Forum di Riflessioni.it
ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura
Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS

Torna indietro   Forum di Riflessioni.it > Forum > Spiritualità
Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
>>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Tematiche Spirituali


Vecchio 23-04-2007, 22.55.20   #91
freedom
Moderatore
 
L'avatar di freedom
 
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Qui in questo preciso istante, chiamo a testimone l'unica vita che io conosca, questa qui.
Ma perche' non ci si e' ancora suicidati?
Non capisco cosa sia a tenere in vita chi finge di pensare cosi male della vita.
Me lo dicano per favore lor signori vestiti dei panni ipocriti dello scettico.
O si aspetta di suicidarsi appena la vita non ci sorridera' piu', appena la vita sfiorira', appena la morte o la malattia ci toccheranno da vicino?
Qualcuno qui ha visto fischiare le bombe sulla propria testa? Si sono forse persi d'animo i nostri nonni o genitori o hanno continuato a vivere e a costruire?
Perche'?
Ecco, allora quella sola e stessa forza della vita e' piu' che sufficiente, se ci sia un dio o no e' veramente secondario e di poca importanza.
Manchi di compassione e di buon senso Yam.

Visechi non è scettico e non c'è veramente nulla di incoerente in lui.

E la forza d'animo non ce la si può dare. Come nulla del resto.

Tu hai avuto un grande dono, sono certo che è (anche) il desiderio che altri lo ricevano che ti spinge a scrivere. Nulla da dire sulla tua buonafede. E nulla sulla tua persona: sono certo che sei una gran brava persona.

Se solo tu fossi anche più sensibile alle altrui sofferenze.........e al bisogno di giustizia..........anche se sono illusioni..........

Adesso non solo mi metto in banco con Visechi (se lui mi prende) ma divido con lui la merenda...........
freedom is offline  
Vecchio 24-04-2007, 07.31.43   #92
paperapersa
Ospite abituale
 
L'avatar di paperapersa
 
Data registrazione: 05-05-2004
Messaggi: 2,012
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Ma cosa hai capito?
Dico sul serio.
A me basta questo:
ieri in montagna c'erano tutti i ciliegi in fiore, fiori bianchi! Tra qualche giorno saranno ciliege rossissime.
Perche'?
Perche' sputare sul piatto sul quale mangiamo nutriti da madre natura (leggasi Vita o manifestazione per chi crede).
Non si puo' pensare di convertire nessuno, io a questo non credo, come non credo a chi parla solo in termini teologici o filosofici: li e' palese che si cerca di conoscere il territorio per farne una mappa...ma manca l'esperienza ed e' li che una qualsiasi persona intelligente, come Visechi e Maxim, vede falle da tutte le parti...e anche una certa ipocrisia...perche' e' sempre l'ego che si veste da religioso.
Che poi l'ego sia ipocrita e se la racconti, religiosamente o meno, ...fa lo stesso, anche questo fa parte del momento di crescita di quella persona. Cio' che sveglia, che risveglia alla vita, non e' la religione, ma qualcosa di molto intimo. Vediamo cosa dice lo Frate Francesco:

Della vera e perfetta letizia

o stesso [fra Leonardo] riferì che un giorno il beato Francesco, presso Santa Maria [degli Angeli], chiamò frate Leone e gli disse: “Frate Leone, scrivi”. Questi rispose: “Eccomi, sono pronto”. “Scrivi - disse - quale è la vera letizia”.
“Viene un messo e dice che tutti i maestri di Parigi sono entrati nell’Ordine; scrivi: non è vera letizia. Così pure che sono entrati nell’Ordine tutti i prelati d’Oltr’Alpe, arcivescovi e vescovi, non solo, ma perfino il Re di Francia e il Re d’Inghilterra; scrivi: non è vera letizia. E se ti giunge ancora notizia che i miei frati sono andati tra gli infedeli e li hanno convertiti tutti alla fede, oppure che io ho ricevuto da Dio tanta grazia da sanar gli infermi e da fare molti miracoli; ebbene io ti dico: in tutte queste cose non è la vera letizia”. “Ma quale è la vera letizia?”.
“Ecco, io torno da Perugia e, a notte profonda, giungo qui, ed è un inverno fangoso e così rigido che, all’estremità della tonaca, si formano dei ghiacciuoli d’acqua congelata, che mi percuotono continuamente le gambe fino a far uscire il sangue da siffatte ferite. E io tutto nel fango, nel freddo e nel ghiaccio, giungo alla porta e, dopo aver a lungo picchiato e chiamato, viene un frate e chiede: “Chi è?”. Io rispondo: “Frate Francesco”. E quegli dice: “Vattene, non è ora decente, questa, di andare in giro, non entrerai”. E poiché io insisto ancora, l’altro risponde: “Vattene, tu sei un semplice ed un idiota, qui non ci puoi venire ormai; noi siamo tanti e tali che non abbiamo bisogno di te”. E io sempre resto davanti alla porta e dico: “Per amor di Dio, accoglietemi per questa notte”. E quegli risponde: “Non lo farò. Vattene al luogo dei Crociferi e chiedi là”.
Ebbene, se io avrò avuto pazienza e non mi sarò conturbato, io ti dico che qui è la vera letizia e qui è la vera virtù e la salvezza dell’anima”.


Preso da qui
perfetta la descrizione dell'imperturbabilità! E tuttavia il Santo da me preferito
era anche quello che, lodando la perfezione della Natura, raccoglieva i poveri e gli affamati, curava i malati, fondava un ordine per continuare
dopo di lui....
L'esperienza della gioia e della gratitudine è sì qualcosa di intimo e profondo
e di durevole, ma non esime dal guardarsi intorno , dalnon riconoscere
quanta miseria (spirituale e materiale) ci circondi e dal darsi da fare
per alleviarla, dall'impegno quotidiano del "servizio", non per guadagnarsi la salvezza dell'anima, non per ottenere un "premio"...ma perchè l'amore
è premio a sè stesso.
paperapersa is offline  
Vecchio 24-04-2007, 09.17.08   #93
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Riferimento: L'inferno è già qui...

Un senso di colpa può insorgere quando qualcuno si sente responsabile di una situazione che cagiona danno o nocumento ad un altro individuo, anche l’indifferenza crea danno e nocumento, quindi anche l’indifferente atarassia può essere origine del senso di colpa. Ma io non reputo l’uomo responsabile della sua condizione di reietto, almeno in buona misura reietta. L’ho scritto più e più volte: l’uomo è innocente, e se è colpevole lo é solo in misura ridotta, o solo di riflesso, o solo in concorso, e il suo concorrere all’oscenità di una Natura non armoniosa è piccola cosa rispetto all’averla pensata così. Qualcuno, qualcosa creò il Tutto… il Tutto produsse se stesso, o meglio questo sfacelo, l’uomo segue l’alveo ove è inscritta la colpa eterna di chi creò – sia esso un Dio Padre sempiterno ed assiso sul suo scranno celeste, o un Tutto panteistico ed immanente che, paradossalmente, trascende la creazione stessa -. Quel che mi stupisce è il grande abbraccio amorevole da molti dispensato con un Tutto che prospera nel disequilibrio, che genera precarietà, che si bea della sua intima tetragona fragilità.

Mi sconvolge quest’ammiccare gioioso ad un concetto – perché tale è – d’Amore Universale che abita le menti espandendosi nell’animo individuale come se fosse un vapore o una nebbia che tutto avvolge, impadronendosi d’ogni cellula dell’essere e non nasce diafano nel e dal profondo di un’anima e di un sentimento cristallino, perché nel profondo dell’anima non può trovare ospitalità una gioia che dimentica il mondo e si cura solo di sé.

