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26-01-2006, 23.16.51 | #62 |
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a me
piacerebbe un sacco che quando vi riferite alla sottoscritta "tammy", per l'appunto, non essendo ancora trapassata a miglior vita, anzichè rivolgersi ad altri per chiedere spiegazioni su cosa, perchè, o come l'è venuta la malsana idea di aprire un thread, solo per pochi interessante, vi rivolgiate direttamente alla soprascritta me medesima in terza persona!
Non sono esperta di niente, non sono psicologa, non dò soluzioni ai problemi, mi piace capire il perchè le cose accadono, mi piace, ove possibile e con l' aiuto di persone che ne sanno più di me e di cui son sempre grata per le loro risposte, provare a dare risposta alle mie domande e di nessun'altro, sono solo curiosa e la curiosità è sinonimo di intelligenza (senza offendere nessuno) Ognuno di noi ha d'intorno le proprie realtà e, per il "riappunto", nemmeno ci conosciamo qui dentro! Quindi un trhead non è necessariamente aperto nè per problemi personali, nè perchè (così tanto perchè non si ha nient'altro di meglio da fare) solo per giudicare o dare sentenze ad altri di cui, personalmente, me ne può fregar de meno, proprio perchè non vi conosco. Ci sono volute ben 6 pagine di post per arrivare a capire che si parlava di love addiction e che NIENTE ha a che vedere nè con l'"amore normale", parola che ormai mi è venuta addirittura alla nausea tanto è stata usata ed usata impropriamente, nè tantomeno si è mai posto sotto accusa l'uomo, nel senso di maschio. Personalmente amo l'Uomo, l'essere umano, e nel mio carattere non riuscerei a fargli del male. Ho anche scritto che, se apparentemente un thread sembra non interessare, non fa male leggerlo, è indolore, e probabilmente ci mette a parte di problematiche che nella vita reale esistono, ed esistono proprio, se non a casa nostra, nei nostri amici, nel nostro vicino di casa, nel nostro collega, saperne un pò di più, discuterne serenamente, è solo aggiungere un pò di sapere, vedere un lato che IO personalmente non vedo, percepisco questo stato di malessere, in un'amica e l'ho associato alla love addiction. Ho aperto un thread perchè? perchè forse qualcuno sta leggendo ed è poprio quel qualcuno che ne potrà trarre, conoscenza, coraggio per affrontare una situazione tutt'altro che semplice. E' proprio il caso di dire che non tutto è come appare. Ringrazio per le belle riflessioni e vorrei continuare a discutere su come sia possibile "spezzare queste catene". Perdonate lo sfogo, ma a volte mi sembra di veder scritto "ufficio complicazioni affari semplici" (mi coccolo da sola và) |
27-01-2006, 08.29.56 | #64 |
Ospite abituale
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[quote]Messaggio originale inviato da bside
..Invece di pensare a queste cose, che mi sembrano più semplici ed immediate, siete partite subito per la tangente parlando di "love addiction"... Sarà deformazione professionale? Perché deduco da come parliate che abbiate dimestichezza con le problematiche psicologiche. Abituate a parlare solo di problemi, nelle persone cogliete solo quelli. [/color] mah! mi rubbi le risposte??? Hai detto tutto. a proposito di pesantezza un saluto pesantemente affettuoso a tutti feng qi |
27-01-2006, 10.21.32 | #65 | |
Ospite abituale
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Citazione:
ciao Fragola....pensi veramente che il problema sta nel fatto che queste persone non sanno ricevere?? io penso che hanno ricevuto .....ma solo quello di cui non avevano veramente bisogno...i loro veri bisogni sono stati ignorati...magari da bambini i genitori provvedevano a dargli da mangiare, a vestirli ecc.ecc...ma nessuno ha mai ascoltato le sue vere preoccupazioni, nessuno ha mai risposto alle sue domande, ai suoi timori nessuno li ha mai nutriti emotivamente... da adulti magari diventeranno delle persone che elargiscono favori a tutti,...... oppure diventeranno delle persone esigenti, aggressive ....nella speranza di ricevere affetto e attenzioni...che verranno sempre puntualmente disattese ... la guarigione avviene solo quando dopo delusioni e amarezze varie..si accetta di ricevere l'amore e l'attenzione che le persone sono in grado di offrire. |
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27-01-2006, 12.13.05 | #66 |
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Non ho detto che non hanno ricevuto nulla! Anche se poi bisognerebbe analizzare caso per caso. Ci sono quelli che hanno ricevuto botte, violenza, indifferenza. Quelli che hanno ricevuto ansia, controllo, paura. O altro. Ma, come dici tu, certamente non hanno ricevuto quello di cui avevano bisogno, e un bambino non ha gli strumenti per sopperire da solo a queste carenze.
