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23-07-2014, 16.45.04 | #102 | |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
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Il fatto che sulla problematica si siano espressi i tuoi amici (ostetrica e psicoterapeuta) non aggiunge nè toglie a come l'essere umano è fatto e ragiona. Ritengo, pertanto, che la conclusione dei tuoi amici può stare in piedi dal loro punto di vista e da quello di quanti, come te, condivide il loro costrutto; non può stare in piedi per tutti, ergo, non è regola universale. Non è la regola non perchè gli altri fingono di aderire a conclusioni che non funzionano (benchè possa accadere, magari anche con frequenza), ma perchè sono numerosissimi quelli per i quali il rapporto funziona diversamente. Se tu, con i tuoi amici, vuoi poi dichiararli ipocriti è una tua facoltà, ma non per questo la loro (quella dei tuoi amici) è enunciazione dell'unica assoluta verità. L'esempio del "il filo è a piombo ma il muro è storto", con me non trova applicazione. Per me non c'è nè filo a piombo, nè muro storto. Quello del filo a piombo e del muro storto è assioma che riguarda altre discipline, ivi comprese quelle a cui fanno riferimento i tuoi amici. Fili a piombo e muri storti sono costruzioni di chi vuol ingabbiare il pensiero umano per condizionarlo. Come vedi sei lontana, tant'è che tu, avendo, tu sì, utilizzato inavvertitamente il filo a piombo per i tre, ti sei posta dalla parte di chi ritiene d'avere in mano le risposte, la verità, o meglio, d'avere in mano quelle che tu ritieni risposte e quella che tu ritieni verità. Il tuo giudizio è rappresentazione di tutto questo, null'altro che questo. Gli otto mesi di desideri possono stare in piedi, cara Vanina, così come cadere inesorabilmente. In questo la psicologia è soggetta a prendere grossi abbagli. La depressione, ad esempio, è classificata da molte scuole di pensiero come malattia, ma da altre no. Per una certa scuola di pensiero la depressione è, ad esempio, un MODO DI PENSARE (che si inceppa e ruota sempre intorno a se stesso) e non una malattia. Quando parli di "RELATIVISMO ASSOLUTO di Laryn" (brutta abitudine di classificazione del pensiero) racconti di un concetto che non mi appartiene, così come non mi appartiene quello di assolutismo e di tendenza alla classificazioine. E' la psicologia che classifica e inventa gabbie di pensiero a seconda del disaggio sofferto: depressione piuttosto che nevrosi, poi esaurimento nervorso, mal sottile, ansia, claustrofobia, agarofobia, panico e via di questo passo per centinaia di altre. Per me invece, come per alcune moderne scuola di pensiero psicanalitico, hanno la stessa origine ed il modo di trattarle, non in quanto malattie, ma in quanto "modi di pensare", è lo stesso per tutti. Non voglio aprire qui il discorso della sofferenza psicologica, ma se c'è chi, volendolo, può farlo aprendo un thread apposito. La questione della "costruzione" così come tu la vedi e me la imputi non è rappresentativa del mio pensiero. Ha un senso che trascende e si diversifica da quello di altri qui che ne parlano, anche se possono apparire coincidenti per alcuni aspetti. Mi pare che tu sia stata un po frettolosa nell'aggiogare il tre sotto un unico giogo. Ricambio abbracci e baci |
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23-07-2014, 18.02.35 | #103 | |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
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Perchè noi tre? Non siamo trini e nel contempo uno. Mi faresti un solo esempio di un passo dove, seconte te, non sarei stato complementare? Guarda che io sono uno dei complementi per eccellenza... non l'hai notato? Vanina, Vanina... er capo dov'è? |
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24-07-2014, 23.23.13 | #104 | |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
