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Vecchio 03-02-2006, 15.30.22   #11
turaz
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Data registrazione: 24-11-2005
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Messaggio originale inviato da edali
Che vibra a diverse frequenze. L’anima è come la musica.

Possiamo dire “cullarsi con l’anima” ?

sicuramente
non per nulla "tutto è vibrazione" e non per nulla... il "suono" primordiale è così importante
(nonchè la musica è il "canto degli angeli")
colori e suoni sono prima di tutto "vibrazioni".
turaz is offline  
Vecchio 03-02-2006, 15.57.33   #12
visechi
Ospite abituale
 
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Messaggi: 1,150
L’Anima è la vera essenza dell’uomo, è ciò che ci riempie di caratteristiche peculiari, per cui siamo quello e non altro; siamo unici ed irripetibili, in forza della quale viviamo nel mondo con le nostre sensazioni e non con quelle altrui. Ma Anima che parla è intelligibile compiutamente? Penso che il linguaggio, o metalinguaggio, con cui Anima si esprime sia totalmente oscuro, e noi lo percepiamo o intuiamo più che comprendiamo. Lo avvertiamo come un soffio o come una bufera, e il nostro atteggiamento nel mondo diviene conseguenza del suo parlare, del suo suggerire, del suo imporre. Perciò ritengo che noi non siamo quel che mostriamo di noi.
Il suo continuo suggerire è anche il rumore di fondo che, come un’onda emotiva che riempie le notti, diviene il labile suono che scaturisce da questo incessante colloquiare con l’intimo. E’ un chiacchiericcio continuo, da cui non è possibile discernere le parole, i vocaboli con chiarezza. Perché ascoltiamo locuzioni non verbali, espresse in gemiti, sentimenti ed emozioni che traduciamo in vocaboli, in parole. Nel corso di questa trasduzione si perdono parti essenziali del significato espresso dal profondo. Spengere questa voce significa scordarsi di noi e sopportare quel vivido fluire che è la vita. Ho quasi la sensazione che la vita scorra in senso inverso rispetto al profondo di ciascuno di noi, come se le sedimentazioni depositatesi nell’anima, incrostandola, nel corso degli anni ne abbiano mutato il corso. Ci sono così due forze che si contrastano, la vita che scorre a prescindere da noi, e il nostro stesso ‘Io’, quello vero, quello non egoico, quello che bussa dal profondo, che ci spinge in altra direzione.

E le preghiere sono vani singulti espressi e rivolti a nessuno. A nessuno che esista, o, al più, a nessuno che voglia o possa ascoltare.
Non vi è nulla e nessuno verso cui rivolgere preghiere, se non verso se stessi, verso quel profondo che è in noi. Dio, qualora vi fosse un Dio (sia quel che sia), non ode i lamenti degli uomini, Dio è distante, e la nostra voce è sempre e solo afasia.
La mente è il danno primigenio; penso, infatti, che la vita dell’ebete felice sia il farmaco che da solo può sanare quelle profonde ferite che la vita scolpisce nell’anima… ignorare ed ignorarsi totalmente, fino a giungere all’estremo d’ignorare d’ignorarsi… questa è la sola pozione che riesca ad intravedere per suturare le lacerazioni. Penso che più che connetterci dovremo riuscire a sconnetterci da questo profondo fondo che sussurra e strepita, e se la meditazione è l’arte di ascoltare, forse sarebbe meglio apprendere le tecniche per obliarsi, per dimenticarsi, per non udire … si è più ignoranti, ma si vive meglio… meglio attingere alla fonte di Lethe piuttosto che nutrirsi con il pane di Mneme… non aver biografia emotiva, per non ricordarsi di sé… dimenticarsi totalmente per mai più ricostruirsi.
L’ascolto ci connette con la nostra coscienza – mediatrice fra mente e profondo, rendendo presente alla nostra attenzione anche e soprattutto il tramestio che ci abita.
La coscienza, io ritengo che sia lei la causa di questa distonia che ci attraversa in lungo e in largo, è questo sapersi, percepirsi, vedersi, sentirsi, la causa della lacerazione fra ‘essere’ e illusorietà dell’essere, è la coscienza che ci dilania. Espanderla temo rappresenti un altro di quei veicoli che accentuano la permeabilità alla patologia dell’essere. Noi ci immergiamo in noi stessi per raccogliere in quel fondo buio ciò che ci dilania, che ci raffigura in guisa di in-essenza - di assenza – quel poco o quel nulla che riusciamo ad estrarne per imporre il nostro governo a quanto rifugge l'ordine e la quiete… che insano sproposito. Noi avvertiamo le nostre assenze, ed avvertiamo, ma solo come un alito, la nostra mancanza, eppure per la coscienza ‘siamo’: individui unici, persone, soggetti, Io. Questo doppio flusso contrapposto acuisce la lacerazione.

