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Spiritualità - Religioni, misticismo, esoterismo, pratiche spirituali.
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Vecchio 19-04-2007, 19.15.16   #51
Yam
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Scorgo, molto spesso, forme di idealismo la dove non ci dovrebbero essere.
Speranze in un futuro migliore, diverso, sono legittimi sentimenti umani, tuttavia poco hanno a che fare con una reale trasformazione interiore che passa per la distruzione di ogni ideale: se in noi c'e' quella tensione emotiva sara' un ostacolo.
Non e' affatto importante fare dei discorsi belli, chiari, nitidi giungendo anche a compromessi di linguaggio che evocano distorsioni storiche del rapporto dell'uomo con la realta' oggettiva.
La verita' e' che mai nessuna ingiustizia c'e' stata, tuttavia continuamente accadono delle ingiustizie.
Muoversi camminando quotidianamente sul filo del paradosso e' un'arte, un giuoco prezioso: ne' questo ne' quello.
Allora la trasformazione della coscienza accade perche' invece che quella cappa di pensieri sulla testa appare la realta'.
Mentre scrivo c'e' il rumore del traffico e un uccellino che canta.

Ultima modifica di Yam : 19-04-2007 alle ore 20.57.15.
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Vecchio 19-04-2007, 19.46.00   #52
antares
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Ciao Mirror, ciao a tutti.
Sono nuovo da queste parti.
E se, semplicemente, l'inferno non esistesse?
L'inferno (per definizione) è luogo di perdizione dove un'entità superiore ha deciso di spedirci.
In verità siamo noi a decidere sempre e comunque dove essere e che esperienza fare.
Siamo liberi di vedere la nostra esistenza (esperienza) come un inferno o come un paradiso.
E' una scelta, non una necessità.
Un abbraccio a tutti.
antares is offline  
Vecchio 19-04-2007, 20.28.55   #53
paperapersa
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Riferimento: L'inferno è già qui...

eppure l'idealismo, la forza che spinge l'umanità a trasformare il mondo, a renderlo un posto migliore in cui vivere, a migliorare la qualità della vità degli esseri umani, a sconfiggere le malattie, il dolore. le piaghe che da sempre ci tormentano, a superare limiti, e dare al mondo bellezza, arte, musica, tecnologia e strumenti meno invasivi per curare l'uomo, a farlo sorridere
attraverso l'ironia, a farlo riflettere attraverso gli spettacoli e le inchieste....
questa forza evolutiva se non ci fosse bisognerebbe inventarla!

Caro Visechi tu citi il grido di dolore e l'attivismo dell'abbè Pierre che io ho apprezzato moltissimo per tutto ciò che ha fatto ma io posso citarti infiniti altri esseri che hanno con la loro vita dato un minimo di significato all'uomo e alla sua esistenza...Uomini che attraverso la scienza, l'arte, la musica
o il sacrificio e la creatività hanno portato avanti il mondo .
Madre Teresa diceva l'uomo ti sembrerà stupido, inutile, sporco e cattivo
tu amalo lo stesso.
Don Bosco, Don Orione, hanno tolto i ragazzini dalla strada e indicato la via dell'emancipazione dalla povertà.
Ognuno svolge il suo ruolo senza illudersi peraltro di cambiare del tutto il mondo.
Ma ognuno dà il suo piccolo contributo seguendo l'intuito, la voce del cuore, della mente, dell'ideale......
Tutto ciò che fai fallo bene, come se fosse un capolavoro e avrai contribuito
anche nello scopare un angolo della tua casa a renderla più bella ed accogliente.....
Quanto al significato credo che il senso sia proprio nel vivere al meglio
seguendo la propria voce interiore.
paperapersa is offline  
Vecchio 19-04-2007, 20.52.44   #54
Mirror
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da Yam
Mentre scrivo c'e' il rumore del traffico e un uccellino che canta.

