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09-12-2007, 10.37.40 | #22 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Attento Marius, perché a me sembra che stai scivolando, confondendo i due aspetti di questa intricata vicenda. Hai esordito con indicare una definizione di autocoscienza che non è sinonimo di libero arbitrio. Più avanti (se ci riusciamo) potremo tentare di metterli in relazione sostenendo come l'autocoscienza possa in qualche modo supportare un certo grado di libertà (sempre che lo supporti). La caratteristica che gli attribuiamo (alla coscienza) è quella di potersi riferire a se stesso, e abbiamo visto come questa autoreferenzialità mal si coniuga con la materia. Non abbiamo nessun supporto tecnico che stabilisca che computando con un algoritmo consistente esso possa poi portare al suo auto-riferimento. Non ho detto che sia impossibile quindi, forse all'infinito la macchina (materiale) darà il risultato da noi atteso, e che un computer potentissimo domani potrà auto riferirsi. Non so se esiste invece un teorema che dimostri che nessuna macchina possa auto riferirsi, qui le conoscenze di ognuno di noi possono essere utili per l'indagine. Qualcuno sostiene che non sarà possibile e che la coscienza non è computabile. Sostenere questo significa dare una grossa mano a chi pensa che la coscienza non sia riferibile al cervello (materiale) e se c'è un rapporto tra i due questo rimane ignoto. Per quanto riguarda il discorso sulla libertà dovremmo, credo, vederlo in rapporto alla coscienza, se ci imbuchiamo nella strada contorta di Freud ci ritroviamo a parlare di salami, banane e cipolle; io non conosco bene il pensiero di Freud però per esempio potremmo ricavare dalla sua analisi del sogno (chi conosce la materia) come la vita di veglia sia estremamente diversa da quella degli inciuci notturni. Sembra che la coscienza infatti metta ordine ai pensieri al risveglio, coscienza che era di un livello inferiore durante il sonno e che quindi perde (non del tutto)la sua caratteristica primaria di auto riferirsi. Ciò forse vuole significare che durante il sonno la mente effettivamente sia determinabile perché il caso deterministico lavora senza che la coscienza la contrasti? Il punto di vista secondo cui il sogno sarebbe incomprensibile forse è sbagliato, ed invece sarebbe incomprensibile il succedersi degli avvenimenti quando la coscienza è ben in fase; pensiamo al grado di attenzione che la coscienza scatena dentro di noi. Ora sto andando a ruota libera. Sono solo spunti di riflessione che spero siano di aiuto per la riflessione Ciao |
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09-12-2007, 11.17.27 | #23 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Questa visione realistica da adito a fraintendimenti; se io commettessi un reato grave qualche buon avvocato cercherebbe di difendermi sostenendo davanti alla corte di giustizia che non ero, nel momento del reato, con tutte le capacita di intendere e di volere e mi manderebbero davanti ad uno psichiatra per accertare se questa mia presunta capacità di intendere e di volere fosse ben presente in me. Dimmi tu dove si ubicherebbe questa capacità di volere (passando il termine intendere) quando invece non è possibile nemmeno in linea di principio ammetterlo? Prendi un caso qualsiasi di un uomo che è stato condannato invece con il massimo della pena perché il suo atto è stato giudicato "volontario". E da dove deriverebbe questa deduzione che sancisca che un atto è volontario oppure no? Nessun atto è volontario perché non è ammissibile nemmeno in linea di principio (se descriviamo la libertà come la intendi tu). E questo è solo un aspetto del problema che sorge quando non si ammette l'esistenza del libero agire. ciao |
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09-12-2007, 12.16.22 | #24 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Capperi.....Quanta carne al fuoco.....Non so da dove cominciare. Trovo veramente interessanti tutte le tue considerazioni. Per non perdere l'orientamento insisterei, per ora, solo sul concetto di "libero arbitrio". Dal mio punto di vista, per quanto le condizioni "contingenti" possano influire su scelte e decisioni e, quindi, determinare un futuro "diverso" a parità di soggetto autoreferente, tuttavia il libero arbitrio rimane una caratteristica propria di ciascuno. Semmai si potrebbe affrontare un discorso di natura etica e/o morale, nel senso che, in assenza di "par condicio" le categorie con cui giudicare ciò che è bene e ciò che è male sono molto "relative"....Dunque, fatto salvo il libero arbitrio, esiste, a mio parere, un'oggettiva diversa "pesatura" del giudizio che si può dare di un certo tipo di comportamento. Per il momento mi fermo qui. Ciao. |