Credo possa essere esistito un momento che ha anticipato questo squarcio dell’essere, e in cui l’uomo, l’essere era unitario. Prima dell’insorgere della coscienza di uomini noi, forse, eravamo un essere unitario. La Sacra Bibbia esordisce con una locuzione singolare e assolutamente, a parer mio, illuminante: <In principio….>. In principio Dio! Ma prima di quel principio? Prima dell’Origine? Porre un principiare agli eventi, determinando così la nascita della storia, significa de-finire e de-limitare, ma l’eternità di cui tanto si parla non vanisce forse al cospetto di questa locuzione? No! forse no. Forse prima di quell’Origine, che è solo origine della storia, della venuta al mondo dell’uomo, cosa vi era? Credendo in un Dio creatore, ritengo vi potesse essere un’anima unitaria. Dio si è deciso (dall’etimo tagliare) per l’Amore, e questa sua de-cisione, concretatasi in Amore, è anche l’atto Creativo in sé. La maledizione dell’umanità da parte di Dio è anche l’insorgere della coscienza, con tutti i danni che questa germinazione si porta appresso.

Credo così che la lacerazione fra ‘essere’ e ‘non essere’ sia proprio costitutiva nell’uomo, originaria, insita ed irredimibile. Questa lacerazione è la percezione che abbiamo di noi in foggia di entità pensante ed agente, ma allo stesso tempo avvertiamo la dicotomia che ci abita, che ci possiede, avvertiamo il daimon che ci conduce, senza però mai riuscire a toccarlo, a vederlo, visitarlo compiutamente. Avvertiamo la fatuità di quel che – come sogno – riteniamo sia il nostro essere costitutivo, e, in una certa misura, comprendiamo, a livello inconscio, che non siamo quel che esso rappresenta di noi esteriormente. Subiamo il richiamo della vita ed in essa ci tuffiamo spesso ricchi di speranze, spesso, troppo spesso, disilluse. Quando solleviamo la testa dal gran banchetto che viviamo vivendoci, ci rendiamo conto, soffusamente, che non siamo stati noi ad aver banchettato, ma che forse eravamo solo commensali o alimenti del lauto convito: siamo pasto che pasteggia con se stesso, siamo ingredienti di noi stessi, siamo, in definitiva, degli antropofagi pensanti. Le fauci che c’inghiottono e macerano sono i pensieri, la mente pensante, quest’agglutine che si arrotola in noi e che ci arrotola in lui, che s’impossessa del nostro ‘essere’ divenendone elemento preminente e dominante. La mente, come una gran ruota dentellata, ci macera dall’interno, senza mai spegnersi, ci riflette la sua immagine falsata proponendola come unica vera essenza di quel che siamo. La mente s’impone in noi con la sua legione di ‘Io’, uno per ogni occasione: Io grammaticali, Io sociali, Io ludici, Io introspettivi… siamo proprio uno, nessuno, centomila. Credo non vi sia redenzione per questo stato di cose, o forse l’unica è proprio quella d’ignorarsi totalmente, fino a giungere al nirvanico stato d’ignorare d’ignorarsi.
Una frattura fra mente pensante e ciò che stà davanti a noi, o in noi (il Daimon), è sempre un processo che percorre ed attraversa la mente; come dire che la mente, subdolamente, si adatta e forgia, rendendosi duttile e malleabile alle necessità, riuscendo a fingere condizioni estatiche che rendono ancor più orrido il risveglio. La mente si assopisce per rendere la messa in scena più convincente e attrarre così il suo ospite entro i propri avviluppi. La mente è vassallo della vita, ad essa si piega, è un suo tentacolo, fra gli altri che la vita possiede, che stringe: rende luminoso ciò che è ombra per poi mutare la luminosità in tenebra. La vita ha necessità di questo moto ondulatorio perché è movimento, perché è sommovimento, e con l’energia prodotta da questo perenne moto, si alimenta. La vita non può stazionare, perché non è quiete, e quando pare lo sia è solo un suo riposo per riprendere la sua furente corsa, come il contrarsi della fiera prima di spiccare un ulteriore balzo per ghermire la preda.
Osservare è solo percepire questa disillusione, quanto intensamente non so, farsene partecipi ed esserne parte, sospendere e obliare le speranze, e divenire parte ignorante di quel flusso che ci trascina, senza che si cerchi quel senso di cui la vita e l’esistenza di ciascuno sono totalmente prive. Questo è l’unico ponte fra noi e l’occulto; un occulto insondabile, inconoscibile, e l’unica storia d’amore con noi stessi è quella che ci conduce all’oblio di quel demone che ci accompagna, perché non vi è alcuna vocazione in noi, solo un vagolare incerto fra le forre della vita.