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Er capo dei capi , per me, è nella sensazione che spesso (non so perchè) negli scambi di questa sezione - molto più di quanto accada nel reale o in altri Forum - si cerca di comunicare qualcosa (che sia una domanda o un'affermazione) e ....magìa (nera ) .... ne viene recepita una tutta diversa e distante. E' a tutti noto che questo sia un problema della comunicazione umana , ma giuro che qui (e non parlo soltanto di questa discussione) questo problema mi sembra toccare percentuali inedite. Esempino numero 1: io non ho mai detto che Voi tre siate (o non siate) complementari (come potrei?) ; ho soltanto percepito nel complesso una certa fermezza nella Vs. contrapposizione dialettica , e ho pronunciato un "ma non Vi sembra che alcune premesse di ciascuno di Voi possano essere serenissimamente complementari a quelle dell'Altro ? " Esempino numero 2 : credo di essere stata anche ripetitiva nel precisare reiteratamente che la coppia di cui parlavo e parlo è SEMPLICEMENTE quella il cui modello è propalato come (addirittura) ovvio dalla psicologia (diciamo divulgativa) occidentale contemporanea. Non è un modello mio (lo è stato nel senso che l'ho creduto e subìto, non certo nel senso che l'ho generato). E' il modello sulla cui fiducia si contrae la stragrandissima maggioranza dei matrimoni da almeno 40 anni. E' il modello che ci sostiene nel credere che se oggi andiamo d'accordo e ci desideriamo alla follìa...c'è proprio tutto quel che serve per una coppia felice e stabile. E' il modello che normalmente va in frantumi , anche quando l'accordo e la stima restano pur tutti, già solo perchè va in cenere il desiderio (sostengo io). Con l'Amica medico ...dico questo e sfondo una porta aperta, tanto che mi risponde come sai. Tu sostieni la assoluta relatività di questo assunto. A me , però , viene un dubbio , e cioè : siam sicuri che tu stia parlando della coppia di cui parlo io, e soprattutto che tu stia parlando del desiderio di cui parlo io? (non perchè sia obbligatorio parlare di quel che dico io, naturalmente, ma solo per evitare i soliloqui, incrociati o paralleli che siano). Laryn...esiste il desiderio nel pedofilo, ed esiste persino nel necrofilo... Potrei mai pretendere di "esaurire e catalogare" il mondo desiderio , quando so perfettamente di non avere parametro alcuno per intendere (ad esempio) queste accezioni di desiderio? Io (e la mia Amica) parliamo solo e semplicemente del desiderio che pressochè tutti gli umani cosiddetti "normali" abbiamo provato e che soltanto pochissimi meno fortunati non hanno poi concretamente vissuto ...almeno per un po', e più volte nella vita. E' quel desiderio a cui sembra bastare il piacersi da matti , il capirsi altrettanto , il sentirsi complici in tutto. Quello stesso di cui si legge un' dovunque che ...dovesse appannarsi...qualche giocoso artificio e oplà tornerà sfavillante! QUESTO desiderio, così ingenuamente fondato e consumato, E' "a timer", e non vedo come si possa affermare il contrario. E non basterà alcun artificio giocoso , mai, a ricrearlo nella potenza assoluta che aveva per se stesso ai suoi albori. Di altre forme di desiderio (che non conosco) non ho mai parlato. Così come non ho mai detto che non esista coppia appagata e che riconfermi e benedica se stessa ogni nuovo giorno. Affermo e ripeto , che il modello "coppia felice = ci stimiamo, ci capiamo, ci divertiamo, facciamo progetti , e poi ci desideriamo alla follia" è un modello concettualmente votato al fallimento SE il capitolo desiderio è vissuto come fondante, e cioè come QUESTO modello suggerisce di viverlo. Ironia della sorte : l'Amica che (evidentemente su basi statistiche) scandisce una durata (peraltro assai breve) al desiderio ...è la stessa che vive un matrimonio trentennale del quale dice "siamo entusiasti della nostra coppia, malgrado problemi terrificanti con i figli". E posso crederle senza riserve, proprio perchè tutto dimostra che non ha mai rincorso IL modello di cui parlavo io e che resta il più diffuso, nel quale il desiderio (= lo stesso che c'era nei primi quattro mesi) è previsto quale elemento fondante e poi...è il primo pilastro che rovina lasciando un vuoto SE si è creduto che PER NATURA E PER AMMMORE potesse perpetuarsi a vita persa. L'aspetto più devastante, anzi , e mille volte constatato proprio nelle coppie con dotazione migliore (ossia : entrambi colti, piacevoli, brillanti, professionalmente riusciti, sposati per amore in età adulta e dopo una prima gioventù vissuta in modo gaudente a 360°) è il vuoto che il crollo del pilastro desiderio genera anzitutto in chi lo vive (ancor prima che in chi lo subisce). Perchè comunque ci si ama!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! !!!! Ci si ama, certo. Però.....averlo saputo ab origine che il desiderio (questa declinazione di desiderio) è normale che finisca!!!!!! |
