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03-07-2014, 21.02.30 | #102 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: che senso ha ?
** scritto da FMJ:
Citazione:
Ma credere con fiducia in qualcosa di misterioso, senza prove, solo con intuito o per convenienza, è già un salto in un piano fenomenico religioso. Non c'è nessuna differenza religiosa tra la mia fede in Gesù e la fede nel Caso, nel Big-Bang, nel Nulla, ambedue dirigono le scelte, le decisioni e la morale personale, e ovviamente il senso della vita conseguente. Citazione:
Se così non fosse, tutto è permesso, poiché ognuno ha ragione. Quindi che ci sarebbe di male nell'azione di Hitler o di asociale nel pensiero comunista? Perché si condannano?!?! Inoltre la storia c'insegna che esistono come possibile Verità Assoluta originale solo due eventualità: la trascendenza del caso proviente dal nulla o la soprannaturalità divina, ambedue sempre contemporanee e, per adesso, incrollabili e difficili da smentire. Ma l'una neutralizza l'altra, quindi è sì vero che ognuno puo' identificarsi con qualsiasi delle altre verità che l'intelletto puo' immaginare e crederci davvero, ma così come c'è stata una Verità Assoluta per il principio, ci sarà una Verità Assoluta per il fine. Pace&Bene |
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03-07-2014, 22.15.23 | #103 | |
Ospite abituale
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Riferimento: che senso ha ?
Sebastianb ha scritto:
Citazione:
O. K. Sebastian, per me va bene, spero che siano interessati anche gli altri nick. E a proposito di verità mi sovviene quanto scrisse il papa emerito Benedetto XVI nelle sua lettera enciclica “Caritas in veritate” (La carità nella verità). Egli afferma che non si può separare la “verità” dall’”amore”, forza straordinaria che spinge le persone ad impegnarsi con coraggio e generosità, ad amare la conoscenza, a cercare di capire il significato della propria esistenza. Alla verità dell’amore appartiene anche la capacità di dare “speranza” a chi è dominato dalla disperazione per la provvisorietà della vita, per l’ineluttabilità della decadenza fisica e della morte. Sensazione penosa che fu denominata “angoscia esistenziale” dal filosofo e teologo danese Soren Kierkegaard (1813 – 1855) e “angoscia del nulla” dal filosofo tedesco Martin Heidegger (1889 – 1976). Martin Heidegger nel suo noto saggio “Essere e tempo” afferma che passato, presente ed avvenire costituiscono un fenomeno unitario che chiamiamo temporalità, durante la quale l’individuo acquisisce la consapevolezza di sé. (anche il fattore tempo connesso al senso della vita è un tema da sviluppare se vi va) Il senso della vita può essere trovato in noi o fuori di noi, se ci viene comunicato da altre persone. Per chi non crede nel Dio di Abramo è inaccettabile la consolazione religiosa nell’esistenza ultraterrena. Tra i filosofi esistenzialisti del XX secolo è interessante quanto scrisse Jean-Paul Sartre nel saggio “L’essere e il nulla”, pubblicato nel 1943. Per Sartre è impossibile trovare un fondamento oggettivo al senso della vita. La condizione umana è di solitudine esistenziale. E’ l’individuo che dà senso al mondo, mentre il mondo, di per sè, non ha alcun senso. Questa tesi Sartre la rielaborò nel romanzo “La nausea” (1938), in cui narra le vicende di Antoine Roquentin, che riflette sulle ragioni della propria esistenza e scopre che il mondo non ha senso e viene colto dalla nausea. Per molti l'unico antidoto all'insignificanza del mondo è il rifugio nell'irrazionalità, nel credere ad una religione e ad un un dio che dà conforto, speranza. La religione cristiana induce a credere in un Uomo che è Dio, in un individuo storico che è anche metastorico. Chi invece non crede nell’aldilà considera “normale” la temporaneità della propria vita e subisce con rassegnazione o indifferenza il corso della natura, il nulla dopo la morte. |
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03-07-2014, 22.55.18 | #104 | |
osservatore
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Riferimento: che senso ha ?
