Educata nel cattolicesimo, fin dalla prima confessione sono stata abituata a dividere il bene dal male, il buono dal cattivo.
Quasi per caso quest'estate autori diversi dell'arte (Vrubel' con il suo "Demone"; Paul Klee : vivere il male come forza cooperante), della psicologia (K.G. Jung nella "Simbologia dello Spirito"), del cinema (Bergman con Fanny e Alexander), della letteratura (Dostojevskij) mi hanno confermato in una convinzione che è diventata ultimamente una fede per me.
E’ impossibile dividere il bene dal male e dio è buono e “cattivo”. Il Bene, quello con la lettera maiuscola, non arriva mai da solo, ma è molto spesso in un involucro di male (in termini cristiani: sarebbe stata possibile la resurrezione senza Giuda?). Quando riusciamo a liberarlo, allora ci mettiamo in contatto con la divinità che è in noi e guariamo, qualunque cosa questa parola voglia dire.