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28-06-2004, 20.32.13 | #26 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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per Bert
..a questo punto mi sembra piú suggestivo Hegel.
Quando si sará trovato il codice chimico della configurazione sinaptica della mia inc***atura quando un tipo mi dice che fumare i fili della banana essicati é allucinoggeno, fatemelo sapere... Con ironia Ciao Ps: continuo a consigliare Heisenberg per eliminare ogni dubbio e vorrei ricordare che "ente" non é solo oggetto materiale, ma tutto ció che é. Se la neurofisiologia dirá qualcosa su queste percezioni (questioni molto vecchie peraltro), non dirá mai nulla sul mondo che non parla di mele e alberi (senza con questo voler tirare fuori la distinizione scienze della natura e scienze dello spirito) |
29-06-2004, 08.56.57 | #27 | |
Ospite abituale
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Re: per Bert
Non condivido.
1) Heisember non toglie dubbie e mette dubbi, ma guarda il mondo e vede che c'è dell'incertezza. Poi, con carta e penna, formalizza tale incertezza in un teorema. 2) la neurofisiologia parla della struttra chimica del cervello, e di come il cervello agisce, funziona, crea e distrugge pensiero, ricordi, ecc. Alla neurofisiologia non interessa sapere dell'anima, ne delle percezioni più profonde o intime dei moti umani. La neurofisiologia è una disciplina riduzionista che pensa che la chimica del cervello sia il cervello stesso, e parte dalla considerazione che la comprensione titale dei meccanismi chimica del cervello corrisponda alla comprensione dei meccanismi cognitivi. Citazione:
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29-06-2004, 19.39.01 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 367
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Effettivamente non mi sono mai addentrato nella questione. Ma ció non in modo inconsapevole.
Quando sento parlare di percezioni, stimoli che arrivano dall'esterno, chimica del cervello ecc... mi sento in diritto di non interessarmi, come non mi interesso di botanica. Se la ricerca ha tutti questi limiti concettuali (esterno, interno, stimoli come sense data ecc..), che in altri ambiti non convincono piú nessuno, mi sento tranquillamente di scollegare il cervello. Penso solo che sia una ricerca di una regione particolare del sapere e che GIUSTAMENTE si serve degli strumenti che piú crede efficaci. Ma quando sento parlare di logica del mondo, realtá ecc... allora non posso fare a meno di sentirmi chiamato in causa, in qualitá di persona che cerca di pensare lo stessa cosa. E allora in questo caso noto solo molta ingenuitá. In reltá pensavo che tutti queste ontologie della logica del mondo=logica del cervello(una volta si chiamava coscienza), di percezioni neutre ecc... fossero ormai solo una parentesi storica. Ad ogni modo non volendo precludermi la possibiltá di dialogo, che spesso serve a chiarirsi le idee, ti chiedo: che vuol dire cognitivo? O meglio (so cosa vuol dire cognitivo), cosa intendi esattamente quando dici cognitivo? quale regione prendi in considerazione esattamente? Considera che hai giá escluso la mia domanda sui fili di banana essiccati. Ciao, a prersto |
30-06-2004, 08.22.36 | #29 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Alla scienza si deve chiedere ciò che è effettivamente in grado di produrre, ed alla filosofia si richiede altrettanto. Il fatto è che secondo me è impossibile fare filosofia senza avere in testa, per sommi capi, ma chiari, le frontiere che adesso la scienza ha tracciato tra noto ed ignoto. Non credo si possa parlare così semplicemente di percezione senza sapere come si è evoluta adesso la neurofisiologia. Ed è inutile parlare di mondo e fatti, senza sapere che il mondo ed i fatti che la maccanica quantistica descrivono sono ben lontani dalla classicità di non molti anni fa. Ho trovato francamente così semplice il modo con cui certi filosofi hanno parlato del principio di indeterminazione di heisemberg, senza nemmeno soffermarsi sulle vere implicazioni di questo teorema. Detto questo, la questione mondo=logica è vecchia come il cucco, ma è sempre terribilmente attuale, dato che non è affatto risolta. Se pensi alle posizioni di Hilary Putnam e del matematico Mackey a ringuardo (il primo per la logica empira, il secondo per l'assiomatizzazione totale, il tutto nei "lontanissimi" anni 70-80) vedi che la questione è aperta, ed è diventata attualissima con l'avvento delle teorie fisiche congetturali (stringhe, supersimmetria, ecc). ciao |
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