Citazione:
Ti riporto al riguardo un passo tratto dal Libro Sapienziale Qoelet . . redatto quasi 2200 - 2300 anni fa. L' autore del testo ( sconosciuto ) era sicuramente un sapiente israelita, acuto osservatore del suo tempo. Egli ha evidenziato la travagliata vita dei suoi correligionari . . che, oggi come allora, si pongono gli " stessi " quesiti. Passano le generazioni . . ma queste domande continuamente l' uomo se le pone. - ( Ti ricordo che comunque è una visione di un religioso monoteista purtuttavia la sua riflessione è quanto mai attuale e " chi " potrebbe mai contestare questa "verita' "? ) 1,13 : . . ho ricercato e investigato con saggezza tutto quanto vien fatto sotto il sole.. è questa una "" penosa occupazione "" che Iddio ha " imposto " agli uomini affinchè in "essa" fatichino. Commento: il lettore penserebbe subito alla terrificante punizione che il Dio biblico inflisse al superbo Adamo ( vedi Gn. 3,19: . . col sudore della tua fronte mangerai il pane .. eccc... ). Ma l' esegesi è ben diversa. Quella - Penosa occupazione Imposta - riguarda invece proprio la " riflessione " che l' uomo pone "" costantemente " sul senso/significato della precaria esistenza. Di generazione in generazione questo problema, come un' ombra, segue l' uomo e " tormenta " il suo intimo piu' profondo. L' affannosa esistenza dell' individuo ( intento piu' che mai all' accumulo, alla soddisfazione delle sue futili brame .. illusorie e impermanenti . . ) si scontra con un limite invalicabile . . il Tempo. E proprio il cap. 3 del Libro che Qoelet evidenzia come " ogni " cosa ha il suo tempo . . cosi' come c'è un tempo per ognoi cosa. Il Tempo è il vero limite , l' argine che segna l' intrinseca finitezza del nostro essere, quel temuto " trapasso " che segna la nostra nullita'. Ed ecco che proprio su questa " assoluta certezza " implacabile e sferzante la domanda che pone l' autore : Che vantaggio ha l' uomo nel fare quello che fa?? - 3,9 -- Questa domanda è la sintesi del Libro - gia' nel prologo egli la pone : Che resta all' uomo di tutto l' affanno per cui fatica sotto il sole ? ( 1,3 ) Risposta unica ed inequivocabile : Nulla ! Tutto quanto il supponente uomo fa , la sua stessa carcassa vivente . . evaporera' ( Hebel ) nel nulla. L' unica certezza è l' eredita': una coltre di vermi, insetti e corruzione! ( Isai 14,9/11 - Sir. 10,11 ). E quindi . . il senso dell' effimera, fugace esistenza ? Nulla ! Questo Libro, per la sua micidiale ed obiettiva verita' è considerato da alcuni studiosi come una spaventosa saggezza " cinica " . . un vero manuale per agnostici / atei - e quindi indegno di essere annoverato come libro ispirato dal Dio biblico. Opinione rispettabile .. ma chi oserebbe " contestare questa saggeza di Qoelet ??? Ecco Altamarea - un Grande Libro che fa riflettere ( e molto ) su questa effimera esistenza .. alla faccia di " quel " clero che propone "" piu' sobrie e confortanti "" visioni . |
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04-07-2014, 20.20.45 | #105 | |||||
Ospite abituale
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Riferimento: che senso ha ?
** scritto da altamarea:
Citazione:
Ma il senso della vita non può essere trovato, può solo essere vissuto o meno, dopo che si crede in esso. Quella che può essere comunicata, accesa, trasmessa, da una persona ad un'altra è la fede, la fiducia, in una determinata realtà. Citazione:
Perché la tua credenza nel Caso o nel Nulla è un fondamento razionale? Se sì quale? Citazione:
Ma questo è il significato che l'essere umano, per propria convenienza, ha dato al sentimento "speranza"; niente a che vedere con l'accezione speranza nel Vangelo, ossia, che tutto ha un senso, anche la decadenza fisica, il fallimento, la tristezza, la disperazione, la morte. Citazione:
Con rassegnazione??!!!...con indifferenza??!!! Ma se siamo giunti al punto di cambiare le leggi naturali per quelle individuali pur di soddisfare l'Ego o per debellare la frustazione del desiderio non conseguito. Inoltre se non c'è "nulla" dopo la morte perché ci affanniamo a dare un senso compiuto alla vita? Perché è così importante il libero arbitrio o la scelta individuale? Citazione:
Non è inaccettabile, è rifiutata, cosa ben differente, anche in virtù del fatto che non ci sono alternative (almeno fino ad oggi) che possano consolare chi è vittima dell'ignoranza, dell'orgoglio, dell'invidia, dell'ipocrisia, umana. Pace&Bene |
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04-07-2014, 21.29.04 | #106 |
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Riferimento: che senso ha ?
Buonasera Sebastianb, nel Qoelet o Ecclesiaste è anche interessante quanto fra l’altro c’è scritto nel prologo: “Una generazione va, una generazione viene ma la terra resta sempre la stessa”.
