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 Riflessioni sul Senso della Vita - Commenti sugli articoli della omonima rubrica presente su WWW.RIFLESSIONI.IT - Indice articoli rubrica


Vecchio 05-07-2010, 10.06.18   #1
solechemuore
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che senso ha ?

Cari amici, sono nuova e per me sarebbe bellissimo poter dialogare con persone che come me si pongono continuamente domande sul senso della vita.
I miei dubbi sull’esistenza sono tali da rendere la mia stessa vita un vero inferno. Mi piace pensare che io sia nata nel posto sbagliato e nel tempo sbagliato. Osservo le persone che mi camminano attorno e mi sento un aliena. Ogni cosa attorno a me assume contorni sfumati, vivo in un mondo ovattato dove apparentemente parlo la stessa lingua ma in realtà le parole non sono altro che suoni e rumori che alimentano la mia sensazione di non appartenenza.
Quando a volte espongo i miei pensieri, le persone con cui parlo, mi guardano come se fossi impazzita, sorridono e spesso mi danno risposte senza senso o ridicole.
Mi sarebbe piaciuto essere un essere semplice senza nessuna conoscenza che vive per il suo lavoro e che non si contorce la mente con mille e più pensieri che si accavallano fra di loro fino a farmi impazzire.
Mi chiedo continuamente che senso abbia alzarsi la mattina, andare al lavoro, tornare a casa la sera, e andare a dormire. Perché? Per mangiare e poi? Non capisco. Tutto questo esce fuori dal mio livello di comprensione. Cosi ho fatto un ragionamento. Quando DIO parlò con Adamo ed Eva, gli disse che se avessero osato cogliere un frutto da quell’albero sarebbero morti. Come tutti sappiamo disobbedirono e Dio li cacciò sulla terra.. a questo punto le sue parole sono state chiare. Morirete. Quindi la soluzione sta nel fatto che noi qua sulla terra siamo tutti morti. Una punizione che dura da migliaia di anni. La sofferenza, il dolore, e poi la morte. E se la morte stessa non fosse che la fine della pena. L’aver scontato la nostra condanna, e rinascere … perché io non trovo nessun senso nelle cose che faccio ogni giorno. Mi alzo la mattina e so come sarà esattamente la mia giornata. A cosa servo? Fossi un medico senza frontiere, un volontario che si prodiga per il prossimo, forse la mia vita avrebbe un senso, forse davvero allora starei scontando la mia pena. Si col sacrificio rinunciando a noi stessi. Per gli altri.
A volte sento persone che indicano l’amore come il senso della vita. Poi vedo persone che si fidanzano, che creano un illusione di coppia, di famiglia, le vedo sgretolarsi, tradirsi, ingannarsi, mentirsi.. ma allora l’amore non era amore vero, puro.. mi dicono che sono una romantica e che credo nelle fiabe.
No. Credo che l’amore vero quello che ti prende l’anima nessuno ha volontà di crearlo. All’inizio di un rapporto di coppia sembra che ci si possa avvicinare all’amore vero, quando nel nostro sangue circola quel succo vitale che ci porta a credere di essere felici, quando la parola “ per sempre “ risuona costantemente nella nostra mente.. ma poi accade qualcosa.. si, come sostiene De Carlo, nel suo Arco d’amore, qualcosa finisce.. l’attaccamento lentamente si consuma.. e svanisce.. ogni cosa.. ogni sentimento.. ci si trova a brancolare nel buio.. chi è ancora nella fase “ per sempre” non capisce.. si chiede come mai quella persona che prima viveva per te e solo per te, adesso quasi non ti vede.. il suo sorriso non è più acceso come prima.. le sue braccia non sono più protese verso te.. e allora capisci che non è l’amore il senso della vita. Non è l’amore il senso della felicità.
Forse credi che un figlio potrebbe essere il senso delle cose. In parte lo è ma un figlio è un’altra vita, a parte i primi anni, dove dipende completamente da te, poi si allontana, giustamente compie la sua vita. E tu devi starne fuori per non sconvolgere gli equilibri che il nostro universo ha imposto.
E allora, dopo aver vissuto queste esperienze che non hanno fatto altro che moltiplicare i pensieri che ogni secondo si sovrappongono nella tua testa fino a farla esplodere, ti ritrovi ad alzarti la mattina per andare al lavoro. E ti chiedi ancora una volta che senso ha tutto questo?
solechemuore is offline  
Vecchio 05-07-2010, 19.40.27   #2
ulysse
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Riferimento: che senso ha ?