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09-12-2007, 14.27.36 | #25 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Ok ci sto, proviamoci almeno: allora una libertà vera e non presunta (dal caso realistico o meglio detto deterministico o peggio ancora indeterministico della MQ in cui il caso è oggettivo poiché la scelta di una particella di trovarsi un punto anziché in un altro è assolutamente casuale, nel senso che non si può parlare di posizione prima dell'avvenuta osservazione) dovrebbe avere come ipotesi il fatto che in un tempo T due o più soluzioni (qui possiamo sostituire il termine con pensieri, o azioni; per il momento uso questo termine perché è generico) siano coscientemente prese in esame e che ci sia una elaborazione mentale sulle possibili varianti delle soluzioni, ma che nel tempo T1 una di queste venga scelta. Però dobbiamo anche ritenere che le soluzioni siano giunte alla coscienza dopo che il cervello le ha partorite, quindi nel tempo T noi prendiamo coscienza di qualcosa che è già avvenuto nel nostro cervello. Ammettiamo che sia così, e continuiamo l'analisi di cosa possa succedere nel tempo T1 cioè quando la decisione deve essere presa e quando le possibili soluzioni siano già arrivate alla coscienza. In sostanza ci accorgiamo che i tempi di reazione tra elaborazione del cervello e la presa di coscienza sono di "causa-effetto" sia quando elaboriamo una possibile soluzione sia quando dobbiamo decidere quale attuare, e che quindi la nostra presa di coscienza giunga sempre dopo qualsiasi sia l'elaborazione, se di tipo decisionale o di tipo selettivo (di elaborazione di soluzioni). Se ammettessimo invece che la coscienza giunca prima della elaborazione del cervello prenderemmo un granchio, perché secondo il principio di causa-effetto nessuna causa può precedere l'effetto. Ti sfido ad elaborare una tesi che dimostri che non è così, magari riuscimmo a cambiare le carte in tavola. Come ti ho detto ho una mezza idea di soluzione, ma questa è in contrasto con le attuali conoscenze, e non mi è per niente chiaro (chiaramente) come incastrare tutti gli aspetti coinvolti. Per cui andiamoci cauti, ragioniamo e "Riflettiamo" con calma ciao |
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09-12-2007, 15.48.21 | #26 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Non capisco l'attinenza di questo ragionamento con ciò che ho detto io... Rileggiti quello che ho scritto, sospetto tu abbia preso un granchio. Citazione:
La coscienza E' uno step dell'elaborazione del cervello. Fa parte del processo, quindi perché la scorpori gratuitamente? |
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09-12-2007, 16.54.25 | #27 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Cervello-coscienza
Buongiorno a tutti gli amici del 3d.
Citazione:
Ecchime, grazie Marius ma non so che contributo significativo potrei dare, comunque mi interessa il discorso. Citazione:
Se ho capito cosa intendi allora sono d’accordo. Tuttavia prima che io scriva cose inutili, spiegheresti anche a me cosa intendi esattamente per autoreferenza di un sistema fisico ? Intendi un sistema autosufficiente ? che non necessita cioè, per essere completamente descritto, di assiomi esterni al sistema stesso ? Per Il_Dubbio Citazione:
Per favore, abbiamo parato di quel sito una miriade di volte e il nostro amico Aleksandr continua a propinarci quelle teorie pseudo-scientifiche da mesi senza accorgersi che le abbiamo smontate alla base. Difatti vedo che hai riassunto tu stesso alcune delle classiche obiezioni che abbiamo già mille volte fatto a quelle tesi. Il problema di fondo è che costui prima osanna la meccanica quantistica e poi, quando gli si fa notare che se l’accetta deve accettare anche che vi sia un cuore stocastico nella natura, allora se ne esce con l’assunto che i fisici (cioè la stragrande maggioranza) che sostengono ciò sono sotto l’egida di satana !! ma si può discutere seriamente a queste condizioni ? Ritornando alle cose serie, fatemi capire se ho inteso bene il “succo” riferito all’auto-coscienza, il ragionamento dovrebbe essere, in estrema sintesi, il seguente: siccome dalla materia, anche biologica, non può intrinsecamente scaturire l’auto-coscienza allora la nostra auto-coscienza dovrebbe avere una nautra meta-materiale, ossia meta-fisica. Ho capito bene ? Saluti Andrea |
