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26-07-2005, 13.01.39 | #62 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
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Citazione:
Questa frase letta in sincerità ognuno di fronte a se stesso è la base per una reale conoscenza di se stessi!! (questo, naturalmente, al di là dell' indirizzarla a qualcuno in particolare!! Ma, proprio perché proveniente da chi sente di tenere una certa "posizione" anziché un'altra, forse ancor più potentemente rivalutata nella sua essenza, fuori da appartenenza ideologica o similare..) Gyta |
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26-07-2005, 13.05.51 | #63 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Citazione:
Caspita.. sai che (se ho capito bene!) non ne ero proprio a conoscenza..?? Acc.. dovrò riprendere al più presto in esame alcune cosette salvate sul pc e sui miei scaffali "impolverati" ed impolverati Gyta |
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26-07-2005, 13.14.58 | #64 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
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Citazione:
http://www.ufficiosinistri.net/areaa...rupt_event.mpg |
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26-07-2005, 13.21.32 | #65 |
Utente bannato
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Messaggi: 1,265
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Caro stregone,
tu hai ormai forato il specchio, ma non hai la visione chiara indistorta lantifona se dici che:
Un Maestro quando trasmette un insegnamento, trasmette parte delle sue proprie intime esperienze – decodificate, interpretate – e parte degli insegnamenti ricevuti – decodificati più volte, interpretati più volte -. Un discepolo acquisisce queste esperienze... (...) Forse ho estremizzato, ma non credere poi tanto. Un Maestro dovrebbe trasmettere all’allievo .... Quindi anche gli insegnamenti, a questa ricerca connessi, dovrebbero essere trasferiti puri, non incrostati da aggiunte, omissioni, interpretazioni: interferenze. Ecco perché un insegnamento, o l’acquisizione di un insegnamento, è sempre solo verisimiglianza e mai purezza. Nella prospettiva da me suggerita, colui che trarrebbe più giovamento dal feedback Maestro-allievo sarebbe appunto il Maestro, che, qualora accorto, avrebbe aggio di verificare le distorsioni trasmesse ed acquisite nell’insegnamento di dottrine o ‘magisteri’ sì tanto delicati. il Vero maestro inizia i suoi ammaestramenti con: Vorreste cortesemente prendere parte a quello che sta dicendo chi vi parla? Vorreste non solo ascoltare passivamente, pensarci sopra o prestarvi un po' di attenzione ogni tanto, ma prendervi parte insieme a lui? Ci sono una o due cose che vanno chiarite molto bene: qui non si ha a che fare con un culto della personalita'. Chi vi parla prova un profondo disgusto per una cosa del genere; tutto quello che dice viene contraddetto se vi mettete ad adorare un particolare individuo o se ne fate un dio. Quello che conta e' ascoltare che cosa egli ha da dire, e prendervi parte; non basta stare ad ascoltare soltanto, ma bisogna effettivamente prendere parte a quello che dice. (...) Ma se cominciate a mettere in questione, a mettere in dubbio, come si dovrebbe fare, tutti gli dei, tutti i guru - io non faccio parte di quella tribu' ; non limitatevi ad ascoltare chi vi parla, ma prendete parte a quello che stiamo dicendo, fatelo a pezzi! Non accettate niente di quello che dice chi vi parla! Egli non e' il vostro guru, non e' il vostro capo, non e' qui per aiutarvi. E' da questa base, da questo principio che si muove il suo discorso. (...) Siete d'accordo che e' cosi'? Che voi siate d'accordo o no, e' un fatto. (...) ...non mettetevi subito ad assentire o a dissentire, ascoltate semplicemente. Non dite di si' o di no, rendetevi conto piuttosto che... (...) Chi vi parla dice che c'e'. Ma non siete obbligati ad accettare quest'affermazione. Forse chi vi parla sta dicendo delle sciocchezze; tuttavia egli vede che da un punto di vista logico... (...) ... Non ve lo devo descrivere. Non devo descriverlo, perche' voi poi vi perdereste nelle descrizioni. Se lo descrivo, la descrizione non e' la realta'. La descrizione della luna non e' la luna, un dipinto dell'Himalaia non e' l'Himalaia. Percio' basta con le descrizioni. Sta a voi scherzare con la ...... o prenderla sul serio, (...) State aspettando che sia io a portare avanti l'indagine, per poi adeguarvi alle mie spiegazioni? Che razza di persone