Ho detto che non hanno imparato a ricevere! Non hanno, cioè, imparato a sentirsi amati. |
27-01-2006, 12.57.25 | #67 | |
Ospite abituale
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Citazione:
ok...ci siamo capite...tranquilla!!! cmq chi non ha ricevuto ciò di cui aveva veramente bisogno per crescere emotivamente... fino a che non diventa consapevole di questa sua carenza ...ha molte possibilità di diventare una persona dipendente o da persone, da alcol, droga .. sei d'accordo?? |
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27-01-2006, 14.57.50 | #68 | |
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PER FRAGOLA
Citazione:
Sono rimasta zitta, zitta a leggere tutti gli interventi, ma non mi sembra di aver letto "di come spezzare le catene" è importante per me, che ho il dubbio (dico solo il dubbio) di essere la 1/2 di una coppia simbiotica. Ciao, e grazie per i vostri interventi |
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27-01-2006, 17.22.58 | #69 |
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un primo passo
[QUOTESono rimasta zitta, zitta a leggere tutti gli interventi, ma non mi sembra di aver letto "di come spezzare le catene"
è importante per me, che ho il dubbio (dico solo il dubbio) di essere la 1/2 di una coppia simbiotica. Ciao, e grazie per i vostri interventi [/quote] Riconoscere una dipendenza non è così facile con il semplice discutere, ma nella condivisione di un possibile "problema comune" c'è la possibilità di capire se si è dipendenti da qualcosa o da qualcuno. Come? Ciò che sto per scrivere, tanto per la cronaca, è qualcosa che ho vissuto molto da vicino, e che mi son data la pena e la briga di leggere, condividere e comprendere. Purtroppo la dipendenza la riconosci solo quando dici "basta io non voglio più vivere così" e ti accorgi che non è possibile farlo da soli. Non ne esci se non chiedi aiuto a chi veramente può aiutarti, a seconda della dipendenza. Ti faccio un esempio: un alcolista non si renderà conto di essere un alcolista finchè non succede un qualcosa (purtroppo di grave) che gli fa capire che forse deve mettere fine alla sua predisposizione all'alcool, ma quando decide ciò (è assai raro che avvenga solo ed esclusivamente con la propria volontà), non riesce a smettere. Perchè? L'alcolismo è una malattia, la dipendenza è una malattia: abulimia, anoressia, gioco d'azzardo, tossicodipendenza, ecc.ecc. Non riesci a smettere di farti del male volontariamente. Nell'alcolismo sono noti gli AA e gli AL Anon ("Alcolisti Anonimi" e "Alcol non" famigliari degli alcolisti o anche solo amici) la prima cosa che viene detta è che se tu sei nel gruppo di auto aiuto è perchè, forse, hai ammesso a te stesso di avere un problema e che da solo non vai proprio da nessuna parte, se non decidi che Vuoi essere aiutato. In tutto sono 12 passi, il primo quello che ti ho appena raccontato. Tolto il primo gli altri 11 possono essere applicati, come una sorta di regola di vita da chiunque, e a mio avviso non farebbero male a nessuno. Questi 12 passi (li trovi anche in internet) degli alcolisti anonimi sono applicati anche ad altre dipendenze, vedi sopra . Questo per dirti che se si ritiene di avere un problema di dipendenza, e si vuole essere aiutati, bisogna prima di tutto ammetterlo a sè stessi, riconoscere la propria fragilità e soprattutto non vergognarsi di chiedere aiuto agli addetti al mestiere, poichè è soprattutto la vergogna e la scarsa umiltà a portarci sempre più in basso ed alla fine soccombere, non c'è alternativa se si continua a pensare o a credere che "tanto io ne esco quando voglio". Leggi i link che ha postato edali o rivolgiti ad un esperto. Ti faccio i miei migliori auguri e son felice che questo, inutile, thread possa essere di aiuto a qualcuno. P.S. anch'io rimango in attesa delle cesoie???? per tranciare le catene e rompere il giro vizioso. Ultima modifica di tammy : 27-01-2006 alle ore 17.27.26. |