Bye
visechi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 16.05.28   #13
SonoGiorgio
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Messaggio originale inviato da nonimportachi
L'anima è una leggenda metropolitana.

Come quella che Elvis è ancora vivo?
Comunque a parti gli scherzi, si discuteva sull'esistenza dell'Anima ancora prima che costruissero le metropoli (o le metropolitane?), quindi al massimo è una leggenda della Polis.
In ogni caso, "nonimportachi", se ti invio 50 Euro (scegli tu il modo, anche come ricarica telefonica se vuoi) me la vendi la tua anima-leggenda-metropolitana? Guarda che sono serio.
Fammi sapere.
giorgio
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Vecchio 03-02-2006, 16.43.27   #14
Yam
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Dove la percepite nel Corpo?
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Vecchio 03-02-2006, 16.48.34   #15
VanLag
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Messaggio originale inviato da paperapersa
c'è qualcuno a parte visechi che vuol cimentarsi a dare "ove possibile" una definizione di questo termine?
Gentile amici..... come ben saprete, (se non lo sapete ve lo comunico ora), io sono un noto miscredente..... Qualcuno dice che sono senza anima, qualcun altro dice che sono bello, io dico semplicemente che sono: - bello senz'anima - che volete?….. la modestia è il mio forte.....
Come si vede anche dall'avatar, che mi sono attribuito, oltre che bello e senz'anima, credo anche di essere un sapiente..... Ad esempio so a memoria tutte le canzoni di Guccini. Ma non cito solo Guccini, cito tutti, al punto che qualcuno mi ha detto: - IO "tarzan" TU "cita" - ..... (e te pareva che il ruolo della scimmia non lo dessero a me?).

Ma il motivo del mio essere qui, cioè in questo 3d è un altro..... Volevo accogliere l’invito (non ho ancora letto Visechi al quale stò pensando di fare un corso di sintesi), e portare a conoscenza vostra, questi versi della Bahagavad Gita che parlano dell'anima. Li ho presi dal web, (la traduzione che ricordo io è persino più melodiosa), ma non l'ho con me. Che parla dietro le quinte è Krishna.

VERSO 20.
Per l'anima non c'è né la nascita né la morte. Esiste e non smette mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore.

VERSO 21.
O Partha, una persona che sa che l'anima è indistruttibile, non-nata, eterna e immutabile, come può uccidere o far uccidere?

VERSO 22.
Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l'anima si riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili.

VERSO 23.
Nessun'arma può spezzare l'anima, né il fuoco bruciarla; l'acqua non può bagnarla, né il vento seccarla.

VERSO 24.
L'anima individuale è indivisibile e insolubile, immortale, onnipresente, inalterabile, e fissa.

VERSO 25.
Si dice che l'anima è invisibile, inconcepibile e immutabile. Sapendo questo, non dovresti lamentarti per il corpo.


