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Vecchio 14-03-2006, 11.34.00   #21
nexus6
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Messaggio originale inviato da Umberto77
Per quanto io so, è ormai teoria diffusa, perfino dalla scienza, che la Realtà oggettiva non esista.
Esiste una Realtà indifferenziata che viene colta dai soggetti percepienti, secondo i limiti delle loro stesse percezioni, le quali "diferenziano" e qualificano quella porzione di Realtà che sono in grado di cogliere.

Il resto viene da sè.
Teoria diffusa?!?

L'aggettivo 'oggettivo' certo è alquanto impegnativo, ma ciò che hai detto dovrebbe essere argomentato in modo molto più approfondito, innanzitutto partendo da una definizione di 'esistente' (anche intuitiva), poi procedendo verso un'analisi del significato da attribuire alla parola 'teoria', oramai un pò troppo abusata; devi procedere più risolutamente, dunque, con un'analisi epistemologica, nella quale già non velatamente ti sei imbarcato.

Tanto per una corretta informazione, che percepisco attualmente come latitante.
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Vecchio 14-03-2006, 15.59.31   #22
Umberto77
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Forse ho dato per scontato che il mio intervento potesse richiamare alla memoria di chi lo leggeva e, specialmente, di chi era interessato a questo tema, le più diffuse teorie esoteriche e della fisica moderna che, attualmente, sono maggiormente accreditate, Nexus6.
Se così non è, approfondisco.

Trascurando le teorie della filosofia esoterica, vorrei sottolineare come la teoria quantistica, della fisica moderna, già da molti anni, sta basando le sue ricerche sulla base di un Realtà soggettiva, come accennavo prima.

Paul Davies (scrittore e divulgatore scientifico) afferma:

”Tutte queste ricerche, nella fisica quantistica, presentano la Realtà, per quello che il termine può significare, non come una proprietà intrinseca del mondo esterno, ma come intimamente collegata alla percezione che ne abbiamo; alla nostra presenza in quanto osservatori coscienti. ....
Un'idea che, portata alle estreme conseguenze, implicherebbe che l'Universo acquisisca un'esistenza concreta soltanto in conseguenza dell'essere percepito....
Si accettino o no queste idee paradossali, sta di fatto che la maggior parte dei fisici sembra d'accordo sul punto che, almeno a livello atomico, la materia rimane in uno stato irreale di esistenza latente finchè non venga assoggettata effettivamente ad una misurazione od osservazione.”
…..
“Noi non possiamo mai osservare le cose, bensì soltanto l'interazione tra le cose.
Niente può essere visto isolatamente, perchè lo stesso atto di osservare implica l'instaurarsi di una qualche forma di accoppiamento.”


Franco Pratico (Fisico ricercatore) in uno dei suoi articoli spiega:

”Ogni particella della materia è definita da una "funzione d'onda". Solo nel momento dell'osservazione tale funzione "collassa" in una misura che ci dice la posizione o la quantità di moto della particella.... La particella esiste in tutti i punti di una nuvola di probabilità. E' l'interazione con l'osservatore che la fa collassare in un singolo punto.”

Da queste osservazioni appare chiaro come la scienza abbia rivoluzionato il suo concetto di Realtà. Cosa, fra l’altro, che ha fatto infuriare Einstein, quando disse la sua famosa frase: “Dio non può giocare a dadi!”.
Successivamente Einstein si dovette ricredere e accettò, suo malgrado, di lavorare sulla corrente teorica che la Realtà non esista oggettivamente, come tutti gli esperimenti moderni in fisica quantistica stanno a indicare.

Spero, con questo, di essere stato più risoluto e niente affatto latitante.
Umberto77 is offline  
Vecchio 14-03-2006, 19.21.05   #23
nexus6
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In divenire.

Non mi sembra opportuno in questa sede parlare di 'collassi' e conseguentemente di funzioni d'onda, decoerenze, intepretazioni della meccanica quantistica e perchè no del teorema di Bell, della non località ecc... ecc... in quanto ho l'impressione che questi 'paroloni' rimangano tali.

Visto che ti interessa la rivoluzione da parte della scienza del concetto di realtà potresti, qualora non l'avessi già fatto, estendere lo sguardo oltre la meccanica quantistica e precisamente verso quelle teorie di frontiera che la vorrebbero unificare con la Relatività; mi riferisco principalmente alla teoria quantistica della gravitazione a loop ed alla teoria delle stringhe.

Il punto sta nel fatto che ogni teoria, che pretenda di definire cosa siano lo spazio ed il tempo, dunque importanti aspetti della 'realtà', ospita al proprio interno delle precise ed a volte contraddittorie nozioni di questi due importanti concetti, rispetto a teorie concorrenti o semplicemente parallele.

