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19-04-2007, 23.52.03 | #55 |
frequentatore abituale
Data registrazione: 03-02-2006
Messaggi: 145
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Mi accodo nell'unione degli opposti.
Accendo la Tv, Tg: solite notizie tragiche una infilata dopo l'altra...niente di nuovo... Esco il pomeriggio per una passeggiata al monte...esplosione di profumatissimi ciclamini rosa.... |
20-04-2007, 08.25.17 | #56 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Certo Papera, va bene che ci siano tanti uomini idealisti e tutto quello che hai detto, fa parte del processo di crescita spontaneo della coscienza tendere alle sue qualita' innate, ma io stavo parlando di un'altra cosa. Di una ulteriore possibilita': lasciar emergere la coscienza spontanea che precede il sorgere di un ideale come oggetto della coscienza. U.G. diceva che e' piu' pericoloso un uomo virtuoso di un uomo violento, lo direbbe chiunque ha compreso in profondita' la vera natura della Realta'. Se tendo ad una cosa dovro' fare i conti con la tendenza opposta che con altrettanta forza si manifestera' in me. Ecco il tormento di chi segue questo tipo di approccio (ideale): le tentazioni...che ci saranno sempre ( ne sono testimonianza le varie biografie di beati e santi Cristiani). Cosi come ad un altro livello chi persegue compulsivamente il piacere dovra' fare i conti con il dolore che ne consegue.... Risalire alla radice della dualita', quindi del problema del bene e del male, ci rivela una profonda verita'. Lo dico sinceramente, quella scoperta non e' accessibile a tutti e non ho piu' voglia di parlarne, non in questo forum perlomeno dove l'ipocrisia dello scettico va a braccetto con l'ideologia dell'aderente a questa o quella religione. Non mi piace giocare a ping pong con questo genere di personaggi, non sanno giocare e non mi diverto...e soprattutto non devo convincere proprio nessuno.... |
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20-04-2007, 09.46.53 | #58 | |
Sii cio' che Sei....
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 4,124
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Quoto...a parte l'uso di quella parola (inferno) troopo abusata nel suo significato fondamentalmente positivo. Lo stesso evento puo' a seconda della nostra maturita' essere fonte di illuminazione o di sofferenza, cosi Maya e' piuttosto la Magica Manifestazione che assume caratteri materiali. Quindi non tanto illusione ma misura materna e mezzo necessario alla maturazione del potenziale che e' in noi. La Coscienza si sviluppa...a partire dagli inferi....ma nell'uomo gli inferi non appariranno mai piu' se non nei momenti di avversione, odio, gelosia, invidia. Le pressioni a cui e' sottoposto un diamante ne hanno generato la purezza e la resistenza, che cosa se non l'avversione ha sperimentato la coscienza in quello stato? Non siamo di fronte ne a panteismo ne al culto delle potenze della natura se non nel senso che la "natura naturans est deus". |
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20-04-2007, 10.29.56 | #59 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Citazione:
Bene! Proviamo a riprendere il filo del discorso. Probabile che increspi ancora una volta la superficie quasi inerte di questo bel mare che state dipingendo con i vostri interventi, che spande d’intorno profumi oleosi e piacevolmente intrisi di salsedine. Io, più che una pozza d’acqua fresca e vivificante, scorgo il marcescente tiepidume d’acque stagnanti e paludose… quindi, che si sollevi pure il vento e che increspi e gonfi le acque… al canto armonioso, contrappongo il controcanto. Insomma, riflettiamo. Riparto dall’intervento di Yam che lascia trasparire qualcosa, ancora in nuce, in fase embrionale, non ben sviluppata… ma qualcosa s’intravede. La sofferenza non è più dunque un’illusione, una fantasia, non è figlia della nostra immaginazione – sarebbe oltremodo incomprensibile ed impudente sostenere una cosa tanto insensata, la realtà è lì per smentirla -. Ma essa è come stratificata, cioè esistono più strati o livelli di sofferenza, oppure almeno due diverse tipologie, delle quali almeno una è sradicabile, l’altra invece parrebbe di no. Scremando fino all’ultimo spasmo il concetto di dolore e di sofferenza, immagino che possiamo tralasciare quella direttamente connessa e conseguente ad azioni più o meno consapevoli dell’uomo, per concentrarci, invece, su quella riveniente dallo scatenarsi delle forze della Natura. Cioè quando la Creazione si presenta come un ostello inospitale che disabita l’animo umano. Anche se v’è da dire che nell’uno e nell’altro caso il peccato d’origine delle nostre riflessioni è spesso rilevabile nell’attenzione prestata all’atto, all’accadere e non alla vittima che patisce. Perché anche nel primo dei due casi, quello per intenderci il cui patire sortisce fuori e scaturisce dall’agire umano, è rinvenibile un accadere che è fonte di sofferenza non imputabile alla vittima innocente, e noi dobbiamo