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20-04-2007, 12.04.35 | #63 |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Un'ora della mia vita, spero, dato che mi apro sinceramente, che gli altri facciano lo stesso.
Oggi non lavoro, mi sono preso un giorno di ferie. Avevo un paio di commissioni da fare: l’auto in riparazione da ritirare e un avviso di atto giudiziario in giacenza. L’auto e’ in garanzia ma scopro che nonostante questo non mi passano il guasto (un guasto elettrico del volante, clacson e comandi dello stereo), oltre 300 eurini. Spiegazioni superficiali, gli mandero’ una lettera chiedendo chiarimenti e lo faro’ fare da un avvocato (amica pero’). L’atto e’ una ingiunzione del giudice di pace, la mia compagna si e’ dimenticata di pagare l’assicurazione famiglia. Sorge un po’ di rabbia per il migliaio di euro che scompaiono cosi….poi mi guardo intorno, sono con il mio cane a spasso tra i palazzoni del quartiere. C’e’ una esperienza che vivo, e’ una cosa particolare, scende dall’alto, scende su di me e mi avvolge. Sono in un beato stato di stupore, ogni cosa mi incanta: gli alberi, i palazzi, gli schiamazzi dei bambini che giocano nel cortile di un asilo, un cane che abbaia da un balcone..l’eco nel vuoto di quel suono…mi ricorda l’immenso spazio nel quale la Vita si manifesta. Una fisarmonica suona accanto ad un mercato, un camion versa il contenuto di un grande raccoglitore di vetro nel cassone, una signora anziana dice al marito che ha comprato delle belle fragole, incontro un’amica che mi dice che le hanno scassinato la porta di casa, il rumore del traffico sembra musica. Il tepore del sole primaverile scalda al punto giusto il mio corpo esultante per questa meravigliosa passeggiata. |
20-04-2007, 12.08.16 | #64 | ||||||||||||||
Perfettamente imperfetto
Data registrazione: 23-11-2003
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Riferimento: L'inferno è già qui...
visechi:
Citazione:
D'accordo. Una è sradicabile e l'altra no. Citazione:
Questa è la sofferenza sradicabil o perlomeno alleviabile. Citazione:
Le leggi della natura sono impersonali, e trascendono la dimensione umana. Possono schiacciare la carne ma non toccare lo Spirito. E noi, essenzialmente, siamo Quello spirito. Se dimoriamo in esso, anche la sofferenza che lacera l'organismo corpo-mente non ci può travolgere, distruggere. Citazione:
Non credo nella evoluzione collettiva. Citazione:
Non v'è per Colui che non dimora in questa Testimonianza, non la conosce, non l'ha sperimentata. Non la vive. Citazione:
Dio non può morire perchè, per come la vedo io, è Tutto. Il terremoto ed i terremotati. Distruzione e creazione. Vita e morte, malattia e guarigione. Citazione:
Dio, sempre per me, è anche l'handicap, disgrazia, disequilibrio... Citazione:
Sono il centro di quel Ciclone. Il principio coscienziale intorno la quale tutto ruota. Citazione:
Trovare la propria essenziale natura. Riconoscere la dimensione divina, immortale che c'è in ognuno di noi. Citazione:
La mente concettuale non può comprenderlo. Non è un divertissement di qualcuno, ma i Misteroso gioco della Vita manifestata. Citazione:
La trova nella Consapevolezza del sapere chi siamo veramente. Il Testimoniare non si oppone a niente, è la trascendenza stessa. Sì, questi meccanismi cosiddetti immorali, in realtà solo impersonali, sono co-creazioni della nostra Coscienza individuata con quella Universale. Citazione:
Infatti non è una faccenda mentale e non fa parte della cultura dell'uomo comune da millenni. Quella è solo una interpretazione intellettuale, concettuale, inadeguata a penetrare silenziosamente, attraverso l'aiuto della grazia, in quel Mistero. Citazione:
Del Dio a cui tu alludi anch'io non credo. Non è a quel tipo di Dio, dalla natura antropomorfica, che faccio riferimento, che ho sperimentato in me. Citazione:
Teismo e ateismo sono due facce della stessa medaglia. Sono credenze che proiettano nella coscienza solo istanze che fanno riferimento alla propria personalità, peraltro illusoria. Non ci sono colpe ne meriti... e se ci fosse in noi l'innocenza autentica saremmo grati di esserci, di partecipare a questo mistero. Ma invece innocenti non siamo più, perché ci prostriamo all'altare del nostro ego, intorno al quale vorremmo che si conformasse la manifestazione dell'universo Tutto. |
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20-04-2007, 12.51.28 | #65 | |||||||||
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Visechi, te l'ho gia' detto centinaia di volte: cio' che tu scorgi e' te stesso, null'altro. Citazione:
Sofferenza fisica e sofferenza psicologica. La seconda puo' essere sradicata la prima serenamente testimoniata. Citazione:
Quando ti addormenti scompare ogni cosa, cosi quando la natura ti annulla... la vita continua e i tuoi resti alimentano la vita, tu divieni cibo per la vita. Citazione:
Questo tu non lo puoi dire perche' non discrimini tra il tuo vero Se' e il tuo falso se. Il sorgere di quella discriminazione e' un evento particolare, molto raro nella vita degli uomini, ma meno di quanto si pensi. Citazione:
Quel tipo di eventi hanno decretato, molto prima di quanto tu dici, la separazione del Sacro dal Profano, dio e' stato sparato su nell'alto dei cieli o nel nirvana ecc. ecc.. C'e' uno storico delle culture che amo molto, si chiama Thomas Berry ed e' un cattolico che si e' ispirato a Teilhard De Chardin , egli spiega molto bene cosa e' accaduto all'uomo. Citazione:
Non sempre, per alcuni e' fonte di illuminazione. Ho una figlia che ha perso la vista, ne ho gia' parlato. Lei e' la Gioia in persona e sta diventando una Yogini. Le conoscenze e le esperienze che sta acquisendo del corpo e della mente umana, nello studio e nella pratica, mi fanno sentire profondamente ignorante. Lei ha colto qualcosa della mia esperienza e di quella della madre e sta letteralmente volando nella vita...anche se ogni tanto inciampa su qualche scalino o sbatte la testa contro qualche albero con i rami sporgenti. Ho avuto modo tramite lei di conoscere molti ciechi. Non immaginate la ricchezza che portano dentro....direi che molti sviluppano dei veri e propri poteri. Questo vale anche per altre forme di Handicap e potrei raccontare anche qui delle belle storie vere. Citazione:
Questa storia della colpa va affrontata e risolta. Non c'e nessuna colpa....se non il senso di colpa...ma quello e' sempre l'ego. Citazione:
Tu vedi tutta la vita come un commercio, come un dare e avere e crei una sorta di contabilita'. La mentalita' del ragioniere e del geometra pare sia nata nell'antica Grecia, vedi il Peter Kingsley che ho segnalato...li l'occidente ha perso le sue radici spirituali e ora fatica a comprendere cosa si sta cercando di dire qui. L'ego funziona cosi, e' un commerciante. Citazione:
Qeusta e' una idea che ti sei fatto tu senza avere nessuna esperienza di che cosa si stia parlando...anche se in parte puoi avere ragione. Hai ragione quando quello stato e' cercato e diviene oggetto di concentrazione intensa della mente, di sforzo continuo per spostare l'identificazione in quel punto. Questo e' un errore conosciuto nella pratica spirituale. Il sigillo dell'autentica consapevolezza e' la compassione che scaturisce spontaneamente da quel centro. La compassione pero' non e' cio' che si pensa che sia. E' l'energia della manifestazione stessa che e' non duale. U.G. racconta un bell'episodio che spiega bene questa cosa: un giorno assistette ad una madre che picchiava violentemente un bambino. Non riusci a prendere le parti di nessuno dei due, ma si ritrovo' i segni delle percosse sul suo sedere. All'inizio si sperimenta la compassione verso se stessi e si inizia a smetterla di autoinfliggersi sofferenze inutili. Basta non ho piu' voglia, ho fame e vado a mangiare. |
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20-04-2007, 14.34.49 | #66 | |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Certo Noor, ma non capisco chi maltratterebbe l'ego. |
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20-04-2007, 15.43.17 | #67 | |
Sii cio' che Sei....
