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25-07-2005, 21.51.48 | #34 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Citazione:
sono del parere che se si incontra un buddha bisogna ucciderlo, un maestro non si pone mai come maestro, se lo fa non lo e', e se rimaniamo attaccati e dipendenti non e' un insegmaneto giusto, perche' una dottrina la si fa nostra e il maestro si butta via, e ogni via e' personale, poi ovvio che tra le tante vie uno puo' scegliere la dipendenza psicologica, e' una legittima scelta non volersi evolvere spiritualmente... e cmq sono atea, quindi sostituisci evolvere spiritualmente con crescita interiore ... consapevolezza di se', ogni maestro se si impone come intermediario e' sempre ostacolo alla consapevolezza, bon se vi piace e' cosi' senno' fate pure diversamente x me e' uguale.... |
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25-07-2005, 22.02.51 | #35 |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Trovare quello che cerca il maestro...
Lasciamo stare se serva o no un maestro. Dipende da cosa uno vuole imparare.
Questo è il punto fondamentale: Essere versi ad imparare le verità che ci sono o quelle che si vuole siano verità? Un maestro ha quel che ha. Ci vuole fiducia nella persona del maestro, prima di diventare suoi... che cosa? Quando si decide che qualcuno abbia davvero delle verità poi non bisogna criticare, non bisogna dubitare delle verità che si è deciso da prima siano tali. Prima di trovare il maestro dobbiamo trovare in noi l'alunno. Dobbiamo imparare come si assorbe il sapere: una spugna assorbe ogni liquido, non filtra scegliendo quel che le sta bene. L'alunno ha fiducia e stima perciò fa proprie le verità quali che siano, senza critica, senza fretta, senza ASPETTATIVE. La conoscenza è infinita e supera quella a disposizione di qualunque buon maestro, che se è davvero buono, al termine del suo lavoro non dirà "ora sai, ora sei pronto", dirà "se vuoi prosegui altrove, io ti ho dato tutto quel che avevo". Solo allora si avrà il dovere di valutare se quel che si è appreso era degno della pazienza e della fatica dedicate, se era verità, e perciò se era quel che si cercava. Non è difficile trovare maestri tra gli altri. E' difficiloe trovare in noi l'allievo! |
25-07-2005, 22.08.17 | #36 | |
Utente bannato
Data registrazione: 15-10-2004
Messaggi: 1,265
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Citazione:
Io penso che la punisione maggiore è sempre stata ricevere le risposte... io penso che la grazia è non avere risposte... il massimo dell’ingraziamento, poi, sarebbe che l’allievo si rendesse conto che quando trova una risposta ... si è dato una risposta alla sua stessa domanda... allora quando, poi, non trovasse la risposta, invece che incavolarsi, si farebbe una gran risata... |
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25-07-2005, 22.26.04 | #37 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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d'accordo su quasi tutto misty, tranne che su questo
Citazione:
l'atteggiamento fideistico non rientra nelle mie strategie di indagine e di conoscenza sono d'accordo che da atea, non ritengo possa esistre nulla di trascendentale, volendoci infilare un pizzico di agnosticismo, se anche esistesse il trascendentale nella nostra materialita' non abbiamo gli strumenti per contemplarlo, e duqnue a che pro interrogarsi? quindi le mie verita' le avrei trovate, discutibili, non certezze, ma quanto basta a me tornando al maestro se e' tale (mia opinione) dovrebbe fornire gli strumenti per la ricerca che l'alunno poi fara' da se' senza questo processo qualsiasi fede e' utile solo a indurre dipendenza |
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25-07-2005, 22.40.24 | #39 | |
Utente bannato
Data registrazione: 05-11-2002
Messaggi: 1,879
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Citazione:
Io stesso non posso avere maestri, non ho la capacità di compiere l'atto di fede necessario ad essere un buon allievo. Il poco che credo l'ho imparato da me, sbagliata che sia... è esattamente la mia verità e risponde bene ad ogni mia domanda di un tempo. Non mi servono maestri, per mia fortuna o sfortuna. |
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25-07-2005, 22.44.13 | #40 | |
Moderatore
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
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Citazione:
Permettimi di intervenire LaViandante: quello che hai appena scritto lo condivido anche io. Ma..........c'è un ma: quello che affermi vale per la persona che si ritiene in grado di insegnarci qualcosa non vale per l'insegnamento stesso. In altre parole: quando studiai la ragioneria (va da sè che non si fa in pratica ma in linea teorica è quello il discorso) "dovetti stabilire" se il professore era in grado di insegnarmela. Secondo la mia opinione lo era: si era laureato, aveva vinto il concorso e insegnava da diversi anni. L'aveva insegnata (bene o male ma questo è un'altro discorso) a centinaia di studenti. Bastò quello, non era necessario appurare altro. Sarebbe stato errato cominciare a discutere i singoli passaggi della partita doppia, i mastrini, il dare e l'avere e compagnia bella. Dopo lo studio necessario feci il mio primo bilancio: Stato Patrimoniale e Profitti e Perdite. Avevo fatto la carta d'identità di un'azienda. L'edificio della ragioneria. FUNZIONAVA! Quello stesso bilancio che poi è riclassificato dagli Istituti di Credito per potere valutare un'attività economica e la sua solvibilità. Quello stesso bilancio la cui costruzione fa la differenza tra un buon ragioniere ed uno non buono. Ma questo è un'altro discorso...... Ciao |
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