Nella "normalità" dall’amore tra un uomo ed una donna può nascere un figlio che perpetua la specie e si susseguono le generazioni, la trama della vita. In un successivo testo biblico, il libro del Siracide, scritto a Gerusalemme nel 180 a. C. circa e contenuto nella sola Bibbia cristiana, c’è scritto: “Come foglie spuntate su albero verdeggiante l’una cade e l’altra sboccia, così sono le generazioni di carne e sangue. Una muore e l’altra nasce”. Secondo l’anonimo autore la terra assiste indifferente alla morte e alla nascita delle generazioni; è silente teatro del nostro fugace passaggio, calcolato secondo un immaginario scorrere del tempo, che non è una dimensione della realtà, ma un mezzo di cui si serve la nostra mente come espediente per percepire la realtà. Noi viviamo l'eterno istante, ma la mente lo immagina scorrere per suddividere il prima, l’adesso e il dopo, il passato dal presente e attesa del futuro, per dare un ordine temporale ai singoli fatti quotidiani che si susseguono. Cos’è un istante ? La minima frazione di tempo o tempo sprovvisto di durata ? Non esistono singoli istanti ma un loro continuo fluire non scomponibile, vissuti nella loro durata nella coscienza di ognuno nel susseguirsi degli eventi. Nel linguaggio quotidiano il termine tempo lo utilizziamo con diverse accezioni, per esempio lo colleghiamo alla natura o all’Io psicologico. Nel collegamento con la Natura il tempo lo consideriamo oggettivo, come successione ordinata invariabile di istanti, concatenati e misurabili (es. con l’orologio) invece in rapporto con l’Io il tempo lo reputiamo soggettivo perché riflette lo stato di coscienza o mentale dell’individuo. Dal tempo soggettivo scaturisce il concetto di eternità come un tempo infinito, che implica in sè, per opposizione, il concetto di non-tempo. |
05-07-2014, 00.58.59 | #107 | ||||
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Riferimento: che senso ha ?
Ciao Duc.
Duc ha scritto: Citazione:
Duc ha scritto: Citazione:
Duc ha scritto: Citazione:
Duc ha scritto: Citazione:
Alternative ci sono... |
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05-07-2014, 20.07.40 | #108 | |||
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Riferimento: che senso ha ?
** scritto da altamarea:
Citazione:
Ma scegliere senza l'intervento di sentimenti ed emozioni significherebbe non essere umani ma robot, senza dimenticare che è l'esperienza la madre della nostra razionalità. Forse non hai ben compreso la mia domanda: anche il tuo "voler" credere (nessuno ti ha obbligato!) a qualcosa differente da Dio, non avendo prove certe al 100%, è affidato, inizialmente, ad un atto di fede, cioè, ad una scelta senza razionalità, per poi acquisire ed incontrare, dopo averla sperimentata, nel viverla completamente, consegnandoti tutto ad essa, la ragione di tale decisione. Citazione:
E perché ti affanni se il fine è il Nulla? ...è incoerente e contraddittorio, no? Perché dovrei sfuggire all'insignificanza se non esiste niente che dignifica il senso della vita? Inoltre considerare il lavoro una costrizione è un impedimento per essere davvero liberi: altro fine, senso, ultimo della vita. Citazione:
Ribadisco, non è che non riesci a credere, non "vuoi"credere (per adesso, sai nella vita, a volte, spesso, poi si cambia il volere): "Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno". - (Mt 5, 37) Inoltre le storielle bibliche possono anche annoiare, ma non la forma ed il contenuto dell'amore in esse racchiuso, svelato e vissuto: "Inutile cercare altrove, solo l’Amore potrà donarci la vera gioia"! - (Sant'Agostino) Forse sarà questo il senso della vita?!?! Pace&Bene |
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07-07-2014, 15.49.36 | #109 | ||||
Utente bannato
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Riferimento: che senso ha ?
[quote=Duc in altum!]** scritto da FMJ:
Citazione:
Il Big Bang, secondo te, giace sullo stesso piano fenomenico di Dio? Il Big Bang e Dio, hanno le stesse conseguenze e producono le stesse anticipazioni? Citazione:
Tutte le costruzioni sono permesse. Poi, alcune funzionano meglio di altre, altre, non funzionano proprio. Le costruzioni, le giudichiamo dalle conseguenze e dalle capacità anticipatorie. Citazione:
Io ho la mia verità assoluta originale negli extraterrestri provenienti da un universo parallelo in 14 dimensioni. Sono venuti sulla terra e noi, discendiamo da loro. La mia, vale meno della tua? Citazione:
Appunto. In principio fu l'extraterrestre. Alla fine, la verità salterà fuori: discendiamo da extraterrestri che vivono in un universo parallelo a 14 dimensioni e che hanno edificato il nostro universo per permetterci di viverci. FMJ |
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08-07-2014, 15.50.43 | #110 | |
osservatore
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Riferimento: che senso ha ?