Mi sconvolgono ed irritano locuzioni come ‘Coscienza del Vero Sé’, ‘Consapevolezza evoluta’, ove l’unica evoluzione ravvisabile è lo strappo operato nei confronti di una realtà che vede al fianco di chi può avere il tempo e il silenzio necessari per meditare sulla fortuna e sulla gioia del proprio Io, anche chi il tempo lo impiega per la propria inutile e vacua sopravvivenza. Ma in concreto non accuso nessuno di servilismo nei confronti di una Natura matrigna, non addito al ludibrio neppure coloro che presumono che il cosmo migliore possibile sia quello che adorano, solo che non gradisco una teodicea troppo scompensata, ove le grazie ridondano e prosperano da un lato soltanto e il disdegno, che è fio anche dei nostri torti e parte del nostro pedaggio, tutto o quasi dall’altra.

Questo è un cosmo da ripudiare, non da amare. Solo il ripudio di una cosa si tanto indegna e ingiusta può inoculare quel moto d’orgoglio che naturalmente e a titolo di risarcimento l’intera umanità ha il sacrosanto diritto di nutrire nei confronti del bello e del puro.

Il calore e la luce del sole devono spandersi con la medesima intensità in ogni angolo della terra, senza bruciare alcune pelli e altre, accarezzandole, scaldarle, almeno entro limiti d’oscillazione umanamente accettabili. Piuttosto la Natura in più luoghi si manifesta come un Handicap e l’esistenza, fin dal primissimo vagito, si propone come una corsa ad handicap, spesso insuperabili, e non offrono, né l’una né l’altra le medesime opportunità di gioire, di ricorrere la medesima palla colorata e di fare i medesimi sogni sereni… unico vero viatico perché fiorisca la speranza. La speranza in troppe lande della terra è solo un lusso concesso a pochi eletti, i quali, per perpetuarlo, macerano sotto i propri zoccoli ossuti il diritto altrui al sogno, alla speranza, alla giustizia: Mors tua, vita mea. Parrebbe proprio un imperativo della Vita.

Questo intendo affermare. Non ci si deve crogiolare nel dolore, ancor meno rotolarsi nel dolore altrui: sarebbe impudico, sarebbe offensivo. Il dolore è sacro, non un vessillo da sbandierare per pretendere il ristoro di un costo eccessivamente alto. Auspico che la sofferenza (nostra, altrui) sia almeno il canone e la misura di un’asimmetria inaccettabile… al suo cospetto mi sconvolge udire odi di lode ed Osanna che, a parer mio, suonano come un ringraziamento per lo scampato pericolo, perché – Grazie al Dio Tutto Cosmico Consapevole e Coscienzioso, nonché Misericordioso – è stato preservato il nostro ego, essendosi, la furia naturale o divina, abbattuta sul prossimo nostro (mai incontrato, sempre colui che è di là da venire, sempre un altro).

Neppure io, caro Mirror, sono un aspirante suicida; anche io fruisco della benedizione che il Dio, sempre Misericordioso (non per tutti però), ha voluto spandere su di me; pure io so gioire; ma, fra una risata e l’altra, fra il godimento di una gioia e l’altra, non riesco proprio a farmi mancare il tempo per osservare quanto nelle gioie e nei colori pastello della vita si avviluppino sconcezze e lerciume, quanto la fresca rugiada richiami il marcio, come il tepore invogli l’aridità, e come la putredine s’insinui nell’infiorescenza. Il sole talvolta tripudia nella sua beatitudine e onora la propria bellezza a scapito di chi vive in lande polverose, e trova la sua compensazione che tutto equilibra beneficiando con i suoi caldi raggi balneari chi ha avuto la fortuna di nascere in determinate zone geografiche del mondo. Così pure la pioggia: ingrassa le nostre messi e compensa la sua generosità togliendo (in questo caso dando con eccesso) a coloro che non hanno più forze e speranza per riuscire ad arginarla. Il Fuoco delle viscere della terra, se in Islanda è quasi una benedizione che spande d’intorno il suo dolce tepore, nei paesi andini si è presentato come il furore di Dio, trasformando quei giorni in Dies irae.

Comprendo bene quanto certe sferzate, talvolta caustiche, quasi impietose, possano suscitare un comprensibile moto di ribellione, soprattutto in chi ha investito parte preponderante della propria esistenza ad inseguire più che lecite chimere, ciò che a me appaiono più allucinazioni che illuminazioni Mistiche (??). In questi casi si corre a rinforzare i muri portanti della propria casa affinché gli scossoni non la demoliscano. Capisco bene, anche la terra soffre quando è violata e rivoltata dal vomere che però la rigenererà.