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27-07-2014, 11.55.36 | #105 | ||||
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
Citazione:
Entro tardi in questa discussione che ho letto e riletto appassionandomici e cercando di capire qualcosa che sta diventando sempre più comune nell'evolversi del rapporto di coppia. Il tema nasce da una domanda che mi sa non abbia avuto risposta se non forse sottintesa, la domanda (in cui c'è un auspicio a venir compresi) era questa: Citazione:
Ad un certo punto Vanina per spiegarsi trova opportuno riformulare il titolo del tema che diventa questo: Citazione:
Citazione:
Sì, rispondo io, dopotutto penso stessero meglio, il desiderio era letto come una componente iniziale del rapporto di coppia (giustamente, dice Jador all'inizio, trovo insensato pretendere di piacere all'altro come si è, se non si corrisponde alle sue aspettative, ai suoi gusti, se non si è affini.) ma che poi morendo andava superato ritrovandolo nelle modalità in cui veniva poi a mutarsi. Forse era possibile ritrovarlo come accoglimento di quell'altro che tanto ci aveva affascinato per come ci illudevamo che fosse ma non era, riconoscendo l'altro per come è, compresa la sua specifica e ormai tramontata capacità di illuderci e farci sognare. L'innamoramento, preludio indispensabile perché l'amore dell'altro per come è nella sua individualità specifica possa apparire e apparendoci farci sentire che stranamente non se ne può fare a meno anche se non corrisponde per nulla alla nostra utopia erotico sentimentale. L'impersonificazione del jet si rivela un povero aliante, ma quell'aliante dopotutto e con tutti i suoi limiti (forse proprio per i suoi limiti) non potrebbe essere migliore. L' uomo (anche la donna, ma l'uomo in modo assai più manifesto) trasfigurato dal desiderio che poi si rivela il bambino così egoista da volere solo per sé il proprio giocattolo femminile fino a considerare anche un figlio un indebito intruso che fa cambiare le regole e i fini dei godimento del gioco, così prepotente da relegare la donna a un ruolo di mera assistenza, questo bambino viziato è dopotutto solo un essere di debolezza estrema, ma la cui debolezza estrema è condizione umana. E la donna può rispondere mettendosi in simbiosi e persino credere che questa simbiosi sia amore e in fondo lo è, almeno finché non l'avverte come puro parassitismo, lo è sempre più di un'indifferenza che quasi sembra obbligare a una poligamia che in realtà rischia, in questa nostra liquida prospettiva attuale, di essere solo la moltiplicazione pedissequa dello stesso errare. E' stata citata la canzone di Mina, che dopotutto è la canzone che ogni uomo si vorrebbe sentir cantare dalla propria donna, perché lo mette in pace con se stesso, con il proprio esser bambino egoista e prepotente, ma tanto grande nella sua infima piccolezza (che ricordo ben evidenziata dal contrappunto comico di Walter Chiari, l'aliante che può davvero sentirsi un jet di potenza), vorrei però, a conclusione, proporne un'altra che mi sembra assai attinente al tema, è "il dilemma" di Gaber che racconta di una ben strana soluzione, strana nelle nostre propettive: https://www.youtube.com/watch?v=uLvRv2oTXEo Il loro amore moriva... come quello di tutti... e loro scelsero di morire, insieme al loro desiderio. Una coerenza estrema in un mondo ove l'incoerenza psichica di un continuo dover ricostruire sempre le stesse situazioni pare sia il solo dovere salutare. Una scelta folle, ma vera o forse solo un'invenzione troppo romantica. Ultima modifica di maral : 27-07-2014 alle ore 18.54.04. |
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27-07-2014, 19.54.57 | #106 |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
Straordinario Maral ... .... STRAORDINARIO!