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09-12-2007, 16.55.00 | #28 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Ok! Ho capito cosa intendevi, io pensavo ad un'altra cosa. Tu dici in pratica che il nostro cervello elabora una previsione, noi ne prendiamo coscienza come "atto" dovuto (tipo quelli che firmano senza guardare cosa stanno firmando) ed emettiamo la sentenza. Se usassimo una macchina in cui introdurre tutte le informazioni dovremmo solo sederci e aspettare una soluzione. In questo modo la macchina dopo l'elaborazione stamperà una soluzione. E se la macchina non avesse soluzioni da dare? Se ne avesse piu di una? Nuovamente stamperebbe casualmente quella più plausibile. Forse funzioniamo così, ma non si spiegherebbe perché la macchina biologica, di cui noi siamo fatti, dovrebbe prendere coscienza dell'elaborazione della macchina. Cosa fa la coscienza in più rispetto a cosa già fa la macchina? In questo momento mi viene in mente una similitudine con i poteri del Presidente della Repubblica che sta li perché passi solo ciò che è costituzionale. Se la macchina burocratica stampasse una legge contro la costituzione la rimanderebbe indietro. Questa potrebbe rappresentare già una mini scelta , quasi una scelta istituzionale, passa solo ciò che la sensazione emotiva permette di passare. Il dualismo cervello-coscienza però rimarrebbe così inalterato. Da una parte abbiamo una elaborazione di dati (per il futuro) che viene rappresentato dalla macchina, dall'altra un altro soggetto chiamato coscienza che auto riferisce a se stesso la sensazione emotiva di una possibile scelta futura. Quasi che l'elaborazione fatta dalla macchina passi a un ulteriore controllo dall'autocoscienza. Non è poco e non è molto, ma è già qualcosa. ciao |
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09-12-2007, 17.12.11 | #29 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Ok andiamoci piano perchè sono temi tanto intriganti quanto complicati....... Premetto, per onestà intellettuale, che considero la MQ una una scienza descrittiva e, in parte, predittiva della fenomenologia fisica, ma non della natura fisica dei fenomeni. Detto questo concordo sul meccanismo che hai descritto e lo esemplificherei con un'immagine. Più "piloti" si trovano a dover guidare diversi tipi di automobili su circuiti di diverso tipo. Alcuni hanno a disposizione auto di grossa cilindrata e strade dritte e ben asfaltate. Altri auto che cadono a pezzi da guidare su strade tortuose e piene di ostacoli di vario genere....Poi ci sono tutta una serie di "sfumature intermedie" (auto di grossa cilindrata su strade tortuose, auto "scassate" su strade dritte e libere). Alcuni piloti, con auto dotate di controllo elettronico della trazione, servofreno e ABS, riescono a schiantarsi anche percorrendo strade dritte e senza ostacoli. Altri, pur percorrendo strade di montagna con una "500" arrivano a destinazione. Il "pilota" è sempre quello, ma il mezzo a sua disposizione può guastarsi, esaurire il carburante, forare uno pneumatico, ecc........... Sta al pilota prendere una decisione in base a una serie di "stimoli" e informazioni da elaborare. La decisione può anche essere fortemente condizionata o indotta, ma la scelta è, fondamentalmente, libera e si basa sulla volontà. La differenza "sottile" che, secondo me, occorre fare è quella tra pensiero e identità cosciente o autoreferenzialità. Il primo è soggetto alla variabile tempo, non è assoluto e, quindi, soggetto al principio del nesso : evento = causa - effetto. La seconda, che pure spesso tende a confondersi con il pensiero, non è soggetta alla variabile tempo ed è, quindi, solo "causa" identificandosi, nella fattispecie, con la "volontà". Non so se era esattamente questo il problema che ponevi e mi incuriosisce molto il tuo punto di vista......... |
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09-12-2007, 17.39.42 | #30 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Cervello-coscienza
Citazione:
Ti ho già detto che secondo me hai una idea di libertà personale, ed è chiaro che poi non capisci il tipo di ragionamento da me fatto che presuppone probabilmente, un'altra idea personale. Siccome sono molto diverse continueremo a dire incessantemente che per te il libero agire è ciò che dici per esempio qui: Citazione:
questo ragionamento è un ragionamento al contrario cioè che presume una libertà di agire condizionata senza ammettere una libertà incondizionata. E' un ragionamento che non condivido, e ti ho risposto con quell'esempio perchè mostra come non porre una libertà incondizionata porta all'assenza di qualsiasi libertà. In altro modo non saprei rispondere. Citazione:
Cosa avrei scorporato? Stiamo ragionando per supposizioni. Tu pensi che sia un'elaborazione del cervello, e che sia un suo processo; qui però stiamo valutando alcune contraddizioni quando pensiamo che sia proprio così. Non ho scorporato nulla, anzi ho più volte detto che scorporarlo porterebbe ad altre contraddizioni. Insomma ci stiamo ragionando, non stiamo emettendo verdetti. |
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