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03-09-2007, 20.13.39 | #72 | |
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Citazione:
Mah...Il Dio di Dionigi è al di là dell'Uno e dell'Altro, quello di Dionigi è Coincidentia oppositorum e quello eckartiano il Nulla, l'abisso della Gottheit altra dal Gott (ma occhio a non farne un dualismo ontologico). Negatio, certo, ma negatio negationis e dunque ancora una volta Non-aliud. Eppure questi vertici della mistica speculativa non sarebbero comprensibili se astratti dal contesto trinitario ( o meglio triunitario) e cristologico. Una trinità ripensata come icona della kenosis, dello svuotamento cristologico (anche Hegel sarebbe incomprensibile, non solo nelle Lezioni di filosofia della religione ma nella Fenomenologia e nella Logica, fuori dal "venerdì santo speculativo" e dall'evento della Croce). Non un abisso oltre la Trinità ma l'abisso della Trinità come atto di reciproco svuotamento di ciascuna Persona nell'Altra e per l'Altra, nel vincolo-svincolo dell'unitas spiritus (leggi Vannini...). Ecco il "vuoto" come kenosis ed Agape, il paradosso di un Dio che è se stesso solo svuotandosi di sè, il mistero delle Persone trinitarie la cui unica "proprietà" consiste nella reciproca disappropriazione. Non è certo la sunyata buddhista o il Tao, il cui orizzonte resta comunque "separato" e dunque mancante, ancora oggettivato. Ma le analogie ci sono, basti leggersi i lavori della scuola di Kyoto.... |
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03-09-2007, 20.44.10 | #73 |
Ospite
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Riferimento: credenti o non credenti
Accipicchia Andrea sei un vero pozzo di scienza ! E rischio di arrabbiarmi di nuovo se mi becco dell'adulatore come l'altra volta. Davvero bella questa dialettica con quinoxe. Certo che un simile impegno di energie intorno al classico dibattito scienza-fede è ammirevole. Quinoxe sembra un osso duro (detto in modo bonario, spero non sia suscettibile) infatti riveste di spinosa retorica tesi davvero difficili da sostenere. Solo due cose vorrei dire. Quinoxe mi ricorda un tipo con cui ho lavorato per tanti anni. Stava al caldo, in semi festa permanente, prendeva un mucchio di soldi ed il suo chiodo fisso qual' era? Abbasso il capitalismo e quanto saremmo più felici in un suo utopico comunismo ben diverso da quello reale. Hai capito? Per tutta la vita ha disprezzato il ramo su cui era seduto, lo avrebbe segato. E così è per la scienza. Non sbalordisce che persino ciò che stiamo facendo in questo momento non è altro che una sua conseguenza ? Cioè si svilaneggia e sminuisce la stessa cosa che rende possibile l'esistenza e lo scambio di questi nostri pensieri. Poi voglio dire che la citazione di quinoxe è piuttosto bella, direi "pesante" impegnativa. Rispondo con una citazione di un autore incredibilmente sottovalutato dalla storia rispetto al suo reale valore, Bacone. Egli comparava la filosofia "parolaia" al metodo scientifico e assimilava la prima ai bambini (cioè all'infanzia dell' umanità) perchè ne aveva le peculiarità: la facilità nel produrre parole e l'incapacità di generare. Ora basta . Ciao con simpatia.