Citazione:
Originalmente inviato da solechemuore
Cari amici, sono nuova e per me sarebbe bellissimo poter dialogare con persone che come me si pongono continuamente domande sul senso della vita.

Cara amica, forse hai equivocato…sospetto che qui quasi nessuno si chieda quale sia il senso della vita..e, tanto meno lo sappia. Magari chi lo sa se lo tiene per sé…anche perché non c’è molto da scialare…credo.

A dire la verità, per parte mia, “quale sia il senso della vita in senso cosmologico”, non me lo sono mai chiesto: non fa parte della mia cultura…da quando ho cominciato ad avere una parvenza di cultura. Prima ero troppo impegnato nel sollazzarmi per pormi domande che andassero oltre il contingente: forse, inconsciamente, credevo che il sollazzo…fosse quello il senso.
Oggi se mi chiedo, o se tu mi chiedi, quale sia il senso direi che un vero senso non c’è: si tratta semplicemente di “vivere”…cogliendo quel poco di nettare che riesci a spremere o quel poco di aceto che ti capita…se ti va bene.
Alla fine poi, disquisire su “quale sia il senso della vita” sembra cosa di così poco conto!… è come disquisire sul senso dell’universo...magari sul sesso degli angeli.

Le religioni tradizionali hanno cercato, anche con successo, e cercano oggi, di darci un senso insito nell’Essere Supremo che tutto provoca e che è depositario di un ipotetico sistema premi/punizioni a fronte di un comportamento etico in vita: noi vivremmo nel suo amore…del suo amore…della sua consolazione!
Ma sempre più questa concezione sembra sfumare, assumere contorni incerti e sempre più mi pare che prevalga l’idea che il senso della vita è in noi, nel nostro viverla…se la viviamo da protagonisti, o da succubi, nel tempo che ci è concesso a fronte di una nostra coscienza, a fronte della società cui apparteniamo e nel proseguimento e mantenimento della specie da cui il nostro riconoscerci e rispecchiarci nei parenti, negli amici, negli amori e nei figli.

Inutile rincorrere preoccupazioni, e vane sensazioni. Occorre tenere i piedi per terra: non possiamo essere “sbagliati” semplicemente perchè siamo noi, qui e ora, unici! Se fossimo in un altro posto, fra altra gente in un altro tempo, semplicemente non saremmo noi. Quindi se abbiamo l’impressione di non essere capiti o di non farci capire, di essere estranei al nostro ambiente è perchè non lo vogliamo, non vogliamo sprecarci l’energia, siamo disillusi e non vogliamo adattarci ad una realtà che ci sembra estranea, ma che pure è inevitabilmente nostra.

Quindi prima ci adattiamo, prima prendiamo sul serio le cose, gli amici, i parenti, il lavoro, l’ambiente tutto …prima ce ne interessiamo e lo prendiamo su di noi e meglio è: non resteremo indietro, non resteremo succubi di un mondo che altrimenti ci schiaccia: facciamo del mondo nei suoi vari aspetti,
o in quelli che più ci sono congeniali, il nostro campo di azione e di interesse…evitando di azzeccarci ad un unico interesse che nel suo eventuale venir meno ci sconvolgerebbe.

Non è nell’essere semplici e privi di interessi e coinvolgimenti il senso della vita o la felicità. Esso è piuttosto nel cercare, nell’informarsi nel porsi domande e formarsi sempre più, anche se attraverso difficoltà e traversie psicologiche, tenendo ben presente che niente è assoluto e immutabile…ma è proprio lì che troveremo le occasioni ed il nutrimento per il nostro spirito.

Gia’ è un fatto positivo che tu abbia scritto a questo forum…se non io, altri ti darà gli indirizzi, gli accorgimenti ed i supporti emotivi e psichici che cerchi…o, magari, la semplice lettura..

