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12-09-2005, 22.18.24 | #145 |
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parlavo oggi pomeriggio con un'amica più o meno della mia età...educazione più castrante della mia...un unico uomo, il marito...che ha lasciato perchè non riusciva più a viverci insieme...convinta lei di avere problemi e blocchi di tipo sessuale...e magari ce li ha pure...
ma dai suoi racconti, la mia esperienza dice pure che è incappata con un 'freddo' che certo non le è stato di aiuto a sciogliersi... ora quell'uomo che ha sempre scaricato sulla moglie carenze che sono anche sue...mi dici come si troverà con un altra donna? certo che ad una come me è difficile che un uomo possa scaricare addosso un suo problema sessuale, visto che ho altri termini di paragone...e già capiterebbe in una situazione intermedia perchè sicuramente cercherei un modo per non ferirlo e non fargli pesare il suo problema anche senza diventare il suo capro espiatorio... ma una donna un po' meno paziente e che magari gliene dice 4? L'esperienza e' molto importante...una donna come la tua amica, non avendo termini di paragone, e' naturale che si sia creata dei problemi lei stessa e non abbia saputo valutare il rapporto con il marito...se mi trovasssi in una situazione analoga o diversa non cercherei di ferire l'uomo, anzi, cercherei di aiutarlo per non aumentare i suoi blocchi, certo, non accetterei un rapporto "freddo" ...ma la mia o la nostra vita e' stata diversa, forse piu' intensa, appagante,... comunque quando un uomo o una donna escono da questo tipo di esperienza...ne escono frustrati, bloccati, impauriti o addirittura "vendicativi" ...e' qui che ritorniamo al discorso iniziale...incontrarsi a meta' e' molto difficile, perche' c'e' paura, insicurezza, confusione...e non tutti hanno il desiderio di rischiare ancora...io l'unica cosa di cui sono sicura e' che ho sempre rischiato nella mia vita, in tutti i sensi, e voglio continuare a rischiare...per me e' vivere... Vaniglia |
13-09-2005, 00.13.27 | #146 |
Utente bannato
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ehi Vaniglia, ma tu sei daccordo che noi donne italiane siamo più brutte delle altre e ce la tiriamo pure?
Ma se siamo degli inconsapevolissimi spettacoli della natura e abbiamo pure la casella sempre piena che se uno ci vuole mandare un messaggio non ci riesce! A buon intenditor |
13-09-2005, 01.37.59 | #147 |
Utente bannato
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discorso sulle donne
Natalia Ginsburg l'ha scritto negli anni '60.
L’altro giorno m’è capitato fra le mani un articolo che avevo scritto subito dopo la liberazione e ci sono rimasta un po’ male. Era piuttosto stupido:quel mio articolo parlava delle donne in genere, e diceva delle cose che si sanno, diceva che le donne non sono poi tanto peggio degli uomini e possono fare anche loro qualcosa di buono se ci si mettono, se la società le aiuta, e così via. Ma era stupido perché non mi curavo di vedere come le donne erano davvero: le donne di cui parlavo allora erano donne inventate, niente affatto simili a me o alle donne che mm’è successo di incontrare nella mia vita; così come ne parlavo pareva facilissimo tirarle fuori dalla schiavitù e farne degli esseri liberi. E invece avevo tralasciato di dire una cosa molto importante: che le donne hanno la cattiva abitudine di cascare ogni tanto in un pozzo, di lasciarsi prendere da una tremenda malinconia e affogarci dentro, e annaspare per tornare a galla: questo è il vero guaio delle donne. Le donne spesso si vergognano d’avere questo guaio, e fingono di non avere guai e di essere energiche e libere, e camminano a passi fermi per le strade con bei vestiti e bocche dipinte e un’aria volitiva e sprezzante (...) M’è successo di scoprire proprio nelle donne più energiche e sprezzanti qualcosa che mi indiceva a commiserarle e che capivo molto bene perché ho anch’io la stessa sofferenza da tanti anni e soltanto da poco tempo ho capito che proviene dal fatto che sono una donna e che mi sarà difficile liberarmene mai. Ho conosciuto moltissime donne, donne tranquille e donne non tranquille, ma nel pozzo ci cascano anche le donne tranquille: tutte cascano nel pozzo ogni tanto. Ho conosciuto donne che si trovano molto brutte e donne che si trovano molto belle, donne che riescono a girare i paesi e donne che non ci riescono, donne che hanno mal di testa ogni tanto e donne che non hanno mai mal di testa, donne che hanno tanti bei fazzoletti e donne che non hanno mai fazzoletti o se li hanno li perdono, donne che hanno paura d’essere troppo grasse e donne che hanno paura d’essere troppo magre, donne che zappano tutto il giorno in un campo e donne che spezzano la legna sul ginocchio e accendono il fuoco e fanno la polenta e cullano il bambino e lo allattano e donne che s’annoiano a morte e frequentano corsi di storia delle religioni e donne che s’annoiano a morte e portano il cane a passeggio e donne che s’annoiano a morte e tormentano