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12-01-2016, 18.03.28 | #212 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 22-03-2015
Messaggi: 257
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?
Citazione:
Se ci capitasse di morire perfettamente lucidi ( cosa che non avviene praticamente mai) e ci trovassimo di fronte ad una specie di tribunale spirituale presenziato da Dio ( ma credo che deve delegare ai vari santi visto l'enorme quantità di lavoro) ritengo che prenderanno in esame l'intera esistenza e non certo l'idea che avevi l'attimo prima di morire. Perchè questa dovrebbe avere più rilevanza di quella del giorno primo, di un mese prima o di un anno prima ? Avranno, che ne so, una specie di bilancia sulla quale peseranno, da una parte, tutto l'amore e la sofferenza vissuta, e dall'altra tutte le scelte sbagliate, i dubbi, le disperazioni ( nel senso di disperare che Dio ti aiuti) e poi decideranno per il Paradiso se la bilancia penderà dalla parte dei meriti o per l'oblio se prevarranno i demeriti. Ma siccome non si viene mai espulsi dall'amore del creatore, magari ti concederanno un'altra possibilità per conoscerLo (anche a scuola , se uno fallisce, viene bocciato perchè possa "ripetere" l'anno). Allora ritornerai in cerca del calore di un ventre materno, lo troverai, tornerai a nascere , ma non sarà una rinascita perchè i ricordi di chi eri svaniranno ( anche se non sempre avviene...) e ripercorrerai il dolore dell'esistenza ( quale inferno è peggiore?) in cerca ancora della Luce. Assurdo ? Tu stesso affermi che tutti i credo hanno pari possibilità, quindi...perchè non potrei preferirlo ? Tra l'altro mi sembra anche più logico e poetico del tuo... Il fatto che ogni credo abbia le stesse identiche possibilità non fa altro che relativizzare ogni posizione, compresa la tua. E' una INCONTROVERTIBILE relativizzazione. P.S: Io non credo alla storiella scritta sopra, ma non sarebbe bello che fosse così ? Risolverebbe anche il dilemma teologico su come fa un essere infinitamente buono a condannare al dolore per l'eternità un suo figlio...o accettare di perderlo per sempre. Nessun padre accetta una cosa simile e tantomeno un Padre che ti dovrebbe amare immensamente e che ti ha dato la dignità di figlio. Sarebbe come privare d'amore l'amore stesso... |
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12-01-2016, 21.03.36 | #213 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-11-2008
Messaggi: 1,234
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!
Citazione:
Bello, bello, bello! Amico (scusa se mi prendo questa confidenza, ma non posso non sentirti tale dopo aver letto queste tue parole, anche se non dette personalmente a me), non lo credo ma sarebbe comunque bellissimo se fosse vero! E questo ha per me un suo valore (maldefinibile). Comunque hai un animo veramente "nobile", complimenti! (P.S.: per favore non prendetemi per un ottuso, odioso "buonista"). |
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12-01-2016, 21.24.20 | #214 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?
** scritto da Sariputra:
Citazione:
Sarà pure, ma già siamo nel campo della tua fede, della tua ipotesi con le stesse probabilità delle altre. Citazione:
Dovresti chiederlo a Lui, io riconosco e accetto che il Mistero non può essere svelato per intero, ma vissuto interamente, attraverso l'esperienza e le rivelazioni, con tutto noi stessi. Inoltre, l'esempio di Disma, il buon ladrone crocifisso, smentisce indiscutibilmente la tua ipotesi di prendere in esame l'intera esistenza. Così come fa impallidire, se esistesse il Papà di Gesù Cristo, il verdetto palese di Andreotti in Paradiso e la Hack in Inferno Citazione:
Infatti non è Dio che ci espelle dalla sua misericordia, siamo noi che ci stanchiamo di chiedergliela (cit. Papa Francesco), siamo noi che ci escludiamo dal conoscerLo. Citazione:
No, non è assurdo, potrebbe anche darsi che sia così, ma sei ritornato alla uguale probabilità di fede. Posso solo risponderti che per la fede cristiana è inconciliabile la resurrezione con la reincarnazione. La rinascita può avvenire solo con lo stesso corpo. Citazione:
Infatti, il credere che la propria ipotesi sia quella giusta, quella vera, quella assoluta, è solo una questione di Fede personale, e dalle scelte o decisioni che da Essa derivano. Pace&Bene Ultima modifica di Duc in altum! : 12-01-2016 alle ore 23.24.23. |
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20-01-2016, 23.21.14 | #215 |
prof
Data registrazione: 28-05-2011
Messaggi: 221
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?