Citazione:
. …… Cosi ho fatto un ragionamento. Quando DIO parlò con Adamo ed Eva, gli disse che se avessero osato cogliere un frutto da quell’albero sarebbero morti. Come tutti sappiamo disobbedirono e Dio li cacciò sulla terra.. a questo punto le sue parole sono state chiare. Morirete. Quindi la soluzione sta nel fatto che noi qua sulla terra siamo tutti morti. Una punizione che dura da migliaia di anni. La sofferenza, il dolore, e poi la morte. E se la morte stessa non fosse che la fine della pena. L’aver scontato la nostra condanna, e rinascere …


Ma è solo una storiella …diciamo pure metafora… e non cè nessuna condanna: la morte, come la vita, sono fatti naturali…solo che gli antichi non sapevano come spiegarselo e inventarono la storiella del Paradiso Terrestre e successiva cacciata e condanna di Dio, ma non c’è niente da capire o spiegare….oppure sì, ma ci pensa la biologia.

Citazione:
. A cosa servo? Fossi un medico senza frontiere, un volontario che si prodiga per il prossimo, forse la mia vita avrebbe un senso, forse davvero allora starei scontando la mia pena. Si col sacrificio rinunciando a noi stessi. Per gli altri.

Ma non è necessario sacrificarsi per altri…il meglio sarebbe fare il massimo per sé, per la propria formazione: autorealizzarsi nel proprio lavoro nei propri interessi…acquisire degli interessi…magari anche attraverso la collaborazione..da o con...!
Il sacrificio non serve a niente…forse l’idea viene da una mal’intesa formazione cattolica?

Citazione:
A volte sento persone che indicano l’amore come il senso della vita. Poi vedo persone che si fidanzano, che creano un illusione di coppia, di famiglia, le vedo sgretolarsi, tradirsi, ingannarsi, mentirsi.. ma allora l’amore non era amore vero, puro.. mi dicono che sono una romantica e che credo nelle fiabe.
No. Credo che l’amore vero quello che ti prende l’anima nessuno ha volontà di crearlo. All’inizio di un rapporto di coppia sembra che ci si possa avvicinare all’amore vero, quando nel nostro sangue circola quel succo vitale che ci porta a credere di essere felici, quando la parola “ per sempre “ risuona costantemente nella nostra mente.. ma poi accade qualcosa… si, come sostiene De Carlo, nel suo Arco d’amore, qualcosa finisce.. l’attaccamento lentamente si consuma.. e svanisce.. ogni cosa.. ogni sentimento.. ci si trova a brancolare nel buio.. chi è ancora nella fase “ per sempre” non capisce.. si chiede come mai quella persona che prima viveva per te e solo per te, adesso quasi non ti vede.

Forse hai scritto questo pezzo in un momento di disillusione amorosa che bene esprimi, ma che certo passerà presto.
Ora non vorrei concorrere con questo De Carlo, ma niente è per sempre.
Possono durare l’affezionarsi , l’amicizia, il voler bene , ma l’amore è un fuoco che brucia se stesso anche se in quel momento sembra proprio quello l’unico senso della vita...che proprio per quello viviamo.

Citazione:
E allora, dopo aver vissuto queste esperienze che non hanno fatto altro che moltiplicare i pensieri che ogni secondo si sovrappongono nella tua testa fino a farla esplodere, ti ritrovi ad alzarti la mattina per andare al lavoro. E ti chiedi ancora una volta che senso ha tutto questo?

Sì, certo, è una delusione amorosa che ti sconvolge in questo momento e scrivi per sfogare e imprecare contro la mancanza di senso di questo mancato amore, ma può essere anche questa l’occasione per capire (e lo capisci) che anche se nel momento l’amore è meraviglioso non è lì il senso della vita…per lo meno non è tutto lì.