VanLag is offline  
Vecchio 03-02-2006, 17.07.43   #16
nonimportachi
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Messaggio originale inviato da SonoGiorgio
Come quella che Elvis è ancora vivo?
Comunque a parti gli scherzi, si discuteva sull'esistenza dell'Anima ancora prima che costruissero le metropoli (o le metropolitane?), quindi al massimo è una leggenda della Polis.
In ogni caso, "nonimportachi", se ti invio 50 Euro (scegli tu il modo, anche come ricarica telefonica se vuoi) me la vendi la tua anima-leggenda-metropolitana? Guarda che sono serio.
Fammi sapere.
giorgio

Salve Giorgio,

A dire il vero, ho detto "metropolitana" senza pensarci troppo sù. Ma il tuo post mi consente di far finta che l'abbia detto sensatamente poichè, in fin dei conti, ritengo che le "indagini animiche" delle epoche precedenti l'industrializzazione, trattassero questioni ben diverse dall'odierno concetto di "anima".

Riguardo l'affare che mi proponi, sono certo che il prezzo di mercato sia ben più alto, quindi intendo rilanciare.
Non ho però niente da vendere, questo lo so per certo. Ma se sei comunque convinto di poter acquistare da me ciò che non ho, posso anche accettare la tua offerta, ma vorrei preventivamente conoscere come si dovrebbe svolgere a livello meccanicistico questa vendita. Inzomma, ammesso che tu mi faccia il bonifico dei 50 euri + il mio rilancio (che mi riserbo di quantificare), come dovrei poi consegnarti la mia presunta anima per considerare l'affare concluso?
nonimportachi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 17.12.41   #17
SonoGiorgio
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Salve Giorgio,

Riguardo l'affare che mi proponi, sono certo che il prezzo di mercato sia ben più alto, quindi intendo rilanciare.
Non ho però niente da vendere, questo lo so per certo. Ma se sei comunque convinto di poter acquistare da me ciò che non ho, posso anche accettare la tua offerta, ma vorrei preventivamente conoscere come si dovrebbe svolgere a livello meccanicistico questa vendita. Inzomma, ammesso che tu mi faccia il bonifico dei 50 euri + il mio rilancio (che mi riserbo di quantificare), come dovrei poi consegnarti la mia presunta anima per considerare l'affare concluso?

Se non hai niente da vendere, 50 Euro sono solo "grasso che cola" no? Non ti preoccupare per la consegna. Quella è a carico del compratore. Scegli tu il modo per il pagamento. Per tutelare la riservatezza e l'anonimato posso ispediriti il denaro in una casella postale. Guarda, mi accollo anche i costi per l'apertura di una casella postale.
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Vecchio 03-02-2006, 17.21.49   #18
nonimportachi
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Il prezzo lo stabilisce chi vende.

Intanto che chi vende valuta le quotazioni di mercato per formulare la sua offerta, vorrebbe altresì una conferma di quanto detto.

Io ti fornisco il numero di una casella postale e tu mandi li i soldi?

....e non vuoi sapere nient'altro, ti basta 'sto numero ed il mio consenso a "prendermi l'anima"?

Il consenso sono disposto a spedirlo su supporto cartaceo sottoscritto in originale.
nonimportachi is offline  
Vecchio 03-02-2006, 17.31.34   #19
turaz
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Messaggio originale inviato da Yam
Dove la percepite nel Corpo?

se intendi a livello di "messaggi" penso di dire lo stomaco... anche se in realtà racchiude il corpo.... (se ho ben inteso ciò che intendevi)

ciao
turaz is offline  
Vecchio 03-02-2006, 17.39.33   #20
SonoGiorgio
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Il prezzo lo stabilisce chi vende.

Intanto che chi vende valuta le quotazioni di mercato per formulare la sua offerta, vorrebbe altresì una conferma di quanto detto.

Io ti fornisco il numero di una casella postale e tu mandi li i soldi?

....e non vuoi sapere nient'altro, ti basta 'sto numero ed il mio consenso a "prendermi l'anima"?

Il consenso sono disposto a spedirlo su supporto cartaceo sottoscritto in originale.

Senti "nonimportachi" stai sollevando troppe questioni inutili.
Se accetti i 50 euro, dimmi dove mandarli. Del resto non ti preoccupare...non mi serve nient'altro.
SonoGiorgio is offline  

 



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