27-01-2006, 19.02.52 | #70 | |
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Re: PER FRAGOLA
Citazione:
Urca! Non ti aspettare un colpo di macchetta magica, però. Nessuno può. ... io vorrei arrivarci per gradi, perchè è abbastanza ovvio che il primo passo per spezzare le catene è riconoscere le catene. Ma per ogni dipendenza, anzi, per ogni sofferenza, c'è una storia che è unica ed irripedibile e non è giusto nè possibile affastellarle tutte sotto l'etichetta di una sola "patologia" o avere la presunzione di pensare che c'è una soluzione unica per tutti. Abbiamo parlato della dipnedenza affettiva come di un vuoto d'amore. Ci sono tanti modi in cui questo vuoto d'amore può nascere. Crescere. A me viene la tentazione di raccontare la mia storia, perchè è attrverso la mia storia che ho capito il poco che credo di aver capito. Ma cercherò, per tanti motivi, di parlare in termini generali. Senza raccontare i fatti ma solo i ... "processi interiori". Quello che però voglio dire è che io una volta pensavo di essere il mio dolore. Di essere quel vuoto d'amore. E che non fosse possibile in nessun modo che questo cambiasse. Avevo detto coscentemente a me stessa "adesso basta, voglio cambiare". Ma non era servito a molto perchè non credevo che fosse possibile cambiare. Per me, il passo più importante è stato rendermi conto che cambiare era possibile. Dunque, una volta capito che basta, che stare male non è più quello che vogliamo, una volta compreso profondamente che cambiare è possibile, occorre riconoscere le catene. Tammy dice bene quando dice che non si può fare da soli. Magari si può anche fare senza una guida. Certo è più difficile. Ma, anche senza guida, non si può fare completmente da soli. Per riconoscere le catene bisogna ripercorrere la nostra storia. E anche darle dignità. Se anche la causa della nostra sofferenza fosse, per assurdo, la perdita di una penna, questo non è meno "lecito" di una che pare più grande. In una prima fase, c'è bisogno di prendere sul serio il nostro dolore di bambini e di piangerlo. E' una fase in cui si rischia di diventre un po' odiosi algi altri, che hanno la sensazione che ci stiamo piangendo addosso. Ma io credo che sia necessario passare di lì. Si può fare in tanti modi. Io ne ho usati due. L'analisi e l'autobiografia. Mi pice scrivere, ho deciso di scrivere la mia autobiografia. E facendolo ho sviscerato cose che non so se avrei potuto sviscerare in altro modo. Poi, quando si sa quali sono le catene che ci tengono legati, quando si sa che cosa manca in quel vuoto, c'è da fare la cosa più difficile di tutte. Decidere di smettere di essere vittime! Siamo sati vittime davvero da bambini. Adesso non siamo più bambini e possiamo non esserlo più. Possiamo prenderci noi la responsabilità della nostra vita. E' un cambimento profondo. Una rivoluzione interiore. Una conversione. Un cambio di segno totale della nostra psiche. Ma senza questo, non si va avanti. E non basta ancora, ci sono altri passi da fare ma per ora mi fermo qui. ... e vado a preprre la cena. ps non rileggo, scusate gli errori. |
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