Proprio ieri, ero in bicicletta in mezzo al traffico caotico della città e notavo, fermo al semaforo durante l'attesa del verde, che nell'aiuola che avevo a fianco, piena di fiori e fiorellini, alcune api le quali si posavano su di essi, svolazzando qua e là e vi suggevano il nettare.
Intorno, Dio sa quanti insetti trovavano risorse per riprodursi, indaffarati nel loro innocente travaglio, ignari dei problemi del traffico che invece io stavo sperimentando sulla mia pelle. Allo stesso tempo rilevavo che vi sono piani paralleli di Coscienza che convivono simultaneamente, dimensioni di vita interrelate ma non del tutto comunicanti in modo diretto..
Che ci sono esperienze di nascita e morte, di caos e di ordine che ininterrottamente vengono in essere e che si mescolano in questo infinito crogiuolo della vita incarnata a tutti i livelli.
La stesso cosa, meditavo, può valere, per la percezione psichica del paradiso e dell'inferno dentro e fuori di noi. Dipende dalle antenne, oltre che sensoriali, mentali, ‘sensitive’ e soprattutto spirituali, con le quali ci sintonizziamo con ciò che ci circonda e sentiamo interiormente. Stavo osservando un ape suggeva pacificamente il nettare di un roseo fiore, in mezzo a quella magnifica area fiorita, e coglievo la poesia di quella bellezza pieno di stupore per quell’incanto. In me c'era una sorta beatitudine per quel semplice e sublime spettacolo che veniva offerto ai miei occhi, al mio cuore. Ero intenerito. Una piccola nicchia di natura semplice si mostrava come espressione di armonia operosa e delicata... ma ecco un crash violento che s'impone: un forte tamponamento di automobili lì vicino.
Urla, pianti, rottami, sangue... documenti ... confusione, dolore: l'inferno delle forme della sofferenza trasformava, stravolgeva, dentro di me la visione precedente e prendeva in quel momento il posto del paradiso di pochi attimi prima. Istantaneamente è accaduta un'alternanza, un capovolgimento della scena di un film che stava scorrendo sullo schermo della mia consapevolezza.
Subito sono trasalito e sono entrato in un altro spazio psicologico. Entrato in un altro mondo emotivo, coinvolgendomi con la situazione umana che ne era scaturita da quell’incidente. Ero forzato a prendere atto di una nuova dimensione fattuale.
Poi, però poco dopo con calma riflettevo sul fatto che tutto scorre e che, nonostante tutto, il fluire della vita continua nel cambiamento… e questo fatto mi appariva ancor più evidente del solito.
Tutto è soggetto al cambiamento è vero, ma fuorchè l'Osservatore impersonale.
Questo tuttavia non è la mente identificata nella rappresentazione di quello che appare sullo schermo della Coscienza-Specchio, ma il Divino Testimone che c’è in noi.
Sto parlando dell'occhio del ciclone, il centro immobile che dovremmo ritrovare per non trovarci sperduti di fronte all'impermanenza delle cose, di tutto ciò che esiste in continuo mutamento. Solo attivando quest’occhio, il terz’occhio spirituale, possiamo trascendere l'inferno mondano che la nostra mente egoica sostiene quando si smarrisce nei riflessi del mondo apparente. Il quale ci appare reale perchè è irreale l'identità con la quale lo viviamo, che crediamo d'essere.
Se sapremo farlo scopriremo che anche il paradiso è già qui.

Ultima modifica di Mirror : 20-04-2007 alle ore 10.15.26.
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Vecchio 19-04-2007, 23.52.03   #55
krjisoul
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Mi accodo nell'unione degli opposti.

Accendo la Tv, Tg: solite notizie tragiche una infilata dopo l'altra...niente di nuovo...

Esco il pomeriggio per una passeggiata al monte...esplosione di profumatissimi ciclamini rosa....
krjisoul is offline  
Vecchio 20-04-2007, 08.25.17   #56
Yam
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da paperapersa
eppure l'idealismo, la forza che spinge l'umanità a trasformare il mondo, a renderlo un posto migliore in cui vivere, a migliorare la qualità della vità degli esseri umani, a sconfiggere le malattie, il dolore. le piaghe che da sempre ci tormentano, a superare limiti, e dare al mondo bellezza, arte, musica, tecnologia e strumenti meno invasivi per curare l'uomo, a farlo sorridere
attraverso l'ironia, a farlo riflettere attraverso gli spettacoli e le inchieste....
questa forza evolutiva se non ci fosse bisognerebbe inventarla!