A costo di essere pedante, poi, vorrei anche dire e ripetere (oggi che il lavoro è così inaccessibile) che proprio nell’impegno di lavoro, approfondito e pensato in una prospettiva strategica di formazione, può essere individuato il senso della vita.
ulysse is offline  
Vecchio 09-07-2010, 09.14.19   #3
solechemuore
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No, in realtà non è così. Non sto vivendo una delusione d’amore. Assolutamente. Io sono sempre stata delusa dalla vita. Sempre. Sin da bambina, come quando a sette anni scrivevo i miei primi racconti tragici che evidenziavano il non senso delle cose. Mi sono sempre posta domande che gli altri non si ponevano. Forse non dovrei parlare di senso della vita, quanto di senso delle cose. C’è una cosa che io considero e che gli altri si ostinano ad ignorare. Ho come l’impressione di parlare una lingua differente. Nonostante sia ancora relativamente giovane sono cosciente che la fine di tutto è dietro l’angolo. Quando acquisto i giornali leggo attentamente i necrologi. Vedo volti di giovani che non si aspettavano di certo di terminare cosi la loro vita. Penso, potrebbe accadere anche a me. Nessuno è immune dalla morte. Allora occorre fare qualcosa per non buttare via questa occasione. La vita intendo. E come? Nel lavoro dici? ma se una persona come lavoro sta tutto il giorno attaccata ad un macchinario a montare piccoli pezzi ricoperti di grasso su di un rumoroso meccanismo meccanico, in una fabbrica dove la temperatura sfiora i quaranta gradi, che gioia potrebbe trarne se non il magro stipendio a fine mese, che basta appena per la sopravvivenza? È cosi che dobbiamo utilizzare la nostra occasione? Non è buttare via la vita? Poi non sono cosi pessimista nei confronti dell’amore. Conosco coppie che stanno assieme da sessant’anni e si amano più di prima. Non vuol dire, in amore come in tutte le cose è questione di fortuna. Di sopportazione. Di umiltà. Di sacrificio. Di altruismo. Però, si, il vero amore esiste. Ma si tratta di una coppia su un milione. E per gli altri 999.000 che non sono stati cosi fortunati cosa resta? Quando esco, preferibilmente da sola, osservo le persone, mi accorgo di quanto ridicoli siamo. Di come stiamo davvero buttando via la vita. Soprattutto se si è giovani. Si ha la possibilità di spaccare il mondo. E invece vedo questi giovanissimi di oggi. penso al senso della loro vita. Se ne vanno in giro viziatissimi con i loro super cellulari costosissimi, con i pantaloni abbassati a mezza coscia cosi si può mostrare l’ultimo modello di mutanda Dolce & Gabbana. Li vedo scorrazzare con i motorini fino all’una del mattino. Mentre i genitori lavorano tutto il giorno. Ma l’idea del sacrificio non la comprendono. Sento la vita scorrere come sabbia fra le dita, ogni giorno sempre più velocemente, e non faccio assolutamente nulla per reagire. Anche io in fondo, sono come gli altri..
solechemuore is offline  
Vecchio 09-07-2010, 14.28.13   #4
marco cossu
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Buongiorno, il tuo messaggio è toccante.

Credo che ciò che tu esprimi sia comune a tutte le persone. In un certo senso credo che questo malessere che sicuramente ha i suoi cicli sia strettamente collegato con le limitazioni del corpo materiale.

Quando l'anima si incarna è costretta a soffrire e a gioire, cioè sperimenta la vita per mezzo del corpo ma ogni esperienza è limitata nel tempo.

Quando si passa un momento critico si può solo aspettare che finisca.

Molte persone soffrono di oscillazioni umorali molto ampie, dolorose e a volte pericolose, con momenti in cui non riescono neppure a lavorare..ciò che penso è che non si dovrebbe pensare di essere diversi per questo, ma piuttosto cercare indipendenza.
Spesso queste sono menti creative che possono dare molto alla società.

Sull'amore la mia opinione è che quello vero si basi sulla rinuncia, sul sacrificio e sulla libertà dal sentimento di possesso.

Un abbraccio.
marco cossu is offline  
Vecchio 09-07-2010, 18.29.39   #5
ulysse
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Citazione:
Originalmente inviato da solechemuore
No, in realtà non è così. Non sto vivendo una delusione d’amore. Assolutamente. Io sono sempre stata delusa dalla vita. Sempre. Sin da bambina, come quando a sette anni scrivevo i miei primi racconti tragici che evidenziavano il non senso delle cose. Mi sono sempre posta domande che gli altri non si ponevano. Forse non dovrei parlare di senso della vita, quanto di senso delle cose. C’è una cosa che io considero e che gli altri si ostinano ad ignorare. Ho come l’impressione di parlare una lingua differente.......

Amica mia, già l'ho detto: le cose in sè non hanno senso inutile cercarlo... e chi lo cerca, non lo trova e cerca guai: questo vale per tutti.
Invece il senso della vita è saper vivere, ma non intedo un vivere leggero, inconscio e menefreghista, intendo un saper vivere cosciente e responsabile: non essere succubi, ma essere protagonisti...anche in una propria vita particolare...anche in un'altra lingua...che importa! Ognuno è unico!

