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07-03-2009, 16.10.02 | #42 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 297
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La fine dell'essere.
Pare si consenta ampliamente che, dal nulla perfettamente nullo, non possa sorgere qualche cosa:
e veramente coloro, i quali asseriscono che l'universo sia stato creato dal nulla, pongono tuttavia innanzi un ente creatore. Ma è possibile congetturare che nel nulla, nel nulla perfettamente nullo, tutto prima o poi si dissolva e cessi ?: la scienza della natura per ciò pare negarlo, perché afferma che tutto ciò, che perisce, sempre muta forma, ma non si dissolve mai né cessa pienamente. D'altronde, se è vero che l'essere non può avere un principio, non si capisce perché possa avere una fine. Forse il nulla perfettamente nullo è solo un'allucinazione della nostra mente, congetturata per sottrazione di tutto ciò, di cui abbiamo esperienza. Anakreon. |
07-03-2009, 17.19.05 | #43 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Il passaggio dal discorso metafisico che, discettando dell’essere, disdegna l’esistente, a quello più concreto che confronta esistenza ed esistente con la morte e il nulla, è un passaggio naturale e obbligatorio, giacché non è dato pensare l’essere senza postularlo anche esistente, o meglio, l’esistenza implica l’essere, seppure infettato di non essere. Diversamente cadremmo nell’errore macroscopico di teorizzare anche noi una prova ontologica già da diverso tempo brillantemente confutata. Incorrendo in tale errore, non si presenterebbero difficoltà logiche di sorta a vedere nel presente e nel futuro (giusta la proposizione di Giorgiosan) che l’essere reale (come se una persona che nasce, vive e muore non fosse sufficientemente reale) non cessa mai di essere, lasciando spazio – a parer mio eccessivo e non giustificato – ad un’eternità indimostrabile. Difatti, affermare che l’essere reale (cosa significherà poi?) non cessa mai di essere tale, è un postulato dogmatico imprescindibile, che consente di eludere il confronto con la realtà presente e sensibile, ed è conseguente proprio alla pretesa eternità di là da dimostrare. In pratica, si postula un’eternità indimostrabile che funge da fondo che sorregge l’essere reale, per poi sostenere l’unica cosa veramente sperimentabile, che l’essere non reale è soggetto al divenire, quindi destinato alla morte, e, compiendo una piroetta concettuale assolutamente aprioristica e dogmatica, concludere che se l’essere non reale (se c’è un essere dichiarato reale, dovrà pur essercene uno non reale) è forse destinato alla morte, quindi al nulla (oppure a trasformarsi in essere reale), quello reale è destinato all’eternità. Ma tutto ciò ha forse qualcosa a che spartire con il quotidiano, e con il semplice crudo cibo d’ogni giorno? |
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07-03-2009, 19.30.36 | #44 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Quando ho detto "a te" non era un segno di sfida né una provocazione. Era l'invito a procedere nella via metafisica dal punto a cui sei arrivato, per cercare una soluzione (metafisica) al fatto che l'essere umano è portatore dell'essere, ma il suo essere sembra avere un punto d'inizio. Ho voluto precisarlo perché poi i post successivi avrebbero potuto creare dei fraintendimenti. Mi interessa la tua soluzione. Ciao |
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07-03-2009, 19.38.58 | #45 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
L'uomo non vive di solo pane e quotidianamente il suo pensiero, il suo interrogare e interrogarsi può andare ad altre riflessioni entro ed oltre il limite dell'orizzonte, che hanno il loro peso e le loro conseguenze nella vita di ogni giorno. |
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07-03-2009, 20.01.24 | #46 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Già.......Puo' essere anche facile per chi raggiunge una certa età dopo aver fatto bene o male le proprie esperienze...Ma quando ci si confronta, per esempio, con la morte prematura di un bambino, la domanda sul senso della sua venuta al mondo e della sua scomparsa non mi pare abbia molte risposte razionali... |
