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05-09-2005, 22.55.44 | #6 |
Ospite
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Messaggi: 29
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INTERVISTA AL PRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI PER LA COSCIENZA DI KRISHNA ITALIANE, MASSIMO BRIOLI
(fonte: http://www.citinv.it/pipermail/lumi/msg02164.html ) --------------------------------- BERGAMO - «È vero: negli anni settanta in America ci sono stati casi di abuso psicologico e sessuale nelle nostre scuole. Erano tempi in cui migliaia di persone venivano a bussare alla nostra porta e dicevano di essere fedeli ad Hare Krishna, di essere dei devoti. E noi fiduciosi abbiamo aperto. Invece tra quella folla di veri religiosi c´erano persone frustrate, alcuni pedofili, delinquenti che hanno fatto del male ai ragazzi. Purtroppo le mele marce ci sono ovunque, in Italia però nulla del genere è mai accaduto, che io sappia». Parla con tono sereno Massimo Brioli, 50 anni, presidente della confederazione delle associazioni per la coscienza di Krishna in Italia, ente morale riconosciuto dallo Stato che raccoglie nella penisola «seicento devoti ma migliaia di simpatizzanti» che si ritrovano nei templi e circoli culturali di Milano, Bergamo, Firenze, Roma e Vicenza dove sorgono anche veri e propri villaggi con decine di famiglie. «Sappiamo che molti giovani hanno sofferto per quelle violenze, sappiamo che nulla potrà ricompensarli per quello che hanno vissuto e subìto ma abbiamo messo da parte, in America, dei fondi per cercare di compensare il loro dolore. Pur sapendo che è impossibile. La cifra che ci chiede il loro avvocato però non l´abbiamo proprio». Di qui le notizie di bancarotta apparse sui giornali stranieri. Brioli racconta di come il loro padre spirituale chiamò «demoni» quegli «insegnanti corrotti», come abbiano creato un «Child protection office» per aiutare i bambini che hanno subìto abusi nel mondo. «Non in Italia» insiste lui che è entrato a far parte degli arancioni trent´anni fa, dopo un viaggio in India che si è trasformato in un lungo soggiorno durato otto anni a lavorare nelle diverse missioni. Adesso è sposato, ha un figlio e vive nel «villaggio» di Bergamo con sessanta altre famiglie che si svegliano tutte le mattine alle 4 per la funzione al tempio prima di andare a lavorare e ritrovarsi alla domenica con gli altri fedeli che vivono nella regione per la celebrazione settimanale delle 7.30, a cui segue una grande festa, ovviamente a base di piatti vegetariani. «Il nostro primo principio? Riconoscere il Dio il cui nome, Hare Krishna significa infinitamente affascinante». Ogni giorno ripetono sedici volte un rosario di 106 grani e per ogni grano ripetono «Hare Krishna hare krishna, krishna krishna hare hare, hare rama, hare rama» che significa: «O potenza di felicità del signore per favore impegnami al tuo servizio». «Per dire tutti i rosari ci vogliono solo due ore al giorno», si premura di rassicurare Brioli prima di passare agli altri fondamentali precetti di un vero devoto di Krishna. Comandamenti che obbligano a non mangiare carne, uova, pesce, nessun tipo di droghe o eccitanti. Vietati anche te, caffè o sigarette, no al gioco d´azzardo e ai rapporti prematrimoniali, comunque contemplati solo per avere figli. Precetti ben più severi e monacali di quelli cattolici, anche sotto quaresima. [...] CATERINA PASOLINI (Repubblica, 9 Febbraio 2002) |