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14-02-2006, 11.11.30 | #65 | |
l'isola che non c'è
Data registrazione: 14-01-2006
Messaggi: 48
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Citazione:
condivido! Com'è bello leggervi, grazie! |
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14-02-2006, 23.14.42 | #67 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Anima e arte
Citazione:
Anima non può essere contenuta nel suo libero ed inesausto vibrare. Al suo oscillare fra i bordi del nostro sentire neppure il fluire della vita può opporre forze tali che possano violentarla,tanto da inglobarla in sé o da vincolarne il moto entro un solco tracciato. Anima deborda, noi avvertiamo gli eccessi del suo trabocco. Anima è libertà che la coscienza tende a rapprendere e contenere, senza peraltro mai riuscirci. Dal suo cuore pulsante e vivo eccede il gemito, il tragico che è in noi, che è anche in Dio ante Origine, che è sempre stato in Lui e di cui noi siamo un pallido eco: rappresentiamo l’inconscio di Dio, e la Terra è la memoria di quel Male coeterno al Creatore, coestensivo alla Creazione, coevo all’umanità. La musica di Anima non è armonica, non è sinfonica, è piuttosto diatonica. Non è sinfonica poiché emette un unico vagito, udito in diverse tonalità, perché include in sé tutte le tonalità che possiamo udire, anche quelle impossibili, inudite ed inudibili. E’ un’unicità policorde, policroma, polifonica. I passi di danza che questa musica ispira sono follia; la sua danza è un ditirambo dionisiaco scomposto, sgraziato, canzonatorio e derisorio al tempo stesso. Si fa beffe della vita, in quanto da essa è mai scalfita. I segni del tempo tracciati ed incisi su Anima, graffiano la superficie esterna, e di questi segni noi avvertiamo l’eco che si riverbera nei malanni dell’essere. L’angoscia intima di Anima, quella non legata e fluente dalla contingenza di essere nel mondo, talvolta si esprime in arte: raffigurazioni del profondo. Diveniamo, noi fruitori dell’arte, spettatori della raffigurazione proposta dal folle genio di chi, posseduto da insana Menis, ha l’estro di incanalare questo sussurro per renderlo all’esterno. Allora, estasiati, in timore e tremore, ammiriamo raffigurazioni dell’angoscia, come l’Urlo di Munch, o dipinti che espongono il tumulto d’acque attinte dal profondo dei vortici dei quadri di Van Gogh. In uno stravolgimento che coinvolge sensi, cuore, mente e profondo avvertiamo la protervia del surreale di Magritte. Animi in tumulto che si affacciano al mondo mostrando se stessi nel tumultuare di colori e forme che irraggiano di sé, del proprio intimo ineffabile, ciò che entra con loro in contatto. Più spesso restiamo basiti all’ascolto di note imperiose che sortiscono da strumenti suonati alla maniera dei folli. Note che s’insinuano fin nel profondo di chi le ode, che, in risposta, offre la propria empatia, il proprio sentimento sollecitato da quel riverbero d’Anima. Parole graffianti, che urlano, come quelle di Rimbaud, di Caproni (mistico il suo incontro con un Dio che non esiste: Lo guardai./ Crollai il capo./ Aveva pur parlato,/ è indubbio, a chiare e oneste note./ Ma allora, perché uscii a mani vuote?… - “Mancato acquisto”), della Merini, di Baudelaire. Parole espresse in rima o in versi sciolti, che pigiano qualche tasto fino ad allora in noi celato, anche a noi stessi celato; noi che di questo tramestio dovremmo essere solo spettatori, trasformandoci, come in un’alchimia, in compartecipi di una sinfonia discorde, disarmonica, diatonica. Ma si è mai solo spettatori al cospetto di un’arte che è eco, vessillo, insegna, effige ed emblema di un animo che bolle? Le note furiose e reboanti emesse da Anima sono il contrappunto della Vita, ed ove quest’ultima si mostra come uno scorrere unidirezionale, un’occhiata che coglie il Passato vivendo un Presente che si sporge con ansia a scrutare il Futuro – uno sguardo incipiente, spesso insolente, talvolta timido e spaurito, che si spinge lontano, che si affaccia su anonime lande, ricolme di assenze riempite d’attese e speranze -; Anima, invece, non ammette direzioni, poiché le imbocca tutte; non conosce il tempo, perché da questo prescinde; rifugge la lusinga d’ogni speranza, perché non ha un orizzonte che dischiuda visioni davanti ai suoi occhi. Anima, nel suo forsennato prescindere, evoca la Vita. Anima impone così un eterno quesito: la Vita cos’è? Una domanda sospesa per aria, mai formulata, una di quelle che più volte,forse con ansia, ci siamo rivolti, cui mai abbiamo saputo fornire risposte esaustive - esistessero mai risposte definitive e concludenti a tale quesito -. La Vita è un grande pianista, un suntuoso e stregato suonatore di piano. L’Uomo - io, noi – è il dannato fruitore della sua musica, e, in una qualche misura, è anche creatore del suo abile tocco, del suo magico gioco di dita. Siamo una strana, magnifica ed orrida amalgama di forti pulsioni, di tante passioni e sublimi emozioni; ognuna di esse è incisa in noi, sempre pronta a vibrare al suo magico tocco. Siamo le corde di questo caleidoscopico piano, silenti e dormienti, in attesa che qualcosa ci sfiori. I fatti, gli eventi, che sono gli enzimi e gli ormoni della nostra