E straordinario è anche il Gaber di questo brano che non conoscevo (grazie di averlo linkato) e che ascolto con la mia sensibilità di oggi . Tutto me lo fa vivere, ascoltandolo, come un Uomo che era giunto lui stesso e con smaarrimento alla lotta impari per la rianimazione del desiderio (proprio o della partner) che sentiva sofferente e in pericolo di morte, e che però.............chiamava amore lui stesso. Nè la musica nè il testo, a riprova, hanno quella fluidità che è tipica di Gaber. E' tutto estremamente "faticato e faticoso" in questo brano. E' tutto doloroso. Molto più doloroso che propositivo. E' come se Gaber stesso avesse in mente il desiderio, NON l'amore, e poi però, purtroppo,....lo chiama amore. Chiedo io stessa ai Mod di cancellare quel che dovessero ritenere inutile in questo mio post, però non riesco in questo caso a parlare per astrazioni e mi è immensamente più agevole attingere al vissuto per spiegarmi. Io non penso che l'amore muoia, se è stato amore. Penso che a morire sia soltanto il desiderio (quello spontaneo di cui ho già detto e ripetuto). E non riesco a prescindere da quel che ho vissuto. Mio marito ed io, dopo oltre dieci anni di separazione e anche svariate cause che lui mi fece "per rabbia e dispetto" , sapevamo benissimo entrambi che ognuno dei due era e restava per l'altro ...l'unico che è PARTE DI SE' . Credo che abbiamo generato lo sconcerto e la gelosia di tutto il nostro mondo, per questa cosa che tutti intuivano e nessuno "capiva". Neanche nostro figlio la capiva, e lui stesso ne era geloso in fondo. Eppure entrambi avevamo relazioni stabili dal tempo della nostra separazione, assolutamente note l'un l'altro. Relazioni stabili, per entrambi. E dove il desiderio era tornato a vivere (magari ....solo quello?...) Eppure, epperò sopratutto, ISTINTIVAMENTE e senza bisogno di pronunciarlo...MAI MAI MAI al mondo avremmo potuto cercare di "rinverdire" il desiderio o solo di PRONUNCIARLO . Era chiarissimo ad entrambi che quello NON ci fosse più, e che sarebbe stato grottesco il cercare di rianimarlo. Mutuo concetti non miei da altro thread : il concetto è di green&grey pocket nel thread sulla morte. "Guardare la morte ne elimina l'angoscia". Ecco : io, per quel che ho vissuto, penso che saper guardare la morte del desiderio per quel che è (fisiologica quanto la morte fisica) ...sgombrerebbe il nostro mondo da tanta angoscia e da tante accuse e autoaccuse prive di senso, e da tante rincorse che vedo solo come coazione a ripetere ...senza mai mettere in discussione la reale esistenza del "monte premi"..... E permetterebbe di godere dell'Amore. |
27-07-2014, 21.53.35 | #107 |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
Rapporto di amore dichiara una specifica realtà di rapporto;
il rapporto di coppia dichiara una differente specifica realtà estremamente approssimata di rapporto. Il problema non è che dunque a mio avviso esclusivamente relativo alla comunicazione ed al linguaggio. O si resta a cavillare senza porsi nel merito della questione con coscienza chiara. La comunicazione ed il linguaggio che comporta altro non sono che il prolungamento delle relative coscienze. Il problema come sempre è problema di autocoscienza, di reale consapevolezza. In una reale consapevolezza di sé si esprime chiaramente [e ci si rapporta attraverso] la propria coscienza animica e non il semplice corollario della relativa coerente personalità. Nulla crolla né si vanifica se in gioco a rapportarsi è l’autenticità di ciò che si è interamente e non nella più esterna personalità. Se il rapporto non è tra essere ed essere, fra anime, e non solo tra ritualità consoni, l’incontro sarà semplice apparenza pertanto un divenire slacciato dove la coniugazione resta apparente. L’autenticità non è caduca poiché sottende ogni divenire apparente e non esaurisce la persona, l’essere, nell’azione, nell’attività, nella mutazione apparente. L’inscindibilità avviene nella comunicazione più profonda laddove è la coscienza consapevole ad essere in rapporto, dove il sé non è confuso con l’aspetto caratteriale della personalità ma trasparentemente colto nella sua essenza immutabile di anima. Allora la magia che è trasparenza di sacralità non necessita che di quella autenticità dell’essere che non conosce usura alcuna né morte alcuna. Amare è autenticità attraverso l’essere. La condivisione avviene su di un piano essenziale dell’esistenza. Piano attraverso cui Io e Dio svestiti dalla mutazione del divenire affermano l’unicità inscindibile. Unicità che solo come gioco apparente riveste i connotato di coppia, investendo ben altre energie che non quelle meramente caratteriali, seppure il gioco di superficie tale sembra apparire. Il linguaggio del divenire è campo ristretto, soffoca l’anima e rende impossibile