Sostanzialmente siamo noi che costruiamo il nostro futuro e insieme la nostra personalità, sia col nostro preseguire in continuo la nostra formazione interiore (studiare, leggere, musica, spetttacoli, interessi vari) sia esteriore: (frequentazioni, amici, corsi di qualche cosa, pittura, disegno, ballo, comunicazione, informatica, giochi, ecc...)...serve per imparare, ma lo scopo primo è soprattutto per frequentare, per non restare soli..per imopegnarsi.
Se il lavoro attuale è deprimente e non presenta possibilità occorre fare corsi per apprendere altri lavori, altre attività, ecc..

A te sembra che la vita ti sfugga inesorabilmente e inutilmente e probabilmente è vero e sarà sempre vero se non ci poni riparo e il riparo sta nel tuo modo di pensare che devi ricostruire...inutile e dannoso rifugiarsi nel "sono stata sempre così": sfuggi i pensieri tetri , cerca di non coltivarli cerca inveve di coltivare pensieri piu confortanti...primaverili, non autunnali e vesti colorato sgargiante, mangia cioccolata, nutella tutte le mattine...o forse un cagnolino da portare in giro: le ho dette tute?....resta ancora la stravganza dei giovani...piu' che altro è posa...inutile perdersi a criticare....anche loro sonpo privi di riferimenti ed esempi costruttivi che dovremmo dare noi o dovrebe dare concretamente la società .
Comunque è questione di allenmento psichico e intelettuale piu' che altro...la strada è lunga e dura, ma ce la puoi fare...ce la possiamo fare!

Non cercare sui giornali i necrologi, cerca piuttosto le nascite. Ma certo non sò darti suggerimenti efficaci che colpiscano nel segno per ora...anche perchè non ti conosco, ma molti sono così come ti descrivi...amorfi e sfiduciati in tempi privi di ideologie..soprattutto privi di possibilità...ma anche qui non è da rifugiarsi nella tristezza dei tempi vuoti ...occorre che qualcuno cominci e fare ogni giorno qualcosa di autorealizzante, di confortante che dia fiducia e autostima: vincere una partita magari: a carte, a golf, scacchi, tennis, ecc...occorre osare e provarsi...magari jogging ogni mattina

Sforzati per l'inizio di aiutarti a pensare che il bello, il brutto, il buono o il attivo non stanno nelle cose stesse, ma nella nostra mente...convinciti di ciò!

Infatti non è il lavoro che è brutto, sei tu che non l'affronti con allegria e se proprio non ci riesci ..cambia lavoro (per quanto i tempi non siano propizi....purtroppo!)

Di fronte a qualcosa che rattrista cerca subito di pensare a qualcosa che ralleggra: magari fatti un elenco...vari elenchi: cose allegre da pensare, cose buone da mangiare e confortevoli da fare,da sforzarsi a fare, gente da conoscere, da frequentare... luoghi da visitare...non cimiteri però, post-it incoraggianti attaccati per casa...racconti non tragici, ma a lieto fine: non serve quello che ci scrivi... serve il farlo.
Il predicozzo è finito...per ora! dimmi cosa ne pensi, se qualcosa puoi fare! ma si puo' fare anche altro...anzi sei proprio tu che devi invenare qualcosa di diverso.

Ultima modifica di ulysse : 10-07-2010 alle ore 11.03.06.
ulysse is offline  
Vecchio 23-07-2010, 07.18.49   #6
angelot
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Cara Solechemuore, anch'io, da sempre, ho le sensazioni e i dubbi che hai espresso, ma non ho l'appoggio psicologico della fede, che hai tu. Le domande che mi pongo sul senso della vita, e che sono pressocchè identiche alle tue, mi portano alla fine alla conclusione che la nostra vita (e il mondo in generale) non è altro che un teatrino tragicomico nel quale siamo piombati per caso. L'unico suo senso può essere che qui siamo e qui dovremo restare fino alla fine, cercando di barcamenarci alla meno peggio, cercando di non venir meno ai nostri doveri verso i nostri cari, e aspettando che pian piano (o, chi lo sa... magari alla svelta) arrivi il giorno di chiudere gli occhi. Tutto ciò che possiamo fare è mettere un piede davanti all'altro, camminando pazientemente verso il compimento del nostro destino (che, sia un bene o no, non è scritto) che ci aspetta là in fondo: sotto una croce sulla collina. Siamo come attori intrappolati in una rappresentazione teatrale che siamo obbligati a recitare vita natural durante, che, se un senso ha, è solo quello di esistere... fine a sè stessa.
angelot is offline  
Vecchio 25-07-2010, 09.34.56   #7
jador
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Riferimento: che senso ha ?

