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17-01-2008, 10.25.24 | #72 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-09-2004
Messaggi: 2,009
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Riferimento: Scienza e fede
La mia opinione politica:
riguardo ai docenti: pessimi maestri di politica e pseudorivoluzionari fuori dalla storia e agli studenti: vittime dei pessimi maestri e ridicoli epigoni del peggio del 68. Succo del discorso che avrebbe dovuto tenere il vescovo di Roma alla Sapienza, e che sembra verrà letto, comunque: l’università laica della Sapienza deve essere legata esclusivamente all’autorità della verità, deve essere libera da autorità politiche ed ecclesiastiche (apprezzamento esplicito della laicità). Contributo storico del cristianesimo alla ricerca della verità anche se varie cose dette da teologi nel corso della storia o anche tradotte nella pratica dalle autorità ecclesiali, sono state dimostrate false dalla storia ed oggi ci confondono. Oggi filosofia e teologia devono rapportarsi, fra loro, senza confusione e senza separazione, ( Tommaso d’Aquino) e non devono essere inseparabilmente intrecciate come in altre epoche storiche. La ragione non diventi sorda al messaggio della fede cristiana, altrimenti inaridisce come un albero che non ha più acqua. Cosa ha da fare o da dire il Papa nell’università? Sicuramente non deve cercare di imporre ad altri la fede in modo autoritario, che può essere solo donata in libertà. Il suo compito è mantenere desta la sensibilità per la verità, invitare sempre di nuovo la ragione a mettersi alla ricerca del vero, del bene, di Dio e, su questo cammino sollecitarla a scorgere le utili luci sorte lungo la storia della fede cristiana e a percepire Gesù Cristo come la Luce che illumina la storia e aiuta a trovare la via verso il futuro. |
17-01-2008, 11.46.39 | #73 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-11-2006
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Riguardo all'opinione sui docenti e studenti l'ho già espressa più volte e la ribadisco, si tratta di libero dissenso e tale dissenso, per quanto scomodo, non si può eliminare se si vuole parlare di libertà totale e non solo di libertà parziale (cioè solo del Papa). Le forme di protesta dei docenti sono state civilissime, difatti si tratta di semplici lettere (da quando è proibito scrivere delle lettere ? roba da inquisizione !) quelle degli studenti invece sono proprie dei movimenti studenteschi, sempre e per ogni questione gli studenti organizzano manifestazioni, autogestione ecc... non vedo nessuna novità al riguardo. Come ho già scritto sopra, quello che contesto fortemente al discorso del Papa è che la ragione debba essere subordinata alla fede cristiana altrimenti "inaridirebbe" ! Pare che i cattolici si siano fermati a Tommaso dimenticando altri 800 anni di filosofia ed in particolare quel genio di Kant che ha distrutto molte delle idee tomistiche. Ritengo dunque, anch'io come Kant, che sia le fede a dover essere ancella della ragione e non viceversa. Visto che piace Severino ne riporto alcuni passaggi interessanti rilasciati in un dibattito con degli studenti: "'immagine della filosofia, o meglio della philosophia, è quella dell'ancella della teologia. Però, dice Kant in uno splendido passo del Conflitto delle facoltà: "Sì, ma è un'ancella che non segue la signora reggendo lo strascico, ma la precede reggendo il lume". Invece, dal punto di vista della Chiesa, la ragione è all'interno della fede, con la funzione di seguire la signora teologia, reggendo lo strascico." "on ci può essere opposizione tra ragione e fede, dice Tommaso, e sono abbastanza d'accordo con Fabrosulla sua vicinanza a Kierkegaard. Il motivo è che entrambe le cose provengono da Dio. La ragione proviene da Dio, le verità di ragione provengono da Dio, e il kerigma, cioè la rivelazione, proviene da Dio. Quindi due verità che hanno la stessa fonte non possono essere in contraddizione tra di loro. La domanda che ho sempre fatto alla cultura cattolica, ed alla quale a mio avviso questa cultura non ha ancora risposto, è questa: questa tesi dell'armonia di ragione e fede è una affermazione della ragione o della fede? Se il dire che c'è armonia tra ragione e fede è un atteggiamento di fede esso stesso, allora non si può escludere che, da un momento all'altro, emerga l'incompatibilità tra ragione e fede. Perché la fede non è un'evidenza, non garantisce. Paolo dice: la fede è "argumentum non apparentium", è l'argomento che la volontà umana dà alle cose che non appaiono, e quindi che non sono evidenti. Se invece la tesi dell'armonia di ragione e fede è una verità di ragione, allora la fede perde quel carattere soprannaturale che essa intende avere, e cioè il messaggio di Cristo diventa filosofia. Se la tesi dell'armonia di ragione e fede, ripeto, è una verità di ragione, allora il cristianesimo si tramuta nella superfilosofia, nella super-razionalità, smentendo quell'intenzione di soprannaturalità della quale parlavamo prima. Ecco, questo sarebbe il nucleo da discutere." "Se continuiamo a parlare dal punto di vista della dottrina cattolica, questi limiti sono posti dalla fede, che è la protagonista che dice alla ragione: tu sei libera, però