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24-01-2006, 14.31.11 | #13 | |
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Citazione:
Se diamo alla parola dipendenza il suo senso letterale, le uniche dipendenze sane sono quelle dal cibo, dall'acqua e dall'aria Senza queste cose, un essere vivente non può sopravvivere. "non posso vivere senza di te" può ovviamente essere una esagerazione poetica per esprimere un sentimento intenso, ma se invece il senso è letterale... Comunque ecco un articolo in cui si spiega in cosa consiste la dipendenza affettiva. http://www.siipac.it/newaddictions/a...eaddiction.htm |
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24-01-2006, 14.48.38 | #16 | |
può anche essere...
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Citazione:
il senso non è quasi mai letterale, tranne in casi patologici che non sono così frequenti (e di cui gli uomini non hanno colpa). se uno è innamorato perso è probabile che sia convinto di non poter fare a meno della sua lei\lui, se la perde per qualche motivo cade in depressione, in uno stato di lutto. Ma ovviamente non muore, a meno che non s'ammazzi. |
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24-01-2006, 15.02.51 | #18 | |
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Citazione:
Nemmeno un tossicodipendente privato della sostanza muore. A meno che non si ammazzi perchè non riesce a sopportare la crisi di astinenza... Se poi i casi di dipendenza affettiva patologica fossero veramente casi rarissimi ... "per i quali l'uomo non ha colpa" (intendi uomo nel senso di essere umano o nel senso di maschio? e cosa intendi per colpa? ) non credo di ci sarebbero così tanti studi sull'argomento. Comunque, se la cosa ti fa sentire più tranquillo, posso tranquillamente rimangiarmi tutto e dire che la dipendenza affettiva e sana e auspicabile. Anzi, che tutti dovremmo dipendere e stare il più male possibile perchè è giusto così. |
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24-01-2006, 15.05.38 | #19 |
può anche essere...
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comunque ripeto che bisogna stare attenti a non confondere un legame profondo con una dipendenza patologica.
l'uomo non è un isola, è un essere sociale, il cui benessere dipende, in parte, dagli altri: i bisogni sociali non possono essere soddisfatti in solitudine, a meno di non farsi degli amici ed amanti immaginari, cosa non sana. oggigiorno ogni legame rischia di essere visto come restrittivo della propria libertà personale. ma in questo modo la crescita umana subisce un arresto: il proprio essere-sociale è un essere che può sviluppare un'amorevole capacità di adattamento (reciproco) all'altro. In questo modo, passo dopo passo, si sale la montagna dello sviluppo personale, che è anche sociale. Tornando ad un livello più specifico, la famiglia patriarcale è vista esclusivamente nella prospettiva del potere: uomo sottomette donna. Donna costretta a lavorare in casa e curare famiglia. Uomo lavora campi e comanda. ...innanzitutto, che la donna non avesse potere è alquanto dubbio: l'angelo del focolare è anche colei che tiene nelle proprie mani le sorti della casa. Poi, sembra che la donna fosse una casalinga puttana costretta a restare in quella galera perchè solo lì poteva ricevere la ciotola di cibo che lei non poteva, non lavorando, procurarsi da sè. Io vorrei tornare a quei tempi, per curiosare nelle diverse case di campagna, e vedere se tra quelle mura non ci fosse amore, innamorati, persone felici e non schiavizzate. Sembra poi che la struttura della famiglia patriarcale sia stata stabilita dal dispotico arbitrio dell'uomo, per avere il potere. Ma io credo che fosse una struttura familiare adatta alle circostanze: i maschi, più robusti, forti, più adatti ad arare i campi (che ci vogliono due braccia così), aravano i campi; le donne curavano la prole, gli anziani, la cura della casa e la preparazione dei pasti. Niente di strano: è una divisione dei ruoli consona alla situazione. Che dovevano fare le donne, arare i campi? e i bambini stavano con i nonni malati? E gli uomini preparavano da mangiare? Insomma, la prospettiva che va per la maggiore squadra la famiglia patriarcale con le categorie del dominio, dell'imposizione, dell'abuso.. mi sembra una prospettiva limitata, parziale, e dispotica. |
24-01-2006, 15.09.44 | #20 | |
può anche essere...
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Citazione:
sono comunque una minoranza, magari una minoranza importante, che merita attenzione e cura, ma una minoranza. l'uomo non ha colpa, dicevo, perchè in questo tribunale è sotto accusa l'uomo. Allora volevo precisare che non è colpa dell'uomo (anche fosse maschilista) se esistono donne con love addiction: il problema è alla radice della personalità: insicurezza, senso di indegnità eccetera. questa forma di dipendenza è fortemente negativa, e va aiutato che ne soffre. |
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