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Vecchio 14-12-2006, 10.54.51   #71
Yam
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Riferimento: temere la morte

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Originalmente inviato da VanLag
Ma veramente a voler dare credito al racconto del Maharishi, egli stesso afferma che non fu un esperienza intellettuale, come potrebbe essere una riflessione o un’immaginazione, ma fu una percezione diretta della realtà…. E le due cose sono profondamente diverse.
Infatti egli stesso dice nello stesso racconto:

Tutto questo non era un semplice processo intellettuale, bensì balenò dentro di me come una verità lampante, qualcosa che percepii immediatamente e praticamente senza nessuna discussione.


Il vecchio fabbricante di bidi era "strano", (leggesi straordinario), da vivo….. figuriamoci da morto….



Mi chiedo come sia possibile leggere tanti libri e incontrare tanti maestri e....non avere una minima sensibilita' rispetto ad una introspezione profonda. Lo dico con certezza, anche perche' frequento gli ambienti spirituali e le persone da molto tempo e c'e' un certo tipo di condivisione tra chi e' sceso almeno un pochino dentro se stesso.
Qui assisto ad un'acritica accettazione del vangelo di certi maestri (passiva non applicazione dei principi fondanti), compresa la vacca illuminata, esattamente come i cattolici fanno nei confronti dei vescovi e dei papi....per esempio...per non parlare del Vangelo...che risulta inapplicabile senza quelle istruzioni profonde. Da dove arriva tanta superficialita'?
Le indicazioni che Ramana da, raccontando quella sua iniziale esperienza, sono presenti in tutte le tradizioni spirituali, sono per principianti....se poi si vuole leggere solo la mitica storia del suo ingresso in uno stato alterato di coscienza piu' o meno permanente, o si vuole credere che quella sia l'illuminazione, liberi di farlo....ma da li sorgono alcuni problemi, ben visibili in chi ha messo sui propri altari quel tipo di insegnanti.(che tutto e di piu' hanno detto...ma non di metterli sugli altari.....). Shamkara ha scritto libri per ogni categoria di uomini, per ogni classe sociale, per ogni eta' e ha fatto questo sino a 16 anni compiuti, poi non ha piu' scritto nulla, sino a 32 eta' della sua Morte. Dare almeno una occhiata al piu' importante maestro dell'Advaita Vedanta puo' chiarire molte cose.

L'Immaginare la propria morte, il tenerla costantemente vicino a se ha una funzione che non mi pare sia cosi difficile da comprendere. Tenere un bel teschietto sul comodino come Amleto sarebbe una ottima idea.

edit: possibilmente senza giungere alle stesse conclusioni...

Chi muore di fronte al morire dell'idea della morte e' solo colui che non vorrebbe morire....e questo e' un evento psico-fisico che accade a diversi livelli in ogni essere umano...che non sia irrigidito nel suo cuore da spesse corazze di difese mentali....che possono essere anche un qualche paradigma ontologico o metafisico (vedi Advaita New Age).
La mente e' infida e in grado di oggettivare qualsiasi insegnamento, anche i piu' elevati.

Ultima modifica di Yam : 14-12-2006 alle ore 13.44.32.
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Vecchio 14-12-2006, 13.28.47   #72
VanLag
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Riferimento: temere la morte

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Originalmente inviato da Yam
Mi chiedo come sia possibile leggere tanti libri e incontrare tanti maestri e....non avere una minima sensibilita' rispetto ad una introspezione profonda.
Yam se per rispetto alla tua visione negassi quello che a me sembra evidente, farei del male a me stesso, e forse anche a te e forse anche a chi legge.

E’ sbagliato manipolare le parole di un’altra persona ai fini di dimostrare le proprie tesi, e nelle tue ultime due risposte lo hai fatto due volte: la prima dicendo rivolto a quel brano di Ramana Maharishi: - immaginare come ha fatto Ramana – mentre come ti ho dimostrato lui ha detto: - Tutto questo non era un semplice processo intellettuale, bensì balenò dentro di me come una verità lampante.
L’immaginazione è un processo dell’intelletto…. È una funzione duale e il Maharishi vuole proprio dirci che non di quello trattatavasi.