non puoi andare contro di me. Allora succede proprio quello che stavamo dicendo prima: una ragione che è libera, ma che non può oltrepassare i limiti stabiliti dalla fede, non è una ragione libera. Quindi alla fine ciò che decide è la fede. E in campo politico - è questo il risvolto, a mio avviso, particolarmente interessante -, se la ragione autentica non può andare contro la fede, lo Stato autentico non può andare contro la fede. Detto in parole povere: perché la Chiesa condanna divorzio, aborto, eutanasia, contraccezione? Perché il concetto è questo: ciò che va contro la fede, non è semplicemente contro la fede, ma è contro la ragione umana. Se noi sviluppiamo questo punto, arriviamo a questa conclusione, con la quale credo che il nostro mondo sociale dovrà fare i conti, che uno Stato razionale, uno Stato di ragione, un vero Stato, non può essere uno Stato che oltrepassa i limiti della fede, e quindi deve essere uno Stato conforme alla fede, cioè uno Stato cristiano. Ma uno Stato cristiano è uno Stato solo se ha un sistema di leggi, la cui violazione implica la sanzione. Ma allora chi viola le leggi dello Stato deve essere perseguito socialmente e penalmente. Viene fuori lo Stato teocratico. Se lo Stato deve seguire la verità e se la verità è la verità di fede, allora chi pratica l'aborto, la contraccezione, eccetera, viola non semplicemente la fede, ma viola le leggi dello Stato, ed è perseguibile penalmente secondo queste leggi." Saluti Andrea |
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17-01-2008, 12.14.33 | #74 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Gesù diceva: <<dai a Casere quel che è di Cesare dai a Dio quel che è di Dio>> Cosa è di Cesare che non deve appartenere a di Dio? Non credo si possa dare una risposta sensata se non si sa cosa appartenga esclusivamente a Cesare e cosa appartenga a Dio. Probabilmente, come da me suggerito più volte, la ragione è relativa e ha bisogno di essere data a Cesare; l'assoluto invece appartiene a Dio e deve, senza superare e oltre passare i diritti stessi di Cesare, essere ricercata in modo diverso. Se mi fermo a guardare il mondo e il relativo, esso non sarà ciò che Dio vuole che noi si percepisca. Dobbiamo andare oltre il relativo per trovare Dio, senza per questo "disubbidire" alle richieste di Cesare. |
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17-01-2008, 13.24.40 | #75 | ||
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Dio nella sfera privata, Cesare nella sfera pubblica. I peccati non devono diventare probizioni di stato, ad ognuno deve essere lasciata libertà di coscienza nelle scelte etiche tranne quando tali scelte ledano la libertà di altri cittadini. Citazione:
In linea teorica l'assoluto appartiene a Dio, ma visto che nessuno può dimostrare di essere "collegato" a Dio direttamente e dunque l'assoluto non è in alcun modo raggiungibile dall'uomo, allora anche la parte religiosa è "relativa" e proprio per questo non può pretendere di invadere il campo di Cesare. Allora signori, siamo o no d'accordo che la ragione deve essere il punto di incontro di tutti gli uomini al di la delle singole fedi ? Saluti Andrea |
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17-01-2008, 13.39.13 | #76 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Fraintendi le mie parole, nessuno può dimostrarti Dio, infatti Lui dice: dai a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio ciò che tu puoi cogliere per fede. Infatti Tommaso volle constatare di persona che Gesù era risorto mettendo la sua mano nel costato, ma Gesù disse: beati coloro che pur non vedendo crederanno. Quindi la via per trovare Dio è la fede, che non è dimostrazione; tutto il contrario della ragione che va comunque data a Cesare. |
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17-01-2008, 15.27.39 | #77 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
La verità va cercata sempre, sia che si tratti di verità relativa, quella scientifica, data dalla ragione, sia che si tratti di verità assoluta, quella metafisica, data dalla fede che, mi ripeto, non andrebbe mai considerata acquisita una volta per tutte... non è dichiarando la propria fede cattolica che l'uomo può dirsi cattolico ma professandola ovvero vivendola da uomo libero nella libertà... è sul valore della libertà che concordano scienza e fede; infatti la frase "la verità vi farà liberi" (vangelo di Giovanni... mi pare) ne rappresenta gli esiti concordi... ecco allora la lectio magistralis anche per chi non ha fede in Dio: "la verità va sempre cercata"... non è mai acquisita e/o scontata; questo dovrebbe valere sempre per l'uomo teologico e per l'uomo di scienza... poi la politica lasciamola ai politici, chè abbiamo visto quel che riescono a fare... anzi a disfare. Ciao a tutti. |
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17-01-2008, 16.20.39 | #78 |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e fede
Certo che i vostri discorsi appassionano anche chi, come me, preferirebbe che la filosofia si estraniasse dai fatti di cronaca e lasciasse che le onde del fiume, cioè queste intemerate pro e contro l’atteggiamento papale, si esaurissero come è il destino di tutte le cose della terra e del cielo…..
