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19-08-2010, 10.47.02 | #13 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 18-08-2010
Messaggi: 1
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Riferimento: che senso ha ?
Cara amica, quello che hai scritto in parte è condiviso anche da me.
Mi rendo conto di quello che provi. Ti chiedi perchè le persone siano superficiali, immerse nel loro fare e limitate a discussioni uniformate, tutte uguli , fatte con lo stampo. Mai nessuno che vuole parlare di argomenti piu' profondi. E ti domandi perchè tu sei cosi' e gli altri no, sentendoti un'exstraterrestre. Secondo la mia opinione, esistono persone (sono quasi tutte) che scelgono di rimanere ad un certo livello di crescita di sviluppo del proprio essere. Mi sembra che tu sia una persona che non si limita ad accettare le cose cosi' come sono,vedi con altri occhi, di chi ha scelto di svegliarsi. Si stà male per un pò , poi accade qualcosa di meraviglioso. Non sei sola,stai facendo un salto che altri prima di te hanno fatto. Il genere umano è bellissimo e se accadono e sono accadute cose terribili è solo perchè l'uomo e la donna hanno paura. Ha paura di slegarsi da culture, atteggiamenti preconfezionati, da retaggi infantili, da comportamenti che danno sicurezza che è solo apparente,tutto muta. anche noi mutiamo,ma dobbiamo mutare consapevoli di avere un pensiero libero. Pensare liberamente esprimendo senza paura il proprio stato d'animo,convinti di non nuocere a nessuno. C'è molto da fare, fai che il tuo modo di vedere le cose serva per svegliare gli altri. Le persone hanno bisogno di persone come te. Persone che hanno scelto di vivere nella verità. Ciao. |
24-11-2010, 19.43.00 | #14 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2008
Messaggi: 1,363
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Riferimento: che senso ha ?
SENSO, UMANO, DELLA VITA
Ancor oggi c’è chi, pur accettando in qualche modo l’esplicarsi della Scienza, si chiede tuttavia quale sia il senso della vita…finalizzato all’oltre della vita stessa. C’è, infatti, chi non si sente soddisfatto se non attribuiamo al nostro vivere un carattere “escatologico”…tanto che ancora si sente la solita litania: di dove veniamo?… dove andiamo?…perché siamo?... ecc…ma che senso ha questa vita? ecc…ecc… Quindi, nonostante le elargizioni cognitive ed i successi della Scienza, cui ci abbeveriamo, la mancanza di un qualche carattere escatologico del vivere, ci rende defraudati e sperduti…nient’affatto compresi di un qualche elevazione spirituale o di speranza e protezione affettiva o di terra promessa. In sostanza se non c’è una finalità al tutto e se manca un Dio che ci accolga in seno, che ci premi o punisca per l’eternità, lo stesso fine escatologico viene a mancare anche nel nostro quotidiano agire e arrabattarci …tanto che arriviamo a inventarcela noi una tale finalità…con un Dio che associ uno scopo al nostro esistere…come in effetti è accaduto nei millenni della nostra e di altre civiltà. Si dice, d’altra parte, che Charles Darwin, col suo porre l’origine, l’evolversi ed il compiersi della vita, su di un piano esclusivamente biologico e fisico, ci abbia defraudati, appunto, del senso escatologico della vita stessa cui tanto eravamo affezionati…da millenni!… e che anche ci confortava col suo sfociare nell’eternità. In realtà Darwin ci ha sì negato il senso escatologico…forse illusorio, ma ci ha introdotti al “Senso Umano” della vita ponendolo nelle nostre mani. Siamo noi stessi, infatti, i fautori di un tale “senso”, o piuttosto, del far si che la nostra vita abbia o meno un “senso” nel nostro viverla. Infatti il “senso” c’è… purchè siamo protagonisti…se non sempre di eventi storici o, comunque, largamente influenti sugli accadimenti del nostro tempo… ma almeno se siamo protagonisti e partecipi, dicevo, nel nostro quotidiano agire e rapporto con noi stessi, coi nostri partner e con la società, a livello emozionale, empatico, etico e culturale...men che meno egoistico, predatorio e pervasivo! Un tale rapporto ci offre occasione