La seconda volta hai tentato di manipolare la mia precisazione di cui sopra dicendo: - Qui assisto ad un'acritica accettazione del vangelo di certi maestri, compresa la vacca illuminata, esattamente come i cattolici fanno nei confronti dei vescovi e dei papi.... quando invece io avevo iniziato proprio dicendo: - a voler dare credito al racconto del Maharishi
“A voler dare credito” implica il dubbio…. Cioè “se vogliamo credergli”, “se vogliamo tenere per vere le sue prole”…..ed è proprio il contrario di affermare siccome lo ha detto il Maharishi è vero, siccome lui è un maestro gli credo….. etc.

Io sono un po’ stufo di dire “lavatrici” e sentirmi dire che ho detto “pesche”, di dire “allodole” e sentirmi dire che ho detto “trombe” ….. se vuoi parlare con me almeno leggi ciò che dico, altrimenti parla con te stesso, coi tuoi sogni, con le tue aspirazioni….. Va bene, sai…. Nulla in contrario, ma non tirarmi addosso i tuoi giudizi che non sono altro che proiezioni di ciò che sei tu.

VanLag is offline  
Vecchio 14-12-2006, 14.16.55   #73
Yam
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Riferimento: temere la morte

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Originalmente inviato da VanLag
Yam se per rispetto alla tua visione negassi quello che a me sembra evidente, farei del male a me stesso, e forse anche a te e forse anche a chi legge.

E’ sbagliato manipolare le parole di un’altra persona ai fini di dimostrare le proprie tesi, e nelle tue ultime due risposte lo hai fatto due volte: la prima dicendo rivolto a quel brano di Ramana Maharishi: - immaginare come ha fatto Ramana – mentre come ti ho dimostrato lui ha detto: - Tutto questo non era un semplice processo intellettuale, bensì balenò dentro di me come una verità lampante.
L’immaginazione è un processo dell’intelletto…. È una funzione duale e il Maharishi vuole proprio dirci che non di quello trattatavasi.

La tua mente vede manipolazioni dappertutto, anche dove non ci sono...e questo accade perche' manca quel tipo di esperienza.
"Distesi le membra e le tenni rigide come se fosse arrivato il rigor-mortis. Imitai un cadavere per dare un’aria di realtà alla mia ulteriore investigazione. Trattenni il respiro e chiusi la bocca, serrando con forza le labbra di modo che non potesse uscire alcun suono. Non lasciai che la parola ‘io’ o qualsiasi altra parola fosse pronunciata."

Ramana non era ancora Morto completamente a se stesso in quel momento, qualcosa stava accadendo, qualcosa che accade in ogni essere umano se lo si sa riconoscere e si e' in grado di lasciarsi andare.
A volte accade in modo molto forte e apparentemente definitivo, (dico apparentemente perche' non possiamo sapere cosa accade dopo aver lasciato il corpo....e secondo molti insegnamenti quel tipo di esperienza non e' l'Illuminazione).
Lascia stare il "concetto" di non dualita' che ti sei fatto, perche' e' solo un ostacolo.

Citazione:
La seconda volta hai tentato di manipolare la mia precisazione di cui sopra dicendo: - Qui assisto ad un'acritica accettazione del vangelo di certi maestri, compresa la vacca illuminata, esattamente come i cattolici fanno nei confronti dei vescovi e dei papi.... quando invece io avevo iniziato proprio dicendo: - a voler dare credito al racconto del Maharishi
“A voler dare credito” implica il dubbio…. Cioè “se vogliamo credergli”, “se vogliamo tenere per vere le sue prole”…..ed è proprio il contrario di affermare siccome lo ha detto il Maharishi è vero, siccome lui è un maestro gli credo….. etc.

Forse mi sono espresso male....ma a quanto pare ho fatto centro.
Non si tratta di credere o non credere...ora mi e' chiaro lo spirito con il quale vengono ascoltati e incontrati i maestri da alcuni.
E pensare che ogni Maestro autentico e' la prima cosa che indica: l'esperienza in se stessi.
Il cinismo di chi non solo non crede alla propria esperienza, ma neanche a quella degli altri (che paragona sempre con quella dei maestri messi sui propri altarini...come i cattolici mettono il Cristo sopra a tutti gli altri....maestri ed esseri umani che siano..) ha origine proprio nella mancanza di "esperienza", una esperienza che non si vuole avere, per un motivo o per un'altro.