Comunque mi sembra che questo opporsi dei difensori di una ricerca razionale (in sintesi: filosofica) contro l’arroccarsi di posizioni religiose, verificatosi non solo nel grande forum ma anche nel nostro piccolo forum, potrebbe essere risolto ricordando non tanto l’emblematico ma un poco troppo sfruttato e perfino cinematografato episodio di Galileo, quanto l’esempio della Grecia, dal quale la filosofia (stavo per dire la storia) ha preso inizio. Prima di tutto: piena libertà di concezione ed espressione. Secondo: assenza di dogmi e decaloghi. Terzo: interminabilità dello sforzo di ricerca. Ed è chiaro che né il primo né il secondo né il terzo punto collimano con la teoria e la pratica religiosa (non solo cattolica, invero) o meglio con la teoria e la pratica delle chiese. E’ chiaro quindi da che parte sto. Sì, però se il ricercatore greco non aveva limiti, se la Grecia non imponeva dogmi e neanche concezioni al di là delle quali non c’è salvezza, se il filosofo greco poteva cercare tranquillamente qui il suo angolo di paradiso, non si può dimenticare che, instauratosi il cosiddetto ellenismo, e sotto l’influsso di correnti religiose provenienti dall’estero, la filosofia greca ha sentito il bisogno di affrontare anche il problema religioso, assorbendolo nelle sue scuole…..Per dirla tutta: mi sembra che in queste diatribe pro e contro papa Ratzinger manchi quella superiore cultura che, sostenuta da una solida coscienza storica, sia in grado di valutare le ragioni degli uni e degli altri in modo da offrire il metro per un giudizio e una scelta. Perché ho richiamato la storia? Perché solo essa può dare le vere dimensioni di quella dialettica tra fede e ragione e anche lo spunto per una scelta fondata. Sì perché fin dalle primordiali età ci sono stati sciamani che hanno spinto le tribù a danzare guardando in alto, mentre altri uomini – forse non iniziati – lavoravano duramente la pietra e la terra. Poi la Grecia: che contrariamente ai popoli barbari ha rinunciato a farsi imprigionare da una religione e ha consentito la libera ricerca, cioè ha dato inizio alla storia, quella che, anche se ha portato alla fine la Grecia stessa, l'ha resa però un simbolo eterno di civiltà. Infatti non c’è dubbio che ha vinto la Grecia, visto che tutto vive, anzi vive e muore nella storia, comprese le religioni: che sono – per quanto inebriate d’eternità - religioni storiche. Ma qual è il religioso che osa ammettere questo? Che sappia rinunciare all’immortalità o – come direbbe quel noto filosofo – alla felicità della quale si sente partecipe? |
17-01-2008, 16.49.16 | #79 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Condivido in assoluto quanto quotato. Il problema serio è riuscire a far ragionare appunto i vari Ferrara o Socci e molti che scrivono in questo forum. Penso però, come postai un po' di tempo fà, che "non c'è miglior sordo di chi non vuol sentire" e che sino a quando ci saranno tanti che si sentiranno "Pietro l'Eremita" non sarà possibile alcun tipo di dibattito dove la ragione sia la base comune di partenza. Saluti |
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17-01-2008, 18.44.02 | #80 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-12-2007
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Riferimento: Scienza e fede
Citazione:
Il problema sai qual è? (e sono uno di quelli che sta cercando di mettere questo Dubbio in Voi) Il problema è che tu, che tanto ti ispiri alla ragione, non riesci a definirla. C'è un metodo scientifico creato dall'uomo per trovare la verità delle cose, ma il metodo non basta, come non basta la ragione, per spiegare l'uomo che si chiede cosa sia la verità. Se tu avessi una definizione di <<ragione>> che includa sia il metodo scientifico sia la ragione stessa allora avresti -ragione- nel porla come base. Ma non puoi porla come base perché l'uomo è di più del metodo che lui adotta per capire la realtà e la ragione stessa. In realtà tu vuoi porre il metodo scientifico come base e non la ragione, se mettessi davvero la ragione dovresti andare oltre lo stesso metodo scientifico e dovremmo includere quel quid che non vuoi ammettere. ciao |
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