Vi sono profondi 'rapporti' (per non usare termini tecnici) tra queste ipotesi in divenire sulla natura intima della realtà e la creatrice di tali ipotesi ovvero la mente umana. Questo è un filo rosso che percorre ogni 'legge di natura' per quanto complessa possa essere; il termine 'rivoluzioni' già permette di rendere conto molto bene di tale aspetto, pure presente nel pezzo di Davies, che però si spinge più oltre. Questa sorta di 'riflessione' tra mente e natura consente da un lato straordinarie predizioni riguardo alla seconda e dall'altro stimola delle interessanti analisi concernenti il modo in cui opera la prima.


Einstein penso che sia morto da 'realista' ed in effetti fino alla fine della sua vita ha lavorato con questa 'convinzione', rigettando l'interpretazione di Copenaghen (mi concedo almeno questo riferimento); forse conoscerai l'emblematico 'paradosso EPR' (altra concessione), dove la prima 'E' sta proprio per Einstein.

Ero intervenuto commentando il tuo intervento solo per chiarire il fatto che la frase 'la realtà oggettiva non esiste' è molto più problematica di quello che le tue parole lasciano trasparire e non è affatto 'teoria diffusa' (espressione alquanto vuota di significato) che la prima frase sia considerata 'vera', che tra l'altro mi sembra anch'essa un pò buttata lì, se non specifichi bene cosa intendi con 'oggettiva'.

Per me non c'è bisogno che specifici, ho capito il senso di quello che intendi dire e forse basterebbe semplicemente scambiare il termine 'oggettiva' con 'classica', cioè 'la realtà classica non esiste' o meglio 'la realtà come intesa in passato, e tutt'ora dal senso comune, non può esistere'; tale espressione mi sembra meno problematica e rende forse più chiaro il discorso sulle 'rivoluzioni'.

nexus6 is offline  
Vecchio 14-03-2006, 20.25.21   #24
Umberto77
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Rispetto la tua opinione, Nexus6, ma la tua visione delle cose e il modo di volerle discutere, denota un indirizzo personale che, secondo me, non ha inquadrato il problema.

Ho parlato della teoria quantistica della Realtà, riferendomi alla non oggettività della stessa, in quanto è la teoria più diffusa nell’ambito di questa scienza ed è quella su cui, oggi, si basano le ricerche.
Mi stupisce che tu non lo riconosca.
Non ho, invece, parlato della teoria delle stringhe e delle varie dimensioni parallele, perché questo non era in tema e non serviva a spiegare il problema.

Se avessi parlato di Realtà classica, sarei stato su una generalizzazione che non si agganciava a quanto detto da altri amici e non avrebbe spiegato, invece, proprio quello che si intende con questo termine.
Non esiste niente di “oggettivo”, cioè con una realtà autonoma, indipendente dall’interpretazione che ne dà l’osservatore.
Invece, tutto è “soggettivo”, cioè interpretato secondo le limitazioni di percezione sia fisica che mentale.

Per essere più precisi, si può pensare (e io così penso) che l’unica Realtà veramente oggettiva, sia la Realtà Assoluta, cioè Dio.
Ecco che, così, si può immaginare che ogni individuo interpreti, con una sorta di creazione-percezione, un aspetto della Realtà Divina e, vivendolo, lo rappresenti e lo completi nell’evoluzione del suo “sentirsi di esistere”.

La scienza va in questa direzione; per questo l’ho citata.
E’ un conforto per la mente e un appoggio per la fede.
Domani, forse, sarà qualcos’altro.
Umberto77 is offline  
Vecchio 15-03-2006, 09.35.39   #25
visechi
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Messaggio originale inviato da Umberto77
Per essere più precisi, si può pensare (e io così penso) che l’unica Realtà veramente oggettiva, sia la Realtà Assoluta, cioè Dio.


