Utente bannato
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sei indignato Rotaflex, e di cosa, della difesa della vita?
mezzi propagandistici dici, da parte di chi? vuoi sapere che mezzi , sporchi, usano le lobby della morte, quelle dell'aborto?
la morale è subdola in questi casi, proprio perchè la scelta che sia o meno del genitore, ricade sempre su una VITA vera e innocente.
ma nessuno chiederà il parere "dell'interessato".
quante donne hanno ritrovato la gioia anche con un figlio inizialmente non voluto; ma il coraggio di oltrepassare quel terribile momento iniziale, dando alla luce una creatura che nasceva dentro di loro, a differenza di coloro che non hanno avuto questo coraggio e che porteranno maggior sofferenza per questo nella loro esistenza; quando si parla di vita bisogna stare molto attenti a parlare di etica, perchè non è raro al giorno d'oggi incontrare un animalista o vegetariano convinto, in difesa però dell'aborto; non credo crei tanta indignazione questo in te, vero Rotaflex? allora vediamo di seguito che mezzi "propagandistici" usano le lobby dell <etica>:
L'aborto procurato è un raggiro mortale. Lo afferma proprio uno dei fondatori del movimento abortista negli Stati Uniti, il dott. Bernard Nathanson, famoso ginecologo di New York. Ora Nathanson, dichiarandosi responsabìle di 75.000 aborti, si prodiga in tutto il mondo, con il Movimento per la vita, affinché sia rispettato il diritto alla vita di ogni uomo sin dal suo concepimento.
In Irlanda a Dublino, durante la campagna per il referendum del 7 settembre 1983 sul "Pro‑Life Amendment", vinto con una maggioranza di due terzi dal Movimento per la vita, Nathanson ha pronunciato un discorso che tutti devono conoscere.
Eccone la traduzione.
Dopo la pubblicazione in America del mio libro, tre anni fa, sono stato spesso invitato a tenere conferenze con il deputato Henry Hyde, eminente rappresentante del movimento per la vita nel Congresso degli Stati Uniti. La stampa, a proposito di queste conferenze, ha coniato l'espressione "Hyde Show"; in effetti il deputato Hyde è alto un metro e 70 cm, pesa 125 kg, assomiglia ad un giocatore di rugby o di calcio. Oratore brillante ed agile, con una folta chioma argentea, si presenta così: "Sono un feto, vecchio di 660 mesi...".
Parlerò oggi di politica e di chirurgia abortiva in generale, accennando specialmente agli emendamenti "pro‑life", alla Costituzione. Ci battiamo per una penalizzazione definitiva ed irrevocabile dell'aborto. A quelli, che pur essendo contrari all'aborto, giudicano l'emendamento della Costituzione una misura inutile e troppo drastica, rispondo menzionando elementi di storia americana per convincerli dell’utilità di questa mossa tattica.
Molti hanno sentito parlare di me come del "direttore della più grande clinica abortiva del mondo", il "Centro per la salute sessuale e riproduttiva" (Crash), di New York. In dieci anni, come fondatore e direttore di questa clinica, ho effettuato numerosissimi aborti: 60.000 dal febbraio 1972 al settembre 1973, vale a dire dalla liberalizzazione dell'aborto. Avevo 35 medici alle mie dipendenze. La clinica operava dalle 8 del mattino a mezzanotte dei giorni feriali e festivi, escluso solo il giorno di Natale. lo stesso ho effettuato privatamente circa 15.000 altri aborti e così sono responsabile in tutto di circa 75.000 aborti. Non sono fiero di questi dati statistici, ma è necessario tenerli presenti. Il mio discorso ne guadagnerà in credibilità e autorità.
Sono stato uno dei fondatori della Naral (National association for repeal of abortion law), l'unione nazionale per l'abrogazione della legge sull'aborto, chiamata più tardi "Lega d'azione per il diritto all'aborto" (Abortion rights action league). Quest’ultima fu il primo gruppo politico attivo per la legalizzazione dell'aborto negli Stati Uniti, fondato da Laurence Lader, Betty Freedan, nota femminista, Carol Brightcer, attiva nella politica a New York City, e da me, nel 1968. A quell'epoca era temerario fondare un movimento simile.