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Lo so, ma pensaci bene...pensa all'etimo della parola. E' un passaggio necessario, quindi non e' per nulla negativo. Ho capito come l'hai usata, tuttavia mi premeva sottolineare la valenza positiva dell'inferno..anche se incubo delle passioni. Daltronde lo ha fatto prima di me Gesu' nella parabola del filiol prodigo. Io mi sento un filiol prodigo perche' se non avessi sperimentato l'incubo delle passioni sarei ancora li a raccontarmela. E' interessante riscoprire il significato della discesa agli inferi di cui parlavano gli antichi, Parmenide per esempio. Credo significhi ancora altro, una sorta di viaggio visionario nell'inconscio come accade nel Togel* dello Dzogh Chen o come e' accaduto a U.G. nelle sue famose visioni. Credo che ad un certo punto, magari come a Poonja in un solo istante di percezione...ptuff....il Vuoto e tutte le Vasanas e i Samskara scompaiono per sempre. Nei testi Dzogh Chen si dice che le visioni del togel appaiono dopo l'entrata nella non dualita', effettivamente U.G. quando gli e' accaduta la calamita' era gia' da un pezzo nella non dualita'. Comunque queste cose non sono importanti e sono solo gli ultimi residui di identificazione che bruciano, credo sia la memoria collettiva e per ultimi gli archetipi. |
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20-04-2007, 16.46.58 | #68 | |
Ospite abituale
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Un evento, ci dice Yam, sebbene neutro nel suo verificarsi, ha una doppia valenza nel relazionarsi con l’uomo che dovesse in esso essere coinvolto: se da una parte potrebbe essere fonte di sofferenza, dall’altra è fattore d’illuminazione. Ciò dipende dal nostro grado di maturazione – ovviamente coscienziale. Ciò dipende dal ‘come’ la coscienza, previa opportuna maturazione, vive e percepisce o fa tesoro di quell’accadimento. E’ quindi il grado di maturazione, o d’evoluzione coscienziale che determina l’una coloritura o l’altra che l’evento enuclea da se stesso. Ci si spinge a postulare che il dolore – se coniugato alla nozione di Maya (quanti danni ha prodotto certa malaccorta spiritualità) – e Maya stessa non siano l’illusorio epifenomeno che emerge dall’accadere degli eventi, ma svolgano addirittura il ruolo di canone materno ove recuperare la misura della maturazione del potenziale che sarebbe in noi. Non solo questo, ma ancor di più essi – dolore e maya – sono mezzi, per giunta necessari, affinché giunga a maturazione il Tempo della crescita; entrambi si traducono così in elementi positivi che agevolano l’acquietamento, affrancando l’uomo dall’onere di sostenere il peso ed il gravame che ciascuno dei due si trascina appresso. Entrambi operano come farmaco polifunzionale, se da una parte avvelenano, in diversa dose, o per effetto di una differente qualità di percezione, entrambi curano, da cosa però? Ovvio, curano da se stessi: curano dal dolore e dalla sofferenza, curano da Maya. Ma se l’uomo vive la propria esistenza all’ombra funesta del dolore – e di Maya quando s’annebbia la vista del vero sé -, qualora il dolore non fosse uno degli strumenti di cui Maya si serve per ripulire le vie di riconoscimento di quell’astruso oggetto misterioso che nessuno tocca, eppure esiste (per dogma), non si avvertirebbe alcuna necessità del loro esistere, ancor meno si avvertirebbe la necessità di conseguire entrambi i mezzi di purificazione, per cui né Maya né il dolore incontrerebbero mai se stessi, difettando così anche del canone materno da cui trarre la giusta misura della maturazione del potenziale che sarebbe in noi. Insomma saremmo amebe. Il Male è necessario per immunizzarci dal Male… stupidamente affermo che se il Male non esistesse (eppure esiste) non avremmo alcun bisogno dell’immunologo. Ma il cane deve pur mordersi la coda, altrimenti