e opportunità di renderci consci del nostro esistere e di trarre conforto e autogratificazione dal perseguimento delle nostre pulsioni e dei nostri fini, nonché dal superamento di difficoltà e ostacoli che l’ambiente stesso oppone alle nostre personali contingenti esigenze del vivere nel perseguimento dell’autorealizzazione...e della felicità, in definitiva. In effetti non sono tanto lo scopo e il successo raggiunti, qualunque ne sia il livello, che ci gratifica e ci fa pensare che il "senso" c’è, che una qualche felicità nascosta esiste, ma, piuttosto, lo sono l’impegno e la passione che ci inducono a perseguirli. Invece il “senso” non c’è e tutto appare inutile se siamo succubi, soggetti al plagio ed alla passiva aspettativa degli eventi, deprivati di interessi, di partecipazione e passione o semplicemente vittime che sopportano, fagocitando con rabbia..insofferenti, il più vieto conformismo di un ripetitivo tran-tran quotidiano. Ciò accade in specie in questo tempo in cui la crisi economica e morale rende disagevole ogni accesso all’impegno ed alla partecipazione del vivere. Tempi in cui, col poco di eccelso da scegliere e gustare, i riti stessi della società, cui i media contribuiscono, ci propinano tutta la spazzatura della così detta mercantilistica cultura postmoderna…al livello delle più infime pulsioni umane. Ma “protagonisti” si nasce o si diventa? Alcuni, ”protagonisti” ci nascono: per censo o per genetica… magari con prodromi radicati nelle generazioni che precedono. Ma, per lo più, “protagonisti” si diventa…per chi ci diventa… con lacrime e sangue…e tanto più oggi, data la crisi in corso, pur con le invenzioni più originali e intuitive che il pensiero laterale ci suggerisce. Protagonisti, comunque, si diventa per impegno profuso nella ”formazione” propria e dei figli, magari fin dalla scuola materna, in ogni caso fin da prima possibile, se si vuole e si è orientati, con studio e vissuto esperienziale adeguati…magari anche con “spinta”. Il futuro è nelle nostre mani…ma occorre prepararlo…da prima e nel contesto giusto: già i romani coniarono l’incitamento: Estote parati! che nel nostro volgare si traduce: non dormite mai! Infatti, non ci si può svegliare improvvisamente un mattino e di punto in bianco esclamare ...Ma questa vita non ha senso…in questa società di M….., se prima, in qualche modo non ci si è preparati ed adattati emotivamente e razionalmente…ed anche partecipato culturalmente e socialmente per la massima autorealizzazione possibile. Autorealizzazione sempre probabilistica…poichè, pur con tutta la preparazione possibile, essa non sempre riesce…per chi presto abbandona e sparisce nel gorgo anonimo del “non protagonismo” e, quindi, del “non-senso”…o semplicemente per inesorabile Fato…che, pur nella sua assenza, a volte si pone accanitamente...contro. In linea generale comunque non ci dovremmo sentire defraudati di “senso”. L’apertura di Darwin ci restituisce a noi stessi: al nostro impegno, responsabilità e preveggenza. L’idea forza così esplicata supera il concetto escatologico della finalità “extra nos” che ci sarebbe dall’alto concessa. Ci spinge invece ad essere noi a dare un qualche senso alla nostra vita, con la nostra sensibilità percettiva, col pensiero, con la cultura, con l’essere “persone” e non “amebe”, con l’essere sociali…anche affettivamente coinvolti, con ciò che facciamo, col nostro comportamento etico, con l’assumere responsabilità per ciò che ci accade…con l’aspirare al meglio…alla possibilità di migliorare e ponendone le basi …senza far discendere tutto da un Dio, dagli astri o dal solito ineffabile…insondabile Fato! Diamo un senso alla vita, ovunque siamo, nello spazio e nel tempo, col perseguire scopi che siano di una qualche utilità al vivere personale nelle sue esigenze fisiche, psichiche e affettive, ma anche scopi orientati al vivere di tutti, della società come cittadini preparati e dotati di principi e valori…sfuggendo ai pregiudizi ed agli egoismi del "siamo fatti così" o del "così fan tutti". Essendo santi, insomma…per quanto possibile!!! Si