Quindi qualcosa di oggettivo esisterebbe, anche se, nell’immagine da te ipotizzata, non sarebbe fruibile da noi esseri limitati nella sua perfezione ed essenza. Noi saremmo solo macchine interpretative di qualcosa che ci trascende, questo qualcosa sarebbe poi la Creazione perfetta ed oggettiva, quindi, in definitiva, arrivando al capo del filo, Dio stesso. Ma anche questa da te proposta è pur sempre un’interpretazione, anche abbastanza forzata. Che senso avrebbe l’aver creato una realtà oggettiva se questa non fosse resa nuda e pura disponibile alla fruizione della più fulgida creatura di Dio? Einstein quando sosteneva che Dio non gioca a dadi con l’Universo, io sostengo che in tale evenienza farebbe ben di peggio, giocherebbe a dadi e a nascondino con ciò che è dichiarato essere la sua più bella creatura, ricorda ‘ sua immagine e somiglianza’. Niente da aggiungere in merito alla teoria quantistica (ancora una teoria non compiutamente disvelata), ancor meno circa quella delle stringhe, fra l’altro sarei ben poco titolato per farlo, sorrido al cospetto della teoria dell’Universo olografico… tutti campi ove la ratio impera per smentire quanto affermato da nonimportachi; molto da aggiungere, invece, sulla tendenza di dedurre Dio da queste speculazioni scientifiche, quasi fosse l’incognita di un complesso algoritmo matematico.

Io non so, non arrivo a comprendere se esista o meno una realtà oggettiva, non so e non arrivo a comprendere se esista così anche un Dio creatore, entrambi argomenti troppo lontani dalle mie capacità di comprensione, credo non solo mie… per discutere di Lui mi affido alle scritture, che potrebbero anche essere solo delle leggende frutto dell’atavica angoscia e inquietudine dell’uomo. La scienza ha in sé un paradosso inalienabile, irredimibile: si pone come obiettivo di rappresentare razionalmente il manifestarsi dei fenomeni fisici, con essi l’universo, il creato stesso, per farlo si è imposta delle regole che implicano la non interferenza da parte dell’osservatore rispetto all’osservazione effettuata e all’analisi conseguente. Da questa osservazione deduce alcune cose che pone a fondamento di ulteriori analisi tese a dimostrare empiricamente o deduttivamente – attraverso complessi calcoli matematici – quanto intuito. Così procede la sua indagine. La scienza interpreta la realtà ponendosi come premessa una regola basilare: la non interferenza del soggetto che osserva. Ma per effettuare l’indagine si avvale delle capacità speculative proprie del soggetto che osserva, arrivando così all’approdo antinomico che l’osservazione della realtà è fortemente interferita dall’osservatore (per quanto attiene alla quantistica). Così la scienza nega le sue fondamenta che le imporrebbero quanto meno un atto d’umiltà.
La frase di nexus io la modificherei nel modo seguente: <la realtà come intesa in passato, e tutt'ora dal senso comune, può non esistere>
visechi is offline  
Vecchio 15-03-2006, 10.28.44   #26
Uno
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Messaggio originale inviato da visechi
per discutere di Lui mi affido alle scritture, che potrebbero anche essere solo delle leggende frutto dell’atavica angoscia e inquietudine dell’uomo. La scienza ha in sé un paradosso inalienabile, irredimibile: si pone come obiettivo di rappresentare razionalmente il manifestarsi dei fenomeni fisici, con essi l’universo, il creato stesso, per farlo si è imposta delle regole che implicano la non interferenza da parte dell’osservatore rispetto all’osservazione effettuata e all’analisi conseguente. [/i]

Se il mio obbiettivo è integrare nel mio Essere tutte le frammentazioni non posso trascurare neanche la scienza... anzi devo, nei limiti delle mie possibilità cercare di comprenderla anche nelle vie di esse che più si discostano da ciò in cui la mia persona è cristallizzata, per esempio se io sono sicuro che la verificabilità empirica è un illusione devo però utilizzarla comunque per bilanciare altri stati d'animo, lo stesso vale per per qualsiasi altra sezione dello scibile umano, proprio ieri dicevo a delle persone che ho trovato punti illuminanti anche in cose definite spazzatura da tutti i fronti: Spirituali, Intellettuali, Scientifici etc...

Per dare il mio "scontributo" al tema... la realtà oggettiva esiste qual'ora si sia in in grado di osservare un qualsiasi oggetto dal di fuori, è possibile integrarla alla realtà soggettiva... ma... niente mi fermo con il ma per adesso.
Uno is offline  
Vecchio 15-03-2006, 10.46.21   #27
Umberto77
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Condivido perfettamente la tua inadeguatezza a comprendere temi così al di fuori della portata del nostro raziocinio, Visechi. E’ anche la mia, e di chiunque tenti di superare la soglia del relativo in cui siamo immersi.
Ma la nostra curiosità umana e il nostro bisogno di spiritualità, ci costringe a ipotizzare e a forzare le soglie della mente per intuire, se non capire, la radice del nostro esistere.
Essa non può essere in un mondo relativo e parzializzato dalla nostra interpretazione, per quanto illuminata e codificata nelle Antiche Scritture.

