ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
21-02-2007, 22.57.47 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 12-03-2005
Messaggi: 388
|
Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Ciao Flavio |
|
22-02-2007, 22.10.57 | #5 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 21-02-2007
Messaggi: 1
|
Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
mi trovi d'accordo per il fatto che non è più una questione di credibilità (l'epoca di Bruno e Galileo è finita per fortuna...), però avendo la scienza, per forza di cose, implicazioni nel campo della morale, ingerenze da parte della chiesa ci saranno sempre e comunque.Ora,è mia personale opinione che non esista una verità assoluta la si chiami Dio o Scienza, però se le persone continuano ad andare a Lourdes credo che ci sia un motivo; non ritengo ovviamente che siano miracolate, però penso che per qualcuno scatti un qualcosa nella mente, credo che la "fede" di guarire,per un meccanismo puramente mentale, faccia guarire veramente. D'altra parte la Chiesa può dire quello che vuole, ed ha in parte ragione, però non ha nessun diritto di intromettersi in scelte che riguardano i singoli. Io so cosa è meglio per me, non ho bisogno di un Dio che mi guidi.Se voglio affidarmi alla scienza dovrei essere libero di farlo. Ma io sono Io.Così come non critico chi crede realmente in un Dio, mi aspetto che gli altri (Clero incluso) abbiano lo stesso atteggiamento nei miei confronti. |
|
23-02-2007, 09.40.10 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
|
Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Lo fa per una precisa scelta ‘politica’. A tal proposito è appena sufficiente leggere qual che la Chiesa ha emanato nel corso della sua poco commendevole storia nel corso dei secoli. A solo titolo esemplificativo, riporto uno stralcio di un’importantissima “sentenza” dogmatica del secolo scorso, ripresa più volte anche dagli ultimi Vescovi di Roma, ultima Fides et Ratio di Giovanni Paolo II°. Buona lettura. << Ma sebbene la fede sia superiore alla ragione, pure non vi può essere nessun vero dissenso fra la fede e la ragione, poiché il Dio che rivela i misteri della fede e la infonde in noi è lo stesso che ha infuso il lume della ragione nell'animo umano; Dio non può quindi negare se stesso, né la verità contraddire la verità. La vana apparenza di queste contraddizioni nasce soprattutto o perché i dogmi della fede non sono stati compresi ed esposti secondo la mente della Chiesa, o perché false opinioni sono state considerate verità dettate dalla ragione. Stabiliamo pertanto che ogni asserzione contraria alla verità della fede illuminata è totalmente falsa [CONC. LAT. V, Bulla Apostolici regiminis]. La Chiesa, poi, che insieme con l'ufficio apostolico d'insegnare ha ricevuto pure il mandato di custodire il deposito della fede, ha da Dio anche il diritto e il dovere di proscrivere la falsa scienza, affinché nessuno sia ingannato da una filosofia vana e fallace (Col 2,8). Conseguentemente non solo è vietato a tutti i fedeli cristiani di difendere come legittime conclusioni della scienza tali opinioni che sono contrarie alla dottrina della fede, specialmente quando sono state riprovate dalla Chiesa, ma gli stessi cristiani sono assolutamente tenuti a considerarle come errori che hanno ingannevole parvenza di verità.>> Trattasi di uno stralcio di Dei Filius del 1870, di Pio IX° (quanti disastri procurò quel fallace uomo). Bellissimi ed illuminanti sono i canoni collegati a quest’espressione di “luminosa sapienza divina”. Ciao |
|
14-01-2008, 11.22.58 | #7 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
Messaggi: 1,334
|
Riferimento: Scienza e fede
Dato il "taglio" di questa discussione, ho ritenuto opportuno inserire quì la seguente notizia, attendo vostri commenti in merito.