Citazione:
Io sono un po’ stufo di dire “lavatrici” e sentirmi dire che ho detto “pesche”, di dire “allodole” e sentirmi dire che ho detto “trombe” ….. se vuoi parlare con me almeno leggi ciò che dico, altrimenti parla con te stesso, coi tuoi sogni, con le tue aspirazioni….. Va bene, sai…. Nulla in contrario, ma non tirarmi addosso i tuoi giudizi che non sono altro che proiezioni di ciò che sei tu.


Mi dispiace che "tu sia stufo"....di sentirti "manipolato" e "incompreso", ma c'e' una lingua che vorresti parlare e che non conosci e questo ti causa una certa irritazione.
Personalmente ti stimo molto, come essere umano e non posso fare a meno di dirti quello che ti dico.
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Vecchio 14-12-2006, 15.12.07   #74
webmaster
Ivo Nardi
 
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Riferimento: temere la morte

Vi prego di continuare le vostre discussioni personali in privato, o sarò costretto per via del regolamento a chiudere la discussione per OT.
Grazie
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Vecchio 15-12-2006, 22.49.49   #75
dasca
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Riferimento: temere la morte

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Originalmente inviato da maxim
1) La morte mi mette tristezza, non mi vergogno a dirlo.
Mi azzardo anche a pensare che tutti i partecipanti alla presente discussione, in fondo in fondo, la pensino esattamente come me ed il loro scrivere di Anubis, piume, reincarnazione e quant’altro, sia solo la dimostrazione dell’ingegnoso autoinganno posto in atto dalla loro mente, nel tentativo di sconfiggere la morte e della quale ne sono senz’altro i più terrorizzati. Se a tanto si è arrivati, se così potente è stato il coinvolgimento spirituale, se l’inganno e le fantasie sono riuscite a prendere il posto della realtà, allora il terrore di essa (la nera signora) è stato più devastante che in altre persone.

2) Questa è l’esperienza del mio pensare che mi chiedevi, Dasca, e come vedi non c’è nulla di extrasensoriale! Cos’è allora quel "credere", se non un ingegnoso inganno cerebrale perpetrato per tutta la vita, se nel momento in cui ci si trova di fronte all’unica realtà della morte, quel castello fatto di nulla crolla improvvisamente?...

3) No...non sono in grado di insegnare vite meno meschine...certo che se dovessi scegliere di apprendere tra colui che ritiene indifferente la morte e triste il coito e colui che ritiene triste la morte e degno d'esser vissuto il coito............non avrei dubbi su quale scegliere!




1) Mi rendo conto che tu sei affetto da ateismo acuto!! il che mi spiace assai.... non potrai mai uscire dalla paura della morte perchè dopo per te sembra non esista nulla ..... almeno questo è quanto evinco dai tuoi discorsi.
E la conseguenza abbastanza naturale è la tristezza... ma non è forse egoismo che genera tale tristezza... la mancanza, la perdita di qualcuno, il vuoto lasciato e mal vissuto, sono a mio avviso elementi egoistici che svaniscono se si possiede la certazza della Realtà del Mondo Spirituale... e così svanisce anche la paura della morte... almeno io so che per me (e non solo) è così.

2) hai ancora solo espresso una sequenza di pensieri, non hai riflettuto su cosa puoi "provare" a pensare che cosa E' il tuo Pensiero

3) Non ritengo affatto "triste" il coito (anzi ) salvo che sia solo fine a sè stesso! Ma non ne faccio la mia "bandiera" pubblica, in quanto penso sia altro a rendere merito al mio esistere, al mi Pensare, al mio comunicare con il mondo, al mio amare la vita (e con essa anche rispettare e accettare serenamente la morte)!


dasca is offline  
Vecchio 16-12-2006, 18.43.58   #76
fallible
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Riferimento: temere la morte

Salve!
La morte mi mette tristezza, non mi vergogno a dirlo.
NON avere alcuna paura della morte