l’autenticità di essere. Il linguaggio del divenire è linguaggio di acquisizione trasforma l’essere in apparente possesso e il desiderio in realtà di reciproco consumo. Altro è il linguaggio che contempla al di sotto del divenire l’essere immutabile trasfigurando l’esperienza in pura sacralità intrinseca. Per questo si dice che la strada verso il paradiso passa dall’inferno o per altra metafora che il percorso è precluso a qualsivoglia profanazione. Quando desiderio ed essere sono rispettivamente contemplati come differenti entità il risultato non sarà che l’essenziale implicito disgregamento della sacralità. Ora, parlare di credere o meno nel rapporto di coppia è lo stesso che asserire veridicità all’apparenza: qualunque disquisizione non può che definire un intorno che non compete al cuore della questione. Sano è non ciò che appare ma ciò che nel profondo è o si nega essere. Formula un po’ rigida ma l’unica in grado di spazzare via le maschere dietro le quali si celano ben altre problematiche interiori realmente in gioco. La domanda forse da porsi allora resta essere: Si può essere ed al contempo consumare? si può amare senza disvelamento dell’essere? Si può giungere alla sacralità mimando sacralità? Ed ancora: quanto dell'addestramento rituale al divenire ha soppiantato l’essere? |
28-07-2014, 04.26.06 | #108 | |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
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Ne sono convinta. Soprattutto perchè mi sembra di veder teorizzata una quasi aritmetica formula secondo la quale dall'incontro di autenticità animiche consapevoli ha origine l'Amore (punto sul quale sono totalmente in sintonia) e , però, avrebbe origine e trarrebbe nutrimento eterno anche il desiderio (punto sul quale, invece, non sono affatto in sintonia). E per non essere in sintonia sul secondo punto (da persona dichiaratamente molto poco incline alla psichiatrizzazione di tutto) mi basta riflettere sui tanti casi (anche noti) di Amori eterni che ...nati da una grande passione e da una grande fusione...son durati fino alla morte e oltre..... MA da un certo punto in poi son vissuti esattamente di fusione animica alle stelle e declinazione del desiderio presso altri lidi, nella più totale consapevolezza di entrambi i partners . Identico e solo molto più vistoso, perciò più chiaro, il capitolo delle cosiddette perversioni sessuali. Nella realtà è frequentissimo il caso che un innamoramento passionale illuda chi lo vive di "essere tornato alla gioia di Amore e Natura" e che il protagonista ne sia ancor più felice vivendolo come affrancamento liberatorio dalla c.d. perversione (da lui stesso patita in qualche misura) . In effetti così non è , e se "perversione" c'era ...questa tornerà e ...qui il punto : se dall'innamoramento passionale si è saputi passare al contatto animico, chiaro che lì è Amore! Ma...dov'è scritto che la "perversione" e proprio quella perversione sia parimenti coinvolgente e quindi parimenti godibilmente condivisibile pur nella versione più suggestiva della fusione animica? La fusione animica , ossia l'Amore, permette di accogliere e di affidarsi senza riserve, e permette la Magìa ineguagliabile e rarissima di essere commossi nel profondo e per sempre dall'Altro, e qualunque cosa accada. Ma non garantisce assolutamente che il desiderio (decisamente strambo a volte, e tale in seguito ad un coacervo di insondabili esperienze emotive pressochè insondabili e risalenti persino alla fase prenatale se basta!) si uniformi ed allinei tra i partners SOL perchè c'è quell'Amore che pur permette di accogliere ed Amare profondissimamente. E giungo a dire (io che detesto la medicalizzazione-psichiatrizzazione di tutto) che di pertinenza psichiatrica troverei il delirio di autoconvicermi che un desiderio che non mi appartiene, che non è nel mio sentire, che non è nella mia storia umana, possa divenire mio ...perchè sennò rovino la formula teorica della fusione animica .... |
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28-07-2014, 11.05.30 | #109 | |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