Credere?, Non credere? Esaminiamo la seconda affermazione: intanto chi la fa avrebbe fatto meglio a dire di essere ateo. Qui ci sono due alternative:"Non credo nell'esistenza di Dio", evidentemente chi dice questo non ha capito che Dio non è un oggetto fisico posto in qualche luogo e tempo, quindi il tale merita solo commiserazione; se mai avrebbe senso un'affermazione che dicesse di non credere nelle strutture religiose, in coloro che le guidano e nei testi che parlano di fede in Dio. Rimanendo nell'affermazione di non credere in Dio non è un oggetto tangibile dove avrebbe senso la ricerca di una prova oggettiva, ma se fatta da chi almeno capito il livello di astrazione della questione, basterebbe rispondere che se Dio è nella coscienza dell'IO, allora il negarlo equivale alla negazione della verità di Me stesso. La M maiuscola di "Me" solo per alludere all'IO cosciente che è unico perché IO non conosco altre Coscienze diverse dalla Mia se non per supposta estensione, appunto, della Mia (non mia o tua).
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22-01-2016, 00.14.45 | #216 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 09-08-2014
Messaggi: 86
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?
Nelle 22 pagine di questa discussione probabile che qualcuno lo abbia già scritto. Quello che penso, risalendo alla domanda iniziale di Freedom, è che le due posizioni "Dio c'è", "Dio non c'è", si trovano su livelli differenti e quindi non è possibile confrontarle in termini di equivalenza probabilistica.
"Dio c'è" corrisponde ad una visione fideistica, ad una fede che non ha bisogno di prove o di sperimentazioni. Al massimo si può argomentare che si tratta di realtà, traendola dai testi sacri, ritenuti anche testi storici. Da questo punto di vista parlare di probabilità è piuttosto blasfemo o perlomeno del tutto inutile. All'opposto, "Dio non c'è" corrisponde ad una visione metodologica, che si origina dal paradigma scientifico moderno. Non è possibile indagare Dio, con metodi scientifici e quindi non è dimostrabile nè l'esistenza, nè la non esistenza. Inoltre trattandosi di un fatto metafisico non risulta, per la scienza "hard", di alcuna importanza. L'unica scienza che può applicarsi a Dio con metodo vicino a quello scientifico è la sociologia delle religioni, ma di sicuro non per affermare la sua esistenza. E' altresì evidente che se si dovesse applicare il solo metodo scientifico, l'ipotesi dell'esistenza di Dio cadrebbe immediatamente, poichè non è possibile sperimentare la sua presenza o riprodurla in "vitro" a nostro piacimento o dimostrarne l'esistenza attraverso una legge della "assolutezza" generale o ristretta. La domanda in fondo è curiosa, perché cerca di ipostatizzare il paradigma del credere, anche al non-credere, il che non è, per quanto ne dica Duc in Altum, visto che il non-credere ha dalla sua parte una visione del mondo critica e capace di modificare anche il proprio non-credere in un credere sempre relativo e sempre soggetto a cambiamenti, mentre il credere in senso religioso si assolutizza e si cristalizza una volta per tutte e non potrebbe essere altrimenti, almeno per quanto riguarda le religioni monoteistiche. In fondo la differenza fra credere e non-credere è tutta qui, anche se tutto questo discorso nulla toglie al profondo mistero che avvolge la vita umana e che neppure la scienza è in grado di svelare. |
22-01-2016, 11.11.41 | #217 | |
Nuovo ospite
Data registrazione: 18-12-2015
Messaggi: 78
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Citazione:
Che dire? Da quando mi sono registrato sto dicendo che per credere occorre avere lo Spirito, che la fede non è un sapere ma un sentire, che chi non crede non crede perché non può credere, che al credere non si arriva attraverso i libri, che la dimora della fede non è il cervello ma il cuore, che la fede alla quale si arriva con il ragionamento è fede mentale cioè non stabile ecc...., ma ancora argomentiamo su l'esistenza del Signore Dio facendo ricorso al metodo scientifico, razionale ecc. A riguardo delle probabilità di concludere che il Signore Dio esista o no, che in ogni caso non ha nessuna relazione con Fede vera o con la non fede trattandosi solo di elucubrazione mentale, non è un fatto probatorio di tipo incondizionato, ma è una conclusione che dipende dallo stato psicospirituale della persona. Il credere/la fede è come l'appetito chi è vivo lo sente chi non è vivo non può sentirlo. Chi non può sentire si diletta a produrre tesi che non stanno ne in cielo ne in terra. La fede è come l'amore, anzi è l'amore, che non si spiega, ma si sente. Ciao a tutti - Giuseppe |
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22-01-2016, 12.46.55 | #218 | |||||
Ospite abituale
Data registrazione: 14-11-2012
Messaggi: 919
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Riferimento: Credere o non credere: sono due ipotesi con uguale probabilità ma di segno contrario?