Tristezza , paura (anche negata) sentimenti che non dovrebbero rientrare in spiritualità; ma posso (nel mio singolo) provare tristezza di fronte al male manifesto o paura per qualcosa che non conosco (gli sciocchi non hanno paura), posso però superarli (I sentimenti con l'acccettazione) cclaudio
ps trovamio la spiritualità anche dove è meno apparente, che lo si manifesti o no siamo "Esseri spirituali"ciaoclaudio
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Vecchio 18-12-2006, 09.29.38   #77
maxim
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Riferimento: temere la morte

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Originalmente inviato da dasca

1) Mi rendo conto che tu sei affetto da ateismo acuto!! il che mi spiace assai.... non potrai mai uscire dalla paura della morte perchè dopo per te sembra non esista nulla ..... almeno questo è quanto evinco dai tuoi discorsi.
E la conseguenza abbastanza naturale è la tristezza... ma non è forse egoismo che genera tale tristezza... la mancanza, la perdita di qualcuno, il vuoto lasciato e mal vissuto, sono a mio avviso elementi egoistici che svaniscono se si possiede la certazza della Realtà del Mondo Spirituale... e così svanisce anche la paura della morte... almeno io so che per me (e non solo) è così.

Temerario Dasca…se per te, il non essere ateo comporta il non aver paura della morte allora si…stai colloquiando con un ateo. Tuttavia ho sempre parlato di “tristezza” e non di paura o terrore. Francamente anche le tue parole mi mettono un po’ di tristezza…nei tuoi scritti, come in quelli di Yam, ne intravedo sempre, come in un quadro, l’umana disperazione incorniciata sull’estrema impotenza dell’uomo nei confronti dell’atavica paura della morte.
Tu sei “spirituale” esclusivamente per merito di questa originaria paura.
Non so in quale maniera tu sia riuscito a superarla…comprendo peraltro che quando il “credo” è ben insediato e riesce ad occupare tutti gli spazi destinati alla razionalità, allora la visione della morte comincia a prendere altre forme ma è solo momentaneamente oscurata perché essa non si cancella…si può solo coprire!
Non so quanti anni tu abbia e ti auguro di portare il più innanzi possibile questa tua visione ma non puoi dirmi che la perdita di un figlio per te sarebbe una cosa indifferente perché possiedi la certezza del mondo spirituale…oppure dillo!...ma così facendo mi rendi triste!

Citazione:
Originalmente inviato da dasca
2) hai ancora solo espresso una sequenza di pensieri, non hai riflettuto su cosa puoi "provare" a pensare che cosa E' il tuo Pensiero
Io ti invito a non farlo mai in maniera profonda…accetta ciò in cui credi senza porti molte domande!

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Originalmente inviato da dasca

3) Non ritengo affatto "triste" il coito (anzi ) salvo che sia solo fine a sè stesso! Ma non ne faccio la mia "bandiera" pubblica, in quanto penso sia altro a rendere merito al mio esistere, al mi Pensare, al mio comunicare con il mondo, al mio amare la vita (e con essa anche rispettare e accettare serenamente la morte)!

Amare la vita?...come può amare la vita colui che non teme minimamente la morte?

Però mi hai fornito uno spunto interessante per una nuova discussione…

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Vecchio 18-12-2006, 14.19.36   #78
Yam
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Originalmente inviato da maxim



Amare la vita?...come può amare la vita colui che non teme minimamente la morte?






Perche' Vita e Morte sono entrambe un unico e incessante flusso d'Amore o Energia se vuoi, Cosciente di se stessa.
Yam is offline  
Vecchio 18-12-2006, 16.49.57   #79
fallible
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Salve!
Perche' Vita e Morte sono entrambe un unico e incessante flusso d'Amore o Energia se vuoi, Cosciente di se stessa.
Perfettamente daccordo, unico dubbio (sincero) perchè Cosciente? per dare un senso alla nostra Vita? è solo Energia o Amore se vuoi. claudio
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Vecchio 18-12-2006, 21.46.18   #80
gyta
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Riferimento: temere la morte

Avete mai notato che quando SI AMA
paradossalmente non si ha più paura di morire..?

..Sì! Ciò che "muore"* è il senso di un io-separato** (!!!)




Il Paradiso? Qui -Ora!

Gyta

*Ciò che "muore" > ciò che spaventa, che fa paura!
**senza il quale emerge la coscienza d'Essere: la Potenza (d'essere!)
gyta is offline  

 



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