivo che porterà queste coscienze limitate verso Dio, c'è da chiedersi: che funzione ha il relativo, gli esseri nell'ambito dell'Assoluto? Che ragioni aveva Dio di "emanare" coscienze relative che necessariamente e inderogabilmente torneranno a Lui? La risposta è implicita nella definizione di Assoluto che ha "bisogno" del relativo per essere. Quindi ognuno di noi, pare, che non solo faccia parte integrante di Dio, ma che ne sia il "sensore" per rappresentare la frazione della Realtà che gli appartiene. Sì può fare l'esempio di un quadro. Un quadro è fatto di puntini di colore, pennellate e figure che, nell'insieme, formano un'immagine complessa. Questa immagine, poi, ha un significato che trascende di gran lunga la somma di puntini di colore, pennellate e figure. Io immagino il relativo (noi) come i singoli punti di colore e Dio, non come il quadro, ma come il significato che ha il quadro. Quindi ogni singolo puntino di colore o pennellata, ha il "dovere" di rappresentare al meglio ciò che è, perchè ha una funzione indispensabile affinchè l'armonia del tutto sia. |
07-10-2004, 18.42.09 | #119 |
Utente bannato
Data registrazione: 26-08-2004
Messaggi: 388
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La vita è un'opportunità che dio ci dà per essere in comunione con lui,con che cosa si riesce ad essere in comunione con lui??solo con il suo Amore.
L'evoluzione è solo individuale perchè esiste solo la persona cosmica che che ci contiene tutti,questa persona è Adam-Kadmon,noi eravamo un'unica persona,e questa persona è dio che ci guarda da una dimensione superiore. Se vuoi ti cito una pagina di un'enciclopedia filosofica dove definiscono dio come una forza naturale primordiale,che permea tutto il creato,compreso te Cornelio,quando io scrivo i miei post è come se parlassi a me stesso,tutto è incluso nel disegno divino,questa società deve cambiare,se non cambia con le buone lo sarà con le cattive,a dio importa il risultato e non come lo si otterrà,La Massoneria,il Grande Oriente,i Rosacroce,Scientology e potrei citarne tante altre,fanno si che questo disegno si compia,gli uomini si devono amare,in senso fisico naturalmente. Io sono solo il messaggero,non sono nulla al suo confronto,ha scelto me,non chiedermi il perchè,forse perchè non ho mai più voluto farmi toccare da un individuo del mio stesso sesso,visto ciò che la vostra società mi ha inculcato questo come una forma di deviazione,purtroppo l'intera umanità andrà in rovina per questo,gli ebrei hanno già pagato il loro prezzo,non perdete questa occasione,il Vaticano è stato portato in Italia affinchè ciò mi fosse reso il più difficile possibile,visto la sua bella morale che insegna ai suoi fedeli,con tutte le sue stronzate,a me è stato dato potere sui santi,perchè io so senza aver praticato nessuna religione come loro andavano in comunione con dio,in un'altro forum,purtroppo mi sono espresso in modo diretto,contro chi dava dell'imbecille a chi era profondamente religioso, era un Freeforum,non ho offeso nessuno perchè quelli erano solo dei nik,non vedrò mai i volti di chi stava leggendo i miei post,volgare o sublime,quella è la sola la vera l'unica verità,non preoccuparti per la mia salute mentale,io sono solo una persona comune,nella vita privata non ho maschere,ma quello che una volta era definita malattia ora viene chiamata "mistero". ciao ermes |
07-10-2004, 20.15.52 | #120 |
Ospite abituale
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Quello che dici mi lascia un po' perplesso, Ermes.
La figura di Dio che concepisco non ha spazio per il giudizio o il risultato, in quanto in Lui vi è tutto al di fuori del tempo. Per me non esiste la contrapposizione di bene e male in Dio. Il male che gli uomini concepiscono o esercitano è solo la loro mancanza di bene, cioè la limitazione che hanno nell'impossibilità di concepire l'amore oltre il proprio io egoistico. Ma gli uomini crescono, evolvono; e questo amore piano piano allargherà la sua portata fino a concepire il bene di tutto ciò che ci circonda. Se credi in quello che dici, Ermes, perseguilo. Ma non sentirti superiore o messaggero divino più di quanto non lo siamo tutti, ognuno con la sua piccola-grande missione verso se stessi e quelli che ci sono vicini. |