** scritto da Jacopus:
Citazione:
Quello che pensi non ha rilevanza scientifica comprovata o una risposta logica incontrovertibile, quindi è quello che tu credi per fede: benvenuto nell'equivalenza probabilistica. Citazione:
Per quanto tu ne dica, credere che "Dio non c'è" non è dimostrabile (altro che visione metodologica che si origina dal paradigma scientifico moderno, che sembra un po', e spero tu mi perdonerai: Antani, blinda la supercazzola prematurata con doppio scappellamento a destra), poiché né sappiamo ancora (con certezza assoluta) come e perché esistiamo, e né conosciamo (purtroppo per chi "non crede in Dio") se l'esistere si esaurisce con la morte fisica e cerebrale. Dunque se non è dimostrabile ci si può credere, a che "Dio non esiste", solo per fede, convinzione che possiede le stesse credenziali di uguale possibilità che "Dio esiste", sempre e soltanto per fede. Citazione:
Così come non è possibile indagare (e quindi accertarsi con sicurezza) che il Caso o il Caos o il Determinismo o la Fortuna abbiano generato l'Universo e la razza umana. Sei di nuovo giunto alle due probabili ipotesi di segno contrario. Citazione:
Il non-credere, per quanto tu voglia illuderti, ha dalla sua parte l'obbligatorietà di sostituire Dio con qualcos'altro (da ciò che il non credere diventa, oggettivamente sperimentabile, un Io Credo), chiamasi credere relativo o credere sempre soggetto a cambiamenti, che, siccome dirige le scelte e le decisioni della persona subordinata per fede, si assolutizza e cristalizza quanto un credente in Dio. Citazione:
E' tutta qui secondo la tua fede, per adesso cristalizzata e assolutizzata, visto che tu stesso ammetti che innanzi al Mistero hai le mie stesse e uguali possibilità di riuscita. Pace&Bene Ultima modifica di Duc in altum! : 22-01-2016 alle ore 13.48.32. |
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22-01-2016, 20.32.07 | #219 | |
Nuovo ospite
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Citazione:
Quando il credere o il non credere sono la conclusione di elucubrazioni mentali entrambe le conclusioni appartengono alle persone non credenti, anche se con la bocca i "credenti" e i non credenti dicono cose diverse, ma le loro vite sono perfettamente sovrapponibili. In verità ha un piccolo vantaggio chi dice di non credere perché almeno questi vive nella verità - la sua verità o sincerità. Chi crede in spirito e verità lo si riconosce anche se non lo dichiara perché in lui, dal suo volto e dalle sue opere, si nota la presenza del Signore Dio. Chi crede riconosce chi crede anche se non lo conosceva prima di incontrarlo. Chi non crede non può neanche avvicinarsi a chi crede, ha paura della presenza dello Spirito, cioè lo riconosce, ma lo sente nemico. Basta pensare a chi ha voluto la crocefissione del Signore Gesù e le persecuzioni dei santi e profeti.Questo però non succede fra chi crede come idea e chi dice di non credere! Entrambi sono miscredenti. Chi crede vive in Pace è questo il segno che vive nella verità. La pace e l'amore sono due facce della stessa medaglia, per cui chi vive in pace ama il suo prossimo. Quando si dice di essere in "pace", ma non si manifesta l'amore, viene chiamata "pace" l'indifferenza che è una forma di anestesia satanica. Ultima modifica di giuscip1946 : 22-01-2016 alle ore 21.13.03. |
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22-01-2016, 21.05.58 | #220 | |||
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L'esempio che ho citato (se hai avuto la pazienza di leggere tutto il thread) relativo agli ultrasuoni o agli ultravioletti mi pare emblematico. Così come andare a dire all'uomo primitivo che (relativamente presto nelle ragioni della storia) saremmo andati sulla Luna. Citazione:
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