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07-03-2009, 21.43.50 | #47 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Ridurre l’uomo alle sole sue esperienze significa confinarlo in un teorema di memoria che ha ben ragione di temere la dissoluzione del cervello, momento nel quale la memoria svanirà, ma io credo che ogni ricercatore del vero, debba mantenere il sospetto che la sua esistenza ed in ultima analisi egli stesso, si aggancino a qualche cosa che è più completo, che è meno colabrodo della memoria, qualche cosa che è presente anche quando la memoria difetta e che sta, prima, mentre e dopo, la memoria stessa. Ecco che quel sospetto, che a mio modo di vedere è molto più che un’astrazione, se indagato può diventare più reale e concreto delle nostre stesse esperienze e può cambiare il nostro stesso quotidiano. La non esistenza, se vogliamo proprio dargli una patria, è una espressone semantica nata per definire le creature della fantasia, come gli elfi, le fate, gli dei dell’olimpo o gli altri dei…… |
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08-03-2009, 01.22.05 | #48 | |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Non ho 'risoluzioni' alla questione che poni, Giorgio, se non dirti che quando una particolare modalità dell'essere esiste, per essa non c'è nascita né morte nel senso che non può sperimentarle, anche se prima di nascere e dopo la morte quel modo non c'è, non esiste, non si dà. Se io ora chiudo gli occhi, il mondo (quello visibile attraverso di essi) scompare, questo modo 'finisce', ma quando li riapro questa modalità dell'essere nasce ancora una volta. Ed ora si dà proprio il caso che vogliano chiudersi per andare chissà dove, per cui non facilmente riesco a ragionare di eterni. Non mi piace, comunque, pensare ad un 'essere reale' versus 'essere di serie b', ma piuttosto ad infinite modalità in potenza dell'essere. All'uomo sembra che l'essere abbia un inizio e sembra che la propria vita ce l'abbia, visto non serba ricordi più antichi della propria infanzia; d'altronde l'uomo osserva pure ogni giorno morte e distruzione, 'fine' ed ecco che si convince della sua sostanziale separazione dall'essere, si convince cioè d'essere un 'essere di serie b', venuto male, caduco e così vive frustrato, mortificato, insoddisfatto... e distrugge. Ma, continuando a perseverare in ciò che sto dicendo (non potendo fare altro che 'postularlo'), sono i modi ad essere caduchi, non permanenti, le potenzialità divenute atto, non l'essere che a mo' di substrato non diviene, non nasce da nulla né ritorna a qualcosa che non sia se stesso. Potrei dire che l'essere non è '(in)formato', essendo privo di ogni attributo che è possibile umanamente associargli, e lo diventa solo quando si declina in un suo modo, solo quando una potenza diviene atto. Non mi piace, perciò, pure 'oggettificare' questo concetto, l'essere, renderlo non so un flusso o qualcosa del genere, un ente da cui ci separiamo per pensarlo. Infine, mi si potrebbe dire: in quanto 'modi', 'vibrazioni' dell'essere, siamo comunque soggetti a divenire e perciò abbiamo tutto il diritto ad essere frustrati! Certo che ne abbiamo il diritto, ma probabilmente potremmo anche non esserlo (frustrati). E con questo 'profondissimo' pensiero vi saluto. p.s. Parte di queste idee, Il_Dubbio, sono affini, analoghe a quanto avviene in certa fisica: lì l''essere', il substrato, sono i 'campi', mentre le 'particelle' sono 'solo' i modi di vibrare di questi 'campi' e possono dunque crearsi e distruggersi non venendo dal (e tornando nel) nulla; 'nulla' che non credo nelle scienze abbia diritto di cittadinanza. |
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08-03-2009, 10.04.06 | #49 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Allo stesso tempo Bagnara ed io siamo manifestazioni della coscienza di Nexus, Nexus e Bagnara sono manifestazioni della mia, e allora è meglio dire che c'è una super-coscienza in cui tutte le coscienze in qualche modo comunicano. |
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08-03-2009, 10.29.05 | #50 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 13-06-2007
Messaggi: 529
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Riferimento: Essere e coscienza
Citazione:
Quoto anche io questa soluzione (e approfitto per ricambiare i saluti di Loris )........ E' l'unica che riesco a perseguire per via logica. Pero' mi chiedo, ad esempio, se sia una posizione conciliabile con l'ortodossia cattolica che richiede un Dio creatore e ben distinto dalle sue creature, ciascuna individuo a se stante....E poi la netta distinzione tra bene e male che, con questo tipo di visione, in fondo "immanentistica", risulterebbe molto sfumata come se il male appartenesse alla sfera dell'Essere per sua stessa necessità. |
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