Io, caro Mirror, a differenza di quel che possa credere o pensare tu, non ho proprio alcuna visione divina, e per l’attuale stato dell’arte non tendo a colpevolizzare nessuno, tanto meno te. Avverto però una fastidiosissima prurigine allorquando incontro persone così propense a tributare gioiose lodi al Tutto, senza avvedersi della profonda voragine che sempre più si allarga sotto i suoi piedi, separando sempre più il bello dal brutto.Non disprezzo la Vita e non sputo dentro al piatto che mi porge il cibo quotidiano, ma ho in profondissima uggia l’ingiustificata eccessiva disuguaglianza che si origina da una Natura matrigna, che tiene n buon conto e coccola solo una parte minoritaria dei suoi figli.

Caro Mirror, esiste una differenza fondamentale – direi abissale – fra la disperazione dei ricchi e quella dei miseri: gli uni soffrono di spleen, di patologia dell’essere; agli altri, invece, questo lusso non è concesso. La loro disperazione – meno capziosa e sofistica – si ferma ad un livello precedente, più naturale, e si misura con gli imperativi quotidiani dell’esistenza, disputando con la sussistenza in vita, della sopravvivenza. Per questo ti dico che della ‘Coscienza Superiore’ certuni non sanno proprio che farsene. Il loro farmaco è il cibo materiale, l’acqua vera, la pace; condimenti questi necessari e minimali per condurre un’esistenza che consenta loro di progettare un futuro meno orientato alla salvaguardia del loro sacrosanto diritto alla sopravvivenza. Solo dopo aver superato quest’argine potrebbero anche loro accomodarsi entro l’oscura area dello spleen, della patologia dell’essere, del morbo dell’anima. Per ora masticano messalina per non avvertire i morsi della fame che lancinano lo stomaco, bramando, nel contempo, quelli che macerano l’anima. Forse un giorno li vedremo ingrossare le fila e farli accedere ai dojo della nostra spiritualità dell’opulenta tecnocrazia malata.
visechi is offline  
Vecchio 24-04-2007, 09.17.29   #94
visechi
Ospite abituale
 
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
Riferimento: L'inferno è già qui...

Che dire dell’accorato intervento di Yam? E’ scritto con passione, quasi un j’accuse rivolto a chi ha avuto l’arditezza di scuotere energicamente l’albero della Vita, facendogli precipitare addosso non solo i solluccherosi e concupiscenti frutti maturi, ma anche quelli marci.

No, io non ho mai udito il sinistro sibilare delle bombe. So a malapena che in Afghanistan, in Palestina, in Somalia sono forse gli unici uccelli che fanno udire i loro funesti canti non nunzi di una nuova alba rosseggiante, ma solo di tetra morte. Ma che vuol dire? Ci sprona forse a chiudere occhi ed ogni poro della pelle affinché il dolore, il terrore, il pianto degli altri non s’insinuino nella nostra anima? Capisco bene che la lagna sia fastidiosa e il controcanto stoni nel Conclave, ma come si può affermare che il ‘Tutto Universale’ indossi le candide ed immacolate vesti del mio ‘Io Coscienziale’ che si connette e coniuga in un armonioso matrimonio mistico con il Cosmo? Come si può affermare che siano sufficienti una solipsistica pratica meditativa ed una spiritualità che evolve la ‘Coscienza Superiore’ per curare ferite incise nel profondo del cuore che per suturarsi necessitano di tempo di pace e del profondo silenzio oggi entrambi violati ed infranti dal sibilo vile di ancor più vili anime di metallo? Com’è possibile incontrare se stessi, il proprio ‘Sé Superiore’, in un deserto polveroso ove gli orti di sabbia eruttano brandelli di carne? Se il tuo prossimo, l’amico più caro, l’amore più intimo vivono lo scempio della guerra e giacciono riversi sul terreno, con la pancia sbranata prima dai proiettili e dopo da cani, sciacalli ed avvoltoi? E’ il mio uno sguardo eccessivamente funesto o realistico, concettuale ed intellettivo o sentimentale? Vuoi vedere una foto?

