ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
18-08-2009, 12.02.34 | #142 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Citazione:
Risposta 1 Si, secondo la nostra razionalità: La "causa della causa" comanda la razionalità. e siccome nella nostra realtà gli eventi non tradiscono mai la razionalità dovrebbe essere così. Risposta 2 Si in analogia al discorso che ho fatto prima: nella nostra razionalità esiste sempre un prima ed un dopo. Risposta 3: Questa è una risposta un po più complessa: il tempo è sicuramente profondo all'infinito quindi ogni attimo che passa è già un infinità. abbiamo l'innegabile evidenza di ciò, che è paragonabile alla stessa innegabilità della nostra esistenza quindi percezione. il tempo a ritroso è sicuramente infinito per via della periodicita irrisolvibile delle cause (essendo le cause dentro al tempo). Il tempo in futuro affinchè possa finire dovrebbe prevedere qualcosa al di fuori del tutto che faccia finire il tutto e già questa è una contradizione. Riassumendo, dal punto di vista più razionale possibile le tre risposte sono: 1) Si 2) Si 3) Infinito Ultima modifica di Giuppe : 18-08-2009 alle ore 17.16.51. |
|
19-08-2009, 10.23.23 | #143 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Mi pare che si dovrebbero ridurre al minimo digressioni interessanti ma che portano fuori tema, se almeno non abbiamo dimenticato la domanda fondamentale posta da Loris Bagnara. Ricordando che essa non è stata posta primariamente da Leibniz, ma da Sigieri di Brabante, il quale naturalmente fa capire che è una domanda superflua in quanto per un religioso la domanda contiene già la risposta: che è la volontà e il potere di Dio.
Ma noi, che viviamo in un’altra epoca, cioè nell’epoca della scienza? Ebbene, forse potremmo anche noi considerare arbitraria quella domanda, in quanto per uno scienziato, come per il religioso, la domanda ha già in sé la risposta: l’essere c’è perché c’è, ossia perché se non ci fosse noi non saremmo qui a porci quella domanda. Eppure c’è qualcosa che spinge a ripeterla, quasi che essa vibri al limite di tutte le prospettive scientifiche, come per un bisogno incontenibile di passare dalla scienza alla filosofia: sì perché in realtà è una domanda filosofica, come giustamente ha visto Leibniz trascendendo l’orbita esplorabile da uno scolastico. Eppure anche intesa così, sembra che abbia qualcosa come un raggio di luce, quasi che in quella domanda ci sia la certezza che l’essere vince il non-essere, o meglio che anche il “non è” è un “è”. |
19-08-2009, 11.54.52 | #144 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-08-2009
Messaggi: 52
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Citazione:
molte volte questa domanda ritorna perchè si pensa che solo in questo modo si possa fare filosofia, e porsela significa essere diverso da tutti quelli che vivono senza porsi problemi, accettando quello che trovano così come è. diciamo che è un modo per sentirsi diversi e superiori, in quanto il filosofo è sempre stato quello che viveva per la sapienza e che si distingueva dal volgo. questa domanda, inoltre, ritorna perchè molto dilettanti di filosofia non sono andati mai oltre i manuali del liceo, e questi manuali non trattano bene la filosofia contemporanea. |
|
19-08-2009, 13.15.42 | #145 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Citazione:
Comprendo quello che dici, ma io personalmente questa domanda me la pongo per un' inquietudine interna. Non sapere dove andrò, se ci sarò o il non poterlo comunque intuire mi causa un agitazione che non riesco a controllare, diciamo che io vivo queste domande come una necessità, come una terapia necessaria. Si potrebbe obbiettare che se si vive immersi nella vita e nel presente queste inquietudini non dovrebbero sussistere. penso che questa sia una massima presa troppo per universale e che spesso la vita semplicmente ti ci fa scontrare. A volte queste inquietudini escono perchè devono uscire. Naturalmente ogni uno è fatto a modo suo. A me per esempio la metafisica più della filosofia mi ha aiutato molto nel razionalizzare i pensieri, e lo scavare a fondo certi ragionamenti mi ha fatto arrivare propio a dei risultati concreti, e anche a vedere le cose da un punto di vista più reale ripetto a prima. |
|
19-08-2009, 14.43.04 | #146 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Citazione:
E' vero che son domande che comunemente non ci si fa e che fa sentir diversi e superiori ad altri (ma ricadi nello stesso errore, ponendoti su un livello superiore, quando giudichi questi dilettanti liceali...). Per il resto credo che sia "umano troppo umano" farsi domande sulla vita,sulla morte,sul perchè del dolore..e ciò in ogni epoca:son nella stessa natura dell'uomo della sua ricerca del vero,non è certo questione di mode.. |
|
19-08-2009, 16.01.05 | #147 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
Messaggi: 1,706
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Chiedo scusa per la mia digressione la liceale , però mi era sembrato che il succo del discorso si basasse sul concetto assoluto del verbo "esistere".