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Innanzitutto ti ringrazio Vanina di aver parlato della tua esperienza vissuta, rendendo molto più concreta e significativa questa argomentazione sul desiderio e l'amore. Credo possiamo ritenerci tutti d'accordo nel pensare che il desiderio sia la scintilla che infiamma l'innamoramento (che, ne sono più che convinto è sempre faccenda selettiva, ma non perché sia possibile scegliere di innamorarsi e di chi innamorarsi facendo il computo dei pro e dei contro, ma perché si presenta immediatamente come rapporto tra individualità prescelte). L'innamoramento si manifesta come trasfigurazione dell'amato/a e di riflesso di se stessi, ed è trasfigurazione gioiosa, orgasmica (sia in senso fisico che emotivo e sentimentale), ma come tutte le trasfigurazioni ha durata breve, come hanno durata breve i sogni, tuttavia è proprio questa trasfigurazione che spalanca le porte all'altro, all'altro per come è nella sua specifica individualità e a noi stessi che siamo l'altro per lui. Questo profondo incontro, reso possibile solo dalla iniziale trasfigurazione del desiderio, viene a esprimere la reciproca comprensione tra due esseri reali secondo il senso proprio dell'amore, che, come dici, se è amore non può che durare sempre, proprio perché è relazione reale tra esseri reali che realmente si comprendono l'uno rispetto all'altro (anche quando litigano, anche quando non si sopportano e persino si fanno i dispetti come bambini capricciosi). E fin qui tutto parrebbe andare liscio, basta accettare il desiderio come preludio indispensabile all'amore, ma preludio che inevitabilmente muore proprio per lasciare spazio all'amore, esattamente come anche i più bei sogni notturni devono morire per lasciare spazio all'alba radiosa di un amore che, nella sua realtà, non può mai morire. Ma il problema è che se le immagini del desiderio muoiono e, come dici giustamente risultano grottesche come zombi quando ci si sforza di risuscitarle, il voler desiderare ed essere desiderati non muore mai, è reale, come è reale il sognare, nonostante la vacuità dei sogni che produce. Noi allora non vediamo morire nemmeno il desiderio, ma le illusioni che il desiderio genera. Ed è qui che la situazione si ingarbuglia terribilmente, perché l'amore che è amore di quella persona che a suo tempo ho desiderato e il desiderio che non so più incarnare in quella persona si contraddicono reciprocamente: amo quella persona, ma non riesco più minimamente immaginare in lei l'orgasmo (fisico, emotivo, sentimentale) che il mio desiderio esige. L'amore che provo mi si presenta come il magnifico compimento di un orgasmo già accaduto, ma che proprio per questa perfezione, non potrà più ripetersi, non ha prospettive e dunque, avendo quell'amore escluso da sé il desiderio che con tutti i suoi sogni ne fu preludio, proprio quell'amore così perfetto è imperfetto, terribilmente imperfetto. E' qui, credo, la matrice profonda di quell'inestricabile e doloroso dilemma di cui canta Gaber a cui non serve, per risolverlo, appellarsi a una scissione tra la dimensione dell'amore e quella del desiderio. Al fatto che non riesco a desiderare più la persona che amo, un certo pragmatismo psicologico ormai divenuto popolare risponde di lasciare che il desiderare si incarni in altre, nuove immagini, da mantenersi sempre ben separate dall'amore, ma questo non è per nulla una soluzione, è solo una finzione di soluzione, come tutte le soluzioni a cui arriva il ragionare pragmatico che si illude che basti nascondere le contraddizioni con allestimenti di funzionamenti e trucchi per risolverle. Può essere difficile, terribilmente difficile e purtroppo non so dire altro, non so suggerire soluzioni. Forse non resta che accettare che ogni soluzione ha un suo limite e che occorre semplicemente imparare ad accettare questo limite, anche al desiderio, anche all'amore, un limite che non li fa bastare a se stessi, oppure, se non si può ammetterne il limite, morire per essi. |
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28-07-2014, 14.41.24 | #110 | |
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Riferimento: Sarà sano (non credere nel rapporto di coppia e sentirsi bene) ?
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Non posso che condividere e sottoscrivere TUTTI gli interrogativi che poni. Eppure...(secondo me) ...proprio Tu hai inserito il Portone d'Ingresso all'Argomento. Con quel portentoso "voler". Quel "volere" è un passaggio essenziale quanto vero. Non è che desideriamo, a ben guardare (se non quando è Natura che si impone a noi e non viceversa). E' PROPRIO che VOGLIAMO desiderare. Per essere fluidi basterebbe "desideriamo". E invece sei molto opportunamente chirurgico : non è che desideriamo (d'impeto) , è proprio che "vogliamo" desiderare. E chi lo induce questo "volere" ? Non è la cultura della formula astratta ad indurlo? Qui potrebbe soccorrere ed illuminare l'esperienza degli Antichi (anche recenti). Quando guardo le foto di famiglia (credo sovrapponibili a quelle di tutti) ...vedo immagini di donne che a 45 anni sembravano settantenni di oggi.... (idem per gli uomini) . Non erano "sessualmente attivi" , e si vede. Erano poveri stupidi (come NON credo) o erano Persone che più concretamente di noi chiamavano squallore (squallore, NON amore ne' DESIDERIO !) un'erezione a settant'anni ...supportata da tanto Viagra e nessun incanto ? |
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