Sto tentando di capire, Visechi, ed è ben lungi da me il “conoscere”; ma provo a ipotizzare e stimolare la mia intuizione attraverso la logica che conosco e il senso di fede (fiducia) che mi guida.

Ho detto che l’unica Realtà oggettiva può essere solo quella Assoluta, la quale si può identificare in quell’archetipo che noi chiamiamo Dio.
Ma la Realtà Assoluta, essendo tale, non è creata, in quanto è una, eterna, onnicomprensiva e trascendente il tutto essendo la somma del tutto più il suo significato.
Solo così posso concepire l’Assoluto. Diversamente, sarebbe un relativo idealizzato.

In questo senso, noi non saremmo della macchine interpretative, ma “sentire” della coscienza divina che realizzano il movimento dell’essere come parti del Tutto-Uno.
Infatti, Dio non può essere un monolite assoluto; perché in Lui vi è “vita”e “amore” (come senso di unione e identificazione) ed è “movimento” come espressione relativa che trascende il Lui.
Dunque noi siamo Lui, per quanto sentiamo di essere vita e amore; e il nostro cammino non è solo di conoscenza, ma è anche di realizzazione della molteplicità affinché il tutto possa trascendere nell’unità.

Non credo che ci sia stato un momento di creazione, perché l’Assoluto non può essere diviso da sé stesso e l’illusione del tempo umano, non può codificare l’eterno.
Penso, invece, che la nostra consapevolezza limitata, segni l’attimo per poter trascendere in una consapevolezza sempre più grande, in un cammino evolutivo che ci porterà al “sentire assoluto”, da cui, in realtà, non siamo mai stati divisi.
Umberto77 is offline  
Vecchio 15-03-2006, 11.00.06   #28
sunday01
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Messaggio originale inviato da Uno
Se il mio obbiettivo è integrare nel mio Essere tutte le frammentazioni non posso trascurare neanche la scienza... anzi devo, nei limiti delle mie possibilità cercare di comprenderla anche nelle vie di esse che più si discostano da ciò in cui la mia persona è cristallizzata, per esempio se io sono sicuro che la verificabilità empirica è un illusione devo però utilizzarla comunque per bilanciare altri stati d'animo, lo stesso vale per per qualsiasi altra sezione dello scibile umano, proprio ieri dicevo a delle persone che ho trovato punti illuminanti anche in cose definite spazzatura da tutti i fronti: Spirituali, Intellettuali, Scientifici etc...

Per dare il mio "scontributo" al tema... la realtà oggettiva esiste qual'ora si sia in in grado di osservare un qualsiasi oggetto dal di fuori, è possibile integrarla alla realtà soggettiva... ma... niente mi fermo con il ma per adesso.


La scienza è solo un mezzo per esplorare la realtà e l'esistenza, e non dobbiamo mai dimenticare che se siamo esseri pensanti in grado di indagare, sperimentare e quindi "produrre scienza" questo avviene per il fatto che ci è stata data questa facoltà di pensare....
Finchè siamo immersi nell'esistenza non la possiamo osservare dal di fuori ma solo dal di dentro, cioè soggettivamente...
Solo Dio che è tutto possiede la realtà oggettiva che corrisponde alla verità...
Essendo però fatti a sua immagine e somiglianza, sono certa che un giorno vedremo Dio a tu per tu, cioè la realtà e la verità sull'universo e sull'esistenza, per questo esistiamo.
Perchè Dio avrebbe fatto ciò???
Io penso che Dio vive in ciascuno di noi quindi ogni nostra singola esisistenza fa parte dell'esistenza di Dio...

Domanda: la realtà dell'universo esisterebbe se non esistesse nessuno per osservarla???
Io penso di no....

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Vecchio 15-03-2006, 11.05.34   #29
sunday01
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Messaggio originale inviato da Umberto77

Non credo che ci sia stato un momento di creazione, perché l’Assoluto non può essere diviso da sé stesso e l’illusione del tempo umano, non può codificare l’eterno.
Penso, invece, che la nostra consapevolezza limitata, segni l’attimo per poter trascendere in una consapevolezza sempre più grande, in un cammino evolutivo che ci porterà al “sentire assoluto”, da cui, in realtà, non siamo mai stati divisi.


La creazione riguarda la nostra vita su questo pianeta, immersi nella materia, quindi se siamo tutti in Dio siamo sempre esistiti in Dio e per sempre esisteremo.

sunday01 is offline  
Vecchio 15-03-2006, 11.07.45   #30
turaz
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se dio è "tutto"... è anche scienza.
ossia la scienza è una manifestazione.
"l'occhio con cui si vede dio è lo stesso con cui lui vede te".
coscienza in espansione (consapevolezza)?

un salutone
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