a che gli servirebbe quell’appendice? Che quindi giri intorno a sé, la totale immersione nella vana azione lo emancipa dalla necessità e urgenza di avvertire l’inutilità dell’azione stessa…. Purché mai nessuno osservi… la vanità verrebbe scorta e denunciata. Il dolore esiste, il Male è entità ontologica, ma attraverso il farmaco, il suo lato dolce e rassicurante, noi possiamo non avvertirne le trafitture, come un criceto non avverte in sé lo sfacelo della sua vita che scorre in tondo o appesa alla minuscola scaletta della sua immensa angusta gabbia. Mi chiedo se quando si affermano certe cose si faccia appello alla propria trans-Coscienza e ci si renda conto di quel che si dice. Il dolore, in questa stramba, più che stramba concezione, funge da corroborante affinché cresca la Coscienza che sola potrebbe lenire il dolore, se non addirittura annullarne la percezione. Ma che diamine di stolto marchingegno sarebbe questo? Non sarebbe più semplice e meno stupido evitare che vi sia il dolore che dovrebbe essere polla sorgiva della cura di se stesso? Ma la gente che può farsene di una spiritualità omeopatica di tal fatta? Mi domando se avvertite in voi la stupidaggine di una simile pretesa? Le favole circa le esperienze transgeniche e transuraniche di U.G. – Guru che parrebbe vada per la maggiore, uno dei più gettonati dal gossip della spiritualità orientale -, almeno per quanto attiene alla singolarissima sua esperienza raccontata da Yam come esempio di compassione, lasciano davvero il piatto molto freddo, seppure la minestra è riscaldata. Capita più sovente – temo che dubiterai di questa realtà tratta dalla semplice osservazione del mondo, certamente non ragionieristica e sicuramente non concettuale – che lo schiaffo inferto dalla Natura al malcapitato di turno, spesso si parla d’intere popolazioni, s’incida indelebilmente sulla pelle e sull’anima della vittima, e non v’è santo o guru che attraverso la propria compassionevole inazione possa surrogare la povera vittima innocente. Andiamo oltre. Vorrei anche solo per un attimo che ci si soffermasse sul concetto (che non certamente astratto, ma più che mai concreto) di sofferenza e di morte. Non v’è e non può esservi un’apostasia della necessità della morte – almeno in me -. La morte è una necessità, un evento naturale ineludibile, direi anche indispensabile alla vita. La morte è fattrice di vita, e viceversa. Ma la vita e la coscienza transgenica che necessità hanno della sofferenza per perpetuarsi? La sofferenza non è un’immagine eidetica che emerge dalle nostre paure, non è neppure un’ipostasi dell’inconsapevolezza o di una coscienza acerba. La sofferenza è un dato che nessuna stupidità del mondo potrà mai negare. Sul concetto di dukkha è stata fondata un’intera filosofia. Un essere che non avvertisse in sé, come punctum dolens, nel proprio costato, l’esistere del dolore, si tradurrebbe in un muscolo che, anestetizzato, si sfibra nello sforzo della negazione del proprio limite fisiologico. La compassione che andate narrando, assomiglia troppo a quella del medico del pronto soccorso: abitudine alla sofferenza altrui. Ma tutto questo non appartiene alla pura e bellissima tradizione che appartiene all’oriente, fa parte, invece, di una distorta modalità di connessione con il mondo. La patologia che la civiltà vive è soprattutto patologia del sentimento, del patire con, e al suo espandersi, come grumo tumorale, tanto ha contribuito la malintesa traslitterazione in linguaggio moderno o new age di quel che è auctotono per altre forme mentis, ma incivile imbarbarimento del sentimento occidentale. In certe latitudini del pianeta l’Universo non si coniuga in sanscritto, l’esistenza non si declama in poesia, il dolore non è un canto sacro volto al Tutto che, nell’adunare il sovrabbondante cibo che nutre anima e corpo di