può, infatti, restare nell’ambito del possibile affettivo e razionale se si afferma che esiste “senso” anche nel perseguire un’etica laica…in evoluzione continua… in luogo o a complemento della staticità dell’etica della tradizione teologica …cristiana, musulmana, ebraica, induista, vahabista, ecc… Alla fine, infatti, è vero che ciò che chiamiamo “SCIENZA” e che tanto ci pervade, non ha niente di infinito e di confortevolmente stabile…anche se costruzione intellettualmente immensa, ma pur sempre di ricerca e non mai giunta a completamento...nè mai vi giungerà, per definizione. La percezione, la sensazione, razionale od affettiva che sia, la conoscenza, la scienza in toto, sono fatte della esplicazione dell’Universo…fin dove si può oggi…domani di più…se di più cresceremo, se ci dedicheremo con sempre più preparazione, impegno, fiducia e risorse intellettive. In fondo non molto diversa sarebbe la implementazione di una personale Anima…sia pur materiale e incarnata. Forse è in questo il senso della vita. Ma è anche nell’andare oltre, che dipende comunque da noi, in ogni campo dell’essere e del sapere… materiale o spirituale che sia…e sempre più, se ci poniamo come protagonisti fiduciosi che ancor di più si può fare ed essere di più… pur sempre in modo relativo e probabilistico...non mai con la pretesa del perfetto, dell’assoluto o dell’eterno. Ultima modifica di ulysse : 25-11-2010 alle ore 18.30.52. |
29-01-2011, 19.21.55 | #15 |
Ospite
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Riferimento: che senso ha ?
Il senso della vita non c'è. E' un epifenomeno dell'ipertrofia cerebrale che contraddistingue la razza umana.
Per tutti gli altri animali e' semplice: Nascere, vivere, riprodur-si, morire. Ma per l'uomo, in conseguenza dello sviluppo abnorme della corteccia, invece che di altre parti utili per la sopravvivenza, questo diventa un problema. Un problema inesistente, cioe' un atto di onanismo mentale, sotto certi aspetti, patologico. |
05-03-2011, 11.49.31 | #16 | |
Ospite abituale
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Riferimento: che senso ha ?
Citazione:
Sottoscrivo ma non totalmente. Per molte donne e per molti uomini il senso della vita è proprio nascere, vivere, riprodursi, morire. La maggioranza degli esseri umani fa questo, non si interroga su niente e se qualcuno li interroga a riguardo, sul perché sono nati, sul perché vivono, sul perché si riproducono, non sanno fornire una risposta, a volte si arrabbiano pure se incalzi con le domande. Se va bene ti guardano beoti e beati come se tu fossi una pazza. C'è una quota minoritaria di persone che non fa altro nella vita che interrogarsi sul senso della propria e altrui esistenza. Queste persone non sono nè beoti, nè beati. |
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02-04-2011, 01.11.44 | #18 |
Ospite
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Riferimento: che senso ha ?
Il mio sentire è che adesso io sia manovrato, spinto ... ma questo significa che c'è una mia natura sconosciuta! E che forse è quella che sono in realtà! E' possibile che non ci sia una strada per raggiungerla?
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02-04-2011, 08.37.52 | #19 | |
Ospite abituale
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Riferimento: che senso ha ?
Citazione:
Tu dici: mi piace pensare che e con questo ammetti che in fondo ti sta bene così, è un ruolo che ti si addice. Se un giorno ti stancherai, avrai la possibilità di porti in modo diverso, di cominciare a sentirti parte di tutto questo e potresti scoprire che non ci stai così male. |
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02-04-2011, 18.57.54 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: che senso ha ?
Citazione:
Un nome scritto e riflesso allo specchio risulta al contrario. Mi sembra che le tue domande contengano gia' la risposta e che quella strada tu l'abbia gia' iniziata a percorrere. Ma quale puo' essere il senso della vita, se non trovare se stessi? |
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