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11-03-2013, 23.16.09 | #123 | ||
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Riferimento: La Battaglia dei Giganti
Citazione:
L’hai fatto.. Anche se non sono un fisico.. Citazione:
Sì, sono d’accordo. Diciamo che proseguendo Maral con la sua necessità di porre il Non Essere spazialmente e non come qualità di potere dell’ Essere, penso si delinei una distanza reale e non una semplice differente descrizione fra il suo pensiero ed il mio, che in un primo tempo mi era parsa inconsistente.. |
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12-03-2013, 20.00.02 | #124 |
Ospite abituale
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Riferimento: La Battaglia dei Giganti
Maral:
Citazione Aggressor: Sarebbe come dire che lo spazio-tempo è nello spazio-tempo. Ora, poiché lo spazio-tempo è le cose che vi sono pure "immerse", bisogna comprendere effettivamente questa situazione, come di un contenitore che è pure il contenuto. Il fatto è che il riferimento allo spazio-tempo non è scolto dal riferimento alle cose che stanno nello spazio-tempo, poiché esso non avrebbe neppure un contenuto al di fuori di esse; così pure l'Essere non è pensato davvero in una contrapposizione alle cose che sono, gli "Enti" (che richiamano immediatamente l'Essere), e parlare del nulla è come parlare dello "spazio-tempo" se si crede di averne contrapposto il senso rispetto alle cose che sono nello spazio-tempo. Risposta maral: La distinzione tra contenitore e contenuti a mio avviso è sempre possibile senza contraddirsi (ci contraddiremmo se invece affermassimo il contrario), anche se i contenuti coincidono per estensione con il contenitore, e questo perché in ogni contenuto l'Essere trova un suo significato specifico nella prospettiva che in questo significato si realizza. Il singolo ente è espressione di tutto l'Essere, ma in una certa prospettiva, mentre tutto l'Essere è tutte le prospettive possibili e il Non Essere è nessuna prospettiva. La differenza sta insomma essere tutte le modalità (l'Essere), essere una sola modalità (Ente) ed essere nessuna modalità (Niente). Tutte e 3 queste modalità sono espresse dall'Essere, ma lo sono in modo diverso e quindi distinguibile. Lo spazio-tempo è nello spazio-tempo? Il problema qui è esattamente questo: "la spaziotemporalità dello spazio-tempo" che mi pare cosa impossibile; mentre è possibile forse, per ciò che riguarda questo esempio, che lo spazio-tempo sia (anche se mi pare difficile poter ammettere di avere una percezione mentale dello spazio-tempo in sé, e quindi pure poterlo indicare tramite il linguaggio; dopo tutto se non mi riferisco a qualcosa di cui ho esperienza tramite le parole esse sarebbero meri rumori, secondo l'idea che mi sono fatto circa il problema delle denotazioni). Ritornando all'Essere il problema è equivalente: se alcune cose sono, l'Esistenza come può esistere? O in altre parole: se le cose hanno una forma la forma che forma ha? Ultima modifica di Aggressor : 13-03-2013 alle ore 15.50.01. |
13-03-2013, 23.08.08 | #125 | ||
Moderatore
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Riferimento: La Battaglia dei Giganti
Citazione:
Citazione:
E questo spunto ci riporta forse al tema iniziale della domanda. |
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15-03-2013, 13.21.12 | #126 |
Ospite abituale
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Riferimento: La Battaglia dei Giganti
Maral:
Il problema che rende la domanda paradossale sta appunto nel tenere separati Essere da Essenti e le cose che hanno una forma dalla forma astratta delle cose. Sta in quello che Severino chiama il concetto astratto dell'astratto e che produce la Terra Isolata. L'esistenza esiste proprio in ciò che esiste (non vi è alcuna esistenza in sé, fuori da ciò che esiste, proprio come non vi è alcuna forma in sé fuori dalle cose che hanno la loro forma. L'astrazione (l'esistenza come proprietà di tutte le cose che esistono o la forma come proprietà di tutte le cose che hanno forma) non può essere a sua volta presa in astratto (isolata dall'essere esistenza delle cose che esistono o forma delle cose che hanno forma) senza creare paradossi assurdi, come quello di chiedersi che esistenza o forma potranno avere queste astrazioni prese in sé. Ed è esattamente per questi motivi che trovo strano parlare dell'Essere inteso come questo universale sotto cui ricadrebbero tutti gli oggetti "particolari", credendo per altro di stare indicando effettivamente qualcosa. E il concetto di nulla o di non-essere se è carpito nella nostra intuizione e indicato tramite parole avrà pure un correlato nella immaginazione. Difatti è facile ammettere, quando si parla di un universo vuoto, di stare riferendosi ad una sorta di indistinguibilità interna, un nero totale; eppure, questa uniformità interna, questo nero totale è, come ammetti Maral, una specificità, una forma particolare, per questo o il nulla è una situazione particolare (e così dischiude immediatamente l'alterità, cioè pure cose che non chiameremmo "nulla") o esso è impensabile, o ambedue. Anzi, se devo essere sincero, io trovo in questo una giustificazione dell'esistenza, poiché se l'inesistenza fosse possibile lo sarebbe in contrapposizione a qualcos'altro e così ugualmente avremmo l'Essere (ma la differenza tra la mia posizione e la tua è che questo "nulla" che ha bisogno di una contrapposizione per "non-essere", inteso così decade immediatamente come essere, per quanto non potremo mai pensarlo diversamente, facendo diventare obsoleta la sua contrapposizione all'Essere). In altre parole quando indichiamo il nulla noi siamo costretti ad indicare il "tutto", come per le onde ad indicare il mare, e allora alla fine parliamo sempre di ciò che esiste. Maral: Sì, riconosco che non è un pensiero che possa apparire plausibile in tempi che invocano stretti specialismi di linguaggio, pertanto non insisto, non va di moda. Aggiungo solo che per me non ha alcun senso la separazione tra campi di pertinenza filosofica (ormai ridotta a pertinenze sempre più analitico strumentali) e fisico scientifica che si pretende descrizione materiale e quindi reale del mondo. La realtà partecipa del pensiero e della materia insieme in un intreccio che li rende assolutamente inseparabili Mi trovi perfettamente in accordo; ovviamente per quanto riguarda la teoria dell'espanzione avrei qualche dubbio. Cioè io decriverei la cosa non come una espanzione, ma come una definizione interna. Laddove in origine poteva esserci una "quasi uniformità" o "uniformità" si è andata sviluppando una distinzione che può essere intesa come una espanzione ma non lo sarebbe nel senso puramente spaziale di questo termine. Poiché pure la grandezza dei corpi è relativa, se tutto fosse iniziato con due particelle, esse dovevano mostrarsi grandi come tutto l'universo; se poi si sono formati altri corpi (create altre forme) essi hanno "rimpicciolito" gli altri rispetto al Tutto. Così non devo pensare una distesa "vuota" e un comparire infinitesimamente piccolo rispetto ad essa che si espande (ma questa non è la tua visione che invece parla di un rigettare, credo). Saluti ancora |
16-03-2013, 22.27.42 | #127 | ||
Moderatore
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Riferimento: La Battaglia dei Giganti
Citazione:
Quindi la differenza c'è ed è estrema: Nell'Essere c'è tutto e da esso tutto può essere posto, compreso il Non Essere, nel Non essere non c'è niente e da esso niente può essere posto e quindi il Tutto non può essere Niente, né alcun essente (come particolare configurazione di questo Tutto) può mai essere (e quindi diventare) Niente. Citazione:
Ciao |
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17-03-2013, 14.35.10 | #128 |
Ospite abituale
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Riferimento: La Battaglia dei Giganti
Bè, Maral, direi che il nostro confronto è stato lungo e prolifico, su questi argomenti proporrei di interrompere il dialogo, a meno che qualcuno non voglia aggiungere altro!
Saluti! |