chi hanno sottomano, e donne che escono il mattino con le mani viola dal freddo e una scarpetta intorno al collo e donne che escono al mattino muovendo il sedere e specchiandosi nelle vetrine e donne che hanno perso l’impiego e si siedono a mangiare un panino su una panchina del giardino della stazione e donne che sono state piantate da un uomo e si siedono su una panchina del giardino della stazione e s’incipriano un po’ la faccia. Ho conosciuto moltissime donne, e adesso sono certa di trovare in loro dopo un poco qualcosa che è degno di commiserazione, un guaio tenuto più o meno segreto, più o meno grosso: la tendenza a cascare nel pozzo e trovarci una possibilità di sofferenza sconfinata che gli uomini non conoscono forse perché sono più forti di salute o più in gamba a dimenticare se stessi e a identificarsi con lavoro che fanno, più sicuri di sé e più padroni del proprio corpo e della propria vita e più liberi. Le donne incominciano nell’adolescenza a soffrire e a piangere in segreto nelle loro stanze, piangono per via del loro naso o della loro bocca o di qualche parte del loro corpo che trovano che non va bene , o piangono perché pensano che nessuno le amerà mai o piangono perché hanno paura di essere stupide o perché hanno pochi vistiti; queste sono le ragioni che danno a loro stesse ma sono in fondo solo dei pretesti e in verità piangono perché sono cascate nel pozzo e capiscono che ci cascheranno spesso nella loro vita e questo renderà loro difficile combinare qualcosa di serio. Le donne pensano molto a loro stesse e ci pensano in modo doloroso e febbrile che è sconosciuto a un uomo. Le donne hanno dei figli, e quando hanno il primo bambino comincia in loro una specie di tristezza che è fatta di fatica e di paura e c’è sempre anche nelle done più sane e tranquille. E’ la paura che il bambino si ammali o è la paura di non avere denaro abbastanza per comprare tutto quello che serve al bambino, o è la paura d’avere il latte troppo grasso o d’avere il latte troppo liquido, è il senso di non poter più girare tanto i paesi se prima si faceva o è il senso di non potersi più occupare di politica o è il senso di non poter più scrivere o di non poter più dipingere come prima o di non poter più fare delle ascensioni in montagna per via del bambino, è il senso di non poter disporre della propria vita , è l’affanno di doversi difendere dalla malattia e dalla morte perché la salute e la vita della donna è necessaria al suo bambino.(...) Le donne sono unastirpe disgraziata e infelice con tanti secoli di schiaviu sulle spalle e quello che dovono fare è difendersi dalla loro malsana abitudine di cascare nel pozzo ogni tanto, perchè un essere libero non casca quasi mai nel pozzo e non pensa così sempre a se stesso ma si occupa di ttte le cose importanti e serie che ci sono al mondo e si occupa di se stesso soltanto per sforzarsi di essere ogni giorno più libero. così devo imparare a fare anch'io per la prima perchè se no certo non potrò combinare niente di serio e il mondo non andrà mai avanti bene finchè sarà così popolato d'una schiera di esseri non liberi. |
13-09-2005, 15.29.54 | #148 | |
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Citazione:
però basta come atteggiamento quello di cercare di non ferire, provando ad aiutare, ma non accettando un rapporto che non va? (atteggiamento che io condivido pienamente) basta questo a non far chiudere a riccio una persona abituata a scaricare su altre i propri blocchi, non abituata a mettersi in discussione, non abituata a rischiare? o non si trasforma in una delle tante persone che inizia a criticare tutto l'altro sesso? |
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13-09-2005, 15.49.03 | #149 |
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per Lobelia
Questo post l’avevo letto questa mattina, prima di uscire di casa per andare a lavorare. Mi aveva impressionato. Molte volte dimentichiamo ciò che ci lega, dimentichiamo ciò che veramente siamo. Delle Donne Vere. E sono andata a lavorare con un pizzico di fiducia in più. Ho guardato questa volta tutte le donne incontrate con altri occhi, ho cercato di vedere dietro ai loro sguardi le loro preoccupazioni giornaliere, i loro timori e le loro incertezze.
Grazie Lobelia di aver riportato questo articolo |
13-09-2005, 18.47.06 | #150 |
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Messaggio originale inviato da rodi
però basta come atteggiamento quello di cercare di non ferire, provando ad aiutare, ma non accettando un rapporto che non va? (atteggiamento che io condivido pienamente) basta questo a non far chiudere a riccio una persona abituata a scaricare su altre i propri blocchi, non abituata a mettersi in discussione, non abituata a rischiare? o non si trasforma in una delle tante persone che inizia a criticare tutto l'altro sesso? si prova, Rodi, se poi....questa persona non vuole mettersi in discussione, rifiuta di capire, rifiuta di rischiare...e' destinata a restare nel suo guscio Vaniglia |