Scusatemi davvero, ma proprio non riesco a trattenere un singulto, un moto di stizza e vergogna che mi fanno esclamare <<Ma quante stronzaggini ci raccontiamo pur di preservare candide e ben in piega le vesti egoistiche del nostro mondo di plastica malata>>.
Ciao

P.S.: prego Freedom, accomodati pure nel banco dei cattivi, c'è sempre posto.
visechi is offline  
Vecchio 24-04-2007, 09.58.23   #95
Yam
Sii cio' che Sei....
 
L'avatar di Yam
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da maxim
Ciò che non abbiamo compreso, Yam, è che la forza di certi scritti (ci inserisco anche i miei) non sono affatto pessimistici ma li interpreto, almeno io, come il più alto inno alla vita rispetto allo scorrere di mille vane, vacue, insensate parole di luce...proprio perchè non perdono mai di vista ciò che è sotto gli occhi di ognuno di noi.

Tutto ciò che ho sopraquotato, e che tu hai saputo ben descrivere, me lo chiedo anch'io spessissimo quando, spremendo quelle parole di luce, ne esce in tutta la sua prepotenza la sofferenza che è in ciascuno di noi.

Ecco, cio' che non e’ ipocrisia e’ proprio l’accettazione della sofferenza perche’ parte della vita.
Da bambino e anche da grande nella bianca spiaggia della Berchida costruivo castelli di sabbia. Ogni volta che il mare li buttava giu' io li ricostruivo, cosi e' non solo l'uomo ma la natura stessa. Instancabile e osservabile il suo lavoro di almeno 15.000.000.000 di anni.


Citazione:
Originalmente inviato da freedom
Manchi di compassione e di buon senso Yam.

Visechi non è scettico e non c'è veramente nulla di incoerente in lui.

E la forza d'animo non ce la si può dare. Come nulla del resto.

Tu hai avuto un grande dono, sono certo che è (anche) il desiderio che altri lo ricevano che ti spinge a scrivere. Nulla da dire sulla tua buonafede. E nulla sulla tua persona: sono certo che sei una gran brava persona.

Se solo tu fossi anche più sensibile alle altrui sofferenze.........e al bisogno di giustizia..........anche se sono illusioni..........

Adesso non solo mi metto in banco con Visechi (se lui mi prende) ma divido con lui la merenda...........


Quindi secondo te dovrei avere compassione di visechi e anche del buon senso comune delle cose. La vera compassione tuttavia non credo che sia quella che tu pensi che sia e cosi il senso comune delle cose mi sta piuttosto stretto. Quel pessimismo che e’ anche di tante persone che conosco, soprattutto anziane e spesso malate, indica una non accettazione della vita cosi come e’. Sto sostenendo che le masturbazioni di tipo intellettuale poco possono di fronte alla vita la quale impietosamente ( e quella magari e’ la vera compassione ..chissa’…) ci costringe a vivere sempre, anche se ci suicidiamo.



Citazione:
Originalmente inviato da visechi
Un senso di colpa può insorgere quando qualcuno si sente responsabile di una situazione che cagiona danno o nocumento ad un altro individuo, anche l’indifferenza crea danno e nocumento, quindi anche l’indifferente atarassia può essere origine del senso di colpa.

E’ assai improbabile che l’indifferenza generi senso di colpa a meno che un bagliore di consapevolezza non sveli l’inganno. Il senso di colpa pero’ va immediatamente superato e i danni riparati se possibile, se non possibile si fara’ in modo di non recare piu’ danno.
Io non separerei affatto il cosmo e la natura dall’uomo, chi ha effettuato questa separazione e’ proprio l’uomo. Ricucire questa ferita, rinsaldare questa frattura e’ fare pace con se stessi e il mondo.