Dopo l'appello dei fisici gli studenti preparano la contestazione. Giovedì il Papa terrà un discorso di inaugurazione dell'anno accademico. Alla Sapienza fronte anti-Ratzinger "Nemico di Galileo, qui non parli" Il rettore: al di là delle opinioni, viene tra noi come messagero di pace di ANNA MARIA LIGUORI ROMA - "Benedetto XVI non deve entrare all'Università La Sapienza". Il vade retro viene da un nutrito gruppo di docenti e studenti di uno degli atenei più antichi d'Europa e apre un nuovo fronte laici-cattolici. Il rischio è che giovedì prossimo, quando è in programma un discorso del Papa - terzo pontefice in visita all'ateneo - vada in scena una clamorosa contestazione, un sit-in antipapalino all'ombra delle Minerva. La parola d'ordine è: "Non vogliamo Ratzinger nel tempio della conoscenza perché è troppo reazionario". L'alzata di scudi laica era stata preannunciata giovedì da una lettera ai vertici dell'università che hanno invitato, il 17 gennaio, papa Ratzinger ad inaugurare l'anno accademico 2007-08, il 705° dalla fondazione. Sessantasette docenti, tra cui tutti i più noti fisici dell'ateneo, hanno firmato un appello (pubblicato scorso su Repubblica) perché "quell'invito sconcertante", così lo hanno definito, venga revocato. Il messaggio anti Ratzinger è stato spedito direttamente al rettore Renato Guarini: "Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso a Parma, Joseph Ratzinger ha rilanciato un'intollerabile affermazione di Feyerabend: "Il processo della Chiesa contro Galileo fu ragionevole e giusto"". Una frase che ha fatto sobbalzare il gruppo di scienziati che ora fa la fronda alla visita di Benedetto XVI. E che si dicono "indignati in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze. Quelle parole ci offendono e ci umiliano. E in nome della laicità della scienza auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato". La risposta del rettore Guarini? Un invito alla tolleranza e nessuna marcia indietro. "Al di là delle divergenze di opinioni - dice - bisogna accogliere Benedetto XVI come un uomo di grande cultura e di profondo pensiero filosofico, come messaggero di pace e di quei valori etici che tutti condividiamo". Così la cerimonia è stata confermata, e sarà divisa in due parti: la lectio magistralis tenuta da Mario Caravale, docente di storia del diritto, che parlerà della pena di morte, poi gli interventi del ministro dell'Università Fabio Mussi e del sindaco di Roma Walter Veltroni. Poi il discorso di Benedetto XVI. Alla fine, tutti in cappella. Ma la vigilia potrebbe diventare "pesante". Dopo i professori anche gli studenti promettono che non resteranno a guardare. Annunciano che faranno un sit-in contro "l'oscurantismo" di Benedetto XVI, terzo papa in visita alla Sapienza dopo Paolo VI nel 1964 e Giovanni Paolo II nel 1991. "Non capiamo per quale motivo il Papa debba prendere parte alla cerimonia" sottolinea Michele Iannuzzi della Rete per l'Autoformazione. E centinaia di studenti delle università romane già fanno sapere che nei prossimi giorni si daranno appuntamento sotto la statua della Minerva, simbolo del sapere e della conoscenza. Già mercoledì organizzeranno cortei, campagne di comunicazione e daranno vita a "gesti eclatanti" per coinvolgere il maggior numero di studenti in quella che vuole essere "una vera e propria lotta contro l'ingerenza del pontefice nelle istituzioni italiane". Clima di mobilitazione anche tra i docenti. Andrea Frova, docente di Fisica generale, è tra coloro che hanno partecipato alla stesura della lettera: "L'invito è una scelta inopportuna e vergognosa e non è sufficiente che il Papa non tenga più la lectio magistralis, come avevano deciso all'inizio. È solo un maquillage fatto anche piuttosto male. Si tratta di un capo di stato straniero ed inoltre il capo della Chiesa cattolica. E noi che abbiamo dedicato tutta la vita alla scienza non ci sentiamo di ascoltare, a casa nostra, una voce autorevole che condanna di nuovo Galileo". Un altro dei firmatari più attivi è Carlo Cosmelli, docente di Fisica: "Le accuse anti-scienza che il Papa ha lanciato da cardinale le ha ribadite anche nella sua ultima enciclica. Lui è convinto che, quando la verità scientifica entra in contrasto con la verità rivelata, la prima deve fermarsi. Una cosa del genere in una comunità scientifica non può essere accettata". fonte: repubblica.it (12 gennaio 2008) |
14-01-2008, 14.26.12 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 24-04-2006
Messaggi: 486
|
Riferimento: Scienza e fede
Non ho ben capito dove e quando il Papa abbia citato Feyerabend, in ogni caso, se le cose stanno come stanno, consiglierei gentilmente al Sommo Pontefice di non citare filosofi per il suo comodo (mi riferisco soprattutto alle interpretazioni di Kant non del tutto fedeli al suo pensiero).