alcuni, scorda il poco armonioso funesto particolare che in un guizzo affatto simmetrico e tonico erompe da un vulcano, che tracima in pioggia che dilava i terreni, in sole cocente che arde cuore, pelle e genti. La Natura è disputa ed è sofferente, allora, se come c’è stato raccontato, "natura naturans est deus", abbiate ed abbiamo compassione di voi e noi stessi… vana pretesa la vostra e nostra cupida utopia. Piccola annotazione: Yam c’istruisce circa il fatto che il sorgere della facoltà discriminante del vero Sé dal falso sé, sia un’esperienza rarissima (<<… discriminazione e' un evento particolare, molto raro nella vita degli uomini, ma meno di quanto si pensi.>>). Resta inteso che per poterci così seraficamente parlare di questa esperienza è naturale che chi ce ne parla tanto seraficamente abbia sperimentato di persona, altrimenti non si comprende il perché delle sue reprimende ed esortazioni. Ciao |
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20-04-2007, 17.38.45 | #69 |
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Yam:Nei testi Dzogh Chen si dice che le visioni del togel appaiono dopo l'entrata nella non dualita', effettivamente U.G. quando gli e' accaduta la calamita' era gia' da un pezzo nella non dualita
Questo perchè il processo non è mai uguale,per quanto si tenti di schematizzarlo. Anche le proiezioni archetipiche variano dal "contesto culturale".. Ma questo per me (intendo per la persona che scrive! ) è ancora raccontarsela |
20-04-2007, 17.46.21 | #70 |
Perfettamente imperfetto
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Ciao Visechi...
è ovvio però che se tu ti soffermi solo sui lati negativi della vita trovi disarmonia, squilibrio, crudeltà, dolore, sofferenza... Ma tutto ciò ha anche una contro parte che li bilancia: e questo è tutto ciò che è opposto a questa 'negatività'. Il senso di meravigliosa armonia della vita è proprio l'alternarsi delle polarità. Per esempio: senza il dolore non può nemmeno esservi gioia; la pace la puoi apprezzare perché esiste anche la guerra... e così via per tutte le manifestazioni esistenziali. Sono polarità in alternanza continua, ciclica. In questo incredibile 'gioco' cosmico (Leela) sta appunto la danza degli opposti che dovremmo saper accogliere, accettare serenamente. Perchè? Perchè così è la Legge intrinseca delle cose. Forse però sei focalizzato, a mio parere, soltanto su un tipo di polarità. Non metti altrettanta enfasi, attenzione e intersse a quel che è il lato opposto del dolore, sofferenza… ovvero la gioia, la contentezza, bontà... Comprendo anch’io che c'è il bambino che soffre innocentemente... cosa credi che sia insensibile? ... so che ci sono le tragedie... le malattie, le catastrofi e la morte... imprevedibile quanto sicura anche per me. Ma proprio questo fattore d'incertezza rende intensa l'avventura umana. Nella fragilità della vita, sta forse il segreto della sua bellezza. E allora? Io amo la vita proprio per questa sua precarietà, imprevedibilità, mistero... E' l'insicurezza che la rende vibrante, magica, sempre nuova. Per non essere soggetti al dolore, alla sofferenza, dovremmo essere fatti di plastica, inerti, già morti alle emozioni, percezioni... Certamente allora non sentiremmo e proveremmo più dolore, ma nemmeno avremmo la sensibilità che ci può dare piacere, godimento, beatitudine... Io, in questo viaggio misterioso, trovo anche molto altro che la sola sofferenza: trovo mille altre cose che danno senso e valore alla vita, così com'è. Per cui, arreso a questo insondabile Mistero, Divino o meno fai tu, nel quale avuto la grazia di comparire con gli strumenti della consapevolezza e della sensibilità, dal cuore non può che sgorgarmi una immensa gratitudine a Ciò o Colui che lo ha permesso e lo rende possibile. Ultima modifica di Mirror : 21-04-2007 alle ore 09.18.36. |