Eravamo in pochi, i nostri mezzi limitati (7.500 dollari il primo anno) ed era audace l'idea di voler cambiare le leggi sull'aborto. Secondo sondaggi non ufficiali, il 99,5% dell'opinione pubblica a New York City era contro una legalizzazione dell'aborto. Noi quattro fondatori, riuscimmo però in due anni a rovesciare a New York la legge contro l'aborto in vigore da 140 anni. Questa città divenne così la capitale dell'aborto in America. Tre anni più tardi, su nostra richiesta, la Corte Suprema legalizzò l'aborto nei 50 Stati dell'Unione. La nostra tattica, per realizzare il nostro scopo, è stata con piccole varianti, la stessa di quella usata in tutto il mondo occidentale. Per chi mi ascolta, è importante saperlo. Vale per tutti: per l'Italia, per il Canada, come per la Gran Bretagna. In questo momento la lotta infuria nella cattolicissima Spagna. Non c'è società occidentale che venga risparmiata. Tutte ne subiscono il contagio.
Nel 1968, il nostro gruppo, la Naral, era consapevole di andare incontro ad una sconfitta nel caso di un sondaggio serio ed onesto. Indicammo così ai mass‑media e al pubblico i risultati di un sondaggio fittizio, nel quale, secondo noi un 50‑60% degli americani erano favorevoli alla liberalizzazione dell'aborto. La nostra tattica consisteva nell'invenzione di dati frutto di consultazioni popolari inesistenti. Il nostro obiettivo divenne presto realtà. Il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l'aborto, mutò opinione e diventò davvero favorevole all'aborto. Vorrei dunque consigliare di essere molto critici e guardinghi di fronte a informazioni, diffuse dalla stampa e da notiziari della radio e della televisione: purtroppo l'informazione inesatta e tendenziosa rimane per gli abortisti il metodo migliore di propaganda.
Drammatizzando la situazione, trovammo appoggi nella popolazione. Falsificammo i dati sugli aborti clandestini (sapevamo che il loro numero si aggirava intorno ai 100.000) dando ripetutamente al pubblico e alla stampa la cifra di un milione. Così anche HitIer, ripetendo il falso, riuscì a convincere tutta la Germania della veridicità di quanto asseriva. Sapevamo che la mortalità annuale negli aborti clandestini era di circa 200‑250 donne. Noi invece dicevamo che ogni anno morivano circa 10.000 donne per aborto clandestino. Questi dati fittizi influenzarono l'opinione pubblica americana che si convinse della necessità di cambiare la legge.
Il primo anno dopo la liberalizzazione, il numero degli aborti conosciuti salì ad almeno 750.000. Questa cifra, salì nel 1980 a 1,55 milioni, secondo i dati ufficiali. L'aumento degli aborti, dalla loro legalizzazione, si è dunque moltiplicato per 15 (dai 100.000 di prima si è passati infatti a 1,55 milioni nel 1980). Questa constatazione basta a dimostrare quanto fosse nefasta la nostra propaganda.
Una delle nostre tattiche consisteva nel convincere la gente che la penalizzazione dell'aborto avrebbe aumentato considerevolmente il numero degli aborti clandestini. Invece dai dati qui sopra elencati, risulta il contrario: è lecito pensare, che nel caso di una penalizzazione torneremmo ad una cifra vicina a quella anteriore, cioè a circa 100.000.
L'aumento degli aborti dopo la loro liberalizzazione sta anche a dimostrare la diminuzione nella popolazione del senso di responsabilità in materia sessuale. Attualmente l'aborto viene considerato da molti alla stregua di un controllo delle nascite e non c'è la possibilità di fermarne la valanga
Teniamo la difesa del sacro; difesa della VITA!
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