esistenza - sostanze poste con cura o con un bizzarro disordine - le eccitano e le fanno vibrare. Ciascuna di loro vibra allorquando, eccitata, raggiunge la giusta soglia d’intensità; per ognuno di noi questa soglia si situa e localizza ad un livello differente, e vivendo questo livello d’intensità è soggetto a mutare nel tempo, a spostarsi, per tale ragione a nessuno di noi è noto qual è questo limite estremo oltre il quale udrà le proprie corde vibrare. Ciascuna di esse emette un particolarissimo suono, emana un proprio specifico profumo, ha un proprio colore e calore, e vibra soltanto al tocco di quella particolare sollecitazione. Gli eventi le fanno vibrare: c’è quella che canta soave quando entra in contatto con altre persone, un contatto che sa scendere dentro, che supera il muro eretto per necessità, per non sentirsi mai nudi… Talvolta, se mossa dall’odio, dal dolore, dalla sofferenza emette un lugubre suono. Sovente siam scossi da Folli pensieri, ciò accade se è scossa la corda della nostra follia, cara compagna negletta, ma pur sempre viva e vitale. Ci sono situazioni che le fanno suonare all’unisono, tutte insieme per comporre una dolce armonia, con qualche reboante bizzarra diatonia: è l’Amore che, solo, stimola tutte le corde. Follia, emozioni, passioni, rabbia, dolore, gioia e mistica estasi si combinano per renderci il mondo più vario… se stessa, la Vita, più intensa e fremente. L’Uomo è un portento di macchina con enormi difetti. La Vita è un’attesa, una sala d’attesa entro la quale ciascuno di noi, paziente od ansioso,attende che sopraggiunga il proprio turno, che qualcosa si compia. E’ l’attesa perpetua che arrivi Godot, Colui che è eterna promessa. La Vita è un lungo segmento di cangianti colori, tracciato su un foglio di carta su cui imprime, attingendone a sua volta, gli umori più vari. Tenui o foschi colori che son le speranze e le perpetue attese che muti qualcosa, che possa imporsi come eroica ragione e non sempre solo avvilente illusione. La Vita è un bellissimo tratto di penna tracciato per caso, ricolmo di pii desideri. Alcuni si compiono, talvolta, più spesso, altri son mere fatue chimere che, per un sospiro, una stasi,allietano l’animo fino a prostrarlo, ma che aiutano pur sempre nell’erto cammino. La Vita è un protendersi verso l’ignoto, che un poco spaventa, ma che sempre ammalia, perché la Vita, quella verso la quale vai incontro per gioia, per forza o per noia, altro non è che un grande mistero, che riempiamo con mille speranze, muovendoci con gli occhi ben fissi all’orizzonte sulla cui linea si stagliano sagome di terre remote. Alle volte in quei luoghi è il vuoto che cogli: lande inospitali come solo il deserto sa essere, che mai riusciranno ad essere compimento compiuto di una bella promessa. La Vita è una bella lusinga, un giardino fiorito da cui cogliere i fiori; la pentola sacra dei mille colori del tuo arcobaleno che ben presto svanisce in un raggio di sole;una perenne promessa; un fiume impetuoso, il cui compimento, la cui unica foce è la Morte - gloriosa o ingloriosa, ma sempre cortissima -, sua eterna sorella, suo suggello regale, sua terrifica veste che cela alla vista di tutti - anche a chi del Libro dei Morti si nutre e si pasce - l’eterno senso di entrambe. La Vita è come una Menis, è la nostra condanna, ad Essa siamo dannati, di Essa siamo possesso, non possiam consegnarci alla furia della sua eterna e graziosa sorella senza che il suo filo dorato sia stato prima spezzato, e a nessuno è dato sapere quando questo accadrà. E’ sacra, malinconica, furiosa la musica dell’Anima, sacra come quella che la Vita compone vivendoti addosso. Ciao. Ultima modifica di visechi : 14-02-2006 alle ore 23.17.08. |
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15-02-2006, 13.10.35 | #68 | |
Ospite abituale
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Messaggi: 455
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Re: Anima e arte
Citazione:
...non cito tutto...ma certo e' che sai mettere in parole questo "sottofondo" che credo,accomuna un po' tutti... ,klara |
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15-02-2006, 13.35.18 | #69 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 351
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"Se sei mortale, e allora conta i tuoi giorni di miseria, oppure sei immortale, e allora la vita può acquistare veramente senso."
Se tu lo vuoi Visechi racconta la tua immortalità? è solo un invito un abbraccio fraterno Salvatore R. |
15-02-2006, 15.26.08 | #70 |
Ospite abituale
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Messaggi: 2,012
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Visechi io sono felice di averti dato il la
il tuo è un fiume di meravigliose note per le nostre anime è la descrizione dell'ANIMA MUNDI una forza vitale che sostiene la perfezione del mondo Esiste un documentario della National Geographic che con le immagini riesce a dare la stessa interpretazione che tu dai della VITA e dell'ANIMA e si chiama proprio ANIMA MUNDI. Se vi capita procuratevene la visione. Intanto gedete insieme a me di questo meraviglioso susseguirsi di parole e concetti e delle emozioni che danno. Un grazie continuo |