Il discorso iniziale di Loris sulla "necessità" di spiegare, invece, qualcosa che esiste invece di non esistere sul modello del principio del "rasoio di Occam" mi sembrava ormai superato ove si ammettesse che, razionalmente, la cosa più semplice non è il nulla ma l'esistenza stessa. Per dire la verità sarei curioso di comprendere cosa di nuovo possa suggerire la dottrina contemporanea, quella a cui fa riferimento devilmac. (senza elencarne i nomi, lo sappiamo fare tutti, ma descrivendone i concetti) Penultima cosa, queste domande interessano l'intelletto. Certo per avvitare bulloni nelle fabbriche non credo se ne senta bisogno... come vedere uno spettacolo in teatro di un grande artista internazionale, c'è a chi interessa e c'è a chi non interessa. Non vedo perché sondare sugli interessi dell'intelletto di ogni singolo uomo e così considerandoli in cerca di strategie per sentirsi diversi e superiori. Per ultimo, non vedo perché a una domanda è necessario risalire a chi l'ha formulata per rispondere. La domanda è... esiste! Come nella formulazione dell'argomento, che riportava una frase di VanLang "...E se nella preposizione “io esisto” l’assoluto non fosse “io” ma “esisto”, cioè l’esistenza? Quindi se per ipotesi ammettessi che la domanda è l'assoluto e non chi l'ha formulata? Leibniz domanda: Perché esiste qualcosa anziché niente? Qual è l'assoluto in questo caso Leibniz o la domanda? |
19-08-2009, 16.26.34 | #148 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 08-08-2009
Messaggi: 52
|
Citazione:
io non dico che queste domande non dovrebbero essere poste, anche io me le sono poste. se per me non sono più un problema è perchè le ho superate, ma solo grazie al fatto che ci ho riflettuto sopra. volevo dire che non è con la filosofia "vecchia" che si può uscire da certe problematiche che lei stessa ha creato. si devono leggere cose nuove per aprire gli occhi. non critico il manuale del liceo, ma le persone che leggono solo quello e pensano di poter fare filosofia. tu dici di rivolgerti alla metafisica. se invece ti rivolgeresti, ad esempio, alla filosofia del linguaggio noteresti l'insensatezza di questi quesiti. basta un pò di analisi logica. Citazione:
il problema non è la moda. il problema è che comunemente si crede che la filosofia si sia fermata al 1800, come qualcuno ha fatto notare in un suo intervento precedente. la filosofia è andata avanti. questi problemi non sono problemi naturali. sono dovuti ad un'incomprensione del linguaggio abbastanza elementare. e non capisco come tu possa affermare ciò, tu che hai una frase di Wittgenstein come firma. in un altro intervento dici: "Mi si dica allora che filosofia è “filosofeggiare” con le parole.. un trastullarsi con le parole..come il chiedersi perché esiste qualcosa anziché niente.. Se qui è soltanto questo trastullarsi..me lo si dica..me ne farò una ragione.." sembra che siamo sulla stessa lunghezza d'onda....poi se mi sbaglio significa che ho frainteso i tuoi precedenti interventi. Ultima modifica di epicurus : 20-08-2009 alle ore 02.58.48. Motivo: Tre post unificati dal moderatore. |
||
20-08-2009, 10.33.51 | #149 | |
Ospite di se stesso
Data registrazione: 29-03-2007
Messaggi: 2,064
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Citazione:
Bisogna postulare ancora cos’è reale per giungere a tali conclusioni.. Aggiungo che il linguaggio è comunque proiezione della mente,dunque diviene necessario indagare parimenti sull’aspetto gnoseologico,soprattutto senza porre limiti che sconfinino nella superstizione della stessa mente.. Ultima modifica di Noor : 20-08-2009 alle ore 10.59.30. |
|
20-08-2009, 12.09.39 | #150 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 25-07-2009
Messaggi: 43
|
Riferimento: Perché esiste qualcosa anziché niente?
Citazione:
Dissento completamente da questo tuo modo di vedere le cose, come sarebbe a dire che hai superato le inuquietudini esistenziali atravero la filosofia del linguaggio?? Questo sarebbe affermare che le massime domande metafische e le domande che cercano una risposta al senso della vita e della morte ecc. sarebbero semplicemente dei quesiti malposti, e semplicemente con una analisi logica si riuscirebbe a capire che questi quesiti non ha senzo porseli perchè già si prevederebbe un errore logico nel farlo. Stiamo scherzando?? Sembrerebbe che te riesca a superare queste problematiche pecrhè lecitamente non le trovi necessarie per il tuo cammino e il tu vivere, come dire che il capire non serve per forza ad andare avanti. Ma non è di certo per l'aver scoperto che questi quesiti sono difettati alla base e come dici te sono un "incomprensione di linguaggio". La metafisica ecome la religione nascono per bisogni esistenziali reali ed i quesiti che queste si pongono sono tutt'altro che illogici sono logicissimi. |
|