Certo Papera, va bene che ci siano tanti uomini idealisti e tutto quello che hai detto, fa parte del processo di crescita spontaneo della coscienza tendere alle sue qualita' innate, ma io stavo parlando di un'altra cosa.
Di una ulteriore possibilita': lasciar emergere la coscienza spontanea che precede il sorgere di un ideale come oggetto della coscienza.
U.G. diceva che e' piu' pericoloso un uomo virtuoso di un uomo violento, lo direbbe chiunque ha compreso in profondita' la vera natura della Realta'. Se tendo ad una cosa dovro' fare i conti con la tendenza opposta che con altrettanta forza si manifestera' in me. Ecco il tormento di chi segue questo tipo di approccio (ideale): le tentazioni...che ci saranno sempre ( ne sono testimonianza le varie biografie di beati e santi Cristiani). Cosi come ad un altro livello chi persegue compulsivamente il piacere dovra' fare i conti con il dolore che ne consegue....
Risalire alla radice della dualita', quindi del problema del bene e del male, ci rivela una profonda verita'.
Lo dico sinceramente, quella scoperta non e' accessibile a tutti e non ho piu' voglia di parlarne, non in questo forum perlomeno dove l'ipocrisia dello scettico va a braccetto con l'ideologia dell'aderente a questa o quella religione. Non mi piace giocare a ping pong con questo genere di personaggi, non sanno giocare e non mi diverto...e soprattutto non devo convincere proprio nessuno....
Yam is offline  
Vecchio 20-04-2007, 09.44.36   #57
turaz
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Riferimento: L'inferno è già qui...

assoluto immanifesto.
grazie yam
ti voglio bene e ti ringrazio di cuore
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Vecchio 20-04-2007, 09.46.53   #58
Yam
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Originalmente inviato da Mirror
A proposito... proprio oggi in mezzo al traffico caotico della città notavo, fermo al semaforo durante l'atteso del verde, che nell'aiuola che avevo a fianco piena di fiori e fiorellini, le api le quali si posavano su di essi, svolazzando qua e là e vi suggevano il nettare.
Intorno, Dio sa quanti insetti trovavano risorse per riprodursi, indaffarati nel loro innocente travaglio, ignari dei problemi del traffico che invece io stavo sperimentando sulla mia pelle.
Questo per dire che vi sono piani paralleli di Coscienza che convivono simultaneamente, dimensioni di vita interrelate ma non del tutto comunicanti in modo diretto..
Ci sono esperienze di nascita e morte che ininterrottamente vengono in essere e che si mescolano in questo infinito crogiuolo della vita incarnata a tutti i livelli.
Lo stesso può valere, per me, per la percezione psichica del paradiso e dell'inferno dentro e fuori di noi. Dipende dalle antenne, oltre che sensoriali, anche ‘sensitive’, spirituali, con le quali ci sintonizziamo con ciò che ci circonda e sentiamo interiormente.
Nell'istante in cui l'ape suggeva il nettare in mezzo a quei magnifici fiori variopinti, ed io coglievo la poesia di quell'incanto in me c'era una sorta beatitudine nel vedere quel meraviglioso spettaco, anche se piccolo, della natura... ma ecco un Crash violento che s'impone: un forte tamponamento lì vicino. Urla, pianto, rottami, samgue... documenti ... confusione, dolore: l'inferno delle forme della sofferenza ha trasformato dentro di me la visione precedente, ha preso, in quel momento, il posto del paradiso di pochi attimi prima. Istantaneamente è accaduta un'alternanza, una trasformazione di un film che stava scorrendo sullo schermo della mia consapevolezza. Così accade sempre nel mondo fenomenico. L'impermanenza.
Tutto scorre però, nonostante tutto... fuorchè l'Osservatore impersonale, che non è la mente identificata nella rappresentazione che appare sullo schermo della Coscienza-Specchio, il Divino Testimone che c’è in noi.
E' questo l'occhio del ciclone, il centro immobile che dovremmo ritrovare per non essere sperduti di fronte all'impermanenza delle cose, di tutto ciò che esiste. Solo possiamo trascendere l'inferno mondano che la nostra mente egoica sostiene quando si smarrisce nei riflessi del mondo apparente. Ma che ci appare reale perchè è irreale l'identità con la quale lo viviamo, che crediamo d'essere.

