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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
31-08-2004, 15.40.02 | #6 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
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RE-AZIONI.......
Ciao Calumet e benvenuto in questo bel sito di riflessioni.....
Ho apprezzato molto il tuo intervento e gli spunti. Innanzitutto mi dai occasione di parlare di REAZIONI , ossia non di azioni vere e proprie ma di comportamenti che si innescano come risposta ad un altra , spesso in contrapposizione , e quindi , diciamolo poco intelligenti . Rendo l'idea ? Ci avete mai pensato e ve ne siete resi conto di come a volte reagiamo per istinto o per paura di soccombere ..di essere giudicati..e poi ..a freddo ....ci rendiamo conto della ns scarsa sensibilità e rimuginiamo su ciò che abbiamo fatto o detto , per nulla convinti ? Chiamatele reazioni o azioni condizionate ..o come volete. Quando poi dici che bisogna essere oggetto di sensibilità.....concordo e non ..nel senso che può essere utile , ma per avere costanza in certi comportamenti e conservare la sensibilità , bisogna innanzitutto " VEDERE" con la V maiuscola. Se vedo che il fumo uccide , smetto all'istante. Ricordo un altro esempio eccellente : l'uomo che sta sul bordo di un precipizio , non ha bisogno di pensare cosa fare ! Si scosta e basta ........ Noi pensiamo troppo , lavoriamo troppo di fantasia , forse ..chissà....basterebbe vivere la vita per quello che è , senza pensare troppo ciò che è bene e che è male ....ma fare quello che intuitivamente sentiamo bisogna fare ........ O sono uscito fuori tema ?? Aloha ! Rocco |
01-09-2004, 13.21.07 | #7 | |
Ospite
Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
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Re: RE-AZIONI.......
Citazione:
Ciao Rocco! Concordo in parte con la tua affermazione, perché c'è sempre la variabile della soggettività. Altrimenti non si spiegherebbe come mai certa gente che ha i polmoni anneriti dal fumo va avanti a fumare, così come chi ha il fegato oramai distrutto dall'alcol va avanti a bere... Alcune persone hanno la strana "capacità" di non vedere ciò che sta davanti ai loro occhi, e altri riescono a vedere solo se la cosa si applica ad altri, magari se ne preoccupano anche (degli altri) meno di quanto farebbero con se stessi. E' vero, però, che tendenzialmente uno manifesta verso gli altri lo stesso atteggiamento, di base, che ha con se stesso. Quindi se io mi prendo metaforicamente a mazzate sulle palle, probabilmente lo farò in qualche modo anche con gli altri. Se non ho rispetto di me stesso non l'avrò verso gli altri, se non mi riservo trattamenti molto gentili nei miei riguardi, farò lo stesso con gli altri. Accade spesso e lo vedo in continuazione nelle persone (oltre ad averlo sperimentato su di me). Penso comunque che, come per molte altre cose, lo spirito di osservazione contribuisca alla formazione di un individuo, compreso lo sviluppo della sua sensibilità. Non sempre osservare è sufficiente, d'accordo. Allora ecco che si rivela importante una figura di riferimento che aiuta a osservare e, soprattutto, aiuta o insegna a riflettere su ciò che si è osservato, permettendo anche un processo di consapevolizzazione (che mi sembra piuttosto importante...) a presto! |
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01-09-2004, 14.27.48 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-08-2004
Messaggi: 0
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Salve a tutti, sono appena arrivata.
Questa discussione è molto interessante. Mi sono chiesta tante volte il ruolo dell'educazione e i suoi limiti. Essa serve prima di tutto ad inserirsi adeguatamente nella società, cioè ad omologarsi ed ad accettare i valori comunemente accettati. Questo potrebbe sembrare un limite, ma in realtà è la condizione necessaria per la convivenza. L'educazione ci infonde valori, principi, norme pratiche ma anche etiche e permette che si crei un bagaglio culturale. La sensibilità non è altro che rendere propria,soggettiva,vissuta questa cultura, renderla qualcosa di altro da come ci è stata trasmessa. La sensibilità è qualcosa di intimo non può essere insegnato. L'educazione ci da le basi per coltivarla poi sta a noi scegliere quale ruolo dare ad essa nella nostra vita. |
01-09-2004, 17.07.49 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 14-05-2004
Messaggi: 301
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Variabili soggettive & figure di riferimento
Grazie Calumet per gli spunti.
In merito alle variabili soggettive di cui parli , davvero non so che dirti......gli esempi che citi mi fuorviano in qualche modo. Certo che c'è chi fuma e arriva a 95 anni ..( mio nonno ! ) , però che il fumo faccia molto male e sia causa di cancro e non solo , su questo penso ci sia poco da discutere. Forse a dire il vero ho sbagliato IO a citare l'esempio . Riferisciti a quello del precipizio e al fatto di " VEDERE" ...... Tuttavia ( e non me ne volere ) , quelle "variabili soggettive " sono un pò la nostra difesa quotidiana......e difatti , in questo nostro ridicolo mondo , pare che non esistano molte verità assolute : ossia ciò che è buono per me non lo è per te e viceversa....si tende sempre a rendere soggettivo tutto ed è forse anche perciò che i rapporti umani in generale stanno diventando sempre più difficili e complessi , inutile negarlo. Con questo però attenzione , non mi fraintendere : non voglio dire che nel mondo non esistono diversità , ma solo che siamo noi ad esasperare tutto e a voler vedere tutto diverso. Ti cito un esempio : mia moglie è cinese e spesso chiaccherando con la gente , molti mi chiedono come la cultura sia diversa , lo stile di vita sia diverso e la ammirano per come si è adattata qui. Mi sembra che perdano di vista il fatto che al di là della religione , cibo , lingua o altre abitudini , alla fine l'essere umano sia uno solo. Forse riderai , qualcuno non sarà per nulla d'accordo , ma i sentimenti dell'essere umano sono gli stessi ovunque : in Polinesia come in Nepal , in Cina , come a Napoli : odio, rabbia , gelosia , amore , etc etc ..cambiano solo le "apparenze " Detto ciò , passo a rifelettere sulla figura di riferimento di cui parli : io di recente ho adottato una sorta di figura di riferimento che mi ha aiutato molto : Jiddu Krishnamurti. Non bisogna però attaccarsi mai a nessuno e verificare sempre di persona nella propria vita senza schemi rigidi e mai perdendo di vista SE' STESSI ..che è forse la figura principale nella quale provare a specchiarsi...... Impresa non facile , anche perchè lungo la strada spesso i vetri vanno in frantumi e l'immagine svanisce........ Anch'io difatti a volte vedo Jiddu K diverso da me : un uomo senza famiglia e figli , senza un lavoro "difficile " come il mio , senzs una moglie e che forse facilmente ha scritto di cose sagge.... Comunque trovo la sua descrizione del pensiero molto realistica e spesso mi rendo conto anche io che tendo a "scappare" da certe realtà e non le accetto ..e lo vedo sempre "diverso" da me..... La fuga verso ciò che "vorremmo" e che è diverso da ciò che abbiamo ed E' costituisce purtroppo una delle immagini-miraggio che più spesso amiamo autocostruirci. Un saluto Rocco |
04-09-2004, 14.31.11 | #10 | |
Ospite
Data registrazione: 22-08-2004
Messaggi: 23
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Re: Variabili soggettive & figure di riferimento
Citazione:
Devi scusare la mia mancanza di conoscenza sull'argomento...qui non posso dire altro perché sono proprio a digiuno di informazioni! a presto! Calumet |
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