avere il sentimento per relazionarci con chi soffre ingiustamente e, anche in questo caso, appellare in giudizio la responsabilità di chi, chiunque egli sia, vede e sa e lascia che sia. Forse è questa la sofferenza sradicabile cui allude Yam… perlomeno io interpreto così. Ma l’altra, quella che trabocca dalla Natura? E’ anch’essa patire, soffrire, è anch’essa dolore, pianto. Di questa proviamo a parlarne. Nell’infuriare degli elementi non v’è colpa Naturale, non v’è peccato che tenga… la Natura è innocente. Ma la sua innocenza non è sufficiente ad opporre una defensa, o a sollevare dalle sue responsabilità chi (se v’è un Colui) utilizza l’innocenza naturale per infrangere, stuprare e violare quella della vittima che in essa si annulla. Se una crescita evolutiva collettiva dell’umanità – per quanto utopica essa sia, ma poniamola pure nel conto - potrebbe sollevarla dal peso di questo patire che l’azione si trascina appresso, come un pedaggio pagato alla libera determinazione umana; viceversa, non v’è consapevolezza o Centro immobile, o Osservatore o Testimone, o Presenza al proprio vero Sé che possano affrancare la creazione dal patimento che la Natura coltiva nel proprio seno. La Morte di Dio è stata decretata a seguito di un evento naturale terrificante: il terremoto che nel 1755 sconvolse e distrusse Lisbona, cagionando lutti, dolori, pianti, non quindi in conseguenza di un evento cruento il cui accadere fosse attribuibile all’uomo. La malattia stessa, non la morte, è causa d’inenarrabili sofferenze che fiaccano in primis il corpo, distruggendo speranza e anima. L’handicap fisico è anch’esso fattore di sofferenza che incide negativamente tanto sul fisico, quanto sull’anima. In tutto ciò non v’è colpa alcuna che possa essere attribuita al disgraziato di turno. Si tratta di un vero e proprio disequilibrio naturale, o, peggio ancora, di un equilibrio generale ottenuto per compensazione che la Natura si crea a scapito di chi per esso si trova a pagare lo scotto anche per conto degli altri. Ma in tutto ciò il Testimone che tutto registra e confessa e nulla raccoglie, l’Osservatore che tutto vede e percepisce nella comunione armoniosa del Tutto, ma se ne strafotte fino all’ultima scaglia delle proprie immacolate ossa del dolore altrui, il Centro immobile che è tale proprio perché anestetizzato, cosa diamine c’entrano? Quale beneficio se ne ricava dall’immacolata persistenza di una consapevolezza armoniosa che coniuga l’essere più profondo con il Tutto universale? E se questo fosse un gioco, come afferma Yam – già intravedo i bagliori abbacinanti di una filosofia negletta o da ricusare -, questo gioco può essere condotto a scapito di chi soffre? E se fossimo noi stessi a creare e perpetuare quest’inutile e futile gioco che gioca con noi, cui prodest il divertissement? E dove reperire la forza d’animo per la resa definitiva alle sue immorali regole? Insomma, se il processo naturale che macera e fiacca fosse un gioco, anche quel che gli si oppone, in termini di testimonianza del Testimone, di osservazione operata dall’Osservatore, di con-fusione dell’Eterno Sé Confusore, sono parte integrante, meccanismi, circuiti e regole immorali che reggono l’architettura e l’algoritmo che genera, sorregge, fa muovere e perpetua il divertissement. Se è questa la scoperta cui conduce la Coscienza impersonale che non è In-Coscienza…. Signori miei, risparmiamoci la fatica di compiere l’immane sforzo mentale di fare pratica, esperienza e dialettica spirituale… tutto ciò è risaputo, fa parte della cultura dell’uomo da millenni. Qui non si tratta e non si discute di bravi e malvagi. Si ragiona, per quanto la nostra immane ignoranza ci permette, di dolore e sofferenza, che non sono delle immagini proiettate dalla nostra mente, ma elementi concreti che intridono la terra da sempre. Sono trafitture sul costato della Creazione, ciò a prescindere da un Dio in cui sempre meno credo. L’ateismo non attribuisce né meriti né colpe, iscrive il dolore in un ambito che riserva alla consequenzialità degli eventi nel loro accadere uno spazio che in altri ambiti, quelli religiosi, sono attribuiti ad un difetto, una mancanza, una lontananza, un’assenza, in ultima analisi ad un peccato che, a ben osservare, non esistono, non ci sono. L’uomo non è colpevole dell’accadere e dello scatenarsi degli elementi naturali. L’uomo è innocente… se colpa c’è, e non è detto che ve ne sia – ma se non c’è colpa, non c’è Dio - questa dev’essere ricercata al di fuori dell’uomo… è alterità rispetto all’uomo, anche se impregna dei suoi nefasti miasmi la vita dell’uomo. Ciao |
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20-04-2007, 10.41.02 | #60 |
Ospite di se stesso
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Riferimento: L'inferno è già qui...
Yam:<<lasciar emergere la coscienza spontanea che precede il sorgere di un ideale come oggetto della coscienza.>>
Capisco Yam.. vuoi parlare di "questo"...di-cio-che-è? Ti aiuterà il linguaggio? Ti conviene espatriare... |