Quoto...a parte l'uso di quella parola (inferno) troopo abusata nel suo significato fondamentalmente positivo.

Lo stesso evento puo' a seconda della nostra maturita' essere fonte di illuminazione o di sofferenza, cosi Maya e' piuttosto la Magica Manifestazione che assume caratteri materiali. Quindi non tanto illusione ma misura materna e mezzo necessario alla maturazione del potenziale che e' in noi. La Coscienza si sviluppa...a partire dagli inferi....ma nell'uomo gli inferi non appariranno mai piu' se non nei momenti di avversione, odio, gelosia, invidia.
Le pressioni a cui e' sottoposto un diamante ne hanno generato la purezza e la resistenza, che cosa se non l'avversione ha sperimentato la coscienza in quello stato?
Non siamo di fronte ne a panteismo ne al culto delle potenze della natura se non nel senso che la "natura naturans est deus".
Yam is offline  
Vecchio 20-04-2007, 10.29.56   #59
visechi
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Riferimento: L'inferno è già qui...

Citazione:
Nessuno nega la realta' della sofferenza ma c'e' una sofferenza di troppo che si puo' sradicare...e che spesso e' anche causa di ulteriori sofferenze per gli altri, per chi non ha nulla.

Bene! Proviamo a riprendere il filo del discorso. Probabile che increspi ancora una volta la superficie quasi inerte di questo bel mare che state dipingendo con i vostri interventi, che spande d’intorno profumi oleosi e piacevolmente intrisi di salsedine. Io, più che una pozza d’acqua fresca e vivificante, scorgo il marcescente tiepidume d’acque stagnanti e paludose… quindi, che si sollevi pure il vento e che increspi e gonfi le acque… al canto armonioso, contrappongo il controcanto. Insomma, riflettiamo.

Riparto dall’intervento di Yam che lascia trasparire qualcosa, ancora in nuce, in fase embrionale, non ben sviluppata… ma qualcosa s’intravede.

La sofferenza non è più dunque un’illusione, una fantasia, non è figlia della nostra immaginazione – sarebbe oltremodo incomprensibile ed impudente sostenere una cosa tanto insensata, la realtà è lì per smentirla -. Ma essa è come stratificata, cioè esistono più strati o livelli di sofferenza, oppure almeno due diverse tipologie, delle quali almeno una è sradicabile, l’altra invece parrebbe di no.
Scremando fino all’ultimo spasmo il concetto di dolore e di sofferenza, immagino che possiamo tralasciare quella direttamente connessa e conseguente ad azioni più o meno consapevoli dell’uomo, per concentrarci, invece, su quella riveniente dallo scatenarsi delle forze della Natura. Cioè quando la Creazione si presenta come un ostello inospitale che disabita l’animo umano. Anche se v’è da dire che nell’uno e nell’altro caso il peccato d’origine delle nostre riflessioni è spesso rilevabile nell’attenzione prestata all’atto, all’accadere e non alla vittima che patisce. Perché anche nel primo dei due casi, quello per intenderci il cui patire sortisce fuori e scaturisce dall’agire umano, è rinvenibile un accadere che è fonte di sofferenza non imputabile alla vittima innocente, e noi dobbiamo avere il sentimento per relazionarci con chi soffre ingiustamente e, anche in questo caso, appellare in giudizio la responsabilità di chi, chiunque egli sia, vede e sa e lascia che sia. Forse è questa la sofferenza sradicabile cui allude Yam… perlomeno io interpreto così.