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04-09-2007, 00.37.21 | #74 |
Ospite abituale
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Riferimento: credenti o non credenti
“Non è certo la sunyata buddhista o il Tao”
Concordo, ovviamente. “il cui orizzonte resta comunque "separato" e dunque mancante” Potresti esplicitare quel “dunque mancante” ? Mancante di che ? “Ma le analogie ci sono, basti leggersi i lavori della scuola di Kyoto” Mi sono limitato al taoismo, anche perché già c’è troppa carne al fuoco. Qualche analogia è ovviamente presente, ma da qui a dire che la visione divina di taoismo e cristianesimo, in fondo, sia la medesima, ce ne passa parecchio. Per Sandro Grazie troppo gentile Comprendo e concordo con il senso della tua metafora. I critici delle scienze spesso dimenticano di essere ciò che sono anche grazie alle applicazioni pratiche delle scienze stesse. Se oggi possiamo scoprire precocemente qualche malattia e magari curarla, lo dobbiamo a quei poveri fisici mentecatti e sognatori che si domandavano cosa diavolo ci fosse nell'infinitamente piccolo. Se i filosofi possono interrogarsi con cognizione di causa sull'infinità dell'universo, lo devono a quei pazzi astronomi e astrofisici che invece di "filosofare" e "metafisicizzare" sulle stelle fisse si sono messi a guardare dentro uno stupido cannochiale. Saluti Andrea |
04-09-2007, 02.07.13 | #75 | |
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Mancante nel senso di un reale rapporto con l'alterità. La sunyata buddista o il tao coglie la natura relazionale (originazione dipendente) del tutto ma questa verità è esplicitata pienamente nella mistica cristiana, ove si dispiega non solo nel senso per così dire fisico, nell'inter-essere con tutte le creature ed il cosmo ma sopratutto nel senso spirituale ovvero come relazione all'Assoluto, che è esso stesso relazione (o non-aliud): lo Spirito è infatti propriamente il rapporto, il nexus tra infinito e finito (tra Padre e Figlio). Non una dialettica monistica di tipo hegeliano in cui l'Uno si aliena da sè per riaversi compiutamente nel gioco (e giogo) delle parti ma la Relatio subsistens. Il cristianesimo, a differenza del taoismo, consiste semmai in una dialettica tragica in cui quelle coordinate che sincronicamente co-esistono in Dio nella simultaneità di una relatio perfetta, sono arrischiate al loro "sfasamento" diacronico in seno al creato, appese alla libertà dell'uomo, alla possibilità di un differimento della risposta e della stessa redenzione. |
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04-09-2007, 09.21.38 | #76 | |
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Citazione:
In altre parole il taoismo sarebbe monco del principio primo, perchè manca di relazione con l'assoluto. Non sono d'accordo, nel senso che non è una mancanza ma un differente approccio all'essere, non credo tuttavia che sia questo il topic ove disquisire di yin e yang. Saluti Andrea |
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04-09-2007, 11.55.35 | #77 | |
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Citazione:
Già, ma il cristianesimo o la mistica cristiana speculativa non si riferiscono (sempre) all'ontologia. Comunque benchè mi pare che il topic sia "credenti o non credenti" non ti rubo la scena. Deliziaci... |
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04-09-2007, 13.44.30 | #78 | ||
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Citazione:
Il che non significa che si può dire qualsiasi cosa, già secondo me, anche per colpa mia, siamo andati troppo OT. Citazione:
Non capisco se il tuo sia sarcasmo, comunque io non detengo alcuna scena, posto, come tutti voi, ciò che è il frutto del mio studio, (profiquo o meno lo decideranno i lettori) Saluti Andrea |
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04-09-2007, 13.49.27 | #79 | ||
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Citazione:
Non si capisce per quale ragione dovrei avere la “volontà” di modellare qualcosa ad una mia personale visione. Per farti dispetto? Tu, citando le dottrine come hai fatto, segui il percorso inverso rispetto a quello corretto. Non si raggiunge Dio attraverso il solo studio della teologia, ma la teologia serve per rappresentare Dio quando è già in te. I profeti vengono prima dei teologi, e i teologi offrono delle rappresentazioni mistiche nel caso in cui, come Dionigi o Eckhart, hanno raggiunto l’essenza di Dio, oppure razionali nel caso in cui, come Agostino o Ambrogio, ne hanno una idea razionale supportata dalla fede pur senza averne penetrato l’essenza profonda. Come ripeto per l’ennesima volta, il metodo induttivo, tipico della scienza, è inadatto alla conoscenza dei principi metafisici. Tutte le religioni sono “rivelazioni” che Dio fa all’uomo, da cui l’uomo parte per articolare dottrine diverse che esprimano i principi della rivelazione stessa e li rendano comprensibili agli altri uomini. Così si sviluppano le diverse dottrine, puramente metafisiche per uomini come gli orientali, che sono in possesso di una spiccata spiritualità e riescono più facilmente a comprendere concetti espressi informa negativa, e teologiche per uomini che per cultura e attitudini riescono meglio a rappresentarsi Dio immaginandolo come un vecchio dalla lunga barba bianca seduto su un trono dorato al di sopra delle nuvole e che giudica e agisce con il suo spadone. Questo al di là delle imprecisioni e anche degli errori grossolani che hai commesso esprimendo i concetti sopra citati, come ad esempio il fatto che il tao non preveda nessun ente “creatore”. E’ il tao stesso l’ente creatore, ma non crea come nella teologia cristiana ex nihilo attraverso un atto di volontà, ma lo fa senza farlo, è pura spontaneità, energia creatrice perennemente attiva che sgorga da se stessa e dall’interno di tutte le cose. O come l’affermazione che il taoismo non abbia una dottrina dei fini ultimi o della salvezza: manifestamente scorretto. |