Se cercare il senso della vita e' chiedersi :"da dove veniamo e dove andremo a finire", significa che non stiamo vivendo, ma solo impiegando il tempo a farci domande alle quali non possiamo rispondere con nessuna certezza.

Nessun dio ancora si e' mostrato in maniera inconfutabile all'essere umano per svelare il mistero e il significato della vita.

Possiamo invece chiederci "chi siamo", riferito a se stessi, scoprendolo ogni giorno, attraverso tutto cio' che gli eventi della vita suscitano in noi, e quanto noi siamo in grado di trasformarci attraverso essi.

Cerchiamo rassicurazioni nell'amore eterno quando cio' che caratterizza l'essere umano e' proprio la sua mutevolezza, intesa come continua scoperta di se', crescita, cambiamento. E smettere di amare qualcuno puo' far parte di questo processo.

E' l'amore il senso della vita, ma dipende dal senso che si dà all'amore.
E' la nostra capacita' di amare la vita anche nelle sue piu' piccole sfumature che dovrebbe essere eterna.
E trovare in noi il senso delle cose potrebbe significare aver trovato il senso della nostra vita.

Ogni giorno il sole muore, ma ogni giorno risorge.
jador is offline  
Vecchio 27-07-2010, 19.21.40   #8
nevealsole
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Incrocio di destini

J'adore,
condivido a pieno il tuo messaggio e invito Solechemuore e tutti gli altri che hanno risposto "sfiduciati" dalla vita a darle una chance.
Abbiamo spesso delle aspettative, e altrettanto spesso ci accadono cose - diverse od opposte rispetto alle nostre aspettative.
Quasi sempre interpretiamo per il peggio questi accadimenti non previsti, talvolta difficili. Il destino cinico e baro si accanisce contro di noi.
Alle volte si chiudono porte, nostro malgrado. In amore e non.
In amore il chiudersi delle porte ci fa più male, perché è più forte il nostro voler incastrare l'altro in un puzzle che è solo il nostro.
Credo fermamente che ogni porta che si chiude sia un aiuto della vita a trovare la giusta direzione quando la nostra cecità rallenta il cammino, e rendere più lontana la meta.

Ogni giorno incontriamo persone ed ogni giorno poniamo l'accento sul nostro riflesso.
Negli ultimi due anni la mia vita è stato un continuo incontro con anime "luminose", sul lavoro e nel privato.
Sono stata fortunata? Non credo, sono semplicemente cambiata io.
Questa cosa accade a ciascuno di noi, al momento giusto.
Solitamente, quando il momento non è ancora arrivato, i discorsi positivi, gli incoraggiamenti (tipo il mio) irritano, o sembrano inutile buonismo.
Il mio augurio per Solechemuore (lo cambierei in SolecheVive, se posso) è che arrivi presto il momento in cui vedrai per prima la luce dell'altro, e solo dopo l'ombra, perché ognuno di noi conosce entrambe.

nevealsole is offline  
Vecchio 28-07-2010, 22.21.17   #9
tellatin
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Riferimento: che senso ha ?

"La vita è troppo semplice per essere facile. Proprio per questo è difficile."
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Vecchio 03-08-2010, 10.10.07   #10
gyta
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Citazione:
ma l’amore è un fuoco che brucia se stesso anche se in quel momento sembra proprio quello l’unico senso della vita...che proprio per quello viviamo.


Non sai quello che dici.

Citazione:
Forse hai scritto questo pezzo in un momento di disillusione amorosa che bene esprimi, ma che certo passerà presto.

Altra affermazione di chi non desidera fermarsi a cogliere la profondità di ciò che ci muove
al di dentro ed al di sopra di ogni più futile apparenza.


Citazione:
può essere anche questa l’occasione per capire (e lo capisci) che anche se nel momento l’amore è meraviglioso non è lì il senso della vita…per lo meno non è tutto lì.