Nel caso di Feyerabend é evidente che il filosofo della scienza non voleva sottolineare una presunta superiorità della fede sulla scienza, ma voleva portare acqua al suo mulino, cioé alla tesi che non eiste un metodo scientifico e che la scienza è così "potente" proprio perché anarchica, distruttrice di ogni schema. Forse Ratzinger non ha colto l'ironia, in effetti non ha l'aria di essere molto spiritoso, con rispetto parlando. Detto questo i toni della protesta mi sembrano un po' infantili, ben venga invece una contestazione costruttiva, basata sul dialogo, mi è piaciuto l'atteggiamento moderato del rettore. |
14-01-2008, 17.00.23 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 1,272
|
Riferimento: Scienza e fede
Sì, S.B. forse tu hai detto parole ragionevoli su una questione che andrà avanti per secoli e alimenta ogni volta chiacchiere da caffé….E’ evidente d’altra parte che gli uomini in genere non vanno alle radici dei problemi ma continuano a seguire quello che hanno ereditato e sembra andar bene per non sconvolgere il quotidiano andamento: a meno di scatti rivoluzionari che d’altra parte sono fortunatamente abbastanza rari (dico fortunatamente perché le rivoluzioni sono spesso anche tragedie).
Ma è anche vero che problemi che coinvolgono il passato e l’avvenire se non la vita e la morte degli uomini non possono essere elusi. E allora? Allora non bisognerebbe affidarsi alle emozioni e al sentito dire ma cercare qualcosa che assomigli a una verità aprendoci a un visione più ampia, quale non può non essere una visione storica….Cioè, per quanto riguarda la religione, riconoscere che essa ha rappresentato un’enorme forza di sviluppo della coscienza umana, anzi ha costituito la prima forma di una cultura – da quando l’uomo ha superato la necessità di dedicarsi totalmente ai bisogni della sopravvivenza e ha lasciato foreste e savane: la prima forma di un sapere di universale valore, anche se questa universalità è stata frantumata in varie e diverse religioni, la cultura in varie e differenti mitologie, e l’azione in un allearsi, alternarsi e comattersi di poteri sacrali e politici. E rispetto a questo per così dire liturgico andamento la vera rivoluzione è stata attuata dalla Grecia che ha sostituito coscientemente alla religione e al mito la ricerca filosofica (la verità non è rivelata ma è oggetto di una ricerca che può sempre riprendere e non ammette dogmatismi o eresie) e ha sostituito ai lampi della fede la coscienza della storia. Insomma il tema scelto per questo forum richiede una prospettiva più ampia di quella che oggi spinge a parlare di una vicenda (come la visita del papa all’università romana) che rimane un aneddoto da consegnare alla televisione e ai giornali. |
14-01-2008, 18.05.44 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-03-2007
Messaggi: 216
|
Riferimento: Scienza e fede
io ho letto la parte incriminata dell'intervento di Ratzinger
Nel suo intervento Ratzinger cita di volta in volta frasi di studiosi non cattolici per poi concludere che la chiesa è meno dura nei confronti di Galileo di quanto lo siano questi studiosi. Per quanto il testo di Ratzinger fosse poco interessante e l'estrapolazione delle frasi è sempre una pratica facilemnte manipolabile, credo che la scelta di attribuire la frase di Feyerabend a Ratzinger sia eccessiva. |