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04-09-2007, 13.54.34 | #80 | |||||||||||
Moderatore
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Citazione:
Già risposto altrove Citazione:
Non mi sembra di aver mai contestato la scienza nè il metodo che utilizza per conoscere le cose che può conoscere. Io continuo a contestare la pretesa applicazione del metodo scientifico a tutti i campi del sapere umano e la esclusività della scienza come unico sapere. La ricerca scientifica sarà anche utile in ambiti determinati e per certe applicazioni pratiche a cui porta, ma è un sapere limitato, profano e soprattutto non certo. Gli orientali chiamano la scienza occidentale “il sapere ignorante”, ed è tutt’altro che un ossimoro. Citazione:
La scienza dice soprattutto che ciò che non è scientifico è falso e ciò che non è verificabile dal metodo scientifico non esiste. E’ questo il grosso problema. Se la scienza fosse conscia dei propri limiti di conoscenza probabilistica e incerta non produrrebbe libri a profusione per dimostrare l’inesistenza di Dio come quello recentissimo di Dawkins intitolato “L’illusione di Dio”. Se ne starebbe nei propri ambiti di sapere, fra le cose materiali, quantificabili e misurabili e non avrebbe la pretesa di essere lo scibile per eccellenza. Gli scienziati ammettono i loro limiti e i limiti del metodo scientifico, ma non riescono a non estendere i propri limiti a tutto il sapere universale. Come tutti gli ignoranti sono anche presuntuosi. Citazione:
Le teorie scientifiche sono elaborate attraverso il metodo induttivo, ed è questa la cosa fondamentale perchè poi sono le teorie che entrano a far parte del “sapere” Citazione:
Già fatto. Citazione:
Ammesso che io ti erudisca, come faresti a valutarne l’infallibilità posto che l’unico metodo che tu conosci per giudicare è tutt’altro che infallibile per tua stessa ammissione? Citazione:
Queste sono valutazioni scaturite da analisi con metodo scientifico? Citazione:
Le premesse sono tutte potenzialmente false. O sono condivise o non le sono; se sono condivise si può articolare un ragionamento, altrimenti no. Il linguaggio stesso e i significati delle parole sono convenzioni condivise, non realtà assolute, quindi anche la storia delle premesse “oggettive” che fondano il metodo scientifico è solo una storia di convenzioni condivise. Se io voglio diventare un fisico dovrò imparare a memoria un sacco di cose incontestabili (ad esempio con quali simboli si indicano l’energia, la forza, la velocità ecc.) come “premesse condivise” e non assolute. Poi dovrò imparare un altro sacco di cose ben più complicate (ad es. la legge di gravità, la teoria della relatività, il principio di indeterminazione ecc.) che verranno presentate anch’esse come “premesse condivise” e via di questo passo fino a recepire una valanga di concetti nessuno dei quali sarà incontrovertibilmente dimostrato e quindi “oggettivo”. Alla fine, quando si scoprirà qualcosa di nuovo negli esperimenti, si vedrà se è riconducibile alle premesse di cui sopra e se potrà dar luogo ad una nuova teoria. Le premesse condivise della scienza sono sempre di più, e sempre di più sono i rischi e le probabilità di sbagliare poichè se una teoria scientifica ha una percentuale tot di essere errata, se si mettono insieme una serie innumerevole di teorie per elaborarne una più generale la percentuale di errore aumenta proporzionalmente; mentre le premesse della metafisica sono le stesse da sempre e non hanno subito alcuna evoluzione. In metafisica non si è aggiunto nè tolto nulla nel corso della storia, sono solo cambiate le modalità di espressione adeguandole al cambiamento dei tempi e del linguaggio. Se leggi i metafisici di duemila anni fa o quelli di millecinquecento o quelli di settecento anni fa vedrai che nella sostanza dicono le medesime cose. Se leggi gli scienziati di quattrocento anni fa e poi quelli successivi a distanza di poche decine di anni diranno tutti cose diverse. Quindi almeno da questo punto di vista la metafisica è più “affidabile” della scienza. Citazione:
Questa è la dimostrazione pratica di ciò che dicevo prima: se non puoi valutare la veridicità di qualcosa attraverso il metodo scientifico quel qualcosa è falso, oppure opinabile, che è fondamentalmente la stessa cosa. E la conclusione? Un classico: siccome la scienza (per suoi intrinseci limiti) non ti può dare la certezza, nessuna premessa metafisica potrà essere vera, e di conseguenza la verità assoluta non è accessibile all’uomo. All’uomo, hai scritto, non allo scienziato. C.V.D.: Ciò che uno scienziato non riesce a sapere non lo può sapere nessun altro. Ignoranti e presuntuosi. Citazione:
Vedi sopra; più il numero delle premesse aumenta e più si ha difficoltà a definirne l’oggettività. Citazione:
In soldoni: o mi proponi il metodo scientifico o non accetto nient’altro... sei ripetitivo... |
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