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13-03-2006, 16.17.07 | #12 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Citazione:
E' tutta qua la storia della ricerca. L'impossibilità di approdo....................... .....hai ragione: è un bel conquibus..................... .... ......l'impossibilità di approdo..................... ....ma allora perchè continui ad interrogarti? Intendiamoci: il contraddittorio lo amo e lo ritengo formativo ma....................se non c'è possibilità di approdo.............diventa pura accademia...........e l'accademia annoia........................ ........ cos'è che ti rode? |
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13-03-2006, 16.37.27 | #13 | |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
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Citazione:
non mi interrogo, niente mi rode.... |
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13-03-2006, 17.03.14 | #15 | |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
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Citazione:
Mi causa un maggior apporto serotoninico, con conseguente sollazzo! ....e tu, sei qui perc scoprire la VERITA' ? PS: Toni da prendersi non come ostili, ma come eficacemente comunicativi (almeno nell'intento) |
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13-03-2006, 17.31.28 | #16 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Citazione:
La verità è una parola molto grossa.............. Sono qui per lo stesso motivo di circa 3 anni fa (quando mi iscrissi): condividere l'aula. Già Nonimportachi, fu quella la mia prima senzazione quando trovai questo Forum. Mi sembrava di aver finalmente trovato dei fratelli di ricerca. E fu davvero così. |
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13-03-2006, 17.34.12 | #17 | ||
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Citazione:
Citazione:
Le domande non sono mai indiscrete, le risposte lo sono a volte... ...spero che apprezzi la citazione western... Dici: Cosa c'è di più inqualificabile di una realtà senza nessuno che la qualifichi? Nulla, appunto. Ma nel momento stesso in cui applichi una qualunque qualifica (nulla, niente, non esiste, non qualificabile ecc...) capisci che c'è qualcuno che sta qualificando e c'è un qualificatore applicato. Il 'modello' hai ragione non è superabile, è intrinsecamente necessario ad una qualunque spiegazione 'umana'; ma tale superamento proprio essendo un impossibilia, emana un incredibile fascino per l'uomo che ne è consapevole. La metafisica proprio perchè sembra 'anelare' a tale operazione (pensa all'ontologia contrariamente all'epistemologia) non soddisfa quei requisiti a cui ci ha abituato la pratica scientifica, ma per questo la buttiamo via in toto? Buttiamo via tutte le opinioni/credenze su tale 'mondo'? Eppure anche la scienza sembra attingere da questo serbatoio di 'idee' e la stessa metafisica spesso trova le sue argomentazioni tra quelle della scienza. Ti dovresti leggere qualcosa sul pragmatismo americano, perchè penso proprio che possa aderire al tuo pensiero; Epicurus potrebbe consigliarti in tal senso. Ultima modifica di nexus6 : 13-03-2006 alle ore 17.37.24. |
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14-03-2006, 09.46.09 | #18 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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[quote[Sottolineo il "ciò che ci è dato conoscere". Questo in fatti va letto non come "ciò che conosciamo", ma come ciò che i nostri limiti ci consentono di indagare.[/quote]
Solo per grazia dell’atto di conoscere, cioè quando la conoscenza opera per superarli, questi – i limiti – sono resi manifesti. In assenza di atto del conoscere, gli stessi non si renderebbero noti. Così è che la conoscenza, estrinsecando se stessa, li incontra, ne fa conoscenza e tende a superarli. Non vi sarebbero limiti se questi non fossero resi manifesti dall’azione svolta dalla conoscenza, in quanto non sarebbero noti ma forse solo supposti. Per cui conoscere entro i limiti naturali della conoscenza è sempre un conoscere, e l’azione prende le mosse in assenza di limiti pre-conosciuti o pre-giudizievoli alla conoscenza stessa. Per questo l’enunciato da te proposto non stà in piedi. La linea di confine che conchiude la capacità speculativa della conoscenza non è fissa ed inarretrabile, ma è dinamica e il grado di motilità è in stretta correlazione al livello ed alla qualità di conoscenza posta in essere. Citazione:
Qui non si parla di eventi o fenomeni mai accaduti. Quel che sarebbe noto è il manifestarsi del fenomeno, e la conoscenza non indaga sul suo manifestarsi, piuttosto sulle cause che l’hanno determinato. Non ci s’interroga del perché piove, ma sulle cause che hanno determinato il temporale o la pioggia. Fra l’altro, si rileva più di un caso in cui la conoscenza estrinsechi se stessa in modo prospettico, prima che un evento si manifesti, pre-vedendolo. Citazione:
In relazione alla possibilità di un approdo positivo in ordine allo speculare metafisico, posso anche convenire con te, ma questo non rende superflua la naturale tensione speculativa che è intrinseca alla conoscenza. |
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14-03-2006, 10.59.10 | #19 | ||
Ospite abituale
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Citazione:
La realtà oggettiva esiste, ma per esplorare la realtà oggettiva e indagare su di essa c'è bisogno dell'esistenza di ogni singolo individuo che si interroghi su di essa. A cosa serve un universo intero se nessuno sente o vede l'esistenza dell'universo stesso?? Citazione:
Tutti abbiamo un mondo di pensieri che sappiamo non esistono nella realtà, ma esistono nella fantasia. Ma se un soggetto esistente formula un pensiero perchè non dare diritto di esistenza a questo pensiero??? Cosa farebbero i bambini senza le favole??? Visto che sono grandicella, non credo più alle favole ma credo che anche i pensieri hanno una loro esistenza a livello mentale e i pensieri sono energia, quindi in qualche maniera questa energia esiste realmente. Per quanto riguarda l'indagine metafisica, la nostra stessa esistenza ci spinge ad indagare oltre i limiti dei nostri sensi e della realtà oggettiva... Ciò che ci è dato di sapere ci spinge oltre, ma se non troviamo prima dentro di noi il supero di questi limiti fisici, non troveremo risposte esplorando la realtà esistente. Un saluto |
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14-03-2006, 11.08.20 | #20 |
Ospite abituale
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Messaggi: 121
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Per quanto io so, è ormai teoria diffusa, perfino dalla scienza, che la Realtà oggettiva non esista.
Esiste una Realtà indifferenziata che viene colta dai soggetti percepienti, secondo i limiti delle loro stesse percezioni, le quali "diferenziano" e qualificano quella porzione di Realtà che sono in grado di cogliere. Il resto viene da sè. |