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10-06-2004, 12.26.02 | #13 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
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Egoisticamente, se dovessi sopportare atroci sofferenze senza speranza di salvarmi, vorrei che mi aiutassero a morire o che perlomeno non si accanissero a tenermi in vita (questo poi mi sembra addirittura sadismo). Mi rendo conto però che è un modo di pensare egoistico e soprattutto che non essendomici mai trovata, è sicuramente un pò distorto. Da un punto di vista spirituale, se l'eutanasia non può essere considerata accettabile per via del fatto che è Dio o chi per esso (altre divinità, o il karma, ecc) a decidere quando è il nostro momento) allora dovrebbe essere inaccettabile per gli stessi motivi anche il tenere in vita un malato terminale artificialmente. Comunque Rocco aveva dato secondo me una risposta molto interessante che condivido, anche se ammetto che bisogna tener conto anche dell'aspetto pratico e cioè che quando si devono affrontare sofferenze insopportabili, non è semplice essere preparati e lucidi e non desiderare che qualcuno ti aiuti a farla finita.
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10-06-2004, 12.42.32 | #14 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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il nostra vita vale la pena esser vissuta solamente se si sente cio`.
dunque: 1) se uno e` fortemente motivato a terminare la propria vita (dopo aver frequentato specialisti e comunque un periodo di tempo stabilito, ad asempio, per legge) che lo faccia. 2) se si e` dei vegetali per un tempo stabilito (e dunque il soggetto non puo` decidere) che si pronunci il familiare piu` vicino. su la seconda bisognerebbe entrare piu` nei casi specifici, ma piu` o meno e` cosi`. ciao |
10-06-2004, 12.43.14 | #15 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
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per fortuna
almeno la morte
è un diritto che nessuno può impedirci quindi non vedo proprio dove stia il problema (non parlo ovviamente delle persone in coma o del tutto impossibilitate di staccare la spina da sole...) <<<w.>>> Scelgo io se vivere o morire! |
10-06-2004, 12.48.58 | #16 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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io in effetti non mi sono mai trovato vicino a queste esperienze tra la vita o la morte... anzi, forse sì: sono stato obiettore in una casa di riposo.
ad ogni modo sono consapevole del mio limite e qui esprimerò solo le idee che mi vengono in mente a riguardo. un'aspetto importante è la sofferenza; la sofferenza di chi? del malato o dei parenti? una persona in coma profondo soffre? non lo so, mi direte, chi di voi lo sa. perchè, se il problema è che, colui che si dice vivere in uno stato vegetale, ma di cui non sappiamo molto (o forse no?), disturba gli altri nei più disparati modi... allora la situazione mi sembrerebbe simile a quei casi di uomini malati di patologia mentale di cui si afferma: non capiscono niente, forse è meglio o isolarli, o forse anche ucciderli, tanto che vita fanno? |
10-06-2004, 13.07.17 | #17 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-06-2004
Messaggi: 493
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Re: per fortuna
Citazione:
La morte toglie ogni libertà. La vita, infatti, è il necessario presupposto della libertà, essa implica la possibilità di cambiare scelta quanto alle proprie personali decisioni. Ma la morte esclude inequivocabilmente questa possibilità. Dunque essa è contro la libertà. Essere libero però significa anche scegliere cosa fare della propria vita e quindi scegliere di morire. |
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10-06-2004, 13.18.13 | #18 |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2003
Messaggi: 876
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perchè dici che :
"la morte toglie ogni libertà?"
io ho sentito persone desiderare la morte per poter finalmente "liberarsi" dagli affanni terreni ed i suicidi ad esempio ? non compiono il loro gesto per sfuggire alle oppressioni economiche o di salute che siano o pensiamo ai torturati che invocano la morte chiamandola "liberazione" ? io so di certo invece che è proprio in vita che ci possono venir tolte molte libertà ma ad un morto nessuno può togliere più nulla. Hmmmm.. la pensiamo in modo completamente opposto ...forte w. |
10-06-2004, 13.21.03 | #19 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-06-2004
Messaggi: 493
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Citazione:
Non si tratta di disturbo nei confronti degli altri e secondo me non è una situazione che può essere paragonata ai casi di patologia mentale come dici tu; se così fosse allora dovremmo pensare di uccidere ogni emarginato, ogni persona che non è in grado di integrarsi nella società e che si dimostra un peso per la società stessa ... è terrificante!! No... io mi riferisco a situazioni in cui, per quanti sforzi possono essere stati fatti per cercare di rendere una vita degna ad un malato, arriviamo ad un punto in cui le cure non si dimostrano più come uno strumento di supporto alla vita in un momento critico e nell'attesa di una guarigione, ma esse si rivelano palesemente come un mezzo per prolungare l'agonia e il processo del morire. Se stiamo prolungando il processo del morire quindi, significa che la morte è ormai inevitabile e allora.... perchè insistere? |
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10-06-2004, 13.36.36 | #20 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-06-2004
Messaggi: 493
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Re: perchè dici che :
Citazione:
Sei veramente sicuro che la pensiamo in modo completamente opposto? Secondo me le nostre opinioni non sono poi così discordanti.... devi solo distinguere ciò che io scrivo per provocare, dalle mie reali opinioni ciao |
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