Ma l’altra, quella che trabocca dalla Natura? E’ anch’essa patire, soffrire, è anch’essa dolore, pianto.
Di questa proviamo a parlarne.
Nell’infuriare degli elementi non v’è colpa Naturale, non v’è peccato che tenga… la Natura è innocente. Ma la sua innocenza non è sufficiente ad opporre una defensa, o a sollevare dalle sue responsabilità chi (se v’è un Colui) utilizza l’innocenza naturale per infrangere, stuprare e violare quella della vittima che in essa si annulla.
Se una crescita evolutiva collettiva dell’umanità – per quanto utopica essa sia, ma poniamola pure nel conto - potrebbe sollevarla dal peso di questo patire che l’azione si trascina appresso, come un pedaggio pagato alla libera determinazione umana; viceversa, non v’è consapevolezza o Centro immobile, o Osservatore o Testimone, o Presenza al proprio vero Sé che possano affrancare la creazione dal patimento che la Natura coltiva nel proprio seno. La Morte di Dio è stata decretata a seguito di un evento naturale terrificante: il terremoto che nel 1755 sconvolse e distrusse Lisbona, cagionando lutti, dolori, pianti, non quindi in conseguenza di un evento cruento il cui accadere fosse attribuibile all’uomo. La malattia stessa, non la morte, è causa d’inenarrabili sofferenze che fiaccano in primis il corpo, distruggendo speranza e anima. L’handicap fisico è anch’esso fattore di sofferenza che incide negativamente tanto sul fisico, quanto sull’anima. In tutto ciò non v’è colpa alcuna che possa essere attribuita al disgraziato di turno. Si tratta di un vero e proprio disequilibrio naturale, o, peggio ancora, di un equilibrio generale ottenuto per compensazione che la Natura si crea a scapito di chi per esso si trova a pagare lo scotto anche per conto degli altri.
Ma in tutto ciò il Testimone che tutto registra e confessa e nulla raccoglie, l’Osservatore che tutto vede e percepisce nella comunione armoniosa del Tutto, ma se ne strafotte fino all’ultima scaglia delle proprie immacolate ossa del dolore altrui, il Centro immobile che è tale proprio perché anestetizzato, cosa diamine c’entrano? Quale beneficio se ne ricava dall’immacolata persistenza di una consapevolezza armoniosa che coniuga l’essere più profondo con il Tutto universale? E se questo fosse un gioco, come afferma Yam – già intravedo i bagliori abbacinanti di una filosofia negletta o da ricusare -, questo gioco può essere condotto a scapito di chi soffre? E se fossimo noi stessi a creare e perpetuare quest’inutile e futile gioco che gioca con noi, cui prodest il divertissement? E dove reperire la forza d’animo per la resa definitiva alle sue immorali regole? Insomma, se il processo naturale che macera e fiacca fosse un gioco, anche quel che gli si oppone, in termini di testimonianza del Testimone, di osservazione operata dall’Osservatore, di con-fusione dell’Eterno Sé Confusore, sono parte integrante, meccanismi, circuiti e regole immorali che reggono l’architettura e l’algoritmo che genera, sorregge, fa muovere e perpetua il divertissement.
Se è questa la scoperta cui conduce la Coscienza impersonale che non è In-Coscienza…. Signori miei, risparmiamoci la fatica di compiere l’immane sforzo mentale di fare pratica, esperienza e dialettica spirituale… tutto ciò è risaputo, fa parte della cultura dell’uomo da millenni.

Qui non si tratta e non si discute di bravi e malvagi. Si ragiona, per quanto la nostra immane ignoranza ci permette, di dolore e sofferenza, che non sono delle immagini proiettate dalla nostra mente, ma elementi concreti che intridono la terra da sempre. Sono trafitture sul costato della Creazione, ciò a prescindere da un Dio in cui sempre meno credo.

L’ateismo non attribuisce né meriti né colpe, iscrive il dolore in un ambito che riserva alla consequenzialità degli eventi nel loro accadere uno spazio che in altri ambiti, quelli religiosi, sono attribuiti ad un difetto, una mancanza, una lontananza, un’assenza, in ultima analisi ad un peccato che, a ben osservare, non esistono, non ci sono. L’uomo non è colpevole dell’accadere e dello scatenarsi degli elementi naturali. L’uomo è innocente… se colpa c’è, e non è detto che ve ne sia – ma se non c’è colpa, non c’è Dio - questa dev’essere ricercata al di fuori dell’uomo… è alterità rispetto all’uomo, anche se impregna dei suoi nefasti miasmi la vita dell’uomo.

Ciao
visechi is offline  
Vecchio 20-04-2007, 10.41.02   #60
Noor
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Wink Riferimento: L'inferno è già qui...

Yam:<<lasciar emergere la coscienza spontanea che precede il sorgere di un ideale come oggetto della coscienza.>>

Capisco Yam..
vuoi parlare di "questo"...di-cio-che-è?
Ti aiuterà il linguaggio?
Ti conviene espatriare...
Noor is offline  

 



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