siete? (...) La vostra fede e' una droga. Vi drogate quando dite: "Si', e' proprio cosi'; l'ha detto Buddha, quindi deve essere giusto". Vi drogate continuamente, percio' non avete quell'energia che e' assolutamente necessaria per penetrare in qualcosa di immenso. (...) Perche' venite ad ascoltarmi? Che cosa vi induce ad ascoltare quest'uomo? Ammesso che stiate davvero ascoltando. Che motivo c'e' dietro il vostro ascolto? Che cosa volete? Che cosa desiderate? Dietro il desiderio c'e' un motivo. Che cos'e' il desiderio? (...) Esiste un cervello, il vostro cervello, che non sia oscurato, infangato dall'ambiente, dalla tradizione, dalla societa' e da tutto il resto? Allora, qual e' ......? Aspettate che sia io a rispondere? (...) State aspettando che sia io a descrivervelo, che sia io ad affrontare l'argomento? Volete che sia io ad affrontare l'argomento? Perche'? (...) Perche' lo chiedete? E' perche' l'ho chiesto io? Nessuna descrizione potra' mai descrivere l'origine. (...) ...e se avete combinato un pasticcio con la vostra vita, cambiatela! Cambiatela oggi, non domani. Se non siete certi di volerlo fare, scoprite il perche', e siatene certi. Se non pensate correttamente, imparate a farlo, pensate con logica. Se non preparate questa base, se tutto questo non e' risolto, non potete... (...) Jail Killer P.S ...inventa poi anche un cuarto personaggio raccattatore di specchi (il numero non mi piace ma dopo il tre viene lui) assegnagli un nome che rispecchi il carattere di chi specchiandosi non si gratifica o mortifica per come la sua natura si differenzi da un suo ideale modello comportamentale costruito ed elaborato ed continuamente aggiornato sulla base dell’onda culturale dei momenti vissuti, ma riconoscendo che il modello costruito e gelosamente conservato per la comparazione non è della stessa natura del reale comparato, ma anacronistico ed inventato e riconoscendosi lui stesso come il comparante ed il modellante si fa una gran risata e deposita dolcemente il coccio sperando che altri fortunati come lui riescano ad vedere quello che anche lui ha intuitivamente visto e che sfortunatamente non può essere né raccontato... né ammaestrato... |
26-07-2005, 13.53.38 | #67 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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E' in inglese, http://chandra.harvard.edu/photo/200...nimations.html
"This animation depicts an eruption caused by a supermassive black hole. Gas and dust (reddish-brown disk) are being pulled around by the enormous gravity of the supermassive black hole, which is buried in the center of a large elliptical galaxy. The animation then zooms out to show the full view of the galaxy, which is surrounded by hot gas (red) that pervades the galaxy cluster. White jets, fueled from material falling onto the black hole, then erupt from the black hole and push gas backwards to create the dark cavities in the cluster gas". Siamo alquanto fuori tema... |
26-07-2005, 14.54.51 | #68 | |
Ospite pianeta Terra
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Citazione:
certo...diciamo quando sarai in grado di vedere la realtà.. ma ciò che intendevo esula da questo riconoscerSi o essere in grado ed indicava invece che i nostri frutti saranno presto riconoscibili in noi stessi... essi saranno quella pace e apertura verso il mondo... e non saranno soltanto una sensazione! ma una strada che sarà illuminata da un raggio visibile e duraturo malgrado le onde samsariche. non ne farei altre questioni, stavamo parlando di come riconoscere un maestro e delle caratteristiche che dovrebbe avere un allievo. Aggiungendo un dolcetto, chi è in grado di vedere la Realtà ( priva di un'identificazione) non è detto possa essere oramai un maestro operante o che lo stesso non abbia bisogno di ancora continui "richiami" da parte di un vero maestro "anziano".. qui entra in gioco il sottile equilibrio tra il non-ego e vecchio ego..tra la non-identificazione e la vecchia identificazione che spesso si affaccia... e' un "gioco di risalita" che spesso viene sottovalutato da chi percepisce quella realtà e spesso con quella sottovalutazione si fatica a conquistare in vista del futuro quella "autonomia" importante capace di "giudicar" se stessi.. |
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26-07-2005, 15.25.39 | #69 | |||||||||
Utente bannato
Data registrazione: 03-06-2003
Messaggi: 58
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Citazione:
Per quanto ovvio, specifico che ciò che ho riportato nel post da te quotato non è frutto di mie personali speculazioni, ma si tratta di spiritualità medioevale, detto per inciso, essa è definita anche <mistica speculativa>, i cui più grandi interpreti furono Meister Echkart e i suoi due allievi o discepoli Taulero e Suso (che, stante il mio escursus deduttivo e propositivo, hanno interpretato Echkart – è così!). Il principio che regge l’intero percorso spirituale di questi tre mistici d’altri tempi, oramai quasi disconosciuti dalla Chiesa ufficiale, ma mai dai movimenti spirituali che si rifanno anche a spiritualità di matrice orientale od orientaleggiante, si basa essenzialmente sul concetto di distacco, cioè di nullificazione del’Io, di annientamento ed abbandono di e da qualsiasi attaccamento, anche rispetto al pensiero e al desiderio di pace e di Dio – cito: <perciò prego Dio che mi liberi da Dio, perché il mio essere essenziale è al di sopra di Dio, in quanto noi concepiamo Dio come inizio di tutte le creature.>, < perciò preghiamo Dio di diventare liberi da Dio, e di concepire e godere eternamente la verità là dove l’angelo più alto e la mosca sono uguali; là dove stavo e volevo quello che ero, ed ero quel che volevo>, <la cosa più elevata e ultima, alla quale l’uomo possa rinunciare, è di rinunciare a Dio per Dio>… stravolgente, vero? Il distacco deve essere totale, assoluto, privo di ma e di sé, deve trattarsi di un distacco che contempli anche l’abbandono del e dal desiderio (brama) di giungere all’Uni-ficazione con Dio, perché là dove vi è desiderio vi sarebbe anche attaccamento, quindi differenza, e Dio non occupa, non alberga e non si coniuga in luoghi entro cui vi è differenza essendo, Egli, l’annullamento di ogni differenza, non essendo, Egli, possessore e posseduto di/da alcuna cosa: <Dio è privo di tutte le cose e perciò è tutte le cose>. Citazione:
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Sì! Per me è proprio così… non certo per la mistica speculativa da cui ho estratto questi concetti. In quest’ambito, ciò che hai evidenziato del mio passaggio, significherebbe semplicemente che gli attributi tipicamente umani, quelli che ci fanno percepire il mondo e i nostri consimili, di qualità essenzialmente emozionale, non consentirebbero l’accostamento e la perfetta fusione (con-fusione) con Dio, per cui non si sarebbe mai in Dio e Dio in noi. Per coniugarsi in Dio e Dio in noi è necessario perdere la vita… in altre parole, morire a se stessi, ed anche a Dio, solo così potrai conseguire e vivere, oltre la morte in te, anche la morte di Dio. Citazione:
<Se dico che Dio è buono, qualcosa gli si aggiunge. L’Uno, invece, è una negazione della negazione ed una privazione della privazione. Cosa significa Uno? Uno significa ciò cui niente le è aggiunto. L’anima coglie la divinità, come essa è pura in sé, dove niente le è aggiunto, niente pensato. L’Uno è la negazione della negazione. Tutte le creature portano in sé una negazione: Dio nega di essere l’altra […] dunque nel fatto di negare qualcosa a Dio, io concepisco qualcosa che Egli non è; e proprio questo deve sparire>. Utilizzando le parole del Tannini forse il concetto apparirà meno ostico: <La celebre formula di Echkart “Dio è una negazione della negazione” indica che l’attività del negare, ovvero di spazzare via l’alterità, padroneggiando tutti i contenuti, è l’attività primaria dello spirito. Non si partecipa a Dio come altro: Dio va negato come oggetto perché divenga spirito, perché si divenga spirito. Morte dell’anima e morte di Dio sono, dunque, concetti strettamente legati> Citazione:
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Scordare = non bramare, distaccarsi, abbandonare (mistica del distacco), molto comune anche in altri grandi mistici cristiani, ma non solo. Citazione:
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26-07-2005, 15.53.30 | #70 |
iscrizione annullata
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Dio per me è una parte di noi, o meglio è la totalità di noi. Quando i due opposti che formano il nostro mondo interiore si uniscono, percepiamo Dio. Ma i due opposti si neutralizzano, quindi percepire Dio è un'esperienza anche un po' paralizzante, nel senso che in quello stato di fusione interiore non si può agire, quindi bisogna riscindere il tutto in..animo e anima.
Il passo successivo sarebbe anche capire che tutto ciò avviene dentro di noi, e non fuori,eh...ma a volte il varco della nosta personalità è un po' alterato.. Ultima modifica di sisrahtac : 26-07-2005 alle ore 15.56.01. |