Poi Visechi c'e' una certa forma di narcisismo, una certa dipendenza masochistica dal trastullarsi con un certo tipo di immagini di cui bisognerebbe parlare...
L'Anima non capisce il linguaggio delle parole ma quello delle immagini, dei simboli. Noi stessi la programmiamo.

Attrazione-repulsione-indifferenza....

Ultima modifica di Yam : 24-04-2007 alle ore 12.06.23.
Yam is offline  
Vecchio 24-04-2007, 09.58.27   #96
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
L'avatar di Mirror
 
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da freedom


Se solo tu fossi anche più sensibile alle altrui sofferenze.........e al bisogno di giustizia..........anche se sono illusioni..........


Fammi capire: ... anche se sono illusioni, dici?

E tu come aiuti allora chi sta vivendo delle illusioni?
Come eserciti la compassione, la sensibilità, in questo caso?

E' proprio questo il punto: cos'è la realtà vera?

Quella che per alcuni è una realtà tangibile e concreta in cui siamo gettati innocentemente, per altri invece è un sogno, un incubo ... in cui l'inferno è già qui.

Per i primi resta la speranza di un cambiamento e di un miglioramento concreto di questa realtà, per altri se ne esce solo con il Risveglio...

Ultima modifica di Mirror : 24-04-2007 alle ore 11.16.21.
Mirror is offline  
Vecchio 24-04-2007, 12.33.49   #97
Yam
Sii cio' che Sei....
 
L'avatar di Yam
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da Mirror
Fammi capire: ... anche se sono illusioni, dici?

E tu come aiuti allora chi sta vivendo delle illusioni?
Come eserciti la compassione, la sensibilità, in questo caso?

E' proprio questo il punto: cos'è la realtà vera?

Quella che per alcuni è una realtà tangibile e concreta in cui siamo gettati innocentemente, per altri invece è un sogno, un incubo ... in cui l'inferno è già qui.

Per i primi resta la speranza di un cambiamento e di un miglioramento concreto di questa realtà, per altri se ne esce solo con il Risveglio...

Gia',quoto...... Il paradosso e' che la Realta' e' comunque sempre la stessa, non si pensi che esistano tante Realta'. Chi sostiene questo "pensa" una Realta', io parlo di una Realta' non pensata...non filtrata, nuda e cruda, cosi come e'.
Yam is offline  
Vecchio 24-04-2007, 14.01.36   #98
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
L'avatar di Mirror
 
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
Riferimento: L'inferno è già qui... è la lotta

Colui che lotta e si sforza per farsi capire ed accettare, ha capito ed accettato se stesso? La lotta stessa mostra che non ha nessuna comprensione di se stesso e della sua mente combattiva. Ogni lotta è fondamentalmente cieca, crea dolore, divisione, vendetta, odio, distruzione, disperazione, fanatismo e solitudine.

Uno arriva a capire questo, solo provandolo. Che cosa ci si guadagna a lottare? Ha mai creato più comprensione, vicinanza, soddisfazione, amicizia, è in qualche modo creativa, la lotta? Ha reso forse il mondo degli umani più bello, amorevole, comprensivo? Ogni lotta avviene sulla base di qualche concetto idiota, e porta via violentemente la libertà che ha l'individuo, di comprendere attraverso l'esperienza. E' un abuso della propria forza naturale, in nome di un inconsapevole trip di potere.

La natura di una mente combattiva consiste nello sforzo per tenere in piedi un'inesistente personalità, un ego non-sostanziale, attraverso sforzo e tensione.

La cosiddetta personalità o ego, esiste solo in quanto pensiero o idea nella mente e sopravvive attraverso la lotta e lo sforzo, la divisione, la separazione, il confronto, l'avere ragione, il condannare ciò che viene ritenuto sbagliato, il rifiutare, e così via.

Il tutto è semplicemente un incubo senza fine, in questo modo la lotta non ha mai fine, e uno arriva solo a sconfiggere se stesso, sprecare la propria vita, esaurire la propria forza naturale in nome di stupide idee, compiere sforzi per niente, e morire poi, profondamente deluso, battuto dalla propria stupidità.