Citazione:
Si .. Altamarea - il passo del prologo che hai citato ( .. una generazione che va - una generazione che viene) non riguarderebbe " solo " il ricambio generazionale che garantisce la specie nel tempo. Qoelet lo inteva piu' che altro . . come "" uno dei tanti "" eventi che ciclamente si susseguono e senza per questo " turbare " minimamente la terra ( vedi il proseguo del corripondente versetto = . . ma la terra rimane sempre la stessa ). - Cosi' è infatti per tutti gli altri eventi ( sole, vento acque dei fiumi ) .. che al loro ri-apparie NON apportano Nessuna novita' ( 1,10 ). Per quanto riguarda specificatamente i figli ( che come tutti sanno rappresentano la "continuita' " ) Qoelet è molto critico al riguardo. Leggendo attentamente 2,12 : . . che cosa fara' colui che sara' il " successore " del re ? .. ecc... 2,18 : . . e presi in odio tutto quanto il lavoro da me fatto sotto il sole . . . eccc.. 2,26 : . . perchè dovro' lasciarlo al mio " successore ". E chi sa se sara' savio o stolto? ma "egli " sara' il padrone di tutto il mio lavoro in cui spesi fatica ed intelligenza sotto il sole. anche questo è Hebel / vanita' ! . . dovro' lasciare i beni ad un altro che non li ha neppure sudati - questa è vanita' e grande sventura!! Commento = Qoelet critica la mentalita' comune ... per i figli si fa qualsiasi cosa, qualsia " sacrificio " , si investe tutto .. e viene altresi' detto che dal loro successo " verrebbe " realizzata la propria esistenza. - Per Qoelet non avrebbe senso spendere - tutta - la propria vita in funzione dei figli. Non non si sa se saranno saggi, stolti, furfanti, parsimoniosi ... ecc.. ecc.. Ovviamente il primo dovere è provvedere alla loro crescita.. ma soprattutto sforzarsi di " prepararli " ad affrontare una vita autonoma e quindi non legarsi perennemente a loro.( ovvero: tutto è a loro "dovuto " e/o fargli trovare il "piatto" pronto = i beni ricevuti senza sudare: 2,21). Qoelet mette in guardia per le inevitabili delusioni, sensi di colpa e/o fallimenti. L' obiettivita' di Qoelet non deve essere considerata come una negazione alla speranza che dovrebbe garantire la generazione che viene. La sua riflessione è un' esortazione perchè - sarebbe amaro constatare il fallimento. Il travaglio di quei tempi è lo stesso dei nostri giorni. Tutto si ripete . . di generazione in generazione. Ecco allora quel : . . presi in odio la vita -sono giunto al punto di disperar in cuor mio ! E' l'amara conclusione di chi ha sperimentato in prima persona la delusione per le scelte operate dai figli ( il non aver realizzato le sue aspettative - opp. il rimorso per comportamenti illegali, litigiosi in famiglia - dolore per l' abbandono in cui è lasciato nel momento del bisogno .. eccc... ecc.. ) - Da qui l' odio per la vita, per la cocente delusione. Il 2. capitolo continua con la domanda - " marchio " del suo messaggio : CHE cosa rimane all' uomo di tutta la fatica e di tutto l' affanno del suo cuore in cui si è affaticato sotto il sole? Quei giorni pieni di dolori, pieni di preoccupazioni, di molestie che mi disturbavano il sonno?? Risposta : non c'è per l' uomo "" altra felicita' "" che mangiare e bere e godere del frutto dell sue (!) fatiche. commento: la "sola " consolazione per questa miseranda esistenza è rappresentata da questa gioia. Essa è ricavata da una condotta ( stile di vita ) semplice, dove il lavoro "" è per vivere e NON per accumulare "" ( perchè comunque TUTTO rimane quaggiu' ) . Qoelet ha inserito questo versetto ( 2.24 ) dopo aver elencato il duro travaglio mirante all' accrescimento di quei beni che - chi non li ha sudati li ricevera' e.. gozzovigliera' alla faccia sua. Chiaro il messaggio: l' affaticarsi eccessivamente per " altri " è quanto mai vano, perchè potrebbe rivelarsi controproducente e/o inutile. Grande Maestro, grande Sapiente questo Predicatore ... valido allora e valido oggi... perchè l' uomo non impara nulla dalla storia .. ripetera' sempre gli stessi errori = ( Tutto cio' che era ... sara' - tutto cio' che si è fatto .. si rifara' - non c'è nulla di nuovo sotto il sole !! ) buona sera |
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