A costo di essere pedante, poi, vorrei anche dire e ripetere (oggi che il lavoro è così inaccessibile) che proprio nell’impegno di lavoro, approfondito e pensato in una prospettiva strategica di formazione, può essere individuato il senso della vita.

Ah, sì! La realizzazione attraverso la carriera (”prospettiva strategica di formazione”)..
è di certo la strada per.. Il Senso, per.. Essere!


Citazione:
A costo di essere pedante
E.. lo sei!

Citazione:
in amore come in tutte le cose è questione di fortuna. Di sopportazione.

No. Non di “sopportazione” né di fortuna.
Tantomeno di “altruismo”.


Citazione:
Quando l'anima si incarna è costretta a soffrire e a gioire, cioè sperimenta la vita per mezzo del corpo ma ogni esperienza è limitata nel tempo.


Ho una sola risposta: quando uccidiamo i nostri sogni (il potere di proiettare la nostra energia, noi stessi, la nostra essenza, nelle “cose”) uccidiamo nella (apparente) ragione la passione e segniamo la fine della potenza di essere: l’amore mistico che è puro, poiché “dentro“ (senza un “fuori“). La passione non va domata ma accolta, scoperta sviscerata seguita abbracciata amata.. allora siamo! Siamo senza tempo né spazio ed ogni senso si rivela a noi.

La vita, la coscienza, è Mistica (>sostantivo), laddove ci limitiamo e la limitiamo “si vendica“ richiudendoci nei confini angusti di una mente troppo piccola per accogliere l’infinitezza e la bellezza stessa, la potenza!
Eppure ti comprendo bene. perché la mente è bastarda, anzi.. “ha pedigree“, e fa fatica a riconoscersi oltre le concatenazioni dei geni e della cultura (e autocultura) acquisita, così segue negli ostacoli la via più facile seppure umiliante della regressione rinunciando ad essere.. profondamente essere.
Le scuse possono essere molteplici.. Quella apparente, il dolore; quella reale la paura di potere! Temiamo di essere, perché essendo ci consegniamo al mondo del potere immenso dove l’io (“sociale”) non ha più spazio.. Ed allora di colpo sentiamo che varcato nuovamente (per chi già l’ha sperimentato) il confine non ci sarà più nessun io ad accoglierci, più nessuno potrà applaudire i nostri gesti, il mondo delle vecchie certezze si fa piccolo e si allontana ed abbiamo paura di non essere pronti ad amare per davvero.

Temiamo quel Fuoco perché in quel fuoco noi così come eravamo pronti a riconoscerci con gli altri non lo potremo più.
Non sentimentalismo ma passione, non un cero che consuma se stesso ma il fuoco inestinguibile che solo ai pazzi o ai disperati è dato di accedere.

Il senso si rivela insostenibile eppure mai tanto bramato.. E la mente-certezza come il tempo-spazio consente il ponte tra la percezione e l’essere: lo specchio nel quale ‘affogare’ distinti, abbracciati da quello stesso abisso ; abìsso come voragine, abisso come profondità; solo ora “colmabile” nella reciprocità dell’accoglimento che la percezione di coscienza (individuale) rende possibile.. ( l’insostenibile leggerezza del/di essere..)

Citazione:
ma se una persona come lavoro sta tutto il giorno attaccata ad un macchinario a montare piccoli pezzi ricoperti di grasso su di un rumoroso meccanismo meccanico, in una fabbrica dove la temperatura sfiora i quaranta gradi, che gioia potrebbe trarne se non il magro stipendio a fine mese

Conosco una persona che si è fatta saltare le dita dal desiderio di essere.. (inter-essere/fluire) con una macchina che ruotava.. No, non c’è posto per l’uomo-oggetto. La coscienza è rivoluzione, rovesciamento del mondo degli esseri-oggetto. Allora la passione può spingere non verso l’autodistruzione ma verso l’autoaffermazione. E l’autoaffermazione (reale) scopre la radice della potenza dell’io ben al di là del mero individualismo consumistico dove l’oggetto di consumo è l’essere stesso!

Citazione:
Conosco coppie che stanno assieme da sessant’anni e si amano più di prima.
Essere dona la capacità di.. essere. Quando si è non si “ha”. Non si ha una mente-acquisitrice di tempo oggetti e sensazioni ma un potere in grado di sperimentare ora. E ora è sempre.

Citazione:
Forse non dovrei parlare di senso della vita, quanto di senso delle cose.
Allora occorre fare qualcosa per non buttare via questa occasione. La vita intendo

Si ha la possibilità di spaccare il mondo. E invece vedo questi giovanissimi di oggi

No, non guardare gli altri come se fossero possibili fari durante la notte..
Guarda dentro i tuoi occhi “quei giovanissimi che invece”, guarda la tua paura, il tuo terrore.. la tua mente..
la tua cultura..

Non : “io penso positivo”.
Ma.. Pensare, sul serio.. Sorprendersi ancora ed ancora..
Chi se non noi medesimi possiamo essere all’altezza dei nostri “eroi“, della visione che vorremmo bramare..?!
Chi se non noi possiamo sentire di non avere la forza di guardare, di scegliere di guardare.. eppure guardare ugualmente!
Volerla quella forza e nella sete di essere veri, nella sete di vedere, liberarla (scoprirla libera) dall’impotenza che ci trascina a terra!

Citazione:
Ho come l’impressione di parlare una lingua differente. Nonostante sia ancora relativamente giovane sono cosciente che la fine di tutto è dietro l’angolo.

Sì, lo è.. Se non sapremo vivere nella dimensione dell’essere allora tutto finirà.. Tutto è già finito..

Si ha la possibilità di spaccare il mondo
Spacchiamo il mondo: spacchiamo il nostro cuore (mente)!
Spacchiamo i confini angusti che una mente insana (ci) ha consegnato alla nostra vita, come virus alle nostre percezioni, ai nostri (nostri!) pensieri!

Questo è il senso del matrimonio: io dico “Sì!”
“Sia fatta non la mia (=mente) ma la Tua (=in verità) volontà”

Citazione:
in amore come in tutte le cose è questione di [..] sacrificio.

Gìà! Ma non come lo intendiamo comunemente, del sacrificare la totalità di noi in favore del particolare,
ma sacrificio come: rendere sacro!
Allora la frase suonerebbe: In tutte le cose (le questioni/ la realtà) è questione di rendere sacro, di portare luce di conoscenza (amore, imprescindibile dall‘essere) -e quindi verità intesa come trasparenza ad ogni moto (accadimento/ “cose”) !


Citazione:
Io sono sempre stata delusa dalla vita.
E’ la vita “che ci delude” o non siamo noi stessi che deludiamo noi?!

Citazione:
Mi sono sempre posta domande che gli altri non si ponevano
Non credo che “gli altri” non se le pongano.
Credo che non tutti sono disposti ad assumersi l‘onere di rispondersi realmente (non affrettatamente da circostanza).
Ma ancora più.. non tutti sono disposti a mutare il proprio vedere (sentire) se la risposta lo richiedesse..

Citazione:
I miei dubbi sull’esistenza sono tali da rendere la mia stessa vita un vero inferno.
Mi piace pensare che io sia nata nel posto sbagliato e nel tempo sbagliato

E di certo è così, perché così affermi.

Citazione:
Mi sarebbe piaciuto essere un essere semplice senza nessuna conoscenza che vive per il suo lavoro e che non si contorce la mente con mille e più pensieri che si accavallano fra di loro fino a farmi impazzire.

Già! Ma ci è dato l’onere di questo dono o di questa disgrazia:
Il paradiso e l’inferno, il posto ed il tempo giusto o sbagliato.
E’ tutto qui.

Citazione:
Quando DIO parlò con Adamo ed Eva, gli disse che se avessero osato cogliere un frutto da quell’albero sarebbero morti.

Sì. L’albero della conoscenza rende immortali o da la morte,
Secondo chi è a cibarsene.

Citazione:
Mi alzo la mattina e so come sarà esattamente la mia giornata. A cosa servo?
Chi servi?

Citazione:
No. Credo che l’amore vero quello che ti prende l’anima nessuno ha volontà di crearlo

Mi rammenta il Dio triste che cerca di abbracciare attraversando tempo e spazio il suo stesso cuore, di toccarlo, di risvegliarlo attraverso le coscienze individuali e sente e vede chiudersi le porte da un’apparenza resa (da sé medesima) come foschia tangibile a sigillare le bocche assetate..


Grazie per avermi donato la possibilità di condividere tutto questo..
gyta is offline  

 



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