Colui che ha capito se stesso, ha capito innanzitutto che non c'è nessun “se stesso”. Allora perchè lottare o sforzarsi? Per il vuoto, per il nulla? Non ha senso. Che senso ha lottare per farsi capire da gente che non ha a sua volta capito la vera natura della propria esistenza? Fino a quando uno è pronto a lottare e compiere sforzi, si porta dietro convinzioni cieche, identificazioni, ed è sempre pronto a lottare per affermarle.

Non c'è nessun bisogno di essere capiti da nessuno. C'è solo bisogno di capire la vera natura della propria esistenza. A questo punto, tutte le lotte e gli sforzi, cadono come foglie secche in autunno. Questo, comunque, può solo essere capito da chi ha fatto la stessa esperienza. Chi ha capito se stesso, o il suo non se-stesso, può solo provare compassione e comprensione per la sofferenza che la battaglia per farsi capire, crea per l'individuo. Non si aspetterà mai di essere capito o accettato dagli altri, e da questa comprensione arriva la volontà di incoraggiare e sostenere coloro che sono decisamente stanchi di lottare e sforzarsi, verso la stessa comprensione. Allora, tutto ciò che resta è una bella risata, alla faccia della stupida, futile, mente combattiva e pronta a lottare. C'è un vecchio detto: se non vuoi essere sconfitto, non iniziare nemmeno la battaglia, allora la guerra è finita per sempre, uno trova l'eterna pace in se stesso.
(Queste sono le ultime parole famose di un vecchio guerriero, che ha smesso di lottare...)
Autore: Pan

http://www.buddhahill.splinder.com/
http://www.buddhahill.de/Pan.41.0.html

Ultima modifica di Mirror : 24-04-2007 alle ore 14.25.14.
Mirror is offline  
Vecchio 24-04-2007, 14.04.25   #99
freedom
Moderatore
 
L'avatar di freedom
 
Data registrazione: 16-10-2003
Messaggi: 1,503
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da Mirror
E tu come aiuti allora chi sta vivendo delle illusioni?
Come eserciti la compassione, la sensibilità, in questo caso?
E' superiore alle mie conoscenze, alle mie possibilità aiutare spiritualmente gli altri.

Posso solo dare da mangiare se uno ha fame, dare da bere se uno ha sete, dare un cappotto se uno ha freddo.

Nel caso di Visechi (perdonami se ti prendo ad esempio ) già il volerlo aiutare mi sembra un atto di superbia: cosa avrò mai di spiritualmente superiore a lui?

Una pallida percezione che le cose non stanno come appare ai 5 sensi? Che la realtà è fuori dal tempo? Che è tutto teatro?

Non lo so........magari siete più utili tu e Yam..........magari anche certi toni aspri servono..........non lo so.........

Io posso solo dire che i ragionamenti sviluppati da Visechi non fanno una grinza e, dalla sua prospettiva, ha nettamente ragione. Più che dire che la sofferenza esiste e non la so spiegare non so fare. Più che dire che essa è un mistero, forse il più grande che esista, non so fare.

Più che dire che la Fede è un dono non so fare............
freedom is offline  
Vecchio 24-04-2007, 14.19.41   #100
Mirror
Perfettamente imperfetto
 
L'avatar di Mirror
 
Data registrazione: 23-11-2003
Messaggi: 1,733
Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da freedom

Più che dire che la Fede è un dono non so fare............

Ciao Freedom...

ma che Fede è se non ha in sè gratitudine, accettazione profonda?
Quel dono manca della Grazia che porta all'abbandono...

Chiamiamola credenza, forse è meglio. O fede con la minuscola.

E' più coerente Visechi nel suo rifiuto totale, nel suo tormentato dubbio allora.

Con simpatia e rispetto per il tuo travagliato cammino,

ti abbraccio e sorrido

Mirror is offline  

 



Note Legali - Diritti d'autore - Privacy e Cookies
Forum attivo dal 1 aprile 2002 al 